Attualità
MAFIA - Totò Riina in coma farmacologico dopo due interventi
17.11.2017 00:55 di Napoli Magazine Fonte: Repubblica

OGGI che compie 87 anni, Salvatore Riina, il capo dei capi di Cosa nostra al 41 bis dal 1993, è ricoverato in gravissime condizioni. Nei giorni scorsi è stato sopposto a due interventi, nel secondo sono intervenute pesanti complicazioni che hanno reso necessaria una pesante sedazione.



Riina è ricoverato nel Reparto detenuti dell'ospedale di Parma. Suo figlio Salvo gli fa gli auguri su Facebook: "Per me tu non sei Totò Riina, sei il mio papà. E in questo giorno per me triste ma importante ti auguro buon compleanno papà. Ti voglio bene, tuo Salvo". Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato un permesso per la moglie e i figli del padrino, potranno stargli vicino.



LEGGI Ottobre, Riina non sta bene: processo sospeso a Milano. Il giallo dell'operazione



Riina sta scontando 26 condanne all'ergastolo per decine di omicidi e stragi, quella di viale Lazio del 1969, quelle del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sua la scelta di lanciare un'offensiva armata contro lo Stato nei primi anni '90. Mai avuto un cenno di pentimento, irredimibile fino alla fine, solo tre anni fa, parlando in carcere con un co-detenuto, si vantò dell'omicidio di Falcone. Intanto, continuava a minacciare di morte i magistrati, in particolare il pubblico ministero del processo "Trattativa" Nino Di Matteo.

 

Riina al boss in carcere: incominciamo da Di Matteo

 

 
 

«Ma ora che Totò Riina è in coma farmacologico spero che non lo lascino morire in carcere da detenuto», dice Claudio Fava, il figlio di Giuseppe, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1984, oggi è vice presidente della commissione antimafia. «La differenza tra loro e noi è che a noi non serve alcuna vendetta. E che la dignità della morte va riconosciuta anche a chi l’ha negata alle proprie vittime».

Nel luglio scorso, i legali del boss avevano chiesto al tribunale di sorveglianza di Bologna di differire la pena o di sostituirla con gli arresti domiciliari, per le gravi condizioni di salute. I giudici avevano respinto l’istanza, anche perché dal novembre 2015 il capo dei capi è in una stanza-cella tra le corsie del “Maggiore”, tenuto sotto controllo da uno staff di medici e infermieri. La Cassazione aveva comunque ribadito il diritto del boss a «morire dignitosamente», era sembrata un’apertura per i domiciliari. Ma il tribunale di sorveglianza di Bologna ha ribadito il carcere. Durante l’estate il capo dei capi era ancora lucido, girava in stanza su una sedia a rotelle. In quei giorni, una visita a sorpresa della commissione antimafia chiuse le polemiche: «Riina è assistito al meglio - disse la presidente Rosi Bindi - gli è ampiamente assicurato il diritto ad una vita dignitosa e, dunque, a morire, quando ciò avverrà, altrettanto dignitosamente a meno che non si voglia postulare l’esistenza di un diritto a morire fuori dal carcere non riconosciuto dalle leggi».

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MAFIA - Totò Riina in coma farmacologico dopo due interventi

di Napoli Magazine

17/11/2024 - 00:55

OGGI che compie 87 anni, Salvatore Riina, il capo dei capi di Cosa nostra al 41 bis dal 1993, è ricoverato in gravissime condizioni. Nei giorni scorsi è stato sopposto a due interventi, nel secondo sono intervenute pesanti complicazioni che hanno reso necessaria una pesante sedazione.



Riina è ricoverato nel Reparto detenuti dell'ospedale di Parma. Suo figlio Salvo gli fa gli auguri su Facebook: "Per me tu non sei Totò Riina, sei il mio papà. E in questo giorno per me triste ma importante ti auguro buon compleanno papà. Ti voglio bene, tuo Salvo". Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato un permesso per la moglie e i figli del padrino, potranno stargli vicino.



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Riina sta scontando 26 condanne all'ergastolo per decine di omicidi e stragi, quella di viale Lazio del 1969, quelle del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sua la scelta di lanciare un'offensiva armata contro lo Stato nei primi anni '90. Mai avuto un cenno di pentimento, irredimibile fino alla fine, solo tre anni fa, parlando in carcere con un co-detenuto, si vantò dell'omicidio di Falcone. Intanto, continuava a minacciare di morte i magistrati, in particolare il pubblico ministero del processo "Trattativa" Nino Di Matteo.

 

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«Ma ora che Totò Riina è in coma farmacologico spero che non lo lascino morire in carcere da detenuto», dice Claudio Fava, il figlio di Giuseppe, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1984, oggi è vice presidente della commissione antimafia. «La differenza tra loro e noi è che a noi non serve alcuna vendetta. E che la dignità della morte va riconosciuta anche a chi l’ha negata alle proprie vittime».

Nel luglio scorso, i legali del boss avevano chiesto al tribunale di sorveglianza di Bologna di differire la pena o di sostituirla con gli arresti domiciliari, per le gravi condizioni di salute. I giudici avevano respinto l’istanza, anche perché dal novembre 2015 il capo dei capi è in una stanza-cella tra le corsie del “Maggiore”, tenuto sotto controllo da uno staff di medici e infermieri. La Cassazione aveva comunque ribadito il diritto del boss a «morire dignitosamente», era sembrata un’apertura per i domiciliari. Ma il tribunale di sorveglianza di Bologna ha ribadito il carcere. Durante l’estate il capo dei capi era ancora lucido, girava in stanza su una sedia a rotelle. In quei giorni, una visita a sorpresa della commissione antimafia chiuse le polemiche: «Riina è assistito al meglio - disse la presidente Rosi Bindi - gli è ampiamente assicurato il diritto ad una vita dignitosa e, dunque, a morire, quando ciò avverrà, altrettanto dignitosamente a meno che non si voglia postulare l’esistenza di un diritto a morire fuori dal carcere non riconosciuto dalle leggi».

Fonte: Repubblica