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LE IENE - Malagò: "Se questi ragazzi della Tam Tam mandano formalmente il modulo troviamo il modo per farli giocare"
16.10.2017 19:55 di Napoli Magazine

Martedì 17 ottobre in prima serata su Italia 1 appuntamento con “Le Iene Show”. Conducono Ilary BlasiTeo Mammucari, in compagnia della Gialappa’s Band.

 

Da tempo si discute in Italia dello “Ius Soli” (dal latino «diritto del suolo»), termine con cui si fa riferimento alla proposta di legge che modificherebbe le attuali regole sul diritto di cittadinanza.

Il disegno di legge, approvato dalla Camera nel 2015 e ora in discussione al Senato, riguarda in particolare i bambini nati in Italia da genitori stranieri.

In quanti conoscono davvero i contenuti di questa legge? Quali sono i requisiti necessari?

 

Servizio di Matteo Viviani che incontra i componenti della Tam Tam Basket di Castel Volturno, squadra di ragazzi che nonostante siano nati in Italia non hanno la cittadinanza italiana perché figli di genitori di origine africana. A detta del coach Massimo Antonelli l’iscrizione di questi giocatori al campionato giovanile non sarebbe stata consentita perché il regolamento per i ragazzi over 14 dispone che all’interno di ogni team ci siano solo due giocatori stranieri.

 

A tal merito, la Iena raggiunge, quindi, Giovanni Malagò, Presidente del CONI. Di seguito alcuni stralci:

 

Iena: Lei è a conoscenza del caso della Tam Tam Basket di Castel Volturno?

Malagò: Sì, ne sono a conoscenza. […]

Iena: Questi ragazzi sono nati in Italia, parlano italiano, hanno amici italiani, mangiano cibo italiano, peccato che per la legge sono stranieri, a lei sembra giusto?

Malagò: A me sembra assolutamente non giusto, credo che ci sia anche molta confusione sull’argomento, in materia. Quello che è sicuro è che il mondo dello sport spinge affinché si risolva questo equivoco. Anche perché nel mondo tutti questi ragazzi e ragazze li fanno giocare, a differenza nostra, che invece non possiamo farlo.

Iena: Mi sembra di capire che lei sia favorevole all’introduzione di questa legge?

Malagò: Da rappresentante del mondo dello sport, non posso non esserlo, perché oggettivamente in tante discipline ci sono molti ragazzi nati in Italia che se vengono convocati per la Nazionale poi non possono andare alle Olimpiadi,  perché non sono iscrivibili. Questo non è giusto.

Iena: Peraltro non si rischia che il concetto che passa a questi ragazzi, a questi adolescenti, sia che per loro le regole applicate sono differenti in quanto è differente il colore della loro pelle?

Malagò: Noi che siamo favorevoli a coinvolgerli come dei cittadini italiani per fare sport non dobbiamo pensare che sia un tema di colore della pelle o di razzismo, perché ci sono molti ragazzi che vengono dall’Est, molti ragazzi che vengono da alcuni Paesi asiatici che avevano trovato nello sport un modo non solo di inserirsi ma, soprattutto in certe discipline in cui magari non eravamo forti, ci hanno dato valore aggiunto. Quindi non è un fatto di essere di colore scuro, è semplicemente di rispetto dei diritti.

[…] Su questo tema la grande confusione secondo me è che spesso uno pensa che si dà diritto di cittadinanza ai migranti: non c’entra assolutamente nulla.

Iena: Sono due anni che la politica parla di questo argomento, senza cavarne un ragno dal buco. Perlomeno nell’ambito sportivo, non si potrebbe intervenire a livello di regolamento?

Malagò: Nel singolo campionato, questo si può fare.

Iena: Sta parlando di deroghe?

Malagò: Assolutamente. Però, a un certo momento, se questi ragazzi sono proprio bravi, giustamente vogliono sperare e pensare di poter giocare con una maglia della Nazionale italiana, e questo non è proprio possibile.

Iena: Però fino a che non si decide, la legge, a entrare nel merito nella maniera corretta…

Malagò: Quantomeno li facciamo giocare...

Iena: Per una deroga, quanto tempo ci vuole?

Malagò: Se questi ragazzi della Tam Tam mandano formalmente il modulo - non mi risulta che l’abbiano fatto, verifichiamolo - me lo fai avere per conoscenza e ci rivediamo un secondo dopo che hanno mandato la mail.

Iena: Quindi vuol dire che è una cosa immediata?

Malagò: Non dipende dal Coni ma dalla Federazione, però noi facciamo pressione.

Iena: Lo troviamo un modo per farli giocare, sia loro che tutti quelli che si trovano nella loro condizione?

Malagò: Assolutamente troviamo il modo per farli giocare. Fammi mandare la mail.

Iena: Parola d’onore?

Malagò: Parola d’onore.

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LE IENE - Malagò: "Se questi ragazzi della Tam Tam mandano formalmente il modulo troviamo il modo per farli giocare"

di Napoli Magazine

16/10/2024 - 19:55

Martedì 17 ottobre in prima serata su Italia 1 appuntamento con “Le Iene Show”. Conducono Ilary BlasiTeo Mammucari, in compagnia della Gialappa’s Band.

 

Da tempo si discute in Italia dello “Ius Soli” (dal latino «diritto del suolo»), termine con cui si fa riferimento alla proposta di legge che modificherebbe le attuali regole sul diritto di cittadinanza.

Il disegno di legge, approvato dalla Camera nel 2015 e ora in discussione al Senato, riguarda in particolare i bambini nati in Italia da genitori stranieri.

In quanti conoscono davvero i contenuti di questa legge? Quali sono i requisiti necessari?

 

Servizio di Matteo Viviani che incontra i componenti della Tam Tam Basket di Castel Volturno, squadra di ragazzi che nonostante siano nati in Italia non hanno la cittadinanza italiana perché figli di genitori di origine africana. A detta del coach Massimo Antonelli l’iscrizione di questi giocatori al campionato giovanile non sarebbe stata consentita perché il regolamento per i ragazzi over 14 dispone che all’interno di ogni team ci siano solo due giocatori stranieri.

 

A tal merito, la Iena raggiunge, quindi, Giovanni Malagò, Presidente del CONI. Di seguito alcuni stralci:

 

Iena: Lei è a conoscenza del caso della Tam Tam Basket di Castel Volturno?

Malagò: Sì, ne sono a conoscenza. […]

Iena: Questi ragazzi sono nati in Italia, parlano italiano, hanno amici italiani, mangiano cibo italiano, peccato che per la legge sono stranieri, a lei sembra giusto?

Malagò: A me sembra assolutamente non giusto, credo che ci sia anche molta confusione sull’argomento, in materia. Quello che è sicuro è che il mondo dello sport spinge affinché si risolva questo equivoco. Anche perché nel mondo tutti questi ragazzi e ragazze li fanno giocare, a differenza nostra, che invece non possiamo farlo.

Iena: Mi sembra di capire che lei sia favorevole all’introduzione di questa legge?

Malagò: Da rappresentante del mondo dello sport, non posso non esserlo, perché oggettivamente in tante discipline ci sono molti ragazzi nati in Italia che se vengono convocati per la Nazionale poi non possono andare alle Olimpiadi,  perché non sono iscrivibili. Questo non è giusto.

Iena: Peraltro non si rischia che il concetto che passa a questi ragazzi, a questi adolescenti, sia che per loro le regole applicate sono differenti in quanto è differente il colore della loro pelle?

Malagò: Noi che siamo favorevoli a coinvolgerli come dei cittadini italiani per fare sport non dobbiamo pensare che sia un tema di colore della pelle o di razzismo, perché ci sono molti ragazzi che vengono dall’Est, molti ragazzi che vengono da alcuni Paesi asiatici che avevano trovato nello sport un modo non solo di inserirsi ma, soprattutto in certe discipline in cui magari non eravamo forti, ci hanno dato valore aggiunto. Quindi non è un fatto di essere di colore scuro, è semplicemente di rispetto dei diritti.

[…] Su questo tema la grande confusione secondo me è che spesso uno pensa che si dà diritto di cittadinanza ai migranti: non c’entra assolutamente nulla.

Iena: Sono due anni che la politica parla di questo argomento, senza cavarne un ragno dal buco. Perlomeno nell’ambito sportivo, non si potrebbe intervenire a livello di regolamento?

Malagò: Nel singolo campionato, questo si può fare.

Iena: Sta parlando di deroghe?

Malagò: Assolutamente. Però, a un certo momento, se questi ragazzi sono proprio bravi, giustamente vogliono sperare e pensare di poter giocare con una maglia della Nazionale italiana, e questo non è proprio possibile.

Iena: Però fino a che non si decide, la legge, a entrare nel merito nella maniera corretta…

Malagò: Quantomeno li facciamo giocare...

Iena: Per una deroga, quanto tempo ci vuole?

Malagò: Se questi ragazzi della Tam Tam mandano formalmente il modulo - non mi risulta che l’abbiano fatto, verifichiamolo - me lo fai avere per conoscenza e ci rivediamo un secondo dopo che hanno mandato la mail.

Iena: Quindi vuol dire che è una cosa immediata?

Malagò: Non dipende dal Coni ma dalla Federazione, però noi facciamo pressione.

Iena: Lo troviamo un modo per farli giocare, sia loro che tutti quelli che si trovano nella loro condizione?

Malagò: Assolutamente troviamo il modo per farli giocare. Fammi mandare la mail.

Iena: Parola d’onore?

Malagò: Parola d’onore.