L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Pepe Reina, uno di noi, uno di Napoli!"
14.03.2016 21:07 di Napoli Magazine

NAPOLI - Pepe Reina uno di noi. Uno di Napoli. Uno dei tifosi. Uno di quelli che in Higuain ci crede per vocazione profonda e giusta causa. Che crede nel campione indiscusso di questo campionato. Nel Pipita bomber da 27 gol in Serie A. 29 stagionali. Ci crede. Come ci credono tutti i napoletani. Tutti. Come ci crede una città intera. In Gonzalo we trust. Ma Reina è uno di noi. Lo è quando assiste di spalle al tiro dagli 11 metri. Non guarda. Non ce la fa. Poi esulta. Da giocatore del Napoli, da napoletano ad honorem. L'immagine di Pepe è ben nota al pubblico dei tifosi, che, ammettiamolo, a segnare ha segnato ma a guardare non ci si riesce. C'è chi si volta, chi chiude gli occhi, chi li copre ma poi si inganna spiando. Si chiama scaramanzia partenopea. Quella stessa scaramanzia che nella notte di Palermo-Napoli fa lottare contro gli 11 di Novellino, contro la tifoseria siciliana e anche contro un'altra tifoseria. Fuor di polemica, fuor di controversia, fuor di astio ma fuor anche di buonsenso. Perché se basta guardare la moviola per non avere dubbi sulla legittimità del rigore concesso al Napoli per il fallo su Albiol, non è concepibile che su Twitter si scateni una tifoseria di non palermitani a mettere in dubbio quel rigore e accusare la formazione di mister Sarri di aver goduto del favore arbitrale. Tecnicamente si definirebbe paradosso l'accusa mossa da chi ha più volte giocato col 12esimo uomo in campo. Ma il Napoli, Napoli e i napoletani sono superiori, in campo con un fenomenale possesso di palla, e fuori intonando "Un giorno all'improvviso". E poi, come si dice, tanta invidia, tanta gloria. Per gli azzurri, ovviamente. Il Napoli domina per 90 minuti dai quali forse ci si sarebbe aspettati qualcosa in più di un gol dal dischetto. Ma i tre punti sono in tasca, e a Pepe lo si adora comunque, a prescindere. Come si applaudono Gonzalo e Jorginho. E soprattutto l'influenzato Capitan Marek. Il Napoli ritorna a quota meno tre da chi c'è avanti, conferma la quota di differenza da chi segue. Sta lì, alle calcagna della capolista e attende la sfida di domenica prossima al San Paolo. Si guarda partita per partita, si gioca di pressing, si segna senza subire, si suda la maglia, si conquistano i tre punti, si gioisce coi tifosi. E tra una cosa e un'altra, tra un gol e un coro pulito, tra un rigore e una parata si spera nell'altrui inciampo. Che se fosse, non sarebbe di certo un "regalo immeritato" per questo Napoli che continua a far sognare nel nome dei suoi grandi campioni.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

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di Napoli Magazine

14/03/2024 - 21:07

NAPOLI - Pepe Reina uno di noi. Uno di Napoli. Uno dei tifosi. Uno di quelli che in Higuain ci crede per vocazione profonda e giusta causa. Che crede nel campione indiscusso di questo campionato. Nel Pipita bomber da 27 gol in Serie A. 29 stagionali. Ci crede. Come ci credono tutti i napoletani. Tutti. Come ci crede una città intera. In Gonzalo we trust. Ma Reina è uno di noi. Lo è quando assiste di spalle al tiro dagli 11 metri. Non guarda. Non ce la fa. Poi esulta. Da giocatore del Napoli, da napoletano ad honorem. L'immagine di Pepe è ben nota al pubblico dei tifosi, che, ammettiamolo, a segnare ha segnato ma a guardare non ci si riesce. C'è chi si volta, chi chiude gli occhi, chi li copre ma poi si inganna spiando. Si chiama scaramanzia partenopea. Quella stessa scaramanzia che nella notte di Palermo-Napoli fa lottare contro gli 11 di Novellino, contro la tifoseria siciliana e anche contro un'altra tifoseria. Fuor di polemica, fuor di controversia, fuor di astio ma fuor anche di buonsenso. Perché se basta guardare la moviola per non avere dubbi sulla legittimità del rigore concesso al Napoli per il fallo su Albiol, non è concepibile che su Twitter si scateni una tifoseria di non palermitani a mettere in dubbio quel rigore e accusare la formazione di mister Sarri di aver goduto del favore arbitrale. Tecnicamente si definirebbe paradosso l'accusa mossa da chi ha più volte giocato col 12esimo uomo in campo. Ma il Napoli, Napoli e i napoletani sono superiori, in campo con un fenomenale possesso di palla, e fuori intonando "Un giorno all'improvviso". E poi, come si dice, tanta invidia, tanta gloria. Per gli azzurri, ovviamente. Il Napoli domina per 90 minuti dai quali forse ci si sarebbe aspettati qualcosa in più di un gol dal dischetto. Ma i tre punti sono in tasca, e a Pepe lo si adora comunque, a prescindere. Come si applaudono Gonzalo e Jorginho. E soprattutto l'influenzato Capitan Marek. Il Napoli ritorna a quota meno tre da chi c'è avanti, conferma la quota di differenza da chi segue. Sta lì, alle calcagna della capolista e attende la sfida di domenica prossima al San Paolo. Si guarda partita per partita, si gioca di pressing, si segna senza subire, si suda la maglia, si conquistano i tre punti, si gioisce coi tifosi. E tra una cosa e un'altra, tra un gol e un coro pulito, tra un rigore e una parata si spera nell'altrui inciampo. Che se fosse, non sarebbe di certo un "regalo immeritato" per questo Napoli che continua a far sognare nel nome dei suoi grandi campioni.

 

 

Nunzia Marciano

 

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