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LA PROPOSTA - Cipollini: “Riunire tutti i ciclisti italiani sparsi nelle grandi squadre internazionali in un’unica squadra che si chiama Italia”
22.03.2017 18:39 di Napoli Magazine

“Potremmo riunire tutti gli atleti che sono sparsi nelle grandi squadre internazionali e metterli in una squadra che si chiama ‘Italia’ o ‘Roma’”. E’ questa la proposta lanciata daMario Cipollini intervenuto a Tutticonvocati su Radio 24 il giorno del suo 50esimo compleanno. “All’interno di questo progetto – ha aggiunto Cipollini – potrebbero crescere tanti giovani di tantissime categorie”. “L’Italia è inesistente e questo a me fa male – spiega Cipollini - Ci sono dei grandi corridori che fortunatamente non smettono di nascere in Italia, però non abbiamo una struttura. Non c’è una squadra. Non c’è più il ciclismo italiano”. “Naturalmente per fare una squadra di ciclismo servono moltissimi soldi e purtroppo in Italia non ci sono – prosegue Cipollini a Radio 24 -. Capisco che l’Italia ha dei problemi economici molto più gravi dello sport e del ciclismo, però credo anche che non si debba dimenticare questo sport che tanto ha dato all’Italia. E l’Italia si è in qualche modo espressa nel mondo e sicuramente a livello industriale, a livello di creazione di campioni e a livello di tutto quello che è l’indotto che lavorava intorno al marchio Italia”. “Facciamo una squadra con le donazioni del popolo italiano in qualche modo e chiamiamola Italia – propone Cipollini a Tutticonvocati su Radio 24 – Ognuno si tassa di un euro. Si mandano e creiamo una squadra. E con le donazioni riportiamo il ciclismo in auge. In questo momento siamo in mano a zero, non abbiamo in mano niente e non ce lo possiamo permettere secondo me di rovinare questo sport in memoria di grandi personaggi che definire ‘ciclisti’ è poco. Definire Fausto Coppi un ciclista è quasi un’offesa, perché credo che Fausto Coppi sia ad oggi nel nostro Paese lo sportivo più importante che questa terra ha dato. Insieme a Bartali e alle loro storie, la guerra, a quello che hanno vissuto, che c’è stato all’interno della loro avventura, della loro vita, e noi ce lo dimentichiamo e lo buttiamo con una maglia con scritto Bahrein, piuttosto che Astana…io ho visto la Sanremo e mi sono incazzato” conclude Cipollini. Intervenuto oggi a Tutticonvocati su Radio 24, Mario Cipollini ha raccontato che “qualche mese fa, quando si parlava di candidatura di Roma alle Olimpiadi, io personalmente mi sono permesso di telefonare al Presidente del Coni Malagò dicendogli: ‘Signor Presidente perché non fate una cosa vera, importante e salvate il ciclismo e fate una squadra e la chiamate Roma 2024?’. Iniziamo a fare un progetto ‘Roma’ in giro per il mondo con la bandiera italiana e riprendiamo tutti quei talenti che purtroppo sono sparsi in mondi diversi, in culture completamente diverse. Riportiamoli a casa: sicuramente stanno meglio loro, perché parlando italiano, mangiando italiano e parlando con gli italiani secondo me è un’altra cosa”. “Malagò naturalmente mi ha risposto da politico – ha aggiunto Mario Cipollini a Radio 24 – dicendo ‘bell’idea, vedremo.. vediamo se la candidatura va avanti, ne parleremo’.. e sempre così. Io ormai è noto un po’ a tutti: ho preso e sono andato a parlare a Berlusconi dicendogli di salvare il ciclismo. C’è bisogno di salvare il ciclismo secondo me, questo è il mio personalissimo pensiero. Quando guardo le corse, quando guardo il ciclismo e vedo che per decenni e decenni il frutto del ciclismo e del popolo italiano in qualche modo ha segnato, segnava una tradizione, segnava una linea, e ora alla fine noi siamo costretti a inseguirla (la linea, ndr) e difficilmente ci arriviamo. Questo mi dispiace, questo a me fa male, mi dispiace e basta”.   “Quando guardo la televisione mi viene in mente quando il sottoscritto, quando Pantani, quando Bartoli, quando Bettini, quando Ballerini, quando Tati, quando tutta questa schiera.. quando Moser, Saronni, Argentin.. li citiamo tutti, quando quella squadra armata arrivava alla partenza, impauriva il mondo del ciclismo. Ora non ci considerano neanche dei vigili urbani”. Così Mario Cipollini intervenuto a Tutticonvocati su Radio 24. Intervenuto nel giorno del suo compleanno a Tutticonvocati su Radio 24, Mario Cipollini si è scatenato contro la grossa differenza tra il mondo del calcio e quello del ciclismo: “Sono state fatte, mi sembra, delle leggi in Italia per salvare delle squadre di calcio, giusto? Sono state fatte appositamente delle leggi perché il calcio funzioni e vada avanti. Io non dico che il ciclismo non debba prendersi le proprie responsabilità, ma credo che qui debba esserci un intervento politico perché qualcuno deve fare veramente qualcosa. E far presente che questo qualcosa manca. Probabilmente, a mio avviso, il ciclismo ha perso quell’importanza mediatica a livello nazionale. E che il ciclismo sta andando male non gliene può fregare a nessuno niente, l’importante è che funzioni il calcio”.

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LA PROPOSTA - Cipollini: “Riunire tutti i ciclisti italiani sparsi nelle grandi squadre internazionali in un’unica squadra che si chiama Italia”

di Napoli Magazine

22/03/2024 - 18:39

“Potremmo riunire tutti gli atleti che sono sparsi nelle grandi squadre internazionali e metterli in una squadra che si chiama ‘Italia’ o ‘Roma’”. E’ questa la proposta lanciata daMario Cipollini intervenuto a Tutticonvocati su Radio 24 il giorno del suo 50esimo compleanno. “All’interno di questo progetto – ha aggiunto Cipollini – potrebbero crescere tanti giovani di tantissime categorie”. “L’Italia è inesistente e questo a me fa male – spiega Cipollini - Ci sono dei grandi corridori che fortunatamente non smettono di nascere in Italia, però non abbiamo una struttura. Non c’è una squadra. Non c’è più il ciclismo italiano”. “Naturalmente per fare una squadra di ciclismo servono moltissimi soldi e purtroppo in Italia non ci sono – prosegue Cipollini a Radio 24 -. Capisco che l’Italia ha dei problemi economici molto più gravi dello sport e del ciclismo, però credo anche che non si debba dimenticare questo sport che tanto ha dato all’Italia. E l’Italia si è in qualche modo espressa nel mondo e sicuramente a livello industriale, a livello di creazione di campioni e a livello di tutto quello che è l’indotto che lavorava intorno al marchio Italia”. “Facciamo una squadra con le donazioni del popolo italiano in qualche modo e chiamiamola Italia – propone Cipollini a Tutticonvocati su Radio 24 – Ognuno si tassa di un euro. Si mandano e creiamo una squadra. E con le donazioni riportiamo il ciclismo in auge. In questo momento siamo in mano a zero, non abbiamo in mano niente e non ce lo possiamo permettere secondo me di rovinare questo sport in memoria di grandi personaggi che definire ‘ciclisti’ è poco. Definire Fausto Coppi un ciclista è quasi un’offesa, perché credo che Fausto Coppi sia ad oggi nel nostro Paese lo sportivo più importante che questa terra ha dato. Insieme a Bartali e alle loro storie, la guerra, a quello che hanno vissuto, che c’è stato all’interno della loro avventura, della loro vita, e noi ce lo dimentichiamo e lo buttiamo con una maglia con scritto Bahrein, piuttosto che Astana…io ho visto la Sanremo e mi sono incazzato” conclude Cipollini. Intervenuto oggi a Tutticonvocati su Radio 24, Mario Cipollini ha raccontato che “qualche mese fa, quando si parlava di candidatura di Roma alle Olimpiadi, io personalmente mi sono permesso di telefonare al Presidente del Coni Malagò dicendogli: ‘Signor Presidente perché non fate una cosa vera, importante e salvate il ciclismo e fate una squadra e la chiamate Roma 2024?’. Iniziamo a fare un progetto ‘Roma’ in giro per il mondo con la bandiera italiana e riprendiamo tutti quei talenti che purtroppo sono sparsi in mondi diversi, in culture completamente diverse. Riportiamoli a casa: sicuramente stanno meglio loro, perché parlando italiano, mangiando italiano e parlando con gli italiani secondo me è un’altra cosa”. “Malagò naturalmente mi ha risposto da politico – ha aggiunto Mario Cipollini a Radio 24 – dicendo ‘bell’idea, vedremo.. vediamo se la candidatura va avanti, ne parleremo’.. e sempre così. Io ormai è noto un po’ a tutti: ho preso e sono andato a parlare a Berlusconi dicendogli di salvare il ciclismo. C’è bisogno di salvare il ciclismo secondo me, questo è il mio personalissimo pensiero. Quando guardo le corse, quando guardo il ciclismo e vedo che per decenni e decenni il frutto del ciclismo e del popolo italiano in qualche modo ha segnato, segnava una tradizione, segnava una linea, e ora alla fine noi siamo costretti a inseguirla (la linea, ndr) e difficilmente ci arriviamo. Questo mi dispiace, questo a me fa male, mi dispiace e basta”.   “Quando guardo la televisione mi viene in mente quando il sottoscritto, quando Pantani, quando Bartoli, quando Bettini, quando Ballerini, quando Tati, quando tutta questa schiera.. quando Moser, Saronni, Argentin.. li citiamo tutti, quando quella squadra armata arrivava alla partenza, impauriva il mondo del ciclismo. Ora non ci considerano neanche dei vigili urbani”. Così Mario Cipollini intervenuto a Tutticonvocati su Radio 24. Intervenuto nel giorno del suo compleanno a Tutticonvocati su Radio 24, Mario Cipollini si è scatenato contro la grossa differenza tra il mondo del calcio e quello del ciclismo: “Sono state fatte, mi sembra, delle leggi in Italia per salvare delle squadre di calcio, giusto? Sono state fatte appositamente delle leggi perché il calcio funzioni e vada avanti. Io non dico che il ciclismo non debba prendersi le proprie responsabilità, ma credo che qui debba esserci un intervento politico perché qualcuno deve fare veramente qualcosa. E far presente che questo qualcosa manca. Probabilmente, a mio avviso, il ciclismo ha perso quell’importanza mediatica a livello nazionale. E che il ciclismo sta andando male non gliene può fregare a nessuno niente, l’importante è che funzioni il calcio”.