L'APPUNTO
DIARIO SEMI SERIO DAGLI STATES - Nunzia Marciano: "All'Onu, il mondo, il pass è una cosa seria!"
26.07.2017 11:00 di Napoli Magazine

NEW YORK (USA) - TERZO GIORNO: ALL’ONU. IL MONDO.

 

La questione è questa: in America io sono cuoca. E già questa a me a occhio e croce mi pare una degna apertura per la CNN. O anche per il Gazzettino di Porchiano, è uguale ma è nutizia. Alla fine io stasera una fettuccina al pomodoro, tra l’altro con l’origano perché qua così lo vendono e lo spacciano pure per “Italian Style” devono passare niente, ho cucinato, tra l’altro sporcando tra le 5 e le 26 pentole e affini… Ma qui è come se Cracco gli fosse piombato in caso cucinando il piatto vincitore di Masterchef! Due coinquilini mi hanno fatto i complimenti. Ma tanti. Che significa che qua cucinano uno schifo e pure una suola di scarpa ben cotta farebbe la differenza?? Uè qua so’ cuoca. Basta.  Pure se in Italia mi dicono che non cucino mai e mi pavoneggio quando riscaldo i Quattro salti in padella Findus. Cioè, sto dall’altro lato del Mondo: fatemi atteggiare per cortesia. Maronna e che stanchezzzzzzzz…. Le 6.30?? No ma in che senso, parliamone! Oltre ad essere cuoco mò vado pure a vendere il latte. Vabbè già che sono sveglia, telefono: sta cosa del fuso è comoda per questo fatto che mi sceto all’alba… Fatto. Vabbè, tanto vale alzarmi. Uh, c’è il caffè! Ci metto pure il latte, che fa tanto americana e me lo bevo vicino alla finestra, che fa tanto malinconia dei pensier… Ma chi è questo? No, aspetta aspetta. Cos’era? Chi era? Che voleva?? NO, vabbè: mi è appena passato davanti un tizio che incurante della mia esistenza è uscito da una stanza, è andato in bagno ed è tornato nella stessa stanza, tanto che ho pensato che fosse una visione o meglio un incubo visto che il tizio era in maglietta grigia, pantaloncini giallo canarino, c'à panz e coi capelli arruffati... Ma non li avevo conosciuti tutti?? Allora la proprietaria-cadavere sul divano dell’altra sera che poi ho scoperto che sul divano ci vive così affitta tutte le camere, ce l’ho; il ragazzo del Benin con la passione per Andrea Bocelli che l’altra sera gli ho spiegato che “Io vivo per lei” è dedicata alla musica e non ad una donna e lui m’ha guardata che manco gli avessi rivelato il terzo segreto di Fatima, anche; poi c’è la giapponese che ho scoperto che è sud Coreana che mi schifa per mano di legge, pure; e infine la spagnola col fidanzato. Cioè, sono questi: chist’ mò chi è?? Ah, sta tornando: “Good morning…” M’ha risposto: perlomeno non mi schifa come la giappones… Sud Coreana, che mi sembra già qualcosa. Allora, vestiamoci và: elegante, che il primo giormo all’ONU non si scorda mai. Ma devo camminare. Quindi, scarpetta ginnica sotto il tailleur, roba che a Enzo Miccio gli viene un colpo ma c’aggià fa?? Tacco in borsa, chignon e viaaaa…  Sarò inguardabile ma è geniale per la comodità. Sono un genio. Allora, sì, dunque la metro. 32 dollari il biglietto settomanale. Vabbè, meglio del pancake a 11 dollari, comunque. Cavolo come piove! Però devo dire che qui passa subito… Che ore sono? Le 10. Comoda… Tra l’altro Stefano m’ha detto di non prenderla mai prima delle 9 che è imprendibile: Stefano è un siculo-americano, non ha mai preso l’R2, è chiaro: se sopravvivi all’R2, preso prima delle 9 del mattino, sopravvivi pure al traghettamento di Caronte all’inferno. Ahhh, ci sta pure il posto. Cavolo sono a New York. Cioè, N-E-W-Y-O-R-K, mica Gallarate o Volla. No, sono al centro del centro del Mondo… Quanta gente però in metrò… Tutte donne eleganti. Marò ma che scarpe orrend… Ahhh, aspè! Non sono orrende le scarpe: è che qui non te li metti i tacchi per affrontare la city. E io che pensavo di essere un genio: non sono un genio, sto solo diventando newyorkerse… Ehehheh! No, ma che dico… I come from Naples! Ah, eccoci a Grand Station: non è GRAND, è enorme! Che meravigl… Aglia!! Ma sti ca…volo di porta! Push, pull… Che capata!! No, vabbè. Perlomeno le BASI, e che miseria. Vabbè, fammi cambiare le scarpe, và, che se mi presento così conciata all’ONU si dimenticano che sono per la pace e mi vattono! Però che strano qui: se lo facessi a Napoli, mi guarderebbero tutti. A me e a questa coi capelli verdi che sfumano nel rosa avanti a me. Cioè, qui la gente non ti guarda e se non ti guarda non è perché ti ignora, ma perché non ti giudica, che è diverso. Qui la libertà l’avverti in questo: è il senso di poter fare ciò che ti piace senza esserne giudicata… hai capito gli Usa. Ok, vado. Dunque sì, di qua, cammina cammina cammina.. l’ONU. Il palazzo di vetro, il centro del Mondo! E io ci sono dentro… E’ così straordinario essere qui. Ci sono simboli dovunque, c’è il Mondo che qui gira, ci sono porte. Di vetro, of course. Aspè, le porte e non c’è scritto push o pull?? Uh, marò a me se me lo scrivono e c’ho i miei problemi!! Pensa così! Noooo, non ce la posso fare. Sbatterò da qualche parte, lo so, me lo sento. Prima comunque mi sbagliavo: l’ONU non è nel centro del Mondo: è il centro del Mondo che è nell’ONU. E stare qui non è da tutti, o da tutti i giorni. A volte siamo catapultati in universi quasi paralleli, per quando strabilianti e incredibil… Uh, ma si è fatta ora di pranzo?? Cioè, va bene la filosofia ma la fame c’è. Aspè, aspè, come funziona?? Nella mensa dell’ONU il cibo si paga a peso!? No, vabbuò e sto inguaiata! Ora gli lascio un rene in pegno e per le prossime due settimane dovrei stare coperta penso. Che vista pazzesca che c’è… Si vede il Mondo sul serio da qui. E si mangia pure bene. A peso, ma bene. Qui il tempo vola e ha tutto un altro significato… Infatti, sono le 8 e stong’ ancor cà! Uhhh la carbonara! Maròòò, avevo promesso ai coinquilini che gliela cucinavo!! No, vabbè. Perderò lo status di cuoca e assumerò quello di pacco, lo so… Che ore sono? Le 9. Di sera. Vabbè, addio. Vado a casa. 45esima, prima Aveneu… Fino a Grand station, again… La metro!! Presa!! Però che fatto che qui la metro passi subito! Devo dire: è un altro livello, arrivi, sali e ti siedi tranquill… No ma in che senso questa è la express e non ferma dove devo scendere io??? Fermaaaaa, fatemi scendereeeee, aiutoooo. Ah, posso scendere alla prossima e aspettare la local. Ok. Grazie. Marò pure la metrò sbagliata ci voleva e ch’ stanchezza. Menomale che sono tornata in versione scarpette. Ma che è sta fermata? Ma sto solo io?’ No, vabbè, ma è tranquillo: sto solo sul io a New York alle 9 di sera in una stazione deserta. Preghiamo: caro San Gennar… Uh, la metro local, quella chemi porta a casa! Oleeeee. At home. Uè Ben, eh tieni ragione, la carbonara… I am so sorry. Come dici? Tranquilla, si vede che c’hai una faccia uccisa, stanchissima, distrutta… Senti Ben, ma tu si venut dal Benin o ti hanno mandato, no, p’ sapè. Ma chi c’è sul divano?? Uh, il tizio di stamattina! Ora vado in bagno e poi cerco di capire chist’ chi è… Ma dove sta?’ Arò?? E’ sparito! Secondo me è un incubo. Mah.. Sono le 22. Marò, sono distrutta. Giusto il tempo di mandare una mail In Italia che poi la vedono domani. Notte. Mondo. Quello che sta nell’ONU, intendo.

 

QUARTO GIORNO: IL PASS E’ UNA COSA SERIA

 

Ma che è? Chi è?? Ma chi mi chiama al telefono che sono le cinqueeeee! Stacco: nun o voglio manc sapè. Ah, ma in Italia sono le undiczzzzzzzzz…

Ancora? Ma chi è?’ Ah, no è la sveglia dell’addivanata: ma che ora è??? Le 5.50? No, vabbè. Zzz. Uh, marò, n’ata vot la sveglia?’ Le sei… vabbè, l’avrà ritardatzzzzz. No, vabbuò: ancora?? Le 6 e 10!! Senti, cara proprietaria di casa che mi stai anche simpatica volendo, ma ti pare mai possibile mettere tre sveglie?? Cioè, ti devi alzare alle 6.10? Mettiti l’anima in pace e alzati! Che mi metti pure in casa i tizi strani e non ti ho detto niente ma mò nun esaggerà. Telefonate. Video e chiamate su Whatsapp: grandezza di Dio il WIFI aggratis. Oddio, con quello che è costata sta stanza, non mi dovevano dare il wi fi gratis ma direttamente un iphone in regalo. Ma vaaaabbè, perlomeno è ben collegata. Ok, mi alzo. Si è alzata anche lei. Cosa? Mi fai il caffè?? Ti vuoi far perdonare secondo me. E grazie. Sperando che non appaiano tizi strani che poi scompaiono stamattina. Ok, bagno, doccia, vestiti. Eleganti, perché l’ONU merita ma sempre in scarpa ginnica però che speriamo che Miccio sta a casa sua. Ok, fatto, vestita. Saluto Atink.. . Atin… Atanik… Niente, io non l’ho capito questa come si chiama. Vabbè. Ma dove è andata? E’ uscita? E manco un saluto?’ Mah. Vabbè, mi ha fatto il caffè: per oggi la perdono. Si esc…. Uh, marò e che è sto gelo?? Ma è agosto sì pure qua o sono venuta al POLO NORD e non me ne sono addonata?? Marò, e pensare che a Napoli stanno 45 gradi all’ombra. Mò vai capendo se sono io che devo invidiare a loro, o loro a me. Metrò. Mi siedo pure. Aspè, che dice la voce? Ora, il mio inglese non è sto granchè ma mi pare di capire che siamo fermi perché c’è un altro treno in transito. Che va anche bene, ma è la quarta volta che lo dice: non è la metro, è la circumvesuviana. Mi sento a casa, perlomeno. Marò quanto è presto: però non è così affollata. Ribadisco: Stefano non ha mai preso l’R2. Allora, i pass per l’ONU. Dunque, sì, l’ufficio è di fronte all’ingresso principale dell’ONU, me lo ricordo, ci sono stata, è facile. Allora, dunque, esco qui, scendo di qua, giro per di qui, le scarpe col tacco me le metto dopo che è meglio, imbocco questa strada prendo questa… e, eccol… NO! Ma doveva stare qui e invece c’è il ristorante che pure è buono ma no mò! Marò che senso dell’orientamento che tengo?? Eh, lo so: io mi perdo tra il bagno e la stanza da letto, mò tutt’assieme smettevo di essere “er bussola” come mi chiamano. A giusta ragione, uffa’! Allora, si chiediamo… Scus.. No, aspè, escus… Vabbè, riproviamo… FOR ONU? Facciamo prima. Dall’altro lato?? NOOOOO. Vabbè. Mi arrendo. Eccomi. Hello, for my pass? Ah, thanks. Uh devo fare la foto? Speriamo non venga con gli occhi chiusi come quella temporanea di ieri. Ah è venuta bene?? Thanks!! Eccomi di nuovo qui! Coffeeee. A primma cosa. Che devo fare? Seguire il consiglio di sicurezza sulla questione medio orientale e gli interventi degli ambasciatori di Israele e Palestina?? Ah però. Me lo dico da sola. Dove vado?’ Ah, sì di là… Marò ste porte! PUSH-PULL. Nient: sempre dal verso sbagliato. E’ inutile…. Però che meraviglia: sono seduta nella sala del consiglio di sicurezza dell’ONU e ascolto gli ambasciatori. Come dici Davide? Se metto gli auricolari c’è la traduzione? In italian?? Ah, no, l’Italia qui non la calcolano di striscio? Tutt’appost. Che bello però.. Ma che ora s’è fatta??? Le sei? Già? E non ho pranzato?? M’ so scurdat?? L’america mi fa un brutto effetto. Che ti ha scritto marta? Nella sala meetng c’è un ricevimento.. Ammà fa a bust… Ah, no un rinfresco?? Si mangiaaaaaa. Andiamo. Chissà di che si parla: noi mangiamo, che teniamo da vedere. Stasera? Pizza? No, aspè, parliamone: una pizza a me. E un sacrilegio, sappiatelo. Ok, volete che la provi. Ok, stasera chiuderà una pizzeria a New York, sappiatelo. Vabbè, andiamo… Chissà come sarà….

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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26/07/2024 - 11:00

NEW YORK (USA) - TERZO GIORNO: ALL’ONU. IL MONDO.

 

La questione è questa: in America io sono cuoca. E già questa a me a occhio e croce mi pare una degna apertura per la CNN. O anche per il Gazzettino di Porchiano, è uguale ma è nutizia. Alla fine io stasera una fettuccina al pomodoro, tra l’altro con l’origano perché qua così lo vendono e lo spacciano pure per “Italian Style” devono passare niente, ho cucinato, tra l’altro sporcando tra le 5 e le 26 pentole e affini… Ma qui è come se Cracco gli fosse piombato in caso cucinando il piatto vincitore di Masterchef! Due coinquilini mi hanno fatto i complimenti. Ma tanti. Che significa che qua cucinano uno schifo e pure una suola di scarpa ben cotta farebbe la differenza?? Uè qua so’ cuoca. Basta.  Pure se in Italia mi dicono che non cucino mai e mi pavoneggio quando riscaldo i Quattro salti in padella Findus. Cioè, sto dall’altro lato del Mondo: fatemi atteggiare per cortesia. Maronna e che stanchezzzzzzzz…. Le 6.30?? No ma in che senso, parliamone! Oltre ad essere cuoco mò vado pure a vendere il latte. Vabbè già che sono sveglia, telefono: sta cosa del fuso è comoda per questo fatto che mi sceto all’alba… Fatto. Vabbè, tanto vale alzarmi. Uh, c’è il caffè! Ci metto pure il latte, che fa tanto americana e me lo bevo vicino alla finestra, che fa tanto malinconia dei pensier… Ma chi è questo? No, aspetta aspetta. Cos’era? Chi era? Che voleva?? NO, vabbè: mi è appena passato davanti un tizio che incurante della mia esistenza è uscito da una stanza, è andato in bagno ed è tornato nella stessa stanza, tanto che ho pensato che fosse una visione o meglio un incubo visto che il tizio era in maglietta grigia, pantaloncini giallo canarino, c'à panz e coi capelli arruffati... Ma non li avevo conosciuti tutti?? Allora la proprietaria-cadavere sul divano dell’altra sera che poi ho scoperto che sul divano ci vive così affitta tutte le camere, ce l’ho; il ragazzo del Benin con la passione per Andrea Bocelli che l’altra sera gli ho spiegato che “Io vivo per lei” è dedicata alla musica e non ad una donna e lui m’ha guardata che manco gli avessi rivelato il terzo segreto di Fatima, anche; poi c’è la giapponese che ho scoperto che è sud Coreana che mi schifa per mano di legge, pure; e infine la spagnola col fidanzato. Cioè, sono questi: chist’ mò chi è?? Ah, sta tornando: “Good morning…” M’ha risposto: perlomeno non mi schifa come la giappones… Sud Coreana, che mi sembra già qualcosa. Allora, vestiamoci và: elegante, che il primo giormo all’ONU non si scorda mai. Ma devo camminare. Quindi, scarpetta ginnica sotto il tailleur, roba che a Enzo Miccio gli viene un colpo ma c’aggià fa?? Tacco in borsa, chignon e viaaaa…  Sarò inguardabile ma è geniale per la comodità. Sono un genio. Allora, sì, dunque la metro. 32 dollari il biglietto settomanale. Vabbè, meglio del pancake a 11 dollari, comunque. Cavolo come piove! Però devo dire che qui passa subito… Che ore sono? Le 10. Comoda… Tra l’altro Stefano m’ha detto di non prenderla mai prima delle 9 che è imprendibile: Stefano è un siculo-americano, non ha mai preso l’R2, è chiaro: se sopravvivi all’R2, preso prima delle 9 del mattino, sopravvivi pure al traghettamento di Caronte all’inferno. Ahhh, ci sta pure il posto. Cavolo sono a New York. Cioè, N-E-W-Y-O-R-K, mica Gallarate o Volla. No, sono al centro del centro del Mondo… Quanta gente però in metrò… Tutte donne eleganti. Marò ma che scarpe orrend… Ahhh, aspè! Non sono orrende le scarpe: è che qui non te li metti i tacchi per affrontare la city. E io che pensavo di essere un genio: non sono un genio, sto solo diventando newyorkerse… Ehehheh! No, ma che dico… I come from Naples! Ah, eccoci a Grand Station: non è GRAND, è enorme! Che meravigl… Aglia!! Ma sti ca…volo di porta! Push, pull… Che capata!! No, vabbè. Perlomeno le BASI, e che miseria. Vabbè, fammi cambiare le scarpe, và, che se mi presento così conciata all’ONU si dimenticano che sono per la pace e mi vattono! Però che strano qui: se lo facessi a Napoli, mi guarderebbero tutti. A me e a questa coi capelli verdi che sfumano nel rosa avanti a me. Cioè, qui la gente non ti guarda e se non ti guarda non è perché ti ignora, ma perché non ti giudica, che è diverso. Qui la libertà l’avverti in questo: è il senso di poter fare ciò che ti piace senza esserne giudicata… hai capito gli Usa. Ok, vado. Dunque sì, di qua, cammina cammina cammina.. l’ONU. Il palazzo di vetro, il centro del Mondo! E io ci sono dentro… E’ così straordinario essere qui. Ci sono simboli dovunque, c’è il Mondo che qui gira, ci sono porte. Di vetro, of course. Aspè, le porte e non c’è scritto push o pull?? Uh, marò a me se me lo scrivono e c’ho i miei problemi!! Pensa così! Noooo, non ce la posso fare. Sbatterò da qualche parte, lo so, me lo sento. Prima comunque mi sbagliavo: l’ONU non è nel centro del Mondo: è il centro del Mondo che è nell’ONU. E stare qui non è da tutti, o da tutti i giorni. A volte siamo catapultati in universi quasi paralleli, per quando strabilianti e incredibil… Uh, ma si è fatta ora di pranzo?? Cioè, va bene la filosofia ma la fame c’è. Aspè, aspè, come funziona?? Nella mensa dell’ONU il cibo si paga a peso!? No, vabbuò e sto inguaiata! Ora gli lascio un rene in pegno e per le prossime due settimane dovrei stare coperta penso. Che vista pazzesca che c’è… Si vede il Mondo sul serio da qui. E si mangia pure bene. A peso, ma bene. Qui il tempo vola e ha tutto un altro significato… Infatti, sono le 8 e stong’ ancor cà! Uhhh la carbonara! Maròòò, avevo promesso ai coinquilini che gliela cucinavo!! No, vabbè. Perderò lo status di cuoca e assumerò quello di pacco, lo so… Che ore sono? Le 9. Di sera. Vabbè, addio. Vado a casa. 45esima, prima Aveneu… Fino a Grand station, again… La metro!! Presa!! Però che fatto che qui la metro passi subito! Devo dire: è un altro livello, arrivi, sali e ti siedi tranquill… No ma in che senso questa è la express e non ferma dove devo scendere io??? Fermaaaaa, fatemi scendereeeee, aiutoooo. Ah, posso scendere alla prossima e aspettare la local. Ok. Grazie. Marò pure la metrò sbagliata ci voleva e ch’ stanchezza. Menomale che sono tornata in versione scarpette. Ma che è sta fermata? Ma sto solo io?’ No, vabbè, ma è tranquillo: sto solo sul io a New York alle 9 di sera in una stazione deserta. Preghiamo: caro San Gennar… Uh, la metro local, quella chemi porta a casa! Oleeeee. At home. Uè Ben, eh tieni ragione, la carbonara… I am so sorry. Come dici? Tranquilla, si vede che c’hai una faccia uccisa, stanchissima, distrutta… Senti Ben, ma tu si venut dal Benin o ti hanno mandato, no, p’ sapè. Ma chi c’è sul divano?? Uh, il tizio di stamattina! Ora vado in bagno e poi cerco di capire chist’ chi è… Ma dove sta?’ Arò?? E’ sparito! Secondo me è un incubo. Mah.. Sono le 22. Marò, sono distrutta. Giusto il tempo di mandare una mail In Italia che poi la vedono domani. Notte. Mondo. Quello che sta nell’ONU, intendo.

 

QUARTO GIORNO: IL PASS E’ UNA COSA SERIA

 

Ma che è? Chi è?? Ma chi mi chiama al telefono che sono le cinqueeeee! Stacco: nun o voglio manc sapè. Ah, ma in Italia sono le undiczzzzzzzzz…

Ancora? Ma chi è?’ Ah, no è la sveglia dell’addivanata: ma che ora è??? Le 5.50? No, vabbè. Zzz. Uh, marò, n’ata vot la sveglia?’ Le sei… vabbè, l’avrà ritardatzzzzz. No, vabbuò: ancora?? Le 6 e 10!! Senti, cara proprietaria di casa che mi stai anche simpatica volendo, ma ti pare mai possibile mettere tre sveglie?? Cioè, ti devi alzare alle 6.10? Mettiti l’anima in pace e alzati! Che mi metti pure in casa i tizi strani e non ti ho detto niente ma mò nun esaggerà. Telefonate. Video e chiamate su Whatsapp: grandezza di Dio il WIFI aggratis. Oddio, con quello che è costata sta stanza, non mi dovevano dare il wi fi gratis ma direttamente un iphone in regalo. Ma vaaaabbè, perlomeno è ben collegata. Ok, mi alzo. Si è alzata anche lei. Cosa? Mi fai il caffè?? Ti vuoi far perdonare secondo me. E grazie. Sperando che non appaiano tizi strani che poi scompaiono stamattina. Ok, bagno, doccia, vestiti. Eleganti, perché l’ONU merita ma sempre in scarpa ginnica però che speriamo che Miccio sta a casa sua. Ok, fatto, vestita. Saluto Atink.. . Atin… Atanik… Niente, io non l’ho capito questa come si chiama. Vabbè. Ma dove è andata? E’ uscita? E manco un saluto?’ Mah. Vabbè, mi ha fatto il caffè: per oggi la perdono. Si esc…. Uh, marò e che è sto gelo?? Ma è agosto sì pure qua o sono venuta al POLO NORD e non me ne sono addonata?? Marò, e pensare che a Napoli stanno 45 gradi all’ombra. Mò vai capendo se sono io che devo invidiare a loro, o loro a me. Metrò. Mi siedo pure. Aspè, che dice la voce? Ora, il mio inglese non è sto granchè ma mi pare di capire che siamo fermi perché c’è un altro treno in transito. Che va anche bene, ma è la quarta volta che lo dice: non è la metro, è la circumvesuviana. Mi sento a casa, perlomeno. Marò quanto è presto: però non è così affollata. Ribadisco: Stefano non ha mai preso l’R2. Allora, i pass per l’ONU. Dunque, sì, l’ufficio è di fronte all’ingresso principale dell’ONU, me lo ricordo, ci sono stata, è facile. Allora, dunque, esco qui, scendo di qua, giro per di qui, le scarpe col tacco me le metto dopo che è meglio, imbocco questa strada prendo questa… e, eccol… NO! Ma doveva stare qui e invece c’è il ristorante che pure è buono ma no mò! Marò che senso dell’orientamento che tengo?? Eh, lo so: io mi perdo tra il bagno e la stanza da letto, mò tutt’assieme smettevo di essere “er bussola” come mi chiamano. A giusta ragione, uffa’! Allora, si chiediamo… Scus.. No, aspè, escus… Vabbè, riproviamo… FOR ONU? Facciamo prima. Dall’altro lato?? NOOOOO. Vabbè. Mi arrendo. Eccomi. Hello, for my pass? Ah, thanks. Uh devo fare la foto? Speriamo non venga con gli occhi chiusi come quella temporanea di ieri. Ah è venuta bene?? Thanks!! Eccomi di nuovo qui! Coffeeee. A primma cosa. Che devo fare? Seguire il consiglio di sicurezza sulla questione medio orientale e gli interventi degli ambasciatori di Israele e Palestina?? Ah però. Me lo dico da sola. Dove vado?’ Ah, sì di là… Marò ste porte! PUSH-PULL. Nient: sempre dal verso sbagliato. E’ inutile…. Però che meraviglia: sono seduta nella sala del consiglio di sicurezza dell’ONU e ascolto gli ambasciatori. Come dici Davide? Se metto gli auricolari c’è la traduzione? In italian?? Ah, no, l’Italia qui non la calcolano di striscio? Tutt’appost. Che bello però.. Ma che ora s’è fatta??? Le sei? Già? E non ho pranzato?? M’ so scurdat?? L’america mi fa un brutto effetto. Che ti ha scritto marta? Nella sala meetng c’è un ricevimento.. Ammà fa a bust… Ah, no un rinfresco?? Si mangiaaaaaa. Andiamo. Chissà di che si parla: noi mangiamo, che teniamo da vedere. Stasera? Pizza? No, aspè, parliamone: una pizza a me. E un sacrilegio, sappiatelo. Ok, volete che la provi. Ok, stasera chiuderà una pizzeria a New York, sappiatelo. Vabbè, andiamo… Chissà come sarà….

 

 

Nunzia Marciano

 

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