L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli c'è, con un pò di cu.. che non guasta mai!"
01.03.2016 17:03 di Napoli Magazine

NAPOLI - Una gran bella partita, due squadre che se la giocavano alla pari, due gol in un minuto, tanta fortuna per ambo le parti e un defibrillatore a portata di mano. Questa in sintesi Fiorentina-Napoli. Una gara davvero tosta ma equilibrata per entrambe le squadre che se la sono giocata davvero alla grande, in un Franchi che intonava "Lavali col fuoco" prima ancora del fischio d'inizio: se in campo va in scena il calcio spettacolo, infatti, sugli spalti come al solito non è così. Ma torniamo allo spazio verde, dove in gol per primi ci vanno i padroni di casa. Neanche passa un minuto che Gonzalo pareggia i conti. Il Pipita torna in rete, rimette le cose apposto e soprattutto si sblocca sul gol. Anzi, ne fa due. Uno in fuorigioco. 90 minuti di perfetto equilibrio tra le squadre di Sousa e Sarri che si contendono campo e minuti alla pari e, a dirla tutta, le due squadre si contendono anche la Dea bendata. Se da un lato infatti, San Gennaro fa gli straordinari per impedire alla Fiorentina di andare in vantaggio e vincere, rovinando ad un'intera città il "giorno in più", dall'altro Giovanni Battista, il Santo toscano, fa il suo e permette agli avversari di non uscire affranti dal Franchi. Il Napoli riporta a Napoli un solo punto e non accorcia la distanza da chi precede che invece di punti a casa ne aveva portati tre. Chiariamo: non è certo una gara solo a due quella di questo campionato tanto aperto, ma uno sguardo alla capolista va dato, va detto. Poco male, comunque: il Napoli pare aver ritrovato soprattutto la grinta leggermente sbiadita tra le partite di campionato (un punto in due match) e quelle di Europa League (un gol in 180 minuti) costato l'eliminazione dalla competizione europea. Che la sfida del "giorno in più" di trasferta in Toscana non fosse semplice lo si sapeva, di certo qualche errore èstato fatto e a soffrire si è sofferto oltremodo ma 90 minuti più recupero così danno la ragione del senso del tifare. E ti torna in mente di quando uscivi con uno che non tifava ed è proprio in serate come questa che ti verrebbe da richiamarlo per spiegargli davvero perché non avrebbe mai potuto funzionare visto che dopo mesi ancora se lo starà chiedendo. Il fatto è che tifare è soffrire, soffrire è amare. E se non tifi, non puoi capire. Sta tutto qui il gioco di chi ha il cuore che batte azzurro e il Napoli delle tante vittorie, delle soddisfazioni e dell'orgoglio c'è. Certo qualche colpo si è perso, qualche punto per strada si è lasciato, un po' per stanchezza, un po' per distrazione, un po' perché la ruota girava storta ma il posticipo del lunedì ha dato modo di vedere di nuovo il gran bel Napoli a cui siamo abituati contro un'altrettanto bella Fiorentina e vedere il bel calcio non è poco. Adesso testa alle altre 11 sfide di questo aperto campionato e, come ha detto Pepe Rena a fine gara, si lotta senza se e senza ma. In realtà lo spagnolo adottato napoletano Peppino c'è andato giù ancora meglio sottolineando che un po' di "culo non guasta mai". E la mente per un attimo va alla "cazzimma" di Benítez. Insomma, a Napoli gli spagnoli diventano più napoletani dei partenopei. Qui ci si lega, si adottano le usanze, i costumi e anche il dialetto. Perché Napoli è quella città che ti avvolge e ti travolge nel bene e nel male, che ti ama e ti fa suo figlio, come figli di questa bella Partenope sono tutti i giocatori del Napoli che rapina o no scendono in campo per dimostrare che la squadra c'è e il gruppo anche, a prescindere da chi su Napoli è convinto di poter gettare fango alla prima occasione. Il Napoli dunque c'è Napoli pure, e tutto ciò che resta da fare è continuare a tifare sperando di soffrire un po' di meno e gioire ancora, tanto, fino alla fine, oltre il risultato. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

ULTIMISSIME L'APPUNTO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli c'è, con un pò di cu.. che non guasta mai!"

di Napoli Magazine

01/03/2024 - 17:03

NAPOLI - Una gran bella partita, due squadre che se la giocavano alla pari, due gol in un minuto, tanta fortuna per ambo le parti e un defibrillatore a portata di mano. Questa in sintesi Fiorentina-Napoli. Una gara davvero tosta ma equilibrata per entrambe le squadre che se la sono giocata davvero alla grande, in un Franchi che intonava "Lavali col fuoco" prima ancora del fischio d'inizio: se in campo va in scena il calcio spettacolo, infatti, sugli spalti come al solito non è così. Ma torniamo allo spazio verde, dove in gol per primi ci vanno i padroni di casa. Neanche passa un minuto che Gonzalo pareggia i conti. Il Pipita torna in rete, rimette le cose apposto e soprattutto si sblocca sul gol. Anzi, ne fa due. Uno in fuorigioco. 90 minuti di perfetto equilibrio tra le squadre di Sousa e Sarri che si contendono campo e minuti alla pari e, a dirla tutta, le due squadre si contendono anche la Dea bendata. Se da un lato infatti, San Gennaro fa gli straordinari per impedire alla Fiorentina di andare in vantaggio e vincere, rovinando ad un'intera città il "giorno in più", dall'altro Giovanni Battista, il Santo toscano, fa il suo e permette agli avversari di non uscire affranti dal Franchi. Il Napoli riporta a Napoli un solo punto e non accorcia la distanza da chi precede che invece di punti a casa ne aveva portati tre. Chiariamo: non è certo una gara solo a due quella di questo campionato tanto aperto, ma uno sguardo alla capolista va dato, va detto. Poco male, comunque: il Napoli pare aver ritrovato soprattutto la grinta leggermente sbiadita tra le partite di campionato (un punto in due match) e quelle di Europa League (un gol in 180 minuti) costato l'eliminazione dalla competizione europea. Che la sfida del "giorno in più" di trasferta in Toscana non fosse semplice lo si sapeva, di certo qualche errore èstato fatto e a soffrire si è sofferto oltremodo ma 90 minuti più recupero così danno la ragione del senso del tifare. E ti torna in mente di quando uscivi con uno che non tifava ed è proprio in serate come questa che ti verrebbe da richiamarlo per spiegargli davvero perché non avrebbe mai potuto funzionare visto che dopo mesi ancora se lo starà chiedendo. Il fatto è che tifare è soffrire, soffrire è amare. E se non tifi, non puoi capire. Sta tutto qui il gioco di chi ha il cuore che batte azzurro e il Napoli delle tante vittorie, delle soddisfazioni e dell'orgoglio c'è. Certo qualche colpo si è perso, qualche punto per strada si è lasciato, un po' per stanchezza, un po' per distrazione, un po' perché la ruota girava storta ma il posticipo del lunedì ha dato modo di vedere di nuovo il gran bel Napoli a cui siamo abituati contro un'altrettanto bella Fiorentina e vedere il bel calcio non è poco. Adesso testa alle altre 11 sfide di questo aperto campionato e, come ha detto Pepe Rena a fine gara, si lotta senza se e senza ma. In realtà lo spagnolo adottato napoletano Peppino c'è andato giù ancora meglio sottolineando che un po' di "culo non guasta mai". E la mente per un attimo va alla "cazzimma" di Benítez. Insomma, a Napoli gli spagnoli diventano più napoletani dei partenopei. Qui ci si lega, si adottano le usanze, i costumi e anche il dialetto. Perché Napoli è quella città che ti avvolge e ti travolge nel bene e nel male, che ti ama e ti fa suo figlio, come figli di questa bella Partenope sono tutti i giocatori del Napoli che rapina o no scendono in campo per dimostrare che la squadra c'è e il gruppo anche, a prescindere da chi su Napoli è convinto di poter gettare fango alla prima occasione. Il Napoli dunque c'è Napoli pure, e tutto ciò che resta da fare è continuare a tifare sperando di soffrire un po' di meno e gioire ancora, tanto, fino alla fine, oltre il risultato. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com