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RADIO 24 - Formiche nel letto all'ospedale, Ciro Carbone Presidente IPASVI: tutta la scala gerarchica ha delle responsabilità
13.06.2017 18:28 di Napoli Magazine

“Noi abbiamo chiaramente puntato l’attenzione anche sui nostri colleghi, insomma, impossibile che una donna che sia a letto quella mattina, quel pomeriggio non sia stata accudita da operatori di supporto, da infermieri, è impossibile che una coordinatrice non controlli eventualmente chi deve fare queste cose, è impossibile che non lo facciano un primario e così a salire tutta la scala gerarchica, che hanno chiaramente delle responsabilità”. Così Ciro Carbone, presidente IPASVI - Collegio Interprovinciale Infermieri Professionali Napoli, intervenuto a Effetto Giorno su Radio 24 in merito alla signora ricoverata al San Paolo di Napoli e coperta di formiche e prosegue: “Come gruppo professionale è un episodio che ci ha sconvolto e laddove ci sono, e sicuramente ci saranno, responsabilità da parte dei nostri iscritti, chiaramente nel momento in cui verranno identificate queste responsabilità con nome e cognome, faremo la nostra parte”. Al giornalista che sottolinea come sia importante porre la giusta attenzione affinché un episodio di questo genere non avvenga, Carbone a Radio 24 risponde: “Certo, avere delle formiche in casa già è strano, voglio dire, averle nella stanza di degenza di un ospedale è pericoloso, significa che c’è una catena di vigilanza che manca, certamente lì le responsabilità non possono essere additate agli infermieri, nè agli operatori di supporto che sono certo avranno segnalato a più riprese alla direzione medica del presidio questa invasione di formiche, perché non è normale”. A Simone Spetia che incalza chiedendo se l’omessa vigilanza si può imputare invece agli infermieri e alla catena di comando, cioè ai medici, al primario, Carbone su Radio 24 risponde: “Assolutamente sì, gli infermieri stanno vicino ai pazienti, in quel caso non sono stati vicini a quella paziente e di questo ne siamo coscienti. Quando parlo di infermieri parlo anche chiaramente di operatori socio-sanitari, non solo di infermieri e qualcosa lì è venuto meno”.

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RADIO 24 - Formiche nel letto all'ospedale, Ciro Carbone Presidente IPASVI: tutta la scala gerarchica ha delle responsabilità

di Napoli Magazine

13/06/2024 - 18:28

“Noi abbiamo chiaramente puntato l’attenzione anche sui nostri colleghi, insomma, impossibile che una donna che sia a letto quella mattina, quel pomeriggio non sia stata accudita da operatori di supporto, da infermieri, è impossibile che una coordinatrice non controlli eventualmente chi deve fare queste cose, è impossibile che non lo facciano un primario e così a salire tutta la scala gerarchica, che hanno chiaramente delle responsabilità”. Così Ciro Carbone, presidente IPASVI - Collegio Interprovinciale Infermieri Professionali Napoli, intervenuto a Effetto Giorno su Radio 24 in merito alla signora ricoverata al San Paolo di Napoli e coperta di formiche e prosegue: “Come gruppo professionale è un episodio che ci ha sconvolto e laddove ci sono, e sicuramente ci saranno, responsabilità da parte dei nostri iscritti, chiaramente nel momento in cui verranno identificate queste responsabilità con nome e cognome, faremo la nostra parte”. Al giornalista che sottolinea come sia importante porre la giusta attenzione affinché un episodio di questo genere non avvenga, Carbone a Radio 24 risponde: “Certo, avere delle formiche in casa già è strano, voglio dire, averle nella stanza di degenza di un ospedale è pericoloso, significa che c’è una catena di vigilanza che manca, certamente lì le responsabilità non possono essere additate agli infermieri, nè agli operatori di supporto che sono certo avranno segnalato a più riprese alla direzione medica del presidio questa invasione di formiche, perché non è normale”. A Simone Spetia che incalza chiedendo se l’omessa vigilanza si può imputare invece agli infermieri e alla catena di comando, cioè ai medici, al primario, Carbone su Radio 24 risponde: “Assolutamente sì, gli infermieri stanno vicino ai pazienti, in quel caso non sono stati vicini a quella paziente e di questo ne siamo coscienti. Quando parlo di infermieri parlo anche chiaramente di operatori socio-sanitari, non solo di infermieri e qualcosa lì è venuto meno”.