Cultura & Gossip
A MILANO - FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI alla VIII edizione del WeWorld Festival, "L'anello debole delle migrazioni: le donne"
22.11.2017 12:27 di Napoli Magazine

FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI

nell’ambito dell’VIII edizione del WeWorld Festival

 

Sabato 25 novembre 2017, ore 17-19

MILANO - UniCredit Pavilion - Sala  Margherita Hack

 

L’anello debole delle migrazioni: le donne


Partecipano:

Princess Inyang Okokon, Lireta Katiaj, don Mussie Zerai

Conduce: Danilo De Biasio, giornalista e direttore del

Festival dei Diritti Umani di Milano.

 

Seguirà il conferimento del premio Reset-Diritti Umani a Princess Inyang Okokon

 

 

Il FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI, in collaborazione con WeWorld Onlus, nell’ambito dell’VIII edizione di WeWorld Festival dedicato ai diritti delle donne, organizza sabato 25 novembre, dalle ore 17 alle ore 19, a Milano, all’UniCredit Pavilion - Margherita Hack il dibattito “L’anello debole delle migrazioni: le donne”.Intervengono Princess Inyang Okokon, Lireta Katiaj e don Mussie Zerai, conduce Danilo De Biasio, giornalista e direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano.

 

E’ possibile spezzare la catena che lega le migrazioni e la prostituzione? Sì, togliete pure il punto interrogativo: è possibile. Ma è difficile, perché gli interessi economici sono forti e i legami con le criminalità pervasivi. Il Festival dei Diritti Umani di Milano, accogliendo l’invito di WeWorld Onlus, vuole alzare lo sguardo su questo tema che coinvolge giovani straniere (come vittime) ma anche, forse, il nostro vicino di casa (come cliente). Protagonisti dell’incontro Princess Inyang Okokon, che con la sua organizzazione PIAM si occupa proprio di strappare dalla strada le prostitute offrendo corsi di formazione e una prospettiva lavorativa; Lireta Katiaj, che ha raccontato attraverso un diario come ha evitato di finire nel giro della prostituzione; don Mussie Zerai, prete cattolico e punto di riferimento per i migranti che fuggono dalle guerre e dalle carestie; Danilo De Biasio, giornalista e direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano.

 

Seguirà il conferimento del premio Reset-Diritti Umani a Princess Inyang Okokon.

Motivazione del premio: L’Associazione Reset - Diritti Umani premia Princess Inyang Okokon perché è un bellissimo esempio di riscatto e di impegno. Princess Inyang Okokon ha curato le sue ferite di vittima della tratta occupandosi concretamente delle prostitute, costruendo le condizioni per una vita alternativa a chi è già sulla strada e investendo nella prevenzione direttamente nei paesi di provenienza.

Quest’opera meritoria, che ha funzionato già in centinaia di casi, è stata possibile perché l’associazione PIAM, fondata da Princess insieme a suo marito Alberto Mossino, è riuscita a stringere alleanze positive con le istituzioni locali, nazionali e con la società civile.

Per questi motivi l’Associazione Reset - Diritti Umani premia il percorso di Princess Inyang Okokon: perché l’alto valore umano della sua azione sia onorato e meglio conosciuto. E anche perché sia di esempio.

 

L’appuntamento è aperto al pubblico con obbligo di prenotazione sul sito www.weworld.it/weworldfestival.

 

Biografie

 

PRINCESS INYANG OKOKON

Princess Okokon, presidente di Piam onlus, un’associazione attiva in Italia e all’estero per “rubare” le donne al trafficking, è partita dalla Nigeria, per venire a lavorare in Italia. Rapita, è finita a Torino nella rete della prostituzione.

 

LIRETA KATIAJ

Lireta Katiaj è una donna albanese, che per sottrarsi all’ordine patriarcale, che la voleva analfabeta e sposata ad un uomo molto più grande di lei, è fuggita dal suo paese finendo nel giro della prostituzione e uscendone solo grazie al caso, il suo carceriere era stato suo compagno delle elementari. Ha raccontato la sua storia nel libro “Lireta non cede. Diario di una ragazza albanese”, diventato anche uno spettacolo teatrale.

 

Don MUSSIE ZERAI

“L’angelo dei profughi”. Don Mussie Zerai si è guadagnato questo appellativo, sulla stampa internazionale, in anni di attività in difesa dei diritti e della vita stessa dei richiedenti asilo e dei migranti in fuga dal Corno d’Africa e dai paesi dell’Africa sub sahariana verso l’Europa o verso Israele, considerato un avamposto dell’Occidente: migliaia di giovani, uomini e donne, famiglie intere con i bambini, ragazzini appena adolescenti rimasti da soli. Disperati che cercano scampo da fame e carestia, guerre e persecuzioni.

 

 

www.festivaldirittiumani.it

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A MILANO - FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI alla VIII edizione del WeWorld Festival, "L'anello debole delle migrazioni: le donne"

di Napoli Magazine

22/11/2024 - 12:27

FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI

nell’ambito dell’VIII edizione del WeWorld Festival

 

Sabato 25 novembre 2017, ore 17-19

MILANO - UniCredit Pavilion - Sala  Margherita Hack

 

L’anello debole delle migrazioni: le donne


Partecipano:

Princess Inyang Okokon, Lireta Katiaj, don Mussie Zerai

Conduce: Danilo De Biasio, giornalista e direttore del

Festival dei Diritti Umani di Milano.

 

Seguirà il conferimento del premio Reset-Diritti Umani a Princess Inyang Okokon

 

 

Il FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI, in collaborazione con WeWorld Onlus, nell’ambito dell’VIII edizione di WeWorld Festival dedicato ai diritti delle donne, organizza sabato 25 novembre, dalle ore 17 alle ore 19, a Milano, all’UniCredit Pavilion - Margherita Hack il dibattito “L’anello debole delle migrazioni: le donne”.Intervengono Princess Inyang Okokon, Lireta Katiaj e don Mussie Zerai, conduce Danilo De Biasio, giornalista e direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano.

 

E’ possibile spezzare la catena che lega le migrazioni e la prostituzione? Sì, togliete pure il punto interrogativo: è possibile. Ma è difficile, perché gli interessi economici sono forti e i legami con le criminalità pervasivi. Il Festival dei Diritti Umani di Milano, accogliendo l’invito di WeWorld Onlus, vuole alzare lo sguardo su questo tema che coinvolge giovani straniere (come vittime) ma anche, forse, il nostro vicino di casa (come cliente). Protagonisti dell’incontro Princess Inyang Okokon, che con la sua organizzazione PIAM si occupa proprio di strappare dalla strada le prostitute offrendo corsi di formazione e una prospettiva lavorativa; Lireta Katiaj, che ha raccontato attraverso un diario come ha evitato di finire nel giro della prostituzione; don Mussie Zerai, prete cattolico e punto di riferimento per i migranti che fuggono dalle guerre e dalle carestie; Danilo De Biasio, giornalista e direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano.

 

Seguirà il conferimento del premio Reset-Diritti Umani a Princess Inyang Okokon.

Motivazione del premio: L’Associazione Reset - Diritti Umani premia Princess Inyang Okokon perché è un bellissimo esempio di riscatto e di impegno. Princess Inyang Okokon ha curato le sue ferite di vittima della tratta occupandosi concretamente delle prostitute, costruendo le condizioni per una vita alternativa a chi è già sulla strada e investendo nella prevenzione direttamente nei paesi di provenienza.

Quest’opera meritoria, che ha funzionato già in centinaia di casi, è stata possibile perché l’associazione PIAM, fondata da Princess insieme a suo marito Alberto Mossino, è riuscita a stringere alleanze positive con le istituzioni locali, nazionali e con la società civile.

Per questi motivi l’Associazione Reset - Diritti Umani premia il percorso di Princess Inyang Okokon: perché l’alto valore umano della sua azione sia onorato e meglio conosciuto. E anche perché sia di esempio.

 

L’appuntamento è aperto al pubblico con obbligo di prenotazione sul sito www.weworld.it/weworldfestival.

 

Biografie

 

PRINCESS INYANG OKOKON

Princess Okokon, presidente di Piam onlus, un’associazione attiva in Italia e all’estero per “rubare” le donne al trafficking, è partita dalla Nigeria, per venire a lavorare in Italia. Rapita, è finita a Torino nella rete della prostituzione.

 

LIRETA KATIAJ

Lireta Katiaj è una donna albanese, che per sottrarsi all’ordine patriarcale, che la voleva analfabeta e sposata ad un uomo molto più grande di lei, è fuggita dal suo paese finendo nel giro della prostituzione e uscendone solo grazie al caso, il suo carceriere era stato suo compagno delle elementari. Ha raccontato la sua storia nel libro “Lireta non cede. Diario di una ragazza albanese”, diventato anche uno spettacolo teatrale.

 

Don MUSSIE ZERAI

“L’angelo dei profughi”. Don Mussie Zerai si è guadagnato questo appellativo, sulla stampa internazionale, in anni di attività in difesa dei diritti e della vita stessa dei richiedenti asilo e dei migranti in fuga dal Corno d’Africa e dai paesi dell’Africa sub sahariana verso l’Europa o verso Israele, considerato un avamposto dell’Occidente: migliaia di giovani, uomini e donne, famiglie intere con i bambini, ragazzini appena adolescenti rimasti da soli. Disperati che cercano scampo da fame e carestia, guerre e persecuzioni.

 

 

www.festivaldirittiumani.it