Calcio
RETROSCENA - Fernando Torres: “Napoli? Benitez non mi cercò, ma Reina…”
15.12.2017 23:09 di Napoli Magazine Fonte: TuttoNapoli

“Quando mi alzo dalla panchina e sento che l’aria del Metropolitano cambia, che i tifosi mi aspettavano e mi sostengono, provo delle emozioni che non mi darebbe nessun’altra squadra al mondo, nemmeno con una finale di Champions. Voglio restare qui, anche se gioco poco”. Ascoltare un campione come Fernando Torres, un ragazzo che in carriera ha vinto praticamente tutto, parlare del suo Atletico Madrid è un privilegio. Ti fa credere che in fondo, da qualche parte, quel tipo di calciatore che ogni tifoso sogna per la sua squadra esiste. Caso raro, per carità, e difficile da ritrovare. Ma esiste. El ‘Niño’, accompagnato dal suo primo agente José Antonio Martín Otín ‘Petón’, Antonio Sanz della Bahia Internacional e da Rafa Alique, direttore della comunicazione dell’Atletico Madrid, è stato ospite lunedì scorso nella redazione del quotidiano spagnolo AS, che in questi giorni ha festeggiato il suo cinquantesimo anniversario con una serie di eventi.

Un pranzo lungo oltre tre ore, nel quale l’attaccante si è raccontato con una sincerità e una schiettezza difficili da trovare tra i calciatori. Dall’incontro è nata una bella intervista pubblicata sul giornale e sul sito di AS e, grazie alla sua disponibilità, anche una chiacchierata di qualche minuto con Tuttonapoli, per parlare di un calcio italiano che, seppur per pochi mesi, ha fatto parte della sua carriera. “Al Milan ho disputato solo 10 gare, non ho avuto il tempo di comprendere a fondo cosa fosse il calcio italiano, ma ci sono cose che mi hanno colpito”, racconta lo spagnolo, che descrive così i suoi primi giorni da rossonero: “Sentivo di essere arrivato in un club immenso, sembrava che qualsiasi cosa accadesse lì, avrebbe fatto rumore in ogni parte del mondo”.

Anche Torres, come qualsiasi osservatore del calcio, riserva le sue critiche più dure al livello degli stadi della Serie A: “Mi colpì il fatto che a Cesena il terreno fosse completamente artificiale, non avevo mai giocato a questi livelli su un campo così. Ma in certi stadi sembrava di tornare indietro di qualche decennio. Un peccato, perché poi vai all’Olimpico e, nonostante non sia un impianto nuovissimo, c’è un’atmosfera unica. Bisognerebbe renderli più moderni”. La punta, però, ha apprezzato il modo in cui i media seguono e ‘vendono’ il prodotto Serie A: “Lo fanno benissimo. Ricordo quando le telecamere fecero ingresso nello spogliatoio, non ne ero per nulla abituato. Ti avvisano cinque minuti prima e, ovviamente, stai attento a quello che dici e quello che fai. E poi le interviste post-gara, tantissime. Credo siano elementi ottimi per diffondere una buona immagine del campionato. La Liga, in questo senso, deve migliorare”.

Per il calo di talenti nel calcio italiano, Torres, che mostra una chiarezza di idee degna di un futuro grande dirigente, ha pronta la soluzione. Bisogna introdurre, quanto prima, le Squadre B: “Il campionato Primavera penalizza i giovani. I ragazzi passano anni a competere solo con avversari della loro stessa età, e improvvisamente si trovano catapultati in una squadra di professionisti. Il salto è troppo grande. Trovarsi di fronte, invece, rivali più grandi e già nel mondo del professionismo e interagire con loro, ti fa crescere, ti forma. La Premier League ha lo stesso problema”.

L’attaccante dell’Atletico ha parlato anche della Serie A attuale, augurandosi il ritorno delle milanesi in Champions: “La loro assenza nelle competizioni europee è stata un problema, per fortuna la Juventus ha conquistato due finali garantendo la presenza del calcio italiano a grandi livelli”. Napoli, Roma e la stessa Inter, quest’anno, hanno reso il campionato più equilibrato in vetta: “E’ un bene, una grande opportunità. Non bisogna tornare al dominio assoluto di Juve, Inter e Milan: avere tante squadre in grado di vincere lo Scudetto rende la Serie A molto più avvincente”. Per chiudere, una battuta sull’indiscrezione che, durante l’era Benitez, lo aveva accostato agli azzurri. El Niño l’ha smentita con un simpatico retroscena: “Rafa non mi ha mai cercato, ma Pepe Reina sarebbe stato felicissimo di avermi con lui lì, questo è sicuro. Ah, salutatemelo: spero gli vada sempre tutto alla grande”.

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RETROSCENA - Fernando Torres: “Napoli? Benitez non mi cercò, ma Reina…”

di Napoli Magazine

15/12/2024 - 23:09

“Quando mi alzo dalla panchina e sento che l’aria del Metropolitano cambia, che i tifosi mi aspettavano e mi sostengono, provo delle emozioni che non mi darebbe nessun’altra squadra al mondo, nemmeno con una finale di Champions. Voglio restare qui, anche se gioco poco”. Ascoltare un campione come Fernando Torres, un ragazzo che in carriera ha vinto praticamente tutto, parlare del suo Atletico Madrid è un privilegio. Ti fa credere che in fondo, da qualche parte, quel tipo di calciatore che ogni tifoso sogna per la sua squadra esiste. Caso raro, per carità, e difficile da ritrovare. Ma esiste. El ‘Niño’, accompagnato dal suo primo agente José Antonio Martín Otín ‘Petón’, Antonio Sanz della Bahia Internacional e da Rafa Alique, direttore della comunicazione dell’Atletico Madrid, è stato ospite lunedì scorso nella redazione del quotidiano spagnolo AS, che in questi giorni ha festeggiato il suo cinquantesimo anniversario con una serie di eventi.

Un pranzo lungo oltre tre ore, nel quale l’attaccante si è raccontato con una sincerità e una schiettezza difficili da trovare tra i calciatori. Dall’incontro è nata una bella intervista pubblicata sul giornale e sul sito di AS e, grazie alla sua disponibilità, anche una chiacchierata di qualche minuto con Tuttonapoli, per parlare di un calcio italiano che, seppur per pochi mesi, ha fatto parte della sua carriera. “Al Milan ho disputato solo 10 gare, non ho avuto il tempo di comprendere a fondo cosa fosse il calcio italiano, ma ci sono cose che mi hanno colpito”, racconta lo spagnolo, che descrive così i suoi primi giorni da rossonero: “Sentivo di essere arrivato in un club immenso, sembrava che qualsiasi cosa accadesse lì, avrebbe fatto rumore in ogni parte del mondo”.

Anche Torres, come qualsiasi osservatore del calcio, riserva le sue critiche più dure al livello degli stadi della Serie A: “Mi colpì il fatto che a Cesena il terreno fosse completamente artificiale, non avevo mai giocato a questi livelli su un campo così. Ma in certi stadi sembrava di tornare indietro di qualche decennio. Un peccato, perché poi vai all’Olimpico e, nonostante non sia un impianto nuovissimo, c’è un’atmosfera unica. Bisognerebbe renderli più moderni”. La punta, però, ha apprezzato il modo in cui i media seguono e ‘vendono’ il prodotto Serie A: “Lo fanno benissimo. Ricordo quando le telecamere fecero ingresso nello spogliatoio, non ne ero per nulla abituato. Ti avvisano cinque minuti prima e, ovviamente, stai attento a quello che dici e quello che fai. E poi le interviste post-gara, tantissime. Credo siano elementi ottimi per diffondere una buona immagine del campionato. La Liga, in questo senso, deve migliorare”.

Per il calo di talenti nel calcio italiano, Torres, che mostra una chiarezza di idee degna di un futuro grande dirigente, ha pronta la soluzione. Bisogna introdurre, quanto prima, le Squadre B: “Il campionato Primavera penalizza i giovani. I ragazzi passano anni a competere solo con avversari della loro stessa età, e improvvisamente si trovano catapultati in una squadra di professionisti. Il salto è troppo grande. Trovarsi di fronte, invece, rivali più grandi e già nel mondo del professionismo e interagire con loro, ti fa crescere, ti forma. La Premier League ha lo stesso problema”.

L’attaccante dell’Atletico ha parlato anche della Serie A attuale, augurandosi il ritorno delle milanesi in Champions: “La loro assenza nelle competizioni europee è stata un problema, per fortuna la Juventus ha conquistato due finali garantendo la presenza del calcio italiano a grandi livelli”. Napoli, Roma e la stessa Inter, quest’anno, hanno reso il campionato più equilibrato in vetta: “E’ un bene, una grande opportunità. Non bisogna tornare al dominio assoluto di Juve, Inter e Milan: avere tante squadre in grado di vincere lo Scudetto rende la Serie A molto più avvincente”. Per chiudere, una battuta sull’indiscrezione che, durante l’era Benitez, lo aveva accostato agli azzurri. El Niño l’ha smentita con un simpatico retroscena: “Rafa non mi ha mai cercato, ma Pepe Reina sarebbe stato felicissimo di avermi con lui lì, questo è sicuro. Ah, salutatemelo: spero gli vada sempre tutto alla grande”.

Fonte: TuttoNapoli