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GOVERNO - Mattarella scioglie le Camere, Elezioni il 4 marzo, Gentiloni: "Mai tirato a campare"
28.12.2017 19:58 di Napoli Magazine Fonte: Corriere della Sera

Finisce ufficialmente la diciassettesima legislatura, una legislatura travagliata ma non infruttuosa, come ha sottolineato il premier Paolo Gentiloni: l'ultimo atto è la firma che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, pone sotto il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. È un momento atteso, programmato ormai da giorni, ma che fa comunque un certo effetto alla luce dei difficilissimi anni vissuti politicamente dal nostro Paese. E che viene ratificato da tutti i passaggi formali che impone la nostra Costituzione e che garantiscono la correttezza delle procedure: il presidente del Consiglio dei Ministri che controfirma il decreto di scioglimento; il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, che si reca dai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati per comunicare il provvedimento di scioglimento delle Camere; la riunione-lampo (mezz'ora, dalle 18.43 alle 19.14) con cui il Consiglio dei ministri approva il decreto di indizione della data delle elezioni il 4 marzo; e infine, il premier Gentiloni che ritorna al Quirinale insieme al ministro dell'Interno Marco Minniti per far controfirmare i decreti delle elezioni da Mattarella.

 

I passaggi

 

Questa mattina il presidente del Consiglio ha incontrato la stampa per la consueta conferenza di fine anno, nella quale ha tracciato un bilancio generale dela legislatura e anticipato alcuni temi della prossima campagna elettorale. I simboli dei partiti andranno depositati al Viminale tra la mattina del 44esimo e le 16 del 42esimo giorno prima del voto, quindi tra il 19 e il 21 gennaio. Le liste dovranno essere presentate tra il 35esimo e il 34esimo giorno prima del voto, quindi tra il 29 e il 31 gennaio. Dal trentesimo giorno prima della data delle elezioni potranno svolgersi i comizi e le riunioni di propaganda elettorale. Mentre nei 15 giorni precedenti il voto è vietata la diffusione dei sondaggi.La prima seduta delle nuove Camere non potrà essere convocata oltre i venti giorni dalle elezioni, quindi entro il 23 marzo. Solo dopo l'elezione dei due presidenti e la costituzione dei gruppi parlamentari, sarà possibile per il capo dello Stato avviare le consultazioni per formare il nuovo governo. Il presidente del Consiglio uscente, in questo caso Paolo Gentiloni, dopo le elezioni si dimette, per cortesia istituzionale, ma viene confermato dal presidente della Repubblica per il disbrigo degli affari correnti. Non esiste infatti la possibilità di una vacatio di poteri esecutivi. Il vecchio governo resta in carica fino al giuramento di quello nuovo che, in caso di risultato chiaro alle elezioni, non potrà comunque entrare in carica prima della prima settimana di aprile. Per inciso, il governo, per legge, deve presentare alle Camere il Def entro il 10 aprile.

 
I primi commenti

«Lo scioglimento anticipato delle Camere, voluto dal Presidente Mattarella, è l'ultimo atto di una legislatura che è stata decisiva e che ha compiuto una grande operazione riformatrice. È stata una legislatura in cui siamo stati protagonisti ed è esistita solo grazie a noi e grazie al nostro amor di Patria e senso di responsabilità», commenta Valentina Castaldini, portavoce nazionale di Alternativa Popolare. «Finalmente è stato restituito agli italiani il diritto di voto, finalmente potremo tornare alle urne e scegliere il governo che desideriamo per la guida dell'Italia», ha invece sottolineato la deputata Daniela Santanché, deputata di Fratelli d'Italia.

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GOVERNO - Mattarella scioglie le Camere, Elezioni il 4 marzo, Gentiloni: "Mai tirato a campare"

di Napoli Magazine

28/12/2024 - 19:58

Finisce ufficialmente la diciassettesima legislatura, una legislatura travagliata ma non infruttuosa, come ha sottolineato il premier Paolo Gentiloni: l'ultimo atto è la firma che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, pone sotto il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. È un momento atteso, programmato ormai da giorni, ma che fa comunque un certo effetto alla luce dei difficilissimi anni vissuti politicamente dal nostro Paese. E che viene ratificato da tutti i passaggi formali che impone la nostra Costituzione e che garantiscono la correttezza delle procedure: il presidente del Consiglio dei Ministri che controfirma il decreto di scioglimento; il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, che si reca dai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati per comunicare il provvedimento di scioglimento delle Camere; la riunione-lampo (mezz'ora, dalle 18.43 alle 19.14) con cui il Consiglio dei ministri approva il decreto di indizione della data delle elezioni il 4 marzo; e infine, il premier Gentiloni che ritorna al Quirinale insieme al ministro dell'Interno Marco Minniti per far controfirmare i decreti delle elezioni da Mattarella.

 

I passaggi

 

Questa mattina il presidente del Consiglio ha incontrato la stampa per la consueta conferenza di fine anno, nella quale ha tracciato un bilancio generale dela legislatura e anticipato alcuni temi della prossima campagna elettorale. I simboli dei partiti andranno depositati al Viminale tra la mattina del 44esimo e le 16 del 42esimo giorno prima del voto, quindi tra il 19 e il 21 gennaio. Le liste dovranno essere presentate tra il 35esimo e il 34esimo giorno prima del voto, quindi tra il 29 e il 31 gennaio. Dal trentesimo giorno prima della data delle elezioni potranno svolgersi i comizi e le riunioni di propaganda elettorale. Mentre nei 15 giorni precedenti il voto è vietata la diffusione dei sondaggi.La prima seduta delle nuove Camere non potrà essere convocata oltre i venti giorni dalle elezioni, quindi entro il 23 marzo. Solo dopo l'elezione dei due presidenti e la costituzione dei gruppi parlamentari, sarà possibile per il capo dello Stato avviare le consultazioni per formare il nuovo governo. Il presidente del Consiglio uscente, in questo caso Paolo Gentiloni, dopo le elezioni si dimette, per cortesia istituzionale, ma viene confermato dal presidente della Repubblica per il disbrigo degli affari correnti. Non esiste infatti la possibilità di una vacatio di poteri esecutivi. Il vecchio governo resta in carica fino al giuramento di quello nuovo che, in caso di risultato chiaro alle elezioni, non potrà comunque entrare in carica prima della prima settimana di aprile. Per inciso, il governo, per legge, deve presentare alle Camere il Def entro il 10 aprile.

 
I primi commenti

«Lo scioglimento anticipato delle Camere, voluto dal Presidente Mattarella, è l'ultimo atto di una legislatura che è stata decisiva e che ha compiuto una grande operazione riformatrice. È stata una legislatura in cui siamo stati protagonisti ed è esistita solo grazie a noi e grazie al nostro amor di Patria e senso di responsabilità», commenta Valentina Castaldini, portavoce nazionale di Alternativa Popolare. «Finalmente è stato restituito agli italiani il diritto di voto, finalmente potremo tornare alle urne e scegliere il governo che desideriamo per la guida dell'Italia», ha invece sottolineato la deputata Daniela Santanché, deputata di Fratelli d'Italia.

Fonte: Corriere della Sera