L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Chissà cosa c'era nella calza di Di Bello!"
07.01.2016 13:50 di Napoli Magazine

NAPOLI - Chi ben comincia... Segna e vince! Parafrasi del vecchio detto a parte, il Napoli segna eccome e vince alla grande nella partita del ritorno al San Paolo. Con una vittoria s'era chiuso il 2015. Con una vittoria si apre il 2016. Tre punti d'oro per il Napoli, nella giornata in cui, Roma a parte, vincono tutte. A Fuorigrotta va in scena un ottimo Napoli, pronto, aggressivo e sicuro, soprattutto nel primo tempo. Forze in calo nella ripresa, coi granata decisamente più pericolosi. Ad aprire le danza un bel gol di Lorenzo, poi il pareggio su rigore di Quaglierella, che segna nonostante la vista giusta di Pepe, ma non esulta il ragazzo di Castellammare, anzi, chiede scusa. Alle sue scuse però, la tifoseria azzurra risponde a suon di fischi. Perché il sostenitore partenopeo perdona tutto, ma non i tradimenti. E indossare una certa maglia, da queste parti, è considerato alto, altissimo tradimento. Prima delle docce a rimettere le cose a posto ci pensa un bravo capitan Marek e tenere fermo così il risultato è compito del sempre straordinario Peppino che non si fa di certo trovare impreparato. Bravi tutti nella sera dell'Epifania. Da Josè a Valdifiori. Da Koulubaly al Pipita. Un match quello contro il Torino destinato ad entrare forse nella storia. Ma stavolta non c'entrano gol da annali, parate da Santo-subito o cori da anti-sportivi. A far parlare di questa partita per molto tempo sarà infatti l'arbitraggio, quanto meno dubbio di Di Bello, che se non ha di certo brillato sul terreno di gioco, il peggio di sè l'ha dato fuori dal campo regolamentare con l'espulsione contemporanea di entrambi gli allenatori. Fuori Mister Sarri. Fuori Mister Ventura. Fuori anche il buon senso, verrebbe da aggiungere. E verrebbe anche da chiedersi cosa mai vi fosse nella calza della Befana di Di Bello, tale da indurre un simile arbitraggio. Ma questo non è certo dato a sapere, nella notte di un eccesso doloso di zelo firmato appunto, Di Bello. Che poi, si perdoni il gioco di parole, ma di bello nel l'arbitraggio di Napoli-Torino non c'è stato davvero nulla. Ma tant'è. Il Napoli ha vinto, è ad un punto dalla vetta, il caffè lo offriamo ancora noi. Perché la gioia si festeggia, sempre. E a proposito di festeggiamenti, val la pena ricordare che tifare azzurro vuol dire avere il sangue azzurro, vuol dire uno stadio intero che ricorda di essersi "un giorno all'improvviso innamorato con il cuore che batteva, senza sapersi spiegare perché". E indossare questa maglia vuol dire esultare con chi canta al freddo, con chi tifa, con chi soffre e infine gioisce. Essere napoletani e giocare nel Napoli vuol dire questo. Grazie a Dio. E a chi non è d'accordo non resta che una cosa da suggerire: fatevene una ragione.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

ULTIMISSIME L'APPUNTO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Chissà cosa c'era nella calza di Di Bello!"

di Napoli Magazine

07/01/2024 - 13:50

NAPOLI - Chi ben comincia... Segna e vince! Parafrasi del vecchio detto a parte, il Napoli segna eccome e vince alla grande nella partita del ritorno al San Paolo. Con una vittoria s'era chiuso il 2015. Con una vittoria si apre il 2016. Tre punti d'oro per il Napoli, nella giornata in cui, Roma a parte, vincono tutte. A Fuorigrotta va in scena un ottimo Napoli, pronto, aggressivo e sicuro, soprattutto nel primo tempo. Forze in calo nella ripresa, coi granata decisamente più pericolosi. Ad aprire le danza un bel gol di Lorenzo, poi il pareggio su rigore di Quaglierella, che segna nonostante la vista giusta di Pepe, ma non esulta il ragazzo di Castellammare, anzi, chiede scusa. Alle sue scuse però, la tifoseria azzurra risponde a suon di fischi. Perché il sostenitore partenopeo perdona tutto, ma non i tradimenti. E indossare una certa maglia, da queste parti, è considerato alto, altissimo tradimento. Prima delle docce a rimettere le cose a posto ci pensa un bravo capitan Marek e tenere fermo così il risultato è compito del sempre straordinario Peppino che non si fa di certo trovare impreparato. Bravi tutti nella sera dell'Epifania. Da Josè a Valdifiori. Da Koulubaly al Pipita. Un match quello contro il Torino destinato ad entrare forse nella storia. Ma stavolta non c'entrano gol da annali, parate da Santo-subito o cori da anti-sportivi. A far parlare di questa partita per molto tempo sarà infatti l'arbitraggio, quanto meno dubbio di Di Bello, che se non ha di certo brillato sul terreno di gioco, il peggio di sè l'ha dato fuori dal campo regolamentare con l'espulsione contemporanea di entrambi gli allenatori. Fuori Mister Sarri. Fuori Mister Ventura. Fuori anche il buon senso, verrebbe da aggiungere. E verrebbe anche da chiedersi cosa mai vi fosse nella calza della Befana di Di Bello, tale da indurre un simile arbitraggio. Ma questo non è certo dato a sapere, nella notte di un eccesso doloso di zelo firmato appunto, Di Bello. Che poi, si perdoni il gioco di parole, ma di bello nel l'arbitraggio di Napoli-Torino non c'è stato davvero nulla. Ma tant'è. Il Napoli ha vinto, è ad un punto dalla vetta, il caffè lo offriamo ancora noi. Perché la gioia si festeggia, sempre. E a proposito di festeggiamenti, val la pena ricordare che tifare azzurro vuol dire avere il sangue azzurro, vuol dire uno stadio intero che ricorda di essersi "un giorno all'improvviso innamorato con il cuore che batteva, senza sapersi spiegare perché". E indossare questa maglia vuol dire esultare con chi canta al freddo, con chi tifa, con chi soffre e infine gioisce. Essere napoletani e giocare nel Napoli vuol dire questo. Grazie a Dio. E a chi non è d'accordo non resta che una cosa da suggerire: fatevene una ragione.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com