L'APPUNTO
L'APPUNTO - N. Marciano: "Napoli, dall'incubo alla gioia passando per Zielinski, Mertens e Rog"
28.08.2017 10:47 di Napoli Magazine

NAPOLI - Un primo tempo da Cittadella (senza offesa, è chiaro) per un secondo da Napoli. Chiariamo: cosa accada nello spogliatoio degli azzurri tra il primo e il secondo tempo, non è ancora dato a sapere. Sarà oggetto di studio. Ne siamo certi. Perché per i primi 45' contro la (oramai ex) bestia nera Atalanta, in casa il Napoli dimentica d'essere il Napoli e trascina tifosi e città in un incubo di quelli più neri. 50 e passa minuti prima di rinsavire per non rivivere un atroce dejavù. Era una stagione fa. Giocava Maggio. Come stasera, con Hysaj out per l'espulsione in casa del Verona. Ma quest'anno è tutta un'altra storia, ringraziando Dio e Zielinski. È lui a fare tutto da solo, a creare quell'episodio fondamentale per aprire le danze di un tris inaspettato per chi ad un certo punto, disperato, avrebbe accettato persino un pareggio a fronte di una dolorosa sconfitta. Consolandosi con zeppole, crocchè e cozze impanate, già gustati prima di entrare pur di affogare il dolore nel cibo. E invece, ci si rialza, si riparte, si segna, si vince e si gioisce. Ma stavolta davvero. Alla gioia di una vittoria casalinga, si aggiunge quella della quarta, di fila. Tra Champions e campionato, nella prima di Serie A casalinga, il Napoli fa poker di vittorie consecutive, e passa da un gioco spaesante per chi è abituato a vedere il famoso calcio spettacolare (quello indubbio, quello che a chi chiede "se è così spettacolare perché il Napoli è arrivato terzo" la scorsa stagione, fa dubitare di averla vista una partita) ad uno indegno del Napoli. Perché se lo spettacolo è una cosa, e la classifica, purtroppo ne è stata un'altra, non è certo colpa di Mister Sarri o dei suoi ragazzi. Anzi. Ma è acqua passata, il Napoli è ai gironi del calcio che conta, la VAR (per ora) regala emozioni inaspettate, pur non usata nella notte di Napoli-Atalanta, di un 3-1, con  Mertens e Rog, dove il plauso va all'orchestrale che ha saputo rivoluzionare a metà gara il centrocampo, quando ha capito che così come era, non era abbastanza per vincere. Ah fischio finale nella bolgia di Fuorigrotta, si inneggia all'inno dell'Amore e si vede quel Pepe nostrano fare il giro di campo, salutare... e far pensare. Ma viene in mente anche che quasi niente è per sempre. Tranne l'amore vero. Che è cosa rara. Rarissima. Ma esiste. L'amore per la maglia, per esempio. Quello è per sempre. Ora non è tempo però di pensarci. Domani (oggi per chi legge) è lunedì, quello del rientro definitivo dalle ferie e i caffè vanno offerti per addolcire i palati, quando le spiagge bianche saranno nella migliore delle ipotesi, solo un ricordo. E allora si offrono caffè, per dimenticare i ricordi e ricordare solo il Napoli. Quello di Napoli-Atalanta, quello che ha saputo trasformare e trasformarsi. Quello che "è l'anno giusto", da dire sottovoce. Quello del Forza. NAPOLI. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - Un primo tempo da Cittadella (senza offesa, è chiaro) per un secondo da Napoli. Chiariamo: cosa accada nello spogliatoio degli azzurri tra il primo e il secondo tempo, non è ancora dato a sapere. Sarà oggetto di studio. Ne siamo certi. Perché per i primi 45' contro la (oramai ex) bestia nera Atalanta, in casa il Napoli dimentica d'essere il Napoli e trascina tifosi e città in un incubo di quelli più neri. 50 e passa minuti prima di rinsavire per non rivivere un atroce dejavù. Era una stagione fa. Giocava Maggio. Come stasera, con Hysaj out per l'espulsione in casa del Verona. Ma quest'anno è tutta un'altra storia, ringraziando Dio e Zielinski. È lui a fare tutto da solo, a creare quell'episodio fondamentale per aprire le danze di un tris inaspettato per chi ad un certo punto, disperato, avrebbe accettato persino un pareggio a fronte di una dolorosa sconfitta. Consolandosi con zeppole, crocchè e cozze impanate, già gustati prima di entrare pur di affogare il dolore nel cibo. E invece, ci si rialza, si riparte, si segna, si vince e si gioisce. Ma stavolta davvero. Alla gioia di una vittoria casalinga, si aggiunge quella della quarta, di fila. Tra Champions e campionato, nella prima di Serie A casalinga, il Napoli fa poker di vittorie consecutive, e passa da un gioco spaesante per chi è abituato a vedere il famoso calcio spettacolare (quello indubbio, quello che a chi chiede "se è così spettacolare perché il Napoli è arrivato terzo" la scorsa stagione, fa dubitare di averla vista una partita) ad uno indegno del Napoli. Perché se lo spettacolo è una cosa, e la classifica, purtroppo ne è stata un'altra, non è certo colpa di Mister Sarri o dei suoi ragazzi. Anzi. Ma è acqua passata, il Napoli è ai gironi del calcio che conta, la VAR (per ora) regala emozioni inaspettate, pur non usata nella notte di Napoli-Atalanta, di un 3-1, con  Mertens e Rog, dove il plauso va all'orchestrale che ha saputo rivoluzionare a metà gara il centrocampo, quando ha capito che così come era, non era abbastanza per vincere. Ah fischio finale nella bolgia di Fuorigrotta, si inneggia all'inno dell'Amore e si vede quel Pepe nostrano fare il giro di campo, salutare... e far pensare. Ma viene in mente anche che quasi niente è per sempre. Tranne l'amore vero. Che è cosa rara. Rarissima. Ma esiste. L'amore per la maglia, per esempio. Quello è per sempre. Ora non è tempo però di pensarci. Domani (oggi per chi legge) è lunedì, quello del rientro definitivo dalle ferie e i caffè vanno offerti per addolcire i palati, quando le spiagge bianche saranno nella migliore delle ipotesi, solo un ricordo. E allora si offrono caffè, per dimenticare i ricordi e ricordare solo il Napoli. Quello di Napoli-Atalanta, quello che ha saputo trasformare e trasformarsi. Quello che "è l'anno giusto", da dire sottovoce. Quello del Forza. NAPOLI. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

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