Cultura & Gossip
GIORNATE FAI di PRIMAVERA - sabato 24 e domenica 25 marzo 2018 , apertura straordinaria di oltre 80 luoghi in Campania
16.03.2018 17:59 di Napoli Magazine

Palazzi storici solitamente inaccessibili, aree archeologiche, borghi che custodiscono antiche tradizioni, luoghi della produzione e dell’industria, musei, chiese e monumenti che svelano spazi sorprendenti, inconsueti siti naturalistici. Le aperture delle Giornate FAI di Primaverasabato 24 e domenica 25 marzo 2018, raccontano con la loro straordinaria varietà un’Italia che sempre di più si riconosce nella vastità del suo patrimonio culturale e nella ricchezza della sua storia. Un Paese che ritrova la propria identità in un evento festoso e rassicurante che supera gli schieramenti e fa sentire tutti parte di uno stesso grande e meraviglioso Paese, bene comune di ogni italiano. Le emozioni che ci uniscono sono il desiderio e la passione di scoprire le tante facce della bellezza che ci circonda: per questo il FAI invita tutti a partecipare a questa grande festa italiana, vivendo la gioia di sentirsi parte di un popolo con solide radici che in questo modo rafforza il filo che lo lega. Nessun evento collettivo è tanto ricco di entusiasmo e di tolleranza, nulla come le grandi code davanti ai nostri monumenti simboleggiano con più forza questa unione al di là dei propri convincimenti. C’è un’Italia che invita e un’Italia che partecipa: l’energia dei 50.000 volontari del FAI attraversa la Penisola da nord a sud alle isole e spinge la gente a scoprire, negli oltre 1000 i luoghi aperti al pubblico, i tanti frammenti di una stessa identità.

 

La manifestazione, oltre a essere un momento di incontro tra il FAI e la gente, uniti nel festeggiare e raccontare la propria storia più bella e più nobile, è anche un importante evento di raccolta fondi e un’occasione per raccontare a tante persone gli obiettivi e la missione della Fondazione. Per questo, all’accesso di ogni luogoaperto verrà chiesto ai visitatori un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro: i preziosi contributi raccolti saranno destinati al sostegno delle attività istituzionali del FAI.

 

Anche la Campania festeggia l’arrivo della primavera con questo ormai consueto appuntamento aprendo per l’occasione oltre 80 siti, luoghi d’arte e spazi solitamente chiusi e i visitatori potranno avvalersi della guida degliApprendisti Ciceroni®. Saranno oltre 8000 in tutta la regione i giovani studenti pronti ad illustrare gli aspetti storico-artistici dei monumenti e oltre 300 volontari guideranno per tutto il weekend il pubblico di visitatori.

 

Per il quarto anno consecutivo le Giornate FAI di Primavera chiudono la settimana dedicata dalla Rai ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 19 al 25 marzo, infatti, la Rai racconterà luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro patrimonio: una maratona televisiva di raccolta fondi a sostegno del FAI, per conoscere e amare l’Italia ma soprattutto per promuovere la partecipazione attiva degli italiani. La settimana Rai dei Beni Culturali è realizzata con il Patrocinio di Rai - Responsabilità Sociale e con le Media Partnership di Rainews24, TgR e Radio 2 assicureranno ampia informazione e una copertura capillare.

 

Le Giornate sono aperte a tutti, ma un trattamento di favore viene riservato agli iscritti FAI – e a chi si iscrive durante l’evento - a chi sostiene la Fondazione con partecipazione e concretezza. A loro saranno dedicatevisite esclusive, corsie preferenziali ed eventi speciali, perché iscriversi al FAI è un gesto civile e al tempo stesso un beneficio: conviene a se stessi e fa bene all’Italia.

 

Il catalogo dei luoghi aperti in tutta Italia è molto vario e ricco di proposte. Su www.giornatefai.it si trova l’elenco completo delle aperture. Di seguito le aperture in Campania:

 

Napoli i visitatori potranno ammirare il Real Museo Mineralogico presso la prestigiosa Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti; Palazzo Reale con i suoi splendidi cortili e interni e con l’apertura straordinaria riservata agli iscritti FAI degli appartamenti privati di Ferdinando II presso la Biblioteca Nazionale dove è custodito il Fondo della Duchessa di Aosta, zona museale normalmente chiusa al pubblico. Eccezionalmente riaprirà la porta che collega il Museo dell’Appartamento Storico e la Biblioteca nazionale e i visitatori  ripeteranno  lo storico tragitto che Re e Regine percorrevano per ritirarsi nelle loro stanze private; ilChiostro di Sant’Agostino alla Zecca a Palazzo Ascarelli (apertura riservata agli iscritti FAI); la Galleria Umberto I con i suoi piani di calpestio, quello più noto della crociera superiore e quello sconosciuto a molti della crociera inferiore con il Salone Margherita; il Palazzo della Borsa, sede della Camera di Commercio di Napoli; il Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo MEMUS; il Circolo Artistico Politecnico con il Museo, dedicato al Principe Caravita di Sirignano. Inoltre, come di consueto aprirà l’incantevole Villa Rosebery a Posillipo, punto di riferimento dell’architettura neoclassica a Napoli, una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica Italiana.

 

Bacoli i giovani Apprendisti Ciceroni® guideranno il pubblico al Parco Archeologico di Cuma; mentre aPozzuoli, in via del tutto straordinaria, si potrà visitare l’Accademia Aeronautica Militare, tra le più antiche accademie nel mondo. 

 

Sempre in provincia di Napoli, luoghi aperti a Massa Lubrense dove, oltre la Chiesa del Santissimo Salvatore e il borgo di Schiazzano, sarà possibile percorrere il sentiero escursionistico della Baia di Ieranto, importante Bene FAI. Ancora luoghi monumentali nel comune di Sorrento dove quest’anno eccezionalmente sarà visitabile laVilla Romana del Capo di Sorrento, detta dalla tradizione popolare “I bagni della regina Giovanna”.

 

Il Gruppo FAI di Nola aprirà eccezionalmente le porte del monumentale Palazzo Orsini sede del Tribunale, normalmente chiuso al pubblico, oltre al Complesso di Santa Chiara e la Chiesa di San Biagio.

 

In provincia di Avellino, si potranno riscoprire le bellezze ambientali della Sorgente Pollentina a Cassano Irpino e i luoghi storici dell'Irpinia nelle località di Quindici (Chiesa di Sant'Aniello ) e Lauro (Villa Pandola Sanfelice, la Chiesa seicentesca di Santa Maria Assunta di Pernosano, la Chiesa di S. Maria della Pietà e il Castello Lancellotti).

 

In provincia di Benevento con oltre 20 siti saranno in festa per le Giornate FAI: Sant’Agata dei Goti (tra le aperture Palazzo Mosero e Palazzo San Francesco) e Guardia Sanframondi con il suo splendido borgo medievale, il castello, le chiese, le cappelle, i musei e le fontane (tra cui il Palazzo del Comune e Fontana di Piazza Antica, il Municipio e Museo Civico, il Santuario dell’Assunta, la Chiesa di San Sebastiano, la Cappella di San Pascasio, il Castello Medievale, la Chiesa Ave Grazia Plena, il Museo delle Farfalle).

Sempre a Guardia Sanframondi, inoltre, apertura straordinaria riservata agli iscritti Fai della Domus Mata di Palazzo Piccirilli.

 

Caserta in via del tutto straordinaria sarà possibile visitare il Palazzo della Prefettura dimora dei principi Acquaviva d’Aragona, solitamente chiuso al pubblico. Santa Maria Capua Vetere accoglierà i visitatori delle giornate offrendo uno straordinario percorso storico “Da Spartacus a Garibaldi” con l’apertura di 13 siti (tra cui l’Anfiteatro Campano, la Domus Confuleius, la Basilica di Santa Maria Maggiore, il Teatro Garibaldi, il Museo dei Gladiatori, il Palazzo Papa e altri ancora). In particolare si segnala apertura straordinaria riservata agli iscritti FAI dell’Officina dei Bronzi.

Il nuovo Gruppo FAI di Aversa, attivo da circa un anno sul territorio, propone aperture straordinarie con “I percorsi dei Palazzi”: i palazzi del Cardinale, della musica, dell’accoglienza, liberty (tra cui Palazzo del Seminario, il Complesso della Real Casa dell'Annunziata, la Villa Stabile-Golia).

 

Sempre in provincia di Caserta, come di consueto, Ferrarelle, main sponsor delle Giornate FAI di Primavera, aprirà anche per l’edizione 2018, il Parco Sorgenti di Riardo, l’area incontaminata che custodisce le fonti delle acque minerali Ferrarelle, Santagata e Natia, primo ed unico bene appartenente ad un’azienda privata che gode del patrocinio del FAI. Ferrarelle si unisce all’invito della Fondazione FAI che chiede a tutti gli italiani di rendere omaggio alle bellezze del patrimonio artistico, culturale e ambientale del nostro paese e, in qualità di acqua ufficiale, sosterrà il FAI come sempre in tutti gli importanti appuntamenti. Insieme, Ferrarelle e FAI, continuano il percorso intrapreso all’insegna della condivisione di un sistema valoriale incentrato su uno stesso profondo sentimento di responsabilità nei confronti del Paese.

 

L'Arte Sacra nel Salernitano” è il titolo dell’itinerario proposto dalla Delegazione FAI Salerno con l’apertura di oltre 10 siti tra la città di Salerno (tra cui la Cappella del Tesoro di San Matteo presso il Duomo di Salerno, il Museo Diocesano San Matteo, la Pinacoteca Provinciale, la Chiesa di San Giorgio e atri), Amalfi (Museo Diocesano), Pagani (Museo Alfonsiano) e Ravello (Museo dell’Opera del Duomo). A Salerno inoltre apertura straordinaria riservata agli iscritti FAI di Palazzo Conforti, dimora privata nel centro storico che svelerà preziosi dipinti inediti del XVIII secolo.  

 

Per gli appassionati delle passeggiate si segnala invece, l’itinerario “Da Amalfi a Ravello lungo il Dragone” una suggestiva escursione a cura del CAI.

 

Anche quest’anno, insieme agli Apprendisti Ciceroni, in alcune località italiane ci saranno i mediatori artistico-culturali, volontari d’origine straniera del progetto “FAI ponte tra culture” per favorire la partecipazione di nuovi cittadini italiani e migranti alle Giornate FAI di Primavera.

 

In particolare a Napoli, i mediatori culturali faranno da guida in arabo, cingalese, francese, portoghese, spagnolo e ucraino presso la Crociera inferiore della Galleria Umberto I e il Salone Margherita.

 

Il 50% circa dei beni aperti durante le Giornate saranno fruibili anche da persone con disabilità fisica.

 

Per l’elenco completo delle 1000 aperture è possibile consultare il sito www.giornatefai.it o telefonare al numero02 467615366. Le versioni i-Os e Android dell’APP FAI saranno scaricabili gratuitamente dagli store di Apple e Google. Facile e intuitiva, l’app geolocalizzata riconoscerà la posizione dell’utente e indicherà la mappa dei luoghi più vicini da visitare. Invitiamo tutti a diffondere in rete la notizia di questo evento utilizzando l’hashtag#giornatefai.

 

SOSTIENI LA FONDAZIONE

 

Le Giornate FAI di Primavera, oltre a essere un momento di incontro prezioso ed emozionante tra il FAI e la gente, sono anche un’importante occasione di condivisione degli obiettivi e della missione della Fondazione. Tutti possono dare il loro sostegno attraverso l’iscrizione annuale (vale tutto l’anno per avere sconti, omaggi e opportunità e in occasione delle Giornate FAI di Primavera per visite esclusive e per corsie preferenziali), oppure con un contributo facoltativopreferibilmente da 2 a 5 euro, che verrà richiestoall’accesso di ogni luogo aperto o ancora con l’invio di un sms solidale al numero 45592, attivo dal 13 marzo al 1 aprile. Si potranno donare 1 euro per ciascun sms inviato da cellulari PosteMobile e 2 per sms inviati da Wind Tre, TIM, Vodafone, Coop Voce e Tiscali. La donazione sarà di 5 euro per le chiamate da rete fissa PosteMobile, TWT e Convergenze, di 2 e 5/10 euro per Vodafone, di 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

 

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Le straordinarie aperture dell’edizione 2018 di Giornate FAI di Primavera sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende: Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, da sette anni prezioso sostenitore dell’evento e presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili nelle due giornate, sarà affiancata dalla presenza di Enel Energia, la società di Enel che con più di 11 milioni di clienti è leader nel Mercato libero dell'energia, entrambe in qualità di Main Sponsor.

Si rinnova per il quinto anno consecutivo il significativo contributo di Banca Generali, realtà leader in Italia nel private banking che sarà sponsor insieme a Perfetti Van Melle con il brand Golia Herbs, presente con il suo prodotto in una selezione di aperture.

DHL Express Italy, in qualità di Logistic Partner, garantirà per il quarto anno consecutivo la movimentazione di tutti i materiali nei siti delle Giornate FAI di Primavera.

Si ringrazia inoltre GEDI Gruppo Editoriale per la consolidata collaborazione.

 

In collaborazione con la Commissione Europea nell’ambito dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile, con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane e di RAI Responsabilità Sociale.

 

Il FAI ringrazia Province, Comuni, Soprintendenze, Università, Enti Religiosi, FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, le Istituzioni Pubbliche e Private, i privati cittadini e tutte le aziende che hanno voluto appoggiare la Fondazione, oltre alle 120 Delegazioni, agli 88 Gruppi FAI e agli 86 Gruppi FAI Giovani e ai7500 volontari che con il loro lavoro capillare e la loro collaborazione rendono possibile l’evento in tutta Italia.

 

Elenco completo dei beni aperti: www.giornatefai.it o tel. 02 467615366

 

 

DELEGAZIONE FAI DI NAPOLI

 

Aperture a cura di: BENI DEL FAI

 

 

MASSA LUBRENSE (NA)

 

BAIA DI IERANTO  

La Baia di Ieranto, inserita nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, si divide in due aree, la Baia Grande e la Baia Piccola, separate da Punta Capitello. Percorrendo il sentiero che parte dall'abitato di Nerano, è possibile arrivare alla Torre, scendere fino alla spiaggia o visitare gli antichi edifici rurali, ovvero le strutture di pertinenza della cava restaurate dal FAI, che si affacciano sul mare, silenziosi testimoni di un passato di duro lavoro e fatica.

  

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI NAPOLI

 

 

BACOLI (NA)

 

PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA  

L’antica Cuma riveste un ruolo molto importante dal punto di vista archeologico in quanto rappresenta la più antica colonia greca d’Occidente, successiva soltanto all’occupazione provvisoria dell’isola d’Ischia, l’antica Pithecusae. Al sistema di fortificazione dell’acropoli si collega il cosiddetto Antro della Sibilla, un'imponente galleria scavata nel tufo lungo la terrazza che si affaccia sull’antica insenatura del porto. Sulla spianata più alta dell’acropoli sorgeva il cosiddetto Tempio di Giove, mentre su quella inferiore sorgeva il Tempio di Apollo. E' qui che si trova la Cripta romana, una galleria di 300 metri scavata nel tufo che collegava il porto al Foro della città.

  

 

 

MASSA LUBRENSE (NA)

 

CHIESA DEL SANTISSIMO SALVATORE NEL BORGO DI SCHIAZZANO  

Il piccolo borgo di Schiazzano ha oggi una posizione del tutto marginale rispetto alla viabilità principale di Massa Lubrense. Non era cosi nel ‘700 e nell’800, quando le famiglie di Schiazzano erano dedite, oltre che all'agricoltura, al commercio marittimo locale e internazionale. La Chiesa del Santissimo Salvatore veniva descritta nei documenti dell’epoca come una delle più ricche e ben tenute di Massa Lubrense. La chiesetta ed il piccolo borgo, rimaste un po’ isolate rispetto alla rete viaria massese, hanno oggi conservato il loro carattere ed il loro fascino antico.

  

 

 

NAPOLI (NA)

 

REAL MUSEO MINERALOGICO E MUSEO ZOOLOGICO  

Il Real Museo Mineralogico ha sede nella prestigiosa Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti. Istituito nella primavera del 1801 da Ferdinando IV di Borbone fu un importante centro di ricerca scientifica finalizzata alla valorizzazione delle risorse minerarie del Regno di Napoli. Il Museo Zoologico, fondato nel 1813 da Gioacchino Murat, fu formato dall'acquisto di alcune collezioni private unitamente con i reperti già in possesso dei Borbone. Tante sono le raccolte ospitate dal Museo, la cui attrazione principale è la collezione dei vertebrati che si fregia di ospitare, tra i tanti reperti, lo scheletro di una balena franca boreale, ritrovata nel Mediterraneo, e quello di un elefante, giunto a Napoli nel 1742 come dono al re Carlo di Borbone.

  

 

PALAZZO REALE  

Quando Napoli nel 1734 divenne capitale di un regno autonomo con Carlo III di Borbone, il Palazzo Reale, su progetto di Domenico Fontana, fu ampliato sul versante del mare, con l’Appartamento del Maggiordomo Maggiore, poi verso il Vesuvio con l’Appartamento per i Reali Principi. Vennero perciò a formarsi altri due cortili, oltre a quello d’onore. Gli interni furono allestiti nel gusto tardo barocco con marmi preziosi e affreschi celebrativi, tra i quali le opere di Francesco De Mura e Domenico Antonio Vaccaro. Le ultime trasformazioni avvennero al tempo di Ferdinando Il Borbone. Sede dei Principi di Piemonte dopo l’Unità d’Italia, fu ceduto al Demanio dello Stato da Vittorio Emanuele III di Savoia nel 1919 e destinato in gran parte a Biblioteca Nazionale, mentre l’ala più antica sul Cortile d’Onore, ricca di testimonianze storico-artistiche dal Seicento all’Ottocento, fu adibita a Museo dell'Appartamento Storico.

 

 

APPARTAMENTI PRIVATI DI FERDINANDO II * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, in alcune sale chiuse al pubblico, è custodito il Fondo Aosta, donato nel 1947 da S.A.R. Elena d'Orléans. Si tratta di una collezione di circa 9.800 fotografie appartenuta ad Elena d'Orléans, moglie di Emanuele Filiberto duca d'Aosta. Alle foto private della famiglia Aosta si affiancano veri e propri reportage dei safari e delle battute di caccia grossa compiuti in Africa dai duchi, servizi fotografici che documentano usi e costumi delle popolazioni indigene dell'Africa d'inizio secolo. Numerose foto ufficiali dei duchi recano, infine, preziose testimonianze alla memoria storica dell'Italia tra l'inizio del secolo e l'avvento del fascismo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

CHIOSTRO SANT’AGOSTINO ALLA ZECCA A PALAZZO ASCARELLI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

A Palazzo Ascarelli c'è un chiostro pensile seicentesco, scorporato dal complesso monastico di Sant’Agostino alla Zecca a fine ottocento. Dal chiostro, chiuso da un lucernario in stile liberty di fine Ottocento, si accede alla Sala Capitolare, la stessa dove nel 1647 si svolse il processo a Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, e in cui fu condannato a morte. Dopo un lungo periodo di abbandono, oggi l’edificio è di proprietà di una famiglia di imprenditori mecenati.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

CROCIERA INFERIORE GALLERIA UMBERTO I E SALONE MARGHERITA  

Molti non sanno ma esistono due piani di calpestio della Galleria Umberto I, quello più noto, crociera superiore, con marmi policroni posto in continuità con via Toledo con un ampio spazio cupolato all’incrocio dei bracci, e una crociera inferiore, anch’essa con ampie altezze ed illuminata di giorno dagli oblò oggi in fase di restauro, che fino agli anni ’60 ospitava oltre la cassa cambiali della Banca Nazionale dell’Agricoltura, servizi igienici e locali per il divertimento. Era il 1890, a cantiere già avanzato, il progetto fu implementato con una migliore utilizzazione degli spazi posti sotto il livello principale di calpestio della galleria, facilmente collegabili con via Verdi. Si cominciò a realizzare una grande sala per spettacolo con volta ad ombrello che sarebbe diventata poi il notissimo “Salone Margherita” per spettacoli di cafè chantant. Una chicca delle meraviglie di Napoli nascoste che varrebbe la pena recuperare.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

PALAZZO DELLA BORSA, SEDE CAMERA DI COMMERCIO  

La Camera di Commercio di Napoli venne istituita da Giuseppe Bonaparte nel 1808. Spetta dunque a questa prima Camera di Commercio del Regno di Napoli, di occuparsi del commercio e dell'organizzazione di una "Borsa". La sede fu nel Monte dei Poveri Vergognosi, in via Toledo. Con il ripristino del periodo borbonico la Camera di Commercio di Napoli si trasferisce al palazzo dei Ministeri (Palazzo San Giacomo). Il palazzo fu costruito su progetto di Alfonso Guerra e Luigi Ferrara. Durante il Fascismo furono aggiunti i due obelischi ai suoi lati. L'antichissima Cappella di Sant’Aspreno, compresa all'interno dell'edificio del Palazzo della Borsa, porta il nome del primo vescovo di Napoli, Aspreno. Il dodici settembre, la rabbia tedesca che infuria sull'Università, spargendo sangue di vittime innocenti, colpisce anche il palazzo della Borsa, e tenta di distruggerlo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

MEMUS: MUSEO E ARCHIVIO STORICO DEL TEATRO DI SAN CARLO * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Ogni anno il Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo celebra un'importante ricorrenza musicale o coreutica, attingendo al ricco patrimonio della storia del Lirico napoletano. In occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini, sono in programma numerosi eventi artistici e culturali. Il fulcro delle Celebrazioni sarà una mostra documentaria e iconografica, in cui verranno esposti materiali inediti e di grande pregio storico e artistico provenienti dalla ricca Collezione di Sergio Ragni, corredata da una installazione artistica multimediale.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

CIRCOLO ARTISTICO POLITECNICO  

Il Museo, dedicato al Principe Caravita di Sirignano, primo presidente dell’Associazione, è rappresentativo dell’800 e '900 napoletano, frutto di una raccolta sviluppata nel tempo dai soci e testimonianza di uno dei secoli più floridi di Napoli. Il Museo abbraccia l’intera sede, nella quale ebbero vita L’Accademia Napoletana di Scacchi, la Scuola di Arte Drammatica e il Teatro dei Giovani. Di notevole pregio è la sala realizzata nel 1912, in perfetto stile liberty, dall’arch. Giovan Battista Comencini. Molto caratteristica anche La Farmacia che conserva ancora le caricature dei soci e dei vasi dipinti a tema, espressioni del caustico spirito sociale dei suoi frequentatori. Della collezione fanno parte opere pittoriche e scultoree di grandi artisti soci come Dalbono, Caprile, Viti, Jerace e De Luca, dalla seconda metà dell’ 800 ad oggi.

  

 

VILLA ROSEBERY: PARCO E PALAZZINA BORBONICA  

Villa Rosebery, uno dei principali esempi del neoclassicismo a Napoli, è situata nel quartiere Posillipo ed è oggi la residenza napoletana del Presidente della Repubblica Italiana. La villa fu costruita agli inizi dell’Ottocento, dal conte austriaco De Thurn, che vi fece edificare una piccola residenza con cappella privata e giardino. Dopo la guerra restò vuota e abbandonata, finché nel 1957 fu inclusa tra i beni immobili in dotazione alla Presidenza della Repubblica.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Residenza del Presidente della Repubblica

 

 

POZZUOLI (NA)

 

ACCADEMIA AERONAUTICA  

L'Accademia Aeronautica è un istituto militare per la formazione degli ufficiali dell'Aeronautica Militare. La sede è posta nel comune di Pozzuoli al confine con il comune di Napoli. Ha il compito di preparare "giovani ufficiali dai saldi principi morali, motivati ed in possesso delle qualità personali, militari e professionali necessarie per ben operare al servizio del Paese". È tra le più antiche accademie aeronautiche nel mondo, avendo iniziato le attività nel 1923. 

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

SORRENTO (NA)

 

BASILICA DI SANT'ANTONINO  

La Basilica è stata costruita presso lo vecchia chiesa di Sant'Agrippino, vicino alla quale sorse l'Oratorio di San Martino, realizzato - secondo lo tradizione - dallo stesso Santo.

Del convento di Sant'Agrippino - dell'Ordine di San Benedetto - Antonino fu eletto Abate ed ivi morì, nell'anno 625 d.c.

L'epoca della sua costruzione non è determinabile con precisione. Doveva esistere nell'anno 835d.c. quando il principe Siccardo di Benevento inviò lo figlia invasato dal demonio, perché fosse liberata dal Santo (come le storie raccontano sia avvenuto) e fu costretto a togliere l'assedio a Sorrento. E’ certamente da quella data che la pietà dei fedeli rese il tempio dedicato all' Abate Antonino sempre più bello e nel 1380 vi fu fondata una Confraternita di battenti che si radunava nel succorpo.

 

 

IL BASTIONE DI PARSANO E LE ANTICHE MURA URBANE  

Sorrento ha potuto contare fin da epoca romana su una solida difesa, assicurata da una imponente cerchia muraria, tuttavia solo in epoca assai più recente la murazione urbana ha assunto l'aspetto ancora oggi parzialmente conservato. Essendo esposta al rischio delle incursioni saracene, che soprattutto nel corso del Cinquecento devastarono buona parte delle località marittime dell'Italia Meridionale, la città – durante il periodo del viceregno spagnolo – fu al centro di una intensa attività volta a garantire un massiccio sistema difensivo del centro abitato. A partire dai primi anni del XVI secolo le mura romane, più volte restaurate in epoca medioevale, furono completamente rinnovate e rese di fatto invalicabili. La presenza di un Castello (oggi purtroppo scomparso) testimoniava la valenza della porta rivolta ad oriente, verso il Piano, che era considerata come la porta maggiore.

  

 

VILLA ROMANA DEI BAGNI DELLA REGINA GIOVANNA  

La villa romana del Capo di Sorrento, detta dalla tradizione popolare “I bagni della regina Giovanna”, è una delle antiche ville marittime meglio conservate della Penisola Sorrentina. Nell’ambito del diffuso fenomeno della villeggiatura romana nel golfo di Napoli, la villa fu costruita in un punto geografico scelto ad hoc, in cui era possibile godere di una prospettiva unica sul golfo di Sorrento, la baia di Napoli e l’isola di Ischia. In età romana l’intero complesso si sviluppava su tutto il promontorio del Capo e comprendeva due nuclei abitativi, uno a monte avente funzione agricola, e una parte residenziale costruita in prossimità del mare. Un articolato sistema di rampe e gallerie collegava i diversi ambienti della villa mentre i dislivelli del promontorio erano superati mediante l’utilizzo di terrazze artificiali. Un eccezionale bacino d’acqua naturale rappresentava il punto di interconnessione con gli ambienti disposti sul plateau roccioso (bagno della Regina Giovanna).

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Privato

 

 

GRUPPO FAI DI NOLA

 

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI NOLA

Il borgo medioevale

 

NOLA (NA)

 

PALAZZO ORSINI  

Il Palazzo dei conti Orsini si affaccia sull'attuale piazza Giordano Bruno, ed è ubicato tra le due importanti fondazioni francescane della città di Nola, il monastero maschile di San Francesco e quello delle clarisse di Santa Chiara, entrambi di fondazione della famiglia comitale. Gli Orsini furono tra le più potenti famiglie romane che estesero il loro dominio nell'Italia meridionale acquistando importanti incarichi nel Regno di Napoli. Imparentati con papi, cardinali e illustri esponenti della vita politica del tempo. La fondazione del palazzo si deve al conte Niccolò Orsini, che nel corso del XIV secolo, fu promotore della costruzione di diverse fabbriche religiose in città, nonché del riassetto urbano della stessa. Niccolò ricoprì importanti compiti di giustiziere del regno e di delegato del papa in Tuscia. Amico di Santa Brigida, condusse a Nola la Santa, che ospitò nel proprio palazzo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Sede del tribunale

 

 

COMPLESSO DI SANTA CHIARA  

Il Complesso di Santa Chiara di Nola occupa tutta la zona tra via Santa Chiara, via Pompeo Fellecchia, vicolo Foro Boario, viella di Santa Chiara e corso Tommaso Vitale. I vari corpi di fabbrica che compongono il complesso sono realizzati in epoche storiche diverse. La parte più antica del Complesso di Santa Chiara è composta dall’edificio sacro della Chiesa di Santa Maria Jacobi. La prima comunità di clarisse si insediò a Nola per volere del conte Roberto Orsini, che fece adattare una chiesa romanica in romitorio, in modo da accogliere le francescane. Nicola Orsini, il figlio di Roberto Orsini fece ampliare e ristrutturare il monumento in stile gotico. Di indubbio interesse sono gli affreschi lungo le pareti della Chiesa di Santa Chiara. Un ulteriore ampliamento dell’edificio sacro ebbe luogo nel XVIII secolo, nello stesso periodo fu rimaneggiato anche il monastero. Ad occuparsi dei restauri del XVIII secolo fu l’architetto Ferdinando Sanfelice.

  

 

CHIESA DI SAN BIAGIO  

La Chiesa di San Francesco, oggi San Biagio, di fondazione tardo duecentesca,  ampliata, nel corso del trecento, per volere del conte  Niccolò Orsini, ospitò una fiorente comunità francescana, di cui a pochi passi resta anche il palazzo comitale, interessante testimonianza di architettura rinascimentale che conserva al di sotto del piano di calpestio, resti archeologici di epoca romana.
Dell'originario impianto medievale, resta visibile l'abside ed il coro di età gotica, il portale sul cui architrave sono scolpiti al centro la Madonna col Bambino tra San Pietro, San Paolo, San Francesco e Santa Brigida. Al di sopra la lunetta, con l'affresco della Madonna della Misericordia, congregazione a cui  fu affidata la chiesa nell’800, allorquando l'edificio di culto fu titolato a San Biagio. La chiesa fu eretta a parrocchia all’inizio del’900.

 

 

DELEGAZIONE FAI DI SALERNO

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI SALERNO

 

L' Arte Sacra nel Salernitano

 

AMALFI (SA)

 

MUSEO DIOCESANO  

Risale al 1996 l’istituzione del Museo, che raccoglie argenti, paramenti sacri, croci, reliquiari, appartenenti al tesoro della cattedrale, oltre a pregevoli sculture lignee e dipinti di varia cronologia e provenienza. Il ricco patrimonio artistico si è costituito nel corso dei secoli grazie al forte sentimento devozionale tributato all’apostolo Andrea, di cui la cattedrale custodisce le spoglie.Insieme alle opere esposte, fanno parte integrante del museo le colonne, i capitelli, i bassorilievi, le iscrizioni e gli affreschi che costituivano l’arredo dell’antica basilica.Il portale maggiore del Duomo presenta una lunetta, che racchiude al suo interno un affresco di Domenico Morelli e Paolo Vetri, ed una porta in bronzo, fusa a Costantinopoli. L'interno è rivestito da marmi. Sull'altare maggiore barocco si trova una grande tela raffigurante La crocifissione di sant'Andrea Apostolo, copia da Mattia Preti. Nelle cappelle laterali sono conservate opere di arte gotica e rinascimentale.

  

 

DA AMALFI A RAVELLO LUNGO IL DRAGONE - ESCURSIONE CAI  

Il percorso ha inizio da piazza Duomo di Amalfi e prosegue per piazza Municipio fino ad imboccare la scala che conduce alla panoramica Via Nova, un’antica pedonale di collegamento, che percorreremo per raggiungere il più piccolo (per estensione) comune d’Italia: Atrani. Dalla piazza principale ci incamminiamo per via Arte della Lana. A breve distanza sorge la Chiesa del Carmine, altra tappa importante della nostra passeggiata, che raggiungiamo dopo aver proseguito lungo il corso del Dragone (il torrente che attraversa il paese), quasi al limite dei confini di Atrani con il vicino e più ingombrante comune di Ravello. La scala che adesso stiamo affrontando passa vicino alla minuscola cappella di S. Michele Arcangelo. Superato la pietra di confine ed entrati nel territorio del comune di Ravello, imbocchiamo una stradina pedonale in leggera salita a valle della quale sentiamo il lieve mormorio del torrente mentre scende diretto al mare. Attraversato il bivio di Pontone arriviamo a Ravello.

  

 

PAGANI (SA)

 

MUSEO ALFONSIANO  

Il Museo Alfonsiano nasce per documentare e promuovere la conoscenza della figura del Santo e per conservare il patrimonio storico-artistico del monastero paganese. Fu inaugurato il 12.11.1990 da papa Giovanni Paolo II. Allestito negli stessi ambienti frequentati in vita da sant’Alfonso, costituisce un agevole itinerario nella biografia e nella spiritualità del santo. Il clavicembalo, su cui suonava la famosa “Tu scendi dalle stelle”, e i dipinti da lui eseguiti in collaborazione con noti pittori napoletani del ‘700, riportano alla sua profonda cultura e poliedrica personalità. Altre testimonianze della vita del santo presenti nel museo sono: l’altare sul quale celebrava la messa, la poltrona usata durante la malattia, il letto, i paramenti sacri, la sedia a rotelle, il bastone e il Presepe del‘700 in ceramica di Capodimonte. Annessa al Museo, la Pinacoteca raccoglie oltre 100 dipinti.

   

 

RAVELLO (SA)

 

MUSEO DELL'OPERA DEL DUOMO  

Il Museo dell'Opera ospita una raccolta di antichi materiali lapidei, urne cinerarie romane e reliquiari cristiani. Di particolare interesse sono alcuni degli elementi scultorei superstiti del bestiario medievale che componevano il ciborio originale(1279)del duomo, opera di Matteo da Narni e dono di Matteo Rufolo(fu rimosso nel 1773 a causa delle sue cattive condizioni statiche: il ciborio s'innalzava su quattro colonne con capitelli corinzi che reggevano gli architravi decorati a mosaico e con i simboli dei quattro Evangelisti. Al di sopra si elevava una cupoletta a due ordini sovrapposti di colonnine. Il tondo mosaicato dell'Agnus Dei coronava il fastigio. L'aquila, simbolo dell'evangelista Giovanni, fino al 1973 era stata collocata sulla lunetta del portale principale del Duomo. Da notare poi il cosiddetto busto di Sigilgaida Rufolo(opera di Nicola di Bartolomeo da Foggia)che in passato era collocato sul portale di accesso all'ambone del Vangelo.

   

 

SALERNO (SA)

 

SEDE FAI, AULA DI CULTO DI PALAZZO PEDACE  

All'interno della prestigiosa sede del FAI di Salerno allocata al piano terra dell'antico palazzo Pedace sarà ospitata la mostra: "Le icone miracolose del Monte Athos" a cura della pittrice ed iconografa Rosanna Cappello. Le origini salentine dell'artista l’hanno indotta a recuperare quelle radici che l’Arte Bizantina ha lasciato in Puglia, come testimonianze antiche e profonde e fonte di grande interesse per nuove prospettive. Fedele ai canoni figurativi ed agli archetipi iconografici dettati come “regole” dai Padri della Chiesa, Rosanna Cappello realizza le sue opere, dopo un lavoro di ricerca, con una stabilità iconografica e precisione tecnica che le connota per valore ed apprezzabilità.

  

 

 

DUOMO DI SALERNO: LA CAPPELLA DEL TESORO DI SAN MATTEO  

La Cappella del Tesoro è un vano annesso alla sacrestia, terminato dall’arcivescovo Cervantes alla metà degli anni sessanta del Cinquecento per la custodia delle reliquie dei santi.Nel 1730fu dipinta la volta, raffigurante Il Paradiso salernitano ricco delle immagini di santi legati alla Chiesa salernitana. L ’autore è il pittore beneventano Filippo Pennino,attivo nella prima metà del XVIII secolo. Nel locale hanno trovato sistemazione le statue d’argento e i reliquiari. Le statue d’argento sono cinque e vengono portate in processione ogni anno durante le celebrazioni patronali. La più importante è quella di san Matteo, opera dell’argentiere napoletano Nicola de Aula, del 1691.Delle tre statue dei santi martiri, quelle di san Caio e sant’Anthes sono state realizzate in collaborazione dagli argentieri Benedetto Monaco e Tommaso Rivaldi nel 1706,mentre quella di san Fortunato dal Rivaldi nel 1710.L’ultima statua raffigura il papa Gregorio VII opera dell’argentiere Giacinto Buonacquisto del 1742.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. scelta della curia

 

 

MOSTRA "IL RECUPERO DI UN PATRIMONIO DEVOZIONALE MINORE"  

Le immagini in mostra sono un campione della religiosità popolare nel salernitano fra ‘800 e primo trentennio del ‘900 con esempi dei secoli precedenti. E’ il patrimonio storico-artistico un tempo considerato minore, disseminato in stradine e vicoli a proteggere e accompagnare il viandante. L’esposizione comprende una trentina di pannelli e mattonelle ceramici devozionali, in una particolare metodologia che restituisce l’immagine fotografica su supporto di cotto, con assoluta fedeltà anche nelle eventuali abrasioni, rotture o difetti di cottura. Questo “patrimonio minore” mette a fuoco tutti i particolari culti religiosi legati al territorio provinciale, dove santi e madonne ora si rivestono di antichi attributi pagani, ora esprimono profondi influssi orientali.

  

 

 

PINACOTECA PROVINCIALE: LA SALA DEI POLITTICI  

“Le tavole del polittico della Chiesa Comunale di S. Antonio di Buccino, tolte dalle pareti, giacciono ora a terra nella Chiesa stessa, che è ridotta ad uso di legnaia e di deposito di attrezzi di agricoltura”. L’opera è la prima documentata del giovane Andrea Sabatini, pittore salernitano influenzato dal leonardismo che Cesare da Sesto, milanese, aveva diffuso nel meridione: il Polittico di Buccino gli fu commissionato nel gennaio del 1512. Ancora da Buccino provengono due tavole, San Giovanni Evangelista e Santa monaca, opere dell’ultimo decennio del Cinquecento.Al 1460-’70 si data il Trittico dal monastero della Piantanova di Salerno, attribuito al “Maestro dell’Incoronazione di Eboli”, dal quale si evince il sostrato culturale di matrice spagnola esistente prima dell’arrivo, dal nord, di artisti quali il sunnominato Cesare da Sesto o Cristoforo Scacco.Il sec XVII è rappresentato da dipinti come “Il sacrificio di Isacco”, nei modi di Francesco Guarino, “Salomè con la testa del Battista"

  

 

 

MUSEO DIOCESANO "SAN MATTEO": COLLEZIONE EBURNEA MEDIEVALE  

Di particolare rilievo le opere medievali, fra le quali troviamo il Ciclo eburneo salernitano, la più importante collezione al mondo di avori incisi di epoca medievale. Il ciclo è composto da 72 pezzi superstiti, di cui 64 rimangono a Salerno: 15 tavolette che rappresentano le scene del Vecchio Testamento, 19 desunte dal Nuovo testamento, 10 medaglioni rappresentanti dieci apostoli, 3 medaglioni con i committenti oranti, 15 frammenti di cornici e due colonnine binate. La datazione oscilla fra il 1084 e la prima metà del XII sec., e tra le varie ipotesi si pensa che furono commissionati da tre membri della famiglia Altavilla, famiglia di Roberto il Guiscardo, il condottiero normanno che sovvenziono i lavori di costruzione della Cattedrale di Salerno. Il ciclo rivela un complesso patrimonio culturale che attinge da diverse correnti artistiche, dalle arcaiche reminiscenze carolingie e ottoniane che si fondono ai modi della coeva scultura romanica, a riferimenti bizantini.

  

 

 

DUOMO DI SALERNO: LA CRIPTA  

La cripta costituisce il primo nucleo nella costruzione del duomo. E' stata inaugurata nel marzo 1081, alla presenza di Roberto il Guiscardo. E’ composta da un’unica grande aula triabsidata, corrispondente al transetto superiore. La cripta, come la si vede oggi, corrisponde ai lavori eseguiti agli inizi del Seicento ad opera degli architetti Domenico Fontana e del figlio Giulio Cesare. Al centro dell’aula c’è la doppia statua bifronte in bronzo, opera dello scultore fiorentino M. Naccherino, il quale appone la sua firma con la data 1606 sul mantello del santo. Gli affreschi della volta sono distribuiti in trentasei ovali e raffigurano la Vita di Cristo, opera di B. Corenzio. Suoi anche i dipinti che decorano la volta dell’abside centrale, con il Martirio dei santi Caio, Fortunato ed Anthes. L’abside è stata anche la cappella della Scuola Medica Salernitana. Alle pareti della cripta sono collocate dieci statue, raffiguranti i primi vescovi salernitani.

  

 

 

LA CHIESA DI SAN GIORGIO  

La chiesa è uno dei maggiori esempi di barocco nella città di Salerno. Fu costruita nel Cinquecento sostituendo un edificio più antico, quando l’attiguo e omonimo monastero divenne la principale sede delle suore benedettine in città. L’aspetto barocco si deve ai grandi rifacimenti attuati tra 1670 e 1680, quando la chiesa venne decorata con una profusione di stucchi dorati e di affreschi, molti dei quali dei noti artisti campani Angelo e Francesco Solimena, padre e figlio. Il complesso venne soppresso con i decreti napoleonici e passò poi alla municipalità nel 1869. Il monastero fu riconvertito in caserma e ancora oggi ospita i Carabinieri e la Guardia di Finanza; la chiesa fu ceduta nel 1874 alla Confraternita del Purgatorio, a cui si sono sostituiti nel 1960 i Padri Domenicani. La chiesa presenta un impianto imponente: la navata unica è coperta da una volta a botte completamente affrescata, mentre all’incrocio tra la navata e il transetto si trova la cupola, anch’essa grandiosamente

  

 

 

CURIA ARCIVESCOVILE: IL PRESEPE DI ANNA BARONE DE RISO  

Anna Barone che così descrive l’opera “La spinta a creare i miei pastori è venuta dal desiderio di far comprendere ai miei “bambini”, quaranta anni fa lo erano, lo spirito del Natale. Per me il Natale è la grande festa d’amore, è la famiglia che amo riunire numerosa intorno a me, è il presepe fatto in casa. Le prime statuine erano di resina. Decisi allora di abbandonare la plastica, e presi a frequentare San Gregorio Armeno, il celebre vicolo di Napoli regno di vecchi pastorai. I miei pastori diventarono quindi articolati e il gioco diventò ancora più affascinante. Scoprii che nel presepe la mia naturale attitudine alla creatività poteva trovare la sua realizzazione più congeniale spingendomi ad immaginare spazi artistici sempre più complessi, tipi umani più variegati, oggetti, suppellettili. Prima due, la Madonna e San Giuseppe, poi i Re Maghi, il bue e l’asinello poi la capanna, la casa, le case ... il presepe si espandeva

  

 

 

PALAZZO CONFORTI: PREZIOSI DIPINTI INEDITI DEL XVIII SEC. * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Al secondo piano, nascosto agli sguardi da un alto muro, si apre un delizioso giardino pensile, visibile solo dagli appartamenti al terzo piano; da questi si può accedere a un’ampia terrazza e spaziare sulla splendida vista della costiera e del golfo di Salerno. Il palazzo custodisce, negli appartamenti del piano nobile, preziosi dipinti inediti e sconosciuti ai più del pittore napoletano Lorenzo de Caro (Napoli 29 maggio 1719 – Napoli 2 dicembre 1777), emersi durante i lavori di ristrutturazione eseguiti un decennio fa, ma si possono ammirare anche i dipinti di pregio, eseguiti negli ultimi cento anni da artisti salernitani, ogni qualvolta i tempi imponevano ai proprietari una nuova decorazione “à la page”.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Abitazione privata

 

 

DELEGAZIONE FAI DI AVELLINO

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI AVELLINO

 

I giovani riscoprono le bellezze ambientali e storiche dell'Irpinia

 

CASSANO IRPINO (AV)

 

SORGENTE POLLENTINA  

La sorgente Pollentina è il principale recapito della falda della circolazione idrica sotterranea del Monte Terminio-Tuoro, costituito da calcari e con un "carsismo" sviluppato. Per preservare la purezza delle acque, una cupola evita la dispersione dell'ossigeno che, in bolle, affiora alla superficie e va ricordata non solo per l'alimentazione di 2 acquedotti, Alto Calore e Pugliese, realizzati all'inizio degli anni '60, ma anche per la tecnologia che ha consentito di captare tali acque e portarle in superficie. La risorsa idrica del complesso delle sorgenti di Cassano è utilizzata a scopo potabile e tramite la Galleria di Valico raggiunge Campania, Puglia, Basilicata e Campobasso.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Luogo sensibile.

*** Luogo con criticità. Luogo sensibile per la presenza della sorgente.

 

LAURO (AV)

 

VILLA PANDOLA SANFELICE  

La Villa, dalla facciata ottocentesca su una preesistente struttura quattrocentesca, di origine conventuale, appartenne alla famiglia Pandola, di forti tradizioni liberali, la cui ultima rappresentante Emilia andò in sposa, all'inizio del XX Secolo, a Giuseppe Sanfelice, figlio del Marchese di Monteforte, esponente del legittimismo borbonico. Negli arredi e negli oggetti e documenti che verrebbero appositamente esposti - da un lato legati al Risorgimento ed ai suoi protagonisti , dall'altro alla vita di corte del Regno delle Due Sicilie - si riscontrano queste due componenti, contrastanti, ma entrambe rilevanti nella storia, nelle tradizioni e nei costumi napoletani.

  

 

 

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA IN PERNOSANO  

La Chiesa seicentesca di Santa Maria Assunta di Pernosano, a Pago del Vallo di Lauro, nasconde sotto di sé un precedente edificio risalente alla prima metà del IX Secolo, a sua volta  edificato su un preesistente insediamento romano. L'edificio ipogeo, recuperato da un recente restauro, fu voluto dal principe Longobardo Landolfo I figlio di Atenolfo, Duca di Capua e Benevento, regnante fino al 943, e comprende affreschi di notevolissimo interesse raffiguranti i Santi Paolino, Felice e Massimo.  I lavori di scavo e restauro, tuttora in corso,  testimoniano sia una consuetudine religiosa locale di passaggio di pellegrini, sia una tradizione pittorica artistica che non può essere considerata un episodio marginale e periferico, bensì uno dei momenti più alti e significativi dell'intreccio di relazioni fra la cultura orientale e quella longobarda.

  

 

 

CHIESA DI S. MARIA DELLA PIETÀ  

Le più antiche notizie della Chiesa di S. Maria della Pietà, in passato detta anche “S. Maria de Fellino”, risalgono al XIV sec. È infatti riportata in un elenco delle chiese della Terra di Lauro negli anni 1308-1310. Ma attraverso una indagine sui reperti di scavo del suo ipogeo sono stati rinvenuti, come già accennato nella sintesi storica, frammenti marmorei e strutture murarie di epoca romana  imperiale che confermerebbero le notizie riportare nel citato manoscritto del XVII secolo, secondo le quali, anteriormente alla chiesa, vi sarebbe esistito in sito un tempio pagano. Nel medesimo scavo (1980) è stato messo in luce anche un atrio che precede il portale di ingresso dell’antica chiesa. La Pietà è stata nei secoli più volte visitata dai vescovi diocesani: ad esempio Scarampo (1553), Lancellotti (1615), Gonzaga (1666), ecc..

  

 

 

CASTELLO LANCELLOTTI  

Di origine longobardo-normanna il castello, che domina l'abitato di Lauro, è citato per la prima volta in un documento del 976. Appartenuto ai vari feudatari che si sono succeduti a Lauro delle potenti famiglie dei Sanseverino, degli Orsini, dei Pignatelli, fu acquistato dai Lancellotti nel 1632. Incendiato dai francesi nel 1799, per rappresaglia contro un attentato all'esercito repubblicano, fu ricostruito dal Principe Filippo Lancellotti alla fine dell'Ottocento in uno stile architettonico composito.  Le mura racchiudono due ampi cortili, con fontane e vasche, gli appartamenti privati, le sale di rappresentanza, un torrione con loggia che affaccia sul Vallo di Lauro, le scuderie, la rimessa per le carrozze, ed una cappella e sono sovrastate da due torri merlate.

  

 

 

QUINDICI (AV)

 

CHIESA DI SANT'ANIELLO  

Scoperti durante alcuni lavori di restauro nel 1980, gli affreschi della chiesa di Sant'Aniello a Quindici rappresentano San Gennaro e sei suoi compagni di martirio (Sossio, Desiderio, Festo, Proculo, Eutiche e Acuzio): la tradizione vuole che questo ciclo di affreschi sia la più antica raffigurazione di San Gennaro. Esso risale al secolo XII, mentre le origini della piccola chiesa, databili attorno al IX secolo, sono attribuite ad un atto di devozione di alcuni abitanti del paese, che hanno poi assunto il cognome di Santaniello, tutt'ora molto diffuso nella zona .

  

 

 

DELEGAZIONE FAI DI BENEVENTO

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI BENEVENTO

 

 

SANT'AGATA DE' GOTI (BN)

 

PALAZZO MOSERA  

Palazzo Mosera è di origini cinquecentesche ed è appartenuto, fino agli anni '60, alla famiglia Masera, antica famiglia di Sant'Agata che si è distinta nei secoli per il proprio contributo alla crescita civile del paese.
Il palazzo fu acquisito al Demanio Pubblico per mancanza di eredi e poi acquistato dal comune nel 1986.
Al piano terra è conservato in buono stato l'impianto di molitura dell'antico frantoio del 1800; in seguito a lavori di restauro, sotto il piano di calpestio è stato  rinvenuto e riportato alla luce un sistema di vasche per il convogliamento delle acque derivanti dalla lavorazione dell'olio
La cantina, profonda 19 metri, si raggiunge da una scala alla fine della quale si apre un grande ambiente  che, oltre alla caratteristica comune ad altre cavità del centro storico, con occhi o bocche di lupo che raggiungono il piano stradale, presenta piccole cavità dovute alla formazione di bolle gassose formatesi durante la sedimentazione del tufo risalenti a  30.000 anni fa

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Aperto su richiesta

 

 

PORTA SAN MARCO  

Porta San Marco è situata lungo il perimetro della mura della città di Sant'Agata de' Goti  ed è la porta orientale, sormontata da un colosso difensivo, il cd.Torrione, così chiamato per la sua mole.
Costituiva uno dei tre antichi accessi alla città.
L'immobile è stato interessato da un intervento di recupero; attualmente appartiene al Comune ed è sede del centro informativo multi mediale per la valorizzazione storica, artistica e culturale del luogo.

  

 

LAVATOIO REULLO  

E’ la più interessante tra le strutture d'acqua santagatesi. Il lavatoio si costituisce di due grosse vasche, con tettoia centrale. Si caratterizza per una stravaganza costruttiva molto affascinante: l'ingresso alla struttura è coronato da un arco gotico, appartenente ad una seconda costruzione che racchiude la prima del XIV secolo.
La zona circostante è ricca di sorgenti d’acqua e a poca distanza dal lavatoio passa il fiume Isclero.

  

 

PALAZZO SAN FRANCESCO  

L'ex convento di San Francesco risale al XIII sec.. La prima comunità francescana, che aveva sede nella cappella di san Francesco Vetere, fuori dal centro murato, essendo spesso molestata da ladri e banditi, ottenne un terreno dentro le mura che venne acquistato da Clemente IV e sul quale sorse la chiesa attuale (1282) di cui restano alcune delle monofore gotiche originarie, murate sulla parete verso il chiostro. Il convento, soppresso nel 1809, divenne, assieme alla annessa chiesa, di proprietà del demanio ed oggi è sede del Comune di Sant'Agata de' Goti.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

CHIESA DI SAN FRANCESCO  

Appartenuta ai frati minori conventuali, la chiesa si offre al visitatore con la sua facciata e il suo interno barocco e la torre con orologio e cuspide maiolicata, recentemente restaurata. E' visitabile anche il chiostro cui si accede attraverso il grande portale del 1747. Il controsoffitto della chiesa è in legno, a modo di cielo stellato, dipinto in oro ed azzurro. Al centro vi è una tela del 1650, raffigurante "San Francesco in estasi". Il convento, dopo la soppressione del 1809, è ora di proprietà del comune di Sant'Agata ed è utilizzato per concerti o incontri culturali.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

Guardia la Bella: il borgo medievale, il castello, le chiese, le cappelle, i musei e le fontane

 

GUARDIA SANFRAMONDI (BN)

 

FONTANA DELLA PORTELLA  

La fontana della Portella, edificata tra il XVI e XVII sec., si trova in fondo a Via Portella. E' posta sul basamento del blocco roccioso su cui appoggia il Castello, addossata alla parete della roccia e collocata in direzione nord. Scolpita in pietra bianca locale, presenta due mascheroni da cui fuoriescono i getti d'acqua, che ricadono nel blocco monolitico della vasca. Sulla parte alta campeggia, lavorato in rilievo, lo stemma di Guardia Sanframondi.

  

 

 

PALAZZO DEL COMUNE ANTICO E LA FONTANA DI PIAZZA ANTICA  

Il palazzo è stato anticamente sede del Comune da cui deriva, come è intuibile, il suo nome. E' costituito da due piani ed è risalente al XIV secolo.
La facciata presenta piccole bugne ad intonaco e stucco di stile neorinascimentale (XIX secolo).
Nei pressi vi è la fontana di Piazza Antica, cosi detta perché ha conservato la denominazione antica della strada in cui è posta il cui nome era "Via di Piazza Antica" poi rinominata Via Filippo Guidi. E' posta difronte la Chiesa della Ave Gratia Plena e risale al 1866.
La fontana riempie, con le sue sobrie  linee classicheggianti esaltate dalla locale pietra bianca con cui è stata realizzata, l'angusto "largo" in cui è ubicata.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

DOMUS MATA (PALAZZO PICCIRILLI) * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Palazzo del XIV secolo appartenuto da sempre alla famiglia Piccirilli; attualmente di proprietà della fam. Mancini ed ospita il Museo delle Arti. E' incastonato tra le mura di cinta dell'antico borgo e tra due torri medievali di cui una trasformata a riserva d'acqua a mo' di pozzo. Sviluppato su tre piani, in epoca medievale allocava le botteghe al piano seminterrato. L'ingresso principale all'edificio ha un portale barocco e si apre all'interno del centro storico; un secondo ingresso da piazza Canalicchio consente di notare l'ampliamento del palazzo (tra il XVIII e l'inizio del XIX) con un accesso rotabile all'esterno delle mura per consentire alle carrozze di entrarvi direttamente. Un terzo accesso, lato giardino, ha un portale probabilmente realizzato con elementi di spoglio del vicino santuario. E' visibile la presenta di elementi tipici del periodo medievale, longobardo, rinascimentale nonchè archi ed uccelliera ottocenteschi. Forte è l'impatto paesaggistico della struttura.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

FONTANA DI FONTANELLA  

"La fontana di Fontanella" mantiene il suo antico nome che si è esteso a tutto il quartiere denominato appunto "Fontanella".
La presenza dell'acqua delle fontane costituisce elemento prezioso caratterizzante la vita del vecchio borgo. Anche nella loro semplicità  le fontane, i fontanili e gli abbeveratori testimoniano la grande  attenzione delle antiche amministrazioni alle condizioni di vita degli abitanti del borgo. Le fontane, infatti, costituiscono una infrastruttura di approvvigionamento dell'acqua, indispensabile alla vita quotidiana; ristoro per gli uomini e per gli animali che rientravano a casa dopo una giornata di duro lavoro nei campi.

  

 

FONTANA DEL CANALICCHIO  

La fontana del Canalicchio è cosi detta dalla strada omonima.
E' caratterizzata da un vascone in pietra, costituito da un blocco monolitico su cui si apre un "nasone" in ferro da cui scaturisce l'acqua.

  

 

MUNICIPIO E MUSEO CIVICO  

Situato, nel Palazzo del Municipio, raccoglie e tutela opere d’arte preziose, del XVII e XVIII sec., testimonianze di un passato economicamente prospero e ricco di Arte e di Cultura che Guardia Sanframondi visse sotto il dominio dei Carafa, che favorirono i rapporti e gli scambi con la Capitale del Regno di Napoli, centro propulsore dei nuovi fermenti culturali in ogni ambito dei saperi. In esso sono custodite le opere che Paolo De Matteis eseguì per gli altari di ben tre Chiese, insieme a Domenico Vaccaro e agli scultori Paolo Bardellino e Francesco Narici che contribuirono a rendere le fabbriche di Guardia, un ricco esempio del Barocco Campano. Nel Museo è custodito anche un prezioso esemplare di Orologio del Sellaroli.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

                  

 

FONTANINO (ABBEVERATOIO)  

Il Fontanino di via Pietralata è una interessante fontana-abbeveratoio-lavatoio, non lontana dal Museo delle Farfalle. E’ una fontana in pietra, incassata nella parete, costruita in pietra bianca locale, costituita da una vasca, sormontata da una parete che porta un mascherone e due rosoni in rilievo che gettano acqua. Grazioso elemento facente parte della preziosa Rete d’acqua di fontane pubbliche e fontanili, ricca di fontane e fontanelle, di cui è intessuto il borgo antico, a riprova del grado di civiltà e dell’attenzione ai bisogni primari che la Universitas Guardiese ha sempre avuto, storicamente, verso la comunità.

 

SANTUARIO DELL'ASSUNTA  

Il Santuario - Basilica dell'Assunta e S. Filippo Neri - nella sua cornice barocca evidenzia ancora una lontana cultura romanica, offuscata da stratificazioni varie ma mai distrutta, come testimoniano la struttura dell'abside in conci non squadrati, le colonne in pietra all'interno e gli eleganti rosoni sulla facciata. Non si hanno notizie certe sulla sua origine ma gli elementi architettonici emergenti fanno risalire questo monumento al secolo XVII (l'impianto però risale certamente ad epoca precedente). La facciata è semplice e modesta in contrasto con l'interno ricco e maestoso. La chiesta è stata a lungo chiusa ed è stata riaperta al culto il 24 luglio 1984. L'abside è tutta occupata dal baldacchino settecentesco al centro del quale è collocata la nicchia della Assunta, per la quale i guardiesi, e non solo loro, hanno tanta devozione che culmina nelle famose processioni di penitenza rivissute ogni sette anni (ultima processione si è tenuta proprio lo scorso 2017).

 

CHIESA DI SAN ROCCO  

La chiesa di San Rocco è oggi chiusa al culto per problemi di staticità ed è in corso un restauro. Venne edificata nel 1575, al rione Croce ai margini del centro abitato di allora, per iniziativa degli abitanti in seguito all'imperversare di una pestilenza. Per tale motivo venne dedicata a San Rocco, riconosciuto quale santo liberatore dalla peste e dalle epidemie. La chiesa fu un importante centro di fede, arricchito ed abbellito all'interno da varie opere d'arte.
Ancora oggi, e forse dall'inizio della sua costruzione, la chiesa costituisce il punto di riferimento degli abitanti del Rione Croce in occasione dei Settennali riti di penitenza in onore dell'Assunta.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. La chiesa è al momento oggetto di restauro e viene aperta eccezionalmente in Giornate Fai

 

BORGO DEGLI ARTISTI  

Percorrendo Via Filippo Guidi e superando Porta Ratello (luogo in cui esisteva tale porta, abbattuta nel XVI sec. per facilitare l'incastellamento del Rione Groce) si giunge alla Rupe sul Ratello che è situata in pieno centro storico tra Via Costarella e Via Dietro gli Orti. La recente messa in sicurezza del torrente Ratello, grazie a briglie di contenimento, ha restituito il paesaggio all'antica bellezza, riportando la vita, la cultura e l'arte in un luogo che, ridotto in completa decadenza, era ormai un dirupo abbandonato. Dopo il restauro e la messa in sicurezza, la bellezza paesaggistica mozzafiato è riemersa nella pienezza della luce, dei tramonti e delle luminescenze notturne. Il luogo ha ispirato artisti italiani e stranieri, che vi lavorano e risiedono stabilmente, così da far diventare Via Costarella la "Via degli Artisti".

  

 

FONTANA DEI DUE MASCHERONI  

La fontana dei due Mascheroni è una fontana - abbeveratoio- lavatoio. È posta in via Fontana. È costituita da un basamento in pietra lavorata in cui sono scavate tre tazze che comunica con una seconda vasca più profonda con un piano inclinato, usato come lavapanni. I getti d’acqua fuoriescono da due mascheroni in rilievo. In alto è scolpito lo stemma comunale caratterizzato da tre torri su tre pietre.

 

MUSEO DELLE FARFALLE  

Il Museo delle Farfalle è una importante collezione di farfalle donata nel 1990 al Comune di Guardia Sanframondi dagli eredi dell'avv. Pascasio Parente, appassionato entomologo, il quale raccolse durante tutta la sua vita, con pazienza certosina, esemplari di farfalle provenienti da tutti i continenti, classificandole e conservandole. La raccolta è costituita da oltre mille esemplari e "può essere considerata unica al mondo e punto di riferimento di entomologi collezionisti" come ebbe a dire lo studioso Domenico Franco.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

CAPPELLA DI SAN PASCASIO  

Di fondazione tardo cinquecentesca (1598), fu costruita, per volontà delle sorelle De Susino, come voto alla Madonna del Loreto cui era in origine intitolata.
Intorno al 1640 fu donata alla Chiesa dell'Annunciata per poi ritornare, nel 1719, ai proprietari, i Foschini-Longo, ricchi conciatori di Guardia, che promisero di restaurarla e mantenerla in buono stato. Nel 1759, Papa Pio VI affidò alla famiglia il corpo del martire San Pascasio che sostituì la Vergine nell'intitolazione della cappella; un altare fu consacrato nel 1780 e, quindici anni dopo, la chiesetta fu rinnovata con stucchi, pitture e marmi. Le pitture di stile settecentesco rendono omaggio al tema del martirio.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

CHIESA DI SAN SEBASTIANO  

Sorta nel XVIII secolo, per iniziativa dei conciatori di pelli, su una primitiva cappella del 1515 di cui sono visibili ancora alcuni elementi. Austera nel profilo architettonico, presenta una ricchezza di opere d'arte al suo interno. Il portale di ingresso in pietra arenaria conserva intatta la sua eleganza cinquecentesca. L'interno, ad una sola navata, presenta quattro archi per lato con altrettanti altari. L'altare maggiore, in marmi rari e pregiati, arricchito da putti ed elegantissime tarsie, da solo è un'opera monumentale. Le strutture murarie e decorative sono di Domenico Antonio Vaccaro, il più prestigioso artista napoletano del '700 chiamato a prestare la sua opera come scultore, stuccatore e scenografo. I dipinti della volta e le tele sono di Paolo De Matteis chiamato a lavorare a Guardia di ritorno da Parigi ove era stato impegnato in alcuni dipinti alla Reggia di Versailles.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

FONTANA DEL POPOLO  

E' certamente, tra le tre fontane monumentali, quella più importante. Voluta dal popolo, come ricorda l'iscrizione ben visibile posta nella parte centrale, fu eretta nel 1886 su progetto e disegno dell'ing.Ciriaco Parenti di San Lorenzo Maggiore (BN).
E' in pietra bianca locale e fu sicuramente costruita da maestranza locali. Inizialmente posta dietro il condotto fu spostata successivamente.
Ha assolto sempre la funzione di fontana pubblica dispensatrice del bene primario per la comunità, fino alla costruzione dell'acquedotto.

  

CASTELLO MEDIEVALE  

La struttura originaria, presumibilmente voluta dal normanno Raone di Sanframondo nel 1139, fu più volte rimaneggiata e trasformata nei secoli. A sud fu eretta la cinta merlata divisa in cortine, con quattro torri merlate e, nella parte centrale, fu costruito il palazzo feudale con il mastio; ad est fu scavato il fossato con il ponte levatoio. Anche se non di vaste proporzioni, il castello costituiva un forte dove una guarnigione bene armata, poteva dare filo da torcere al nemico. Il tempo, le catastrofi e le intemperie lo hanno deteriorato notevolmente: il terremoto del 1456 arrecò i primi danni che furono rimediati solo parzialmente dalla ricostruzione ad opera degli Aragonesi nel 1461. Nel 1469 il castello fu affidato ai Carafa che lo tennero fino al 1806. Quando il feudalesimo fu abolito, rimase come dimora degli schiavi, addetti alla coltivazione delle terre, che non ne ebbero più alcuna cura. Solo nel XX secolo, dopo cinque anni di restauro, è stato restituito alla fruizione

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

CHIESA AVE GRAZIA PLENA  

Edificata a devozione dei cittadini di Guardia con atto notarile dell'8 maggio 1430,  fu la prima chiesa ad essere costruita nell'abitato più antico ed è stata una delle più importanti e frequentate del paese. Ingrandita prima nel 1511 e poi intorno al 1637, aveva annessi un ospedale e un brefotrofio. Crollò del tutto a seguito del terremoto del 5 giugno 1688. Fu Successivamente ricostruita in una forma architettonica diversa.
Venne consacrata tardi, solo nel 1780, da mons. Gentile. La chiesa è pianta rettangolare, ricca di stucchi e decorazioni barocche.
Il soffitto della navata è costituito da cassettoni lignei intagliati e dorati con scomparti che, molto probabilmente, presentavano dipinti.
A sinistra della navata centrale si apre il "Cappellone" o chiesa vecchia, avente tre altari.
L'organo barocco, riccamente intagliato e dorato, è stato accuratamente restaurato. Da sempre è luogo di raduno dei penitenti del Rione Piazza durante i Riti Settennali in onore di Santa Maria Assunta

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

PALAZZO SELLAROLI (SOLO ESTERNO)  

Palazzo Sellaroli risalente al sec. XVII si sviluppa su tre piani ed è un edificio "a corte di tipo nobiliare" destinato, all'inizio, a residenza unifamiliare, ora diviso in alloggi. Dalle caratteristiche storico-architettoniche si rileva che si tratta di un palazzo di forme tardo-rinascimentali, composto da un piano terra destinato a depositi, scuderia e alloggio della servitù e da un piano superiore destinato alla residenza padronale con una infilata di stanze, galleria, alcova e loggia.
Alfonso Sellaroli è illustre esponente della famiglia: nato nel 1855 a Guardia Sanframondi studiò a Firenze all'Istituto Galilei. Tornato a Guardia Sanframondi vi fondò nel 1875 una Fabbrica Nazionale di orologi monumentali da torre due dei quali installati a Guardia:uno sul campanile della basilica di San Sebastiano, l'altro sulla chiesa Ave Gratia Plena. Costruì per la Fontana del Popolo un orologio e un candelario idraulico in funzione sino al '43 anno in cui fu trafugato dai tedeschi.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

DELEGAZIONE FAI DI CASERTA

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI CASERTA

 

 

CASERTA (CE)

 

PALAZZO DELLA PREFETTURA  

Il Palazzo della Prefettura di Caserta corrisponde all’antica dimora dei principi Acquaviva d’Aragona e fu impiegato, all’arrivo di Carlo di Borbone, come residenza del sovrano nell’attesa di costruire il Palazzo Nuovo, corrispondente alla Reggia di Caserta. Qualche mese fa il nuovo prefetto di Caserta ha manifestato al direttore della Reggia di Caserta l’intenzione di aprire alla città la quadreria del suo appartamento e, grazie alle tracciature inventariali e alle schede di catalogo, è stato possibile rivedere le informazioni di base e contestualizzare i dipinti.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

Da Spartacus a Garibaldi

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE)

 

ANFITEATRO CAMPANO  

L’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, il secondo in ordine di grandezza nell’Italia antica dopo il Colosseo, fu innalzato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. in sostituzione dell’arena più antica, databile tra il 133 e l’83 a.C. e di cui oggi sono visibili consistenti tracce. L’edificio fu realizzato da Capua, poi restaurato con il colonnato e con il nuovo arredo scultoreo dall’imperatore Adriano e dedicato da Antonino Pio. Durante il dominio gotico e longobardo l’edificio continuò ad avere funzione di arena; dopo la distruzione della città nell’841 d.C. ad opera dei Saraceni, venne trasformato in una fortezza. A partire dal periodo della dominazione sveva divenne cava di estrazione di materiali lapidei reimpiegati nella costruzione degli edifici della città. Parzialmente scavato tra il 1811 ed il 1860, fu definitivamente liberato dagli enormi ammassi di terra tra il 1920 ed il 1930, con numerosi successivi interventi di restauro conservativo nel tempo.

  

 

DOMUS CONFULEIUS (BOTTEGA DEL TINTORE)  

La domus si trova a poca distanza ad est dal criptoportico della città antica di Capua e fu scoperta durante i lavori di scavo per la costruzione di un edificio privato che a tutt’oggi la sovrasta. Attraverso una scala moderna e un’altra antica in muratura si accede nella bottega detta del tintore e si entra in due triclini, interamente pavimentati in signino con accurati motivi geometrici (tappeti a losanghe, reti di esagoni, meandri e quadrati concentrici, con stelle generate da cerchi allacciati) affrescati in un I stile tardo.

 

 

BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE  

La Basilica di Santa Maria Maggiore venne eretta sulla cripta paleocristiana di San Prisco, primo vescovo di Capua, il quale iniziò la diffusione del cristianesimo. Fu fatta realizzare dal vescovo Simmaco, per ricordare il miracolo verificatosi a Roma quando, in pieno agosto, l’Esquilino fu trovato coperto da uno strato quadrato di neve. Papa Liberio interpretò l’evento come volontà divina di edificare sul posto una chiesa dedicata alla Vergine e intitolata Santa Maria Maggiore, e il vescovo Simmaco volle la stessa cosa per Capua. Secondo la tradizione, fu lo stesso vescovo, muratore di professione, a costruire la chiesa, il cui nucleo originario era composto da tre navate. Le colonne di marmo cipollino provengono dal tempio di Giove. A S. Maria maggiore, nel 781, si fermò Carlo Magno che si recava a Benevento per punire il ribelle Arechi II, ma l’intercessione dei vescovi inviati dallo stesso Arechi convinsero Carlo Magno alla pace e a riconoscere Arechi principe di Benevento.

 

 

IL MITREO  

Al Mitreo (scoperto nell’autunno del 1922 durante i lavori di scavo per consolidare un edificio privato) si accede da una porticina che immette in un ingresso ornato da un bassorilievo di marmo (realizzato nel 1932) che riproduce l’affresco di Mitra tauroctono. Il monumento ipogeo, risalente al II sec. d.C., consta di un vestibolo rettangolare, a 4 m sotto il livello stradale, orientato in direzione sud-nord, che introduce nell’aula di culto, con altare con il grande affresco semicircolare, raffigurante Mitra che uccide il toro, e banchi per i fedeli con la suggestiva copertura a botte dipinta a stelle alternate rosse e blu, ad otto punte. Il culto di Mitra, si diffuse notevolmente nel I sec. d.C., con la crisi spirituale che da un lato vedeva la decadenza del paganesimo e dall’altra l’affermarsi del bisogno di una religiosità piu’ sentita per i culti provenienti dall’oriente, tra cui Iside, Cibele e lo stesso Cristianesimo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

MUSEO ARCHEOLOGICO DELL'ANTICA CAPUA  

 

  

TEATRO GARIBALDI  

Tra i progetti presentati per il concorso bandito il 1º marzo 1887 fu scelto quello del prof. Antonio Curri che si ispirò all'Opéra Garnier di Parigi. I lavori ebbero inizio il 13 agosto 1889 e terminarono nell'arco di sette anni. Il 12 aprile del 1896 il Teatro, intitolato a Giuseppe Garibaldi, fu inaugurato con la messa in scena del "La forza del destino" di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Vincenzo Grandine. La facciata, chiaramente ispirata all'Opera Garnier di Parigi, presenta, al piano terra, una zoccolatura in pietra calcarea che si alza per oltre 1,50 metri sul livello della strada e tre portoni d'ingresso con ai lati due nicchie che ospitano le statue in gesso di Goldoni (a destra) e Alfieri (a sinistra) che simboleggiano la Commedia e la Tragedia. Sopra le porte d'ingresso ci sono quattro medaglioni che raffigurano Bellini, Rossini, Pergolesi e Cimarosa.

  

 

ARCO DI ADRIANO  

 

 

CENTOMETRIQUADRI - MUSEO ARTE CONTEMPORANEA  

Il Museo di Arte Contemporanea di Santa Maria Capua Vetere è stato inaugurato l’8 Ottobre del 2016 presso la sede del Liceo Artistico Statale Righi - Nervi, per volontà del Prof. Vittorio Vanacore, docente di arti figurative, il quale ha raccolto le opere donate da 56 artisti di rilevanza nazionale ed internazionale, in mostra permanente.

 

 

MUSEO CIVICO E ARCHIVIO STORICO  

 

 

OFFICINA DEI BRONZI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Si tratta di parte di un complesso costituito da ambienti sotterranei sovrapposti con un criptoportico e altre numerose sale datate tra il II sec. a.C. e il II sec. d.C.. L’insieme sorreggeva un edificio di grandi dimensioni, forse un grande deposito con botteghe. Nei sotterranei fu installata (I sec. d.C.) un’officina per realizzare piccoli oggetti di bronzo e complementi di arredo di cui la città all’epoca vantava una fiorente produzione.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

MUSEO DEI GLADIATORI  

Il Museo dei Gladiatori è annesso all’Anfiteatro. Con innovative soluzioni espositive sono presentati al pubblico, per la prima volta,  gli elementi superstiti della decorazione dell’Anfiteatro Campano.

  

 

DOMUS DI VIA DEGLI ORTI  

Il complesso delle strutture rinvenute in via degli Orti è interpretabile come un’abitazione signorile del tardo Impero, di cui la parte riportata alla luce potrebbe costituire la zona di rappresentanza con ambienti organizzati attorno al giardino.

 

 

PALAZZO PAPA  

Il palazzo è un edificio a corte realizzato alla fine del Settecento. È stato oggetto di un rifacimento stilistico in chiave Liberty nel 1903 ad opera dell’Ing. Nicola Parisi che non modificò la struttura originaria, ma influì sul suo involucro con un ricco repertorio di decorazioni Liberty sui prospetti principali, all’interno della corte, il vano scala e gli appartamenti. La facciata principale su via Tari ha quattro balconi e il portale decentrato sormontato da uno scudo con il vecchio numero civico 88. Le decorazioni che si ripetono su entrambi i prospetti sono costituiti d motivi lineari floreali e classici. Dalla corte interna si accede al vano scala costituito da una rampa centrale da cui si dipartono dal pianerottolo intermedio due rampe che portano al pianerottolo del primo piano. Elementi del repertorio Liberty sono i decori del vano scala caratterizzati da fregi, triglifi e volti femminili e le caratteristiche ringhiere in ferro battuto con figure zoomorfe.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

Aperture a cura di: FERRARELLE

 

 

RIARDO (CE)

 

PARCO SORGENTI FERRARELLE DI RIARDO  

L'Oasi Ferarrelle FAI è una delle realtà territoriali più interessanti dell'Alto Casertano. Un pezzo di paesaggio Italiano in cui Natura e Territorio si fondono con Industria e Cultura con un forte senso di Responsabilità Sociale di Impresa. All'interno dell'Oasi, la Masseria Mozzi, oggi sede dell'Azienda Agricola Masseria delle Sorgenti Ferrarelle e punto di ristoro dei visitatori, è un tipico esempio di casa rurale dei primi dell'800, di cui è stato effettuato un attento restauro conservativo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

GRUPPO FAI DI AVERSA

 

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI AVERSA

 

I palazzi del Cardinale

 

AVERSA (CE)

 

PALAZZO DEL SEMINARIO  

Il cardinale a cui fa riferimento il titolo dell'itinerario è Innico Caracciolo (1642-1730), artefice nel Settecento di un vero e proprio ridisegno urbano del centro storico aversano. Tra il 1703 e il 1715 restaurò il duomo normanno secondo il progetto dell'architetto Buratti. Il punto di partenza di questo itinerario sarà il Palazzo del Seminario, realizzato anch'esso su disegno di Carlo Buratti, per proseguire poi alla visita del Duomo con l'unicum del deambulatorio normanno integro, la tomba del Cardinale di Pietro Bracci, uno dei migliori allievi di Bernini e con il Museo Diocesano. Tra le opere del Museo ricordiamo "La Madonna del Gonfalone" capolavoro del Solimena e i preziosi argenti settecenteschi.

   

 

I palazzi dell'accoglienza

 

AVERSA (CE)

 

COMPLESSO DELLA REAL CASA DELL'ANNUNZIATA  

Aversa storicamente si è caratterizzata come la città dell'accoglienza delle persone più svantaggiate. Alla regina Giovanna d'Angiò nel Trecento si deve, pressocchè contemporaneamente a quella di Napoli, la fondazione della Real Casa dell'Annunziata. Il complesso è diventato negli anni '90 sede della facoltà di Ingegneria. Ed è dal chiostro della facoltà che partirà la visita guidata di questo itinerario. Si visiterà l'enorme complesso e la chiesa che è un vero e proprio scrigno di capolavori. Ricordiamo solamente le due tele del transetto di Solimena e Marco Pino.

 

 

I palazzi Liberty

 

AVERSA (CE)

 

VILLA STABILE - GOLIA  

All'inizio del '900 venne realizzato un asse viario nuovo nella città, che collegava la stazione ferroviaria con il palazzo del Comune, un vero e proprio rettifilo lungo più di un chilometro. L'itinerario parte proprio dalla ferrovia. Accanto alla statua del grande compositore aversano, Domenico Cimarosa, "inventore" dell'opera buffa settecentesca, statua realizzata dal calabrese Francesco Ierace, ci sarà un info-point per i turisti. Da qui si proseguirà per Villa Stabile-Golia, interessante dimora storica in puro stile liberty. Vedremo poi l'adiacente Palazzo Argo e via via Palazzo Farinaro e Palazzo Mormile per concludere con la piccola cappella gentilizia dedicata a S. Antonio della famiglia De Rosa, raro liberty sacro.

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GIORNATE FAI di PRIMAVERA - sabato 24 e domenica 25 marzo 2018 , apertura straordinaria di oltre 80 luoghi in Campania

di Napoli Magazine

16/03/2024 - 17:59

Palazzi storici solitamente inaccessibili, aree archeologiche, borghi che custodiscono antiche tradizioni, luoghi della produzione e dell’industria, musei, chiese e monumenti che svelano spazi sorprendenti, inconsueti siti naturalistici. Le aperture delle Giornate FAI di Primaverasabato 24 e domenica 25 marzo 2018, raccontano con la loro straordinaria varietà un’Italia che sempre di più si riconosce nella vastità del suo patrimonio culturale e nella ricchezza della sua storia. Un Paese che ritrova la propria identità in un evento festoso e rassicurante che supera gli schieramenti e fa sentire tutti parte di uno stesso grande e meraviglioso Paese, bene comune di ogni italiano. Le emozioni che ci uniscono sono il desiderio e la passione di scoprire le tante facce della bellezza che ci circonda: per questo il FAI invita tutti a partecipare a questa grande festa italiana, vivendo la gioia di sentirsi parte di un popolo con solide radici che in questo modo rafforza il filo che lo lega. Nessun evento collettivo è tanto ricco di entusiasmo e di tolleranza, nulla come le grandi code davanti ai nostri monumenti simboleggiano con più forza questa unione al di là dei propri convincimenti. C’è un’Italia che invita e un’Italia che partecipa: l’energia dei 50.000 volontari del FAI attraversa la Penisola da nord a sud alle isole e spinge la gente a scoprire, negli oltre 1000 i luoghi aperti al pubblico, i tanti frammenti di una stessa identità.

 

La manifestazione, oltre a essere un momento di incontro tra il FAI e la gente, uniti nel festeggiare e raccontare la propria storia più bella e più nobile, è anche un importante evento di raccolta fondi e un’occasione per raccontare a tante persone gli obiettivi e la missione della Fondazione. Per questo, all’accesso di ogni luogoaperto verrà chiesto ai visitatori un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro: i preziosi contributi raccolti saranno destinati al sostegno delle attività istituzionali del FAI.

 

Anche la Campania festeggia l’arrivo della primavera con questo ormai consueto appuntamento aprendo per l’occasione oltre 80 siti, luoghi d’arte e spazi solitamente chiusi e i visitatori potranno avvalersi della guida degliApprendisti Ciceroni®. Saranno oltre 8000 in tutta la regione i giovani studenti pronti ad illustrare gli aspetti storico-artistici dei monumenti e oltre 300 volontari guideranno per tutto il weekend il pubblico di visitatori.

 

Per il quarto anno consecutivo le Giornate FAI di Primavera chiudono la settimana dedicata dalla Rai ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 19 al 25 marzo, infatti, la Rai racconterà luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro patrimonio: una maratona televisiva di raccolta fondi a sostegno del FAI, per conoscere e amare l’Italia ma soprattutto per promuovere la partecipazione attiva degli italiani. La settimana Rai dei Beni Culturali è realizzata con il Patrocinio di Rai - Responsabilità Sociale e con le Media Partnership di Rainews24, TgR e Radio 2 assicureranno ampia informazione e una copertura capillare.

 

Le Giornate sono aperte a tutti, ma un trattamento di favore viene riservato agli iscritti FAI – e a chi si iscrive durante l’evento - a chi sostiene la Fondazione con partecipazione e concretezza. A loro saranno dedicatevisite esclusive, corsie preferenziali ed eventi speciali, perché iscriversi al FAI è un gesto civile e al tempo stesso un beneficio: conviene a se stessi e fa bene all’Italia.

 

Il catalogo dei luoghi aperti in tutta Italia è molto vario e ricco di proposte. Su www.giornatefai.it si trova l’elenco completo delle aperture. Di seguito le aperture in Campania:

 

Napoli i visitatori potranno ammirare il Real Museo Mineralogico presso la prestigiosa Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti; Palazzo Reale con i suoi splendidi cortili e interni e con l’apertura straordinaria riservata agli iscritti FAI degli appartamenti privati di Ferdinando II presso la Biblioteca Nazionale dove è custodito il Fondo della Duchessa di Aosta, zona museale normalmente chiusa al pubblico. Eccezionalmente riaprirà la porta che collega il Museo dell’Appartamento Storico e la Biblioteca nazionale e i visitatori  ripeteranno  lo storico tragitto che Re e Regine percorrevano per ritirarsi nelle loro stanze private; ilChiostro di Sant’Agostino alla Zecca a Palazzo Ascarelli (apertura riservata agli iscritti FAI); la Galleria Umberto I con i suoi piani di calpestio, quello più noto della crociera superiore e quello sconosciuto a molti della crociera inferiore con il Salone Margherita; il Palazzo della Borsa, sede della Camera di Commercio di Napoli; il Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo MEMUS; il Circolo Artistico Politecnico con il Museo, dedicato al Principe Caravita di Sirignano. Inoltre, come di consueto aprirà l’incantevole Villa Rosebery a Posillipo, punto di riferimento dell’architettura neoclassica a Napoli, una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica Italiana.

 

Bacoli i giovani Apprendisti Ciceroni® guideranno il pubblico al Parco Archeologico di Cuma; mentre aPozzuoli, in via del tutto straordinaria, si potrà visitare l’Accademia Aeronautica Militare, tra le più antiche accademie nel mondo. 

 

Sempre in provincia di Napoli, luoghi aperti a Massa Lubrense dove, oltre la Chiesa del Santissimo Salvatore e il borgo di Schiazzano, sarà possibile percorrere il sentiero escursionistico della Baia di Ieranto, importante Bene FAI. Ancora luoghi monumentali nel comune di Sorrento dove quest’anno eccezionalmente sarà visitabile laVilla Romana del Capo di Sorrento, detta dalla tradizione popolare “I bagni della regina Giovanna”.

 

Il Gruppo FAI di Nola aprirà eccezionalmente le porte del monumentale Palazzo Orsini sede del Tribunale, normalmente chiuso al pubblico, oltre al Complesso di Santa Chiara e la Chiesa di San Biagio.

 

In provincia di Avellino, si potranno riscoprire le bellezze ambientali della Sorgente Pollentina a Cassano Irpino e i luoghi storici dell'Irpinia nelle località di Quindici (Chiesa di Sant'Aniello ) e Lauro (Villa Pandola Sanfelice, la Chiesa seicentesca di Santa Maria Assunta di Pernosano, la Chiesa di S. Maria della Pietà e il Castello Lancellotti).

 

In provincia di Benevento con oltre 20 siti saranno in festa per le Giornate FAI: Sant’Agata dei Goti (tra le aperture Palazzo Mosero e Palazzo San Francesco) e Guardia Sanframondi con il suo splendido borgo medievale, il castello, le chiese, le cappelle, i musei e le fontane (tra cui il Palazzo del Comune e Fontana di Piazza Antica, il Municipio e Museo Civico, il Santuario dell’Assunta, la Chiesa di San Sebastiano, la Cappella di San Pascasio, il Castello Medievale, la Chiesa Ave Grazia Plena, il Museo delle Farfalle).

Sempre a Guardia Sanframondi, inoltre, apertura straordinaria riservata agli iscritti Fai della Domus Mata di Palazzo Piccirilli.

 

Caserta in via del tutto straordinaria sarà possibile visitare il Palazzo della Prefettura dimora dei principi Acquaviva d’Aragona, solitamente chiuso al pubblico. Santa Maria Capua Vetere accoglierà i visitatori delle giornate offrendo uno straordinario percorso storico “Da Spartacus a Garibaldi” con l’apertura di 13 siti (tra cui l’Anfiteatro Campano, la Domus Confuleius, la Basilica di Santa Maria Maggiore, il Teatro Garibaldi, il Museo dei Gladiatori, il Palazzo Papa e altri ancora). In particolare si segnala apertura straordinaria riservata agli iscritti FAI dell’Officina dei Bronzi.

Il nuovo Gruppo FAI di Aversa, attivo da circa un anno sul territorio, propone aperture straordinarie con “I percorsi dei Palazzi”: i palazzi del Cardinale, della musica, dell’accoglienza, liberty (tra cui Palazzo del Seminario, il Complesso della Real Casa dell'Annunziata, la Villa Stabile-Golia).

 

Sempre in provincia di Caserta, come di consueto, Ferrarelle, main sponsor delle Giornate FAI di Primavera, aprirà anche per l’edizione 2018, il Parco Sorgenti di Riardo, l’area incontaminata che custodisce le fonti delle acque minerali Ferrarelle, Santagata e Natia, primo ed unico bene appartenente ad un’azienda privata che gode del patrocinio del FAI. Ferrarelle si unisce all’invito della Fondazione FAI che chiede a tutti gli italiani di rendere omaggio alle bellezze del patrimonio artistico, culturale e ambientale del nostro paese e, in qualità di acqua ufficiale, sosterrà il FAI come sempre in tutti gli importanti appuntamenti. Insieme, Ferrarelle e FAI, continuano il percorso intrapreso all’insegna della condivisione di un sistema valoriale incentrato su uno stesso profondo sentimento di responsabilità nei confronti del Paese.

 

L'Arte Sacra nel Salernitano” è il titolo dell’itinerario proposto dalla Delegazione FAI Salerno con l’apertura di oltre 10 siti tra la città di Salerno (tra cui la Cappella del Tesoro di San Matteo presso il Duomo di Salerno, il Museo Diocesano San Matteo, la Pinacoteca Provinciale, la Chiesa di San Giorgio e atri), Amalfi (Museo Diocesano), Pagani (Museo Alfonsiano) e Ravello (Museo dell’Opera del Duomo). A Salerno inoltre apertura straordinaria riservata agli iscritti FAI di Palazzo Conforti, dimora privata nel centro storico che svelerà preziosi dipinti inediti del XVIII secolo.  

 

Per gli appassionati delle passeggiate si segnala invece, l’itinerario “Da Amalfi a Ravello lungo il Dragone” una suggestiva escursione a cura del CAI.

 

Anche quest’anno, insieme agli Apprendisti Ciceroni, in alcune località italiane ci saranno i mediatori artistico-culturali, volontari d’origine straniera del progetto “FAI ponte tra culture” per favorire la partecipazione di nuovi cittadini italiani e migranti alle Giornate FAI di Primavera.

 

In particolare a Napoli, i mediatori culturali faranno da guida in arabo, cingalese, francese, portoghese, spagnolo e ucraino presso la Crociera inferiore della Galleria Umberto I e il Salone Margherita.

 

Il 50% circa dei beni aperti durante le Giornate saranno fruibili anche da persone con disabilità fisica.

 

Per l’elenco completo delle 1000 aperture è possibile consultare il sito www.giornatefai.it o telefonare al numero02 467615366. Le versioni i-Os e Android dell’APP FAI saranno scaricabili gratuitamente dagli store di Apple e Google. Facile e intuitiva, l’app geolocalizzata riconoscerà la posizione dell’utente e indicherà la mappa dei luoghi più vicini da visitare. Invitiamo tutti a diffondere in rete la notizia di questo evento utilizzando l’hashtag#giornatefai.

 

SOSTIENI LA FONDAZIONE

 

Le Giornate FAI di Primavera, oltre a essere un momento di incontro prezioso ed emozionante tra il FAI e la gente, sono anche un’importante occasione di condivisione degli obiettivi e della missione della Fondazione. Tutti possono dare il loro sostegno attraverso l’iscrizione annuale (vale tutto l’anno per avere sconti, omaggi e opportunità e in occasione delle Giornate FAI di Primavera per visite esclusive e per corsie preferenziali), oppure con un contributo facoltativopreferibilmente da 2 a 5 euro, che verrà richiestoall’accesso di ogni luogo aperto o ancora con l’invio di un sms solidale al numero 45592, attivo dal 13 marzo al 1 aprile. Si potranno donare 1 euro per ciascun sms inviato da cellulari PosteMobile e 2 per sms inviati da Wind Tre, TIM, Vodafone, Coop Voce e Tiscali. La donazione sarà di 5 euro per le chiamate da rete fissa PosteMobile, TWT e Convergenze, di 2 e 5/10 euro per Vodafone, di 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

 

* * * * *

Le straordinarie aperture dell’edizione 2018 di Giornate FAI di Primavera sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende: Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, da sette anni prezioso sostenitore dell’evento e presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili nelle due giornate, sarà affiancata dalla presenza di Enel Energia, la società di Enel che con più di 11 milioni di clienti è leader nel Mercato libero dell'energia, entrambe in qualità di Main Sponsor.

Si rinnova per il quinto anno consecutivo il significativo contributo di Banca Generali, realtà leader in Italia nel private banking che sarà sponsor insieme a Perfetti Van Melle con il brand Golia Herbs, presente con il suo prodotto in una selezione di aperture.

DHL Express Italy, in qualità di Logistic Partner, garantirà per il quarto anno consecutivo la movimentazione di tutti i materiali nei siti delle Giornate FAI di Primavera.

Si ringrazia inoltre GEDI Gruppo Editoriale per la consolidata collaborazione.

 

In collaborazione con la Commissione Europea nell’ambito dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile, con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane e di RAI Responsabilità Sociale.

 

Il FAI ringrazia Province, Comuni, Soprintendenze, Università, Enti Religiosi, FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, le Istituzioni Pubbliche e Private, i privati cittadini e tutte le aziende che hanno voluto appoggiare la Fondazione, oltre alle 120 Delegazioni, agli 88 Gruppi FAI e agli 86 Gruppi FAI Giovani e ai7500 volontari che con il loro lavoro capillare e la loro collaborazione rendono possibile l’evento in tutta Italia.

 

Elenco completo dei beni aperti: www.giornatefai.it o tel. 02 467615366

 

 

DELEGAZIONE FAI DI NAPOLI

 

Aperture a cura di: BENI DEL FAI

 

 

MASSA LUBRENSE (NA)

 

BAIA DI IERANTO  

La Baia di Ieranto, inserita nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, si divide in due aree, la Baia Grande e la Baia Piccola, separate da Punta Capitello. Percorrendo il sentiero che parte dall'abitato di Nerano, è possibile arrivare alla Torre, scendere fino alla spiaggia o visitare gli antichi edifici rurali, ovvero le strutture di pertinenza della cava restaurate dal FAI, che si affacciano sul mare, silenziosi testimoni di un passato di duro lavoro e fatica.

  

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI NAPOLI

 

 

BACOLI (NA)

 

PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA  

L’antica Cuma riveste un ruolo molto importante dal punto di vista archeologico in quanto rappresenta la più antica colonia greca d’Occidente, successiva soltanto all’occupazione provvisoria dell’isola d’Ischia, l’antica Pithecusae. Al sistema di fortificazione dell’acropoli si collega il cosiddetto Antro della Sibilla, un'imponente galleria scavata nel tufo lungo la terrazza che si affaccia sull’antica insenatura del porto. Sulla spianata più alta dell’acropoli sorgeva il cosiddetto Tempio di Giove, mentre su quella inferiore sorgeva il Tempio di Apollo. E' qui che si trova la Cripta romana, una galleria di 300 metri scavata nel tufo che collegava il porto al Foro della città.

  

 

 

MASSA LUBRENSE (NA)

 

CHIESA DEL SANTISSIMO SALVATORE NEL BORGO DI SCHIAZZANO  

Il piccolo borgo di Schiazzano ha oggi una posizione del tutto marginale rispetto alla viabilità principale di Massa Lubrense. Non era cosi nel ‘700 e nell’800, quando le famiglie di Schiazzano erano dedite, oltre che all'agricoltura, al commercio marittimo locale e internazionale. La Chiesa del Santissimo Salvatore veniva descritta nei documenti dell’epoca come una delle più ricche e ben tenute di Massa Lubrense. La chiesetta ed il piccolo borgo, rimaste un po’ isolate rispetto alla rete viaria massese, hanno oggi conservato il loro carattere ed il loro fascino antico.

  

 

 

NAPOLI (NA)

 

REAL MUSEO MINERALOGICO E MUSEO ZOOLOGICO  

Il Real Museo Mineralogico ha sede nella prestigiosa Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti. Istituito nella primavera del 1801 da Ferdinando IV di Borbone fu un importante centro di ricerca scientifica finalizzata alla valorizzazione delle risorse minerarie del Regno di Napoli. Il Museo Zoologico, fondato nel 1813 da Gioacchino Murat, fu formato dall'acquisto di alcune collezioni private unitamente con i reperti già in possesso dei Borbone. Tante sono le raccolte ospitate dal Museo, la cui attrazione principale è la collezione dei vertebrati che si fregia di ospitare, tra i tanti reperti, lo scheletro di una balena franca boreale, ritrovata nel Mediterraneo, e quello di un elefante, giunto a Napoli nel 1742 come dono al re Carlo di Borbone.

  

 

PALAZZO REALE  

Quando Napoli nel 1734 divenne capitale di un regno autonomo con Carlo III di Borbone, il Palazzo Reale, su progetto di Domenico Fontana, fu ampliato sul versante del mare, con l’Appartamento del Maggiordomo Maggiore, poi verso il Vesuvio con l’Appartamento per i Reali Principi. Vennero perciò a formarsi altri due cortili, oltre a quello d’onore. Gli interni furono allestiti nel gusto tardo barocco con marmi preziosi e affreschi celebrativi, tra i quali le opere di Francesco De Mura e Domenico Antonio Vaccaro. Le ultime trasformazioni avvennero al tempo di Ferdinando Il Borbone. Sede dei Principi di Piemonte dopo l’Unità d’Italia, fu ceduto al Demanio dello Stato da Vittorio Emanuele III di Savoia nel 1919 e destinato in gran parte a Biblioteca Nazionale, mentre l’ala più antica sul Cortile d’Onore, ricca di testimonianze storico-artistiche dal Seicento all’Ottocento, fu adibita a Museo dell'Appartamento Storico.

 

 

APPARTAMENTI PRIVATI DI FERDINANDO II * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, in alcune sale chiuse al pubblico, è custodito il Fondo Aosta, donato nel 1947 da S.A.R. Elena d'Orléans. Si tratta di una collezione di circa 9.800 fotografie appartenuta ad Elena d'Orléans, moglie di Emanuele Filiberto duca d'Aosta. Alle foto private della famiglia Aosta si affiancano veri e propri reportage dei safari e delle battute di caccia grossa compiuti in Africa dai duchi, servizi fotografici che documentano usi e costumi delle popolazioni indigene dell'Africa d'inizio secolo. Numerose foto ufficiali dei duchi recano, infine, preziose testimonianze alla memoria storica dell'Italia tra l'inizio del secolo e l'avvento del fascismo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

CHIOSTRO SANT’AGOSTINO ALLA ZECCA A PALAZZO ASCARELLI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

A Palazzo Ascarelli c'è un chiostro pensile seicentesco, scorporato dal complesso monastico di Sant’Agostino alla Zecca a fine ottocento. Dal chiostro, chiuso da un lucernario in stile liberty di fine Ottocento, si accede alla Sala Capitolare, la stessa dove nel 1647 si svolse il processo a Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, e in cui fu condannato a morte. Dopo un lungo periodo di abbandono, oggi l’edificio è di proprietà di una famiglia di imprenditori mecenati.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

CROCIERA INFERIORE GALLERIA UMBERTO I E SALONE MARGHERITA  

Molti non sanno ma esistono due piani di calpestio della Galleria Umberto I, quello più noto, crociera superiore, con marmi policroni posto in continuità con via Toledo con un ampio spazio cupolato all’incrocio dei bracci, e una crociera inferiore, anch’essa con ampie altezze ed illuminata di giorno dagli oblò oggi in fase di restauro, che fino agli anni ’60 ospitava oltre la cassa cambiali della Banca Nazionale dell’Agricoltura, servizi igienici e locali per il divertimento. Era il 1890, a cantiere già avanzato, il progetto fu implementato con una migliore utilizzazione degli spazi posti sotto il livello principale di calpestio della galleria, facilmente collegabili con via Verdi. Si cominciò a realizzare una grande sala per spettacolo con volta ad ombrello che sarebbe diventata poi il notissimo “Salone Margherita” per spettacoli di cafè chantant. Una chicca delle meraviglie di Napoli nascoste che varrebbe la pena recuperare.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

PALAZZO DELLA BORSA, SEDE CAMERA DI COMMERCIO  

La Camera di Commercio di Napoli venne istituita da Giuseppe Bonaparte nel 1808. Spetta dunque a questa prima Camera di Commercio del Regno di Napoli, di occuparsi del commercio e dell'organizzazione di una "Borsa". La sede fu nel Monte dei Poveri Vergognosi, in via Toledo. Con il ripristino del periodo borbonico la Camera di Commercio di Napoli si trasferisce al palazzo dei Ministeri (Palazzo San Giacomo). Il palazzo fu costruito su progetto di Alfonso Guerra e Luigi Ferrara. Durante il Fascismo furono aggiunti i due obelischi ai suoi lati. L'antichissima Cappella di Sant’Aspreno, compresa all'interno dell'edificio del Palazzo della Borsa, porta il nome del primo vescovo di Napoli, Aspreno. Il dodici settembre, la rabbia tedesca che infuria sull'Università, spargendo sangue di vittime innocenti, colpisce anche il palazzo della Borsa, e tenta di distruggerlo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

MEMUS: MUSEO E ARCHIVIO STORICO DEL TEATRO DI SAN CARLO * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Ogni anno il Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo celebra un'importante ricorrenza musicale o coreutica, attingendo al ricco patrimonio della storia del Lirico napoletano. In occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini, sono in programma numerosi eventi artistici e culturali. Il fulcro delle Celebrazioni sarà una mostra documentaria e iconografica, in cui verranno esposti materiali inediti e di grande pregio storico e artistico provenienti dalla ricca Collezione di Sergio Ragni, corredata da una installazione artistica multimediale.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

CIRCOLO ARTISTICO POLITECNICO  

Il Museo, dedicato al Principe Caravita di Sirignano, primo presidente dell’Associazione, è rappresentativo dell’800 e '900 napoletano, frutto di una raccolta sviluppata nel tempo dai soci e testimonianza di uno dei secoli più floridi di Napoli. Il Museo abbraccia l’intera sede, nella quale ebbero vita L’Accademia Napoletana di Scacchi, la Scuola di Arte Drammatica e il Teatro dei Giovani. Di notevole pregio è la sala realizzata nel 1912, in perfetto stile liberty, dall’arch. Giovan Battista Comencini. Molto caratteristica anche La Farmacia che conserva ancora le caricature dei soci e dei vasi dipinti a tema, espressioni del caustico spirito sociale dei suoi frequentatori. Della collezione fanno parte opere pittoriche e scultoree di grandi artisti soci come Dalbono, Caprile, Viti, Jerace e De Luca, dalla seconda metà dell’ 800 ad oggi.

  

 

VILLA ROSEBERY: PARCO E PALAZZINA BORBONICA  

Villa Rosebery, uno dei principali esempi del neoclassicismo a Napoli, è situata nel quartiere Posillipo ed è oggi la residenza napoletana del Presidente della Repubblica Italiana. La villa fu costruita agli inizi dell’Ottocento, dal conte austriaco De Thurn, che vi fece edificare una piccola residenza con cappella privata e giardino. Dopo la guerra restò vuota e abbandonata, finché nel 1957 fu inclusa tra i beni immobili in dotazione alla Presidenza della Repubblica.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Residenza del Presidente della Repubblica

 

 

POZZUOLI (NA)

 

ACCADEMIA AERONAUTICA  

L'Accademia Aeronautica è un istituto militare per la formazione degli ufficiali dell'Aeronautica Militare. La sede è posta nel comune di Pozzuoli al confine con il comune di Napoli. Ha il compito di preparare "giovani ufficiali dai saldi principi morali, motivati ed in possesso delle qualità personali, militari e professionali necessarie per ben operare al servizio del Paese". È tra le più antiche accademie aeronautiche nel mondo, avendo iniziato le attività nel 1923. 

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

SORRENTO (NA)

 

BASILICA DI SANT'ANTONINO  

La Basilica è stata costruita presso lo vecchia chiesa di Sant'Agrippino, vicino alla quale sorse l'Oratorio di San Martino, realizzato - secondo lo tradizione - dallo stesso Santo.

Del convento di Sant'Agrippino - dell'Ordine di San Benedetto - Antonino fu eletto Abate ed ivi morì, nell'anno 625 d.c.

L'epoca della sua costruzione non è determinabile con precisione. Doveva esistere nell'anno 835d.c. quando il principe Siccardo di Benevento inviò lo figlia invasato dal demonio, perché fosse liberata dal Santo (come le storie raccontano sia avvenuto) e fu costretto a togliere l'assedio a Sorrento. E’ certamente da quella data che la pietà dei fedeli rese il tempio dedicato all' Abate Antonino sempre più bello e nel 1380 vi fu fondata una Confraternita di battenti che si radunava nel succorpo.

 

 

IL BASTIONE DI PARSANO E LE ANTICHE MURA URBANE  

Sorrento ha potuto contare fin da epoca romana su una solida difesa, assicurata da una imponente cerchia muraria, tuttavia solo in epoca assai più recente la murazione urbana ha assunto l'aspetto ancora oggi parzialmente conservato. Essendo esposta al rischio delle incursioni saracene, che soprattutto nel corso del Cinquecento devastarono buona parte delle località marittime dell'Italia Meridionale, la città – durante il periodo del viceregno spagnolo – fu al centro di una intensa attività volta a garantire un massiccio sistema difensivo del centro abitato. A partire dai primi anni del XVI secolo le mura romane, più volte restaurate in epoca medioevale, furono completamente rinnovate e rese di fatto invalicabili. La presenza di un Castello (oggi purtroppo scomparso) testimoniava la valenza della porta rivolta ad oriente, verso il Piano, che era considerata come la porta maggiore.

  

 

VILLA ROMANA DEI BAGNI DELLA REGINA GIOVANNA  

La villa romana del Capo di Sorrento, detta dalla tradizione popolare “I bagni della regina Giovanna”, è una delle antiche ville marittime meglio conservate della Penisola Sorrentina. Nell’ambito del diffuso fenomeno della villeggiatura romana nel golfo di Napoli, la villa fu costruita in un punto geografico scelto ad hoc, in cui era possibile godere di una prospettiva unica sul golfo di Sorrento, la baia di Napoli e l’isola di Ischia. In età romana l’intero complesso si sviluppava su tutto il promontorio del Capo e comprendeva due nuclei abitativi, uno a monte avente funzione agricola, e una parte residenziale costruita in prossimità del mare. Un articolato sistema di rampe e gallerie collegava i diversi ambienti della villa mentre i dislivelli del promontorio erano superati mediante l’utilizzo di terrazze artificiali. Un eccezionale bacino d’acqua naturale rappresentava il punto di interconnessione con gli ambienti disposti sul plateau roccioso (bagno della Regina Giovanna).

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Privato

 

 

GRUPPO FAI DI NOLA

 

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI NOLA

Il borgo medioevale

 

NOLA (NA)

 

PALAZZO ORSINI  

Il Palazzo dei conti Orsini si affaccia sull'attuale piazza Giordano Bruno, ed è ubicato tra le due importanti fondazioni francescane della città di Nola, il monastero maschile di San Francesco e quello delle clarisse di Santa Chiara, entrambi di fondazione della famiglia comitale. Gli Orsini furono tra le più potenti famiglie romane che estesero il loro dominio nell'Italia meridionale acquistando importanti incarichi nel Regno di Napoli. Imparentati con papi, cardinali e illustri esponenti della vita politica del tempo. La fondazione del palazzo si deve al conte Niccolò Orsini, che nel corso del XIV secolo, fu promotore della costruzione di diverse fabbriche religiose in città, nonché del riassetto urbano della stessa. Niccolò ricoprì importanti compiti di giustiziere del regno e di delegato del papa in Tuscia. Amico di Santa Brigida, condusse a Nola la Santa, che ospitò nel proprio palazzo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Sede del tribunale

 

 

COMPLESSO DI SANTA CHIARA  

Il Complesso di Santa Chiara di Nola occupa tutta la zona tra via Santa Chiara, via Pompeo Fellecchia, vicolo Foro Boario, viella di Santa Chiara e corso Tommaso Vitale. I vari corpi di fabbrica che compongono il complesso sono realizzati in epoche storiche diverse. La parte più antica del Complesso di Santa Chiara è composta dall’edificio sacro della Chiesa di Santa Maria Jacobi. La prima comunità di clarisse si insediò a Nola per volere del conte Roberto Orsini, che fece adattare una chiesa romanica in romitorio, in modo da accogliere le francescane. Nicola Orsini, il figlio di Roberto Orsini fece ampliare e ristrutturare il monumento in stile gotico. Di indubbio interesse sono gli affreschi lungo le pareti della Chiesa di Santa Chiara. Un ulteriore ampliamento dell’edificio sacro ebbe luogo nel XVIII secolo, nello stesso periodo fu rimaneggiato anche il monastero. Ad occuparsi dei restauri del XVIII secolo fu l’architetto Ferdinando Sanfelice.

  

 

CHIESA DI SAN BIAGIO  

La Chiesa di San Francesco, oggi San Biagio, di fondazione tardo duecentesca,  ampliata, nel corso del trecento, per volere del conte  Niccolò Orsini, ospitò una fiorente comunità francescana, di cui a pochi passi resta anche il palazzo comitale, interessante testimonianza di architettura rinascimentale che conserva al di sotto del piano di calpestio, resti archeologici di epoca romana.
Dell'originario impianto medievale, resta visibile l'abside ed il coro di età gotica, il portale sul cui architrave sono scolpiti al centro la Madonna col Bambino tra San Pietro, San Paolo, San Francesco e Santa Brigida. Al di sopra la lunetta, con l'affresco della Madonna della Misericordia, congregazione a cui  fu affidata la chiesa nell’800, allorquando l'edificio di culto fu titolato a San Biagio. La chiesa fu eretta a parrocchia all’inizio del’900.

 

 

DELEGAZIONE FAI DI SALERNO

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI SALERNO

 

L' Arte Sacra nel Salernitano

 

AMALFI (SA)

 

MUSEO DIOCESANO  

Risale al 1996 l’istituzione del Museo, che raccoglie argenti, paramenti sacri, croci, reliquiari, appartenenti al tesoro della cattedrale, oltre a pregevoli sculture lignee e dipinti di varia cronologia e provenienza. Il ricco patrimonio artistico si è costituito nel corso dei secoli grazie al forte sentimento devozionale tributato all’apostolo Andrea, di cui la cattedrale custodisce le spoglie.Insieme alle opere esposte, fanno parte integrante del museo le colonne, i capitelli, i bassorilievi, le iscrizioni e gli affreschi che costituivano l’arredo dell’antica basilica.Il portale maggiore del Duomo presenta una lunetta, che racchiude al suo interno un affresco di Domenico Morelli e Paolo Vetri, ed una porta in bronzo, fusa a Costantinopoli. L'interno è rivestito da marmi. Sull'altare maggiore barocco si trova una grande tela raffigurante La crocifissione di sant'Andrea Apostolo, copia da Mattia Preti. Nelle cappelle laterali sono conservate opere di arte gotica e rinascimentale.

  

 

DA AMALFI A RAVELLO LUNGO IL DRAGONE - ESCURSIONE CAI  

Il percorso ha inizio da piazza Duomo di Amalfi e prosegue per piazza Municipio fino ad imboccare la scala che conduce alla panoramica Via Nova, un’antica pedonale di collegamento, che percorreremo per raggiungere il più piccolo (per estensione) comune d’Italia: Atrani. Dalla piazza principale ci incamminiamo per via Arte della Lana. A breve distanza sorge la Chiesa del Carmine, altra tappa importante della nostra passeggiata, che raggiungiamo dopo aver proseguito lungo il corso del Dragone (il torrente che attraversa il paese), quasi al limite dei confini di Atrani con il vicino e più ingombrante comune di Ravello. La scala che adesso stiamo affrontando passa vicino alla minuscola cappella di S. Michele Arcangelo. Superato la pietra di confine ed entrati nel territorio del comune di Ravello, imbocchiamo una stradina pedonale in leggera salita a valle della quale sentiamo il lieve mormorio del torrente mentre scende diretto al mare. Attraversato il bivio di Pontone arriviamo a Ravello.

  

 

PAGANI (SA)

 

MUSEO ALFONSIANO  

Il Museo Alfonsiano nasce per documentare e promuovere la conoscenza della figura del Santo e per conservare il patrimonio storico-artistico del monastero paganese. Fu inaugurato il 12.11.1990 da papa Giovanni Paolo II. Allestito negli stessi ambienti frequentati in vita da sant’Alfonso, costituisce un agevole itinerario nella biografia e nella spiritualità del santo. Il clavicembalo, su cui suonava la famosa “Tu scendi dalle stelle”, e i dipinti da lui eseguiti in collaborazione con noti pittori napoletani del ‘700, riportano alla sua profonda cultura e poliedrica personalità. Altre testimonianze della vita del santo presenti nel museo sono: l’altare sul quale celebrava la messa, la poltrona usata durante la malattia, il letto, i paramenti sacri, la sedia a rotelle, il bastone e il Presepe del‘700 in ceramica di Capodimonte. Annessa al Museo, la Pinacoteca raccoglie oltre 100 dipinti.

   

 

RAVELLO (SA)

 

MUSEO DELL'OPERA DEL DUOMO  

Il Museo dell'Opera ospita una raccolta di antichi materiali lapidei, urne cinerarie romane e reliquiari cristiani. Di particolare interesse sono alcuni degli elementi scultorei superstiti del bestiario medievale che componevano il ciborio originale(1279)del duomo, opera di Matteo da Narni e dono di Matteo Rufolo(fu rimosso nel 1773 a causa delle sue cattive condizioni statiche: il ciborio s'innalzava su quattro colonne con capitelli corinzi che reggevano gli architravi decorati a mosaico e con i simboli dei quattro Evangelisti. Al di sopra si elevava una cupoletta a due ordini sovrapposti di colonnine. Il tondo mosaicato dell'Agnus Dei coronava il fastigio. L'aquila, simbolo dell'evangelista Giovanni, fino al 1973 era stata collocata sulla lunetta del portale principale del Duomo. Da notare poi il cosiddetto busto di Sigilgaida Rufolo(opera di Nicola di Bartolomeo da Foggia)che in passato era collocato sul portale di accesso all'ambone del Vangelo.

   

 

SALERNO (SA)

 

SEDE FAI, AULA DI CULTO DI PALAZZO PEDACE  

All'interno della prestigiosa sede del FAI di Salerno allocata al piano terra dell'antico palazzo Pedace sarà ospitata la mostra: "Le icone miracolose del Monte Athos" a cura della pittrice ed iconografa Rosanna Cappello. Le origini salentine dell'artista l’hanno indotta a recuperare quelle radici che l’Arte Bizantina ha lasciato in Puglia, come testimonianze antiche e profonde e fonte di grande interesse per nuove prospettive. Fedele ai canoni figurativi ed agli archetipi iconografici dettati come “regole” dai Padri della Chiesa, Rosanna Cappello realizza le sue opere, dopo un lavoro di ricerca, con una stabilità iconografica e precisione tecnica che le connota per valore ed apprezzabilità.

  

 

 

DUOMO DI SALERNO: LA CAPPELLA DEL TESORO DI SAN MATTEO  

La Cappella del Tesoro è un vano annesso alla sacrestia, terminato dall’arcivescovo Cervantes alla metà degli anni sessanta del Cinquecento per la custodia delle reliquie dei santi.Nel 1730fu dipinta la volta, raffigurante Il Paradiso salernitano ricco delle immagini di santi legati alla Chiesa salernitana. L ’autore è il pittore beneventano Filippo Pennino,attivo nella prima metà del XVIII secolo. Nel locale hanno trovato sistemazione le statue d’argento e i reliquiari. Le statue d’argento sono cinque e vengono portate in processione ogni anno durante le celebrazioni patronali. La più importante è quella di san Matteo, opera dell’argentiere napoletano Nicola de Aula, del 1691.Delle tre statue dei santi martiri, quelle di san Caio e sant’Anthes sono state realizzate in collaborazione dagli argentieri Benedetto Monaco e Tommaso Rivaldi nel 1706,mentre quella di san Fortunato dal Rivaldi nel 1710.L’ultima statua raffigura il papa Gregorio VII opera dell’argentiere Giacinto Buonacquisto del 1742.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. scelta della curia

 

 

MOSTRA "IL RECUPERO DI UN PATRIMONIO DEVOZIONALE MINORE"  

Le immagini in mostra sono un campione della religiosità popolare nel salernitano fra ‘800 e primo trentennio del ‘900 con esempi dei secoli precedenti. E’ il patrimonio storico-artistico un tempo considerato minore, disseminato in stradine e vicoli a proteggere e accompagnare il viandante. L’esposizione comprende una trentina di pannelli e mattonelle ceramici devozionali, in una particolare metodologia che restituisce l’immagine fotografica su supporto di cotto, con assoluta fedeltà anche nelle eventuali abrasioni, rotture o difetti di cottura. Questo “patrimonio minore” mette a fuoco tutti i particolari culti religiosi legati al territorio provinciale, dove santi e madonne ora si rivestono di antichi attributi pagani, ora esprimono profondi influssi orientali.

  

 

 

PINACOTECA PROVINCIALE: LA SALA DEI POLITTICI  

“Le tavole del polittico della Chiesa Comunale di S. Antonio di Buccino, tolte dalle pareti, giacciono ora a terra nella Chiesa stessa, che è ridotta ad uso di legnaia e di deposito di attrezzi di agricoltura”. L’opera è la prima documentata del giovane Andrea Sabatini, pittore salernitano influenzato dal leonardismo che Cesare da Sesto, milanese, aveva diffuso nel meridione: il Polittico di Buccino gli fu commissionato nel gennaio del 1512. Ancora da Buccino provengono due tavole, San Giovanni Evangelista e Santa monaca, opere dell’ultimo decennio del Cinquecento.Al 1460-’70 si data il Trittico dal monastero della Piantanova di Salerno, attribuito al “Maestro dell’Incoronazione di Eboli”, dal quale si evince il sostrato culturale di matrice spagnola esistente prima dell’arrivo, dal nord, di artisti quali il sunnominato Cesare da Sesto o Cristoforo Scacco.Il sec XVII è rappresentato da dipinti come “Il sacrificio di Isacco”, nei modi di Francesco Guarino, “Salomè con la testa del Battista"

  

 

 

MUSEO DIOCESANO "SAN MATTEO": COLLEZIONE EBURNEA MEDIEVALE  

Di particolare rilievo le opere medievali, fra le quali troviamo il Ciclo eburneo salernitano, la più importante collezione al mondo di avori incisi di epoca medievale. Il ciclo è composto da 72 pezzi superstiti, di cui 64 rimangono a Salerno: 15 tavolette che rappresentano le scene del Vecchio Testamento, 19 desunte dal Nuovo testamento, 10 medaglioni rappresentanti dieci apostoli, 3 medaglioni con i committenti oranti, 15 frammenti di cornici e due colonnine binate. La datazione oscilla fra il 1084 e la prima metà del XII sec., e tra le varie ipotesi si pensa che furono commissionati da tre membri della famiglia Altavilla, famiglia di Roberto il Guiscardo, il condottiero normanno che sovvenziono i lavori di costruzione della Cattedrale di Salerno. Il ciclo rivela un complesso patrimonio culturale che attinge da diverse correnti artistiche, dalle arcaiche reminiscenze carolingie e ottoniane che si fondono ai modi della coeva scultura romanica, a riferimenti bizantini.

  

 

 

DUOMO DI SALERNO: LA CRIPTA  

La cripta costituisce il primo nucleo nella costruzione del duomo. E' stata inaugurata nel marzo 1081, alla presenza di Roberto il Guiscardo. E’ composta da un’unica grande aula triabsidata, corrispondente al transetto superiore. La cripta, come la si vede oggi, corrisponde ai lavori eseguiti agli inizi del Seicento ad opera degli architetti Domenico Fontana e del figlio Giulio Cesare. Al centro dell’aula c’è la doppia statua bifronte in bronzo, opera dello scultore fiorentino M. Naccherino, il quale appone la sua firma con la data 1606 sul mantello del santo. Gli affreschi della volta sono distribuiti in trentasei ovali e raffigurano la Vita di Cristo, opera di B. Corenzio. Suoi anche i dipinti che decorano la volta dell’abside centrale, con il Martirio dei santi Caio, Fortunato ed Anthes. L’abside è stata anche la cappella della Scuola Medica Salernitana. Alle pareti della cripta sono collocate dieci statue, raffiguranti i primi vescovi salernitani.

  

 

 

LA CHIESA DI SAN GIORGIO  

La chiesa è uno dei maggiori esempi di barocco nella città di Salerno. Fu costruita nel Cinquecento sostituendo un edificio più antico, quando l’attiguo e omonimo monastero divenne la principale sede delle suore benedettine in città. L’aspetto barocco si deve ai grandi rifacimenti attuati tra 1670 e 1680, quando la chiesa venne decorata con una profusione di stucchi dorati e di affreschi, molti dei quali dei noti artisti campani Angelo e Francesco Solimena, padre e figlio. Il complesso venne soppresso con i decreti napoleonici e passò poi alla municipalità nel 1869. Il monastero fu riconvertito in caserma e ancora oggi ospita i Carabinieri e la Guardia di Finanza; la chiesa fu ceduta nel 1874 alla Confraternita del Purgatorio, a cui si sono sostituiti nel 1960 i Padri Domenicani. La chiesa presenta un impianto imponente: la navata unica è coperta da una volta a botte completamente affrescata, mentre all’incrocio tra la navata e il transetto si trova la cupola, anch’essa grandiosamente

  

 

 

CURIA ARCIVESCOVILE: IL PRESEPE DI ANNA BARONE DE RISO  

Anna Barone che così descrive l’opera “La spinta a creare i miei pastori è venuta dal desiderio di far comprendere ai miei “bambini”, quaranta anni fa lo erano, lo spirito del Natale. Per me il Natale è la grande festa d’amore, è la famiglia che amo riunire numerosa intorno a me, è il presepe fatto in casa. Le prime statuine erano di resina. Decisi allora di abbandonare la plastica, e presi a frequentare San Gregorio Armeno, il celebre vicolo di Napoli regno di vecchi pastorai. I miei pastori diventarono quindi articolati e il gioco diventò ancora più affascinante. Scoprii che nel presepe la mia naturale attitudine alla creatività poteva trovare la sua realizzazione più congeniale spingendomi ad immaginare spazi artistici sempre più complessi, tipi umani più variegati, oggetti, suppellettili. Prima due, la Madonna e San Giuseppe, poi i Re Maghi, il bue e l’asinello poi la capanna, la casa, le case ... il presepe si espandeva

  

 

 

PALAZZO CONFORTI: PREZIOSI DIPINTI INEDITI DEL XVIII SEC. * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Al secondo piano, nascosto agli sguardi da un alto muro, si apre un delizioso giardino pensile, visibile solo dagli appartamenti al terzo piano; da questi si può accedere a un’ampia terrazza e spaziare sulla splendida vista della costiera e del golfo di Salerno. Il palazzo custodisce, negli appartamenti del piano nobile, preziosi dipinti inediti e sconosciuti ai più del pittore napoletano Lorenzo de Caro (Napoli 29 maggio 1719 – Napoli 2 dicembre 1777), emersi durante i lavori di ristrutturazione eseguiti un decennio fa, ma si possono ammirare anche i dipinti di pregio, eseguiti negli ultimi cento anni da artisti salernitani, ogni qualvolta i tempi imponevano ai proprietari una nuova decorazione “à la page”.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Abitazione privata

 

 

DELEGAZIONE FAI DI AVELLINO

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI AVELLINO

 

I giovani riscoprono le bellezze ambientali e storiche dell'Irpinia

 

CASSANO IRPINO (AV)

 

SORGENTE POLLENTINA  

La sorgente Pollentina è il principale recapito della falda della circolazione idrica sotterranea del Monte Terminio-Tuoro, costituito da calcari e con un "carsismo" sviluppato. Per preservare la purezza delle acque, una cupola evita la dispersione dell'ossigeno che, in bolle, affiora alla superficie e va ricordata non solo per l'alimentazione di 2 acquedotti, Alto Calore e Pugliese, realizzati all'inizio degli anni '60, ma anche per la tecnologia che ha consentito di captare tali acque e portarle in superficie. La risorsa idrica del complesso delle sorgenti di Cassano è utilizzata a scopo potabile e tramite la Galleria di Valico raggiunge Campania, Puglia, Basilicata e Campobasso.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Luogo sensibile.

*** Luogo con criticità. Luogo sensibile per la presenza della sorgente.

 

LAURO (AV)

 

VILLA PANDOLA SANFELICE  

La Villa, dalla facciata ottocentesca su una preesistente struttura quattrocentesca, di origine conventuale, appartenne alla famiglia Pandola, di forti tradizioni liberali, la cui ultima rappresentante Emilia andò in sposa, all'inizio del XX Secolo, a Giuseppe Sanfelice, figlio del Marchese di Monteforte, esponente del legittimismo borbonico. Negli arredi e negli oggetti e documenti che verrebbero appositamente esposti - da un lato legati al Risorgimento ed ai suoi protagonisti , dall'altro alla vita di corte del Regno delle Due Sicilie - si riscontrano queste due componenti, contrastanti, ma entrambe rilevanti nella storia, nelle tradizioni e nei costumi napoletani.

  

 

 

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA IN PERNOSANO  

La Chiesa seicentesca di Santa Maria Assunta di Pernosano, a Pago del Vallo di Lauro, nasconde sotto di sé un precedente edificio risalente alla prima metà del IX Secolo, a sua volta  edificato su un preesistente insediamento romano. L'edificio ipogeo, recuperato da un recente restauro, fu voluto dal principe Longobardo Landolfo I figlio di Atenolfo, Duca di Capua e Benevento, regnante fino al 943, e comprende affreschi di notevolissimo interesse raffiguranti i Santi Paolino, Felice e Massimo.  I lavori di scavo e restauro, tuttora in corso,  testimoniano sia una consuetudine religiosa locale di passaggio di pellegrini, sia una tradizione pittorica artistica che non può essere considerata un episodio marginale e periferico, bensì uno dei momenti più alti e significativi dell'intreccio di relazioni fra la cultura orientale e quella longobarda.

  

 

 

CHIESA DI S. MARIA DELLA PIETÀ  

Le più antiche notizie della Chiesa di S. Maria della Pietà, in passato detta anche “S. Maria de Fellino”, risalgono al XIV sec. È infatti riportata in un elenco delle chiese della Terra di Lauro negli anni 1308-1310. Ma attraverso una indagine sui reperti di scavo del suo ipogeo sono stati rinvenuti, come già accennato nella sintesi storica, frammenti marmorei e strutture murarie di epoca romana  imperiale che confermerebbero le notizie riportare nel citato manoscritto del XVII secolo, secondo le quali, anteriormente alla chiesa, vi sarebbe esistito in sito un tempio pagano. Nel medesimo scavo (1980) è stato messo in luce anche un atrio che precede il portale di ingresso dell’antica chiesa. La Pietà è stata nei secoli più volte visitata dai vescovi diocesani: ad esempio Scarampo (1553), Lancellotti (1615), Gonzaga (1666), ecc..

  

 

 

CASTELLO LANCELLOTTI  

Di origine longobardo-normanna il castello, che domina l'abitato di Lauro, è citato per la prima volta in un documento del 976. Appartenuto ai vari feudatari che si sono succeduti a Lauro delle potenti famiglie dei Sanseverino, degli Orsini, dei Pignatelli, fu acquistato dai Lancellotti nel 1632. Incendiato dai francesi nel 1799, per rappresaglia contro un attentato all'esercito repubblicano, fu ricostruito dal Principe Filippo Lancellotti alla fine dell'Ottocento in uno stile architettonico composito.  Le mura racchiudono due ampi cortili, con fontane e vasche, gli appartamenti privati, le sale di rappresentanza, un torrione con loggia che affaccia sul Vallo di Lauro, le scuderie, la rimessa per le carrozze, ed una cappella e sono sovrastate da due torri merlate.

  

 

 

QUINDICI (AV)

 

CHIESA DI SANT'ANIELLO  

Scoperti durante alcuni lavori di restauro nel 1980, gli affreschi della chiesa di Sant'Aniello a Quindici rappresentano San Gennaro e sei suoi compagni di martirio (Sossio, Desiderio, Festo, Proculo, Eutiche e Acuzio): la tradizione vuole che questo ciclo di affreschi sia la più antica raffigurazione di San Gennaro. Esso risale al secolo XII, mentre le origini della piccola chiesa, databili attorno al IX secolo, sono attribuite ad un atto di devozione di alcuni abitanti del paese, che hanno poi assunto il cognome di Santaniello, tutt'ora molto diffuso nella zona .

  

 

 

DELEGAZIONE FAI DI BENEVENTO

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI BENEVENTO

 

 

SANT'AGATA DE' GOTI (BN)

 

PALAZZO MOSERA  

Palazzo Mosera è di origini cinquecentesche ed è appartenuto, fino agli anni '60, alla famiglia Masera, antica famiglia di Sant'Agata che si è distinta nei secoli per il proprio contributo alla crescita civile del paese.
Il palazzo fu acquisito al Demanio Pubblico per mancanza di eredi e poi acquistato dal comune nel 1986.
Al piano terra è conservato in buono stato l'impianto di molitura dell'antico frantoio del 1800; in seguito a lavori di restauro, sotto il piano di calpestio è stato  rinvenuto e riportato alla luce un sistema di vasche per il convogliamento delle acque derivanti dalla lavorazione dell'olio
La cantina, profonda 19 metri, si raggiunge da una scala alla fine della quale si apre un grande ambiente  che, oltre alla caratteristica comune ad altre cavità del centro storico, con occhi o bocche di lupo che raggiungono il piano stradale, presenta piccole cavità dovute alla formazione di bolle gassose formatesi durante la sedimentazione del tufo risalenti a  30.000 anni fa

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Aperto su richiesta

 

 

PORTA SAN MARCO  

Porta San Marco è situata lungo il perimetro della mura della città di Sant'Agata de' Goti  ed è la porta orientale, sormontata da un colosso difensivo, il cd.Torrione, così chiamato per la sua mole.
Costituiva uno dei tre antichi accessi alla città.
L'immobile è stato interessato da un intervento di recupero; attualmente appartiene al Comune ed è sede del centro informativo multi mediale per la valorizzazione storica, artistica e culturale del luogo.

  

 

LAVATOIO REULLO  

E’ la più interessante tra le strutture d'acqua santagatesi. Il lavatoio si costituisce di due grosse vasche, con tettoia centrale. Si caratterizza per una stravaganza costruttiva molto affascinante: l'ingresso alla struttura è coronato da un arco gotico, appartenente ad una seconda costruzione che racchiude la prima del XIV secolo.
La zona circostante è ricca di sorgenti d’acqua e a poca distanza dal lavatoio passa il fiume Isclero.

  

 

PALAZZO SAN FRANCESCO  

L'ex convento di San Francesco risale al XIII sec.. La prima comunità francescana, che aveva sede nella cappella di san Francesco Vetere, fuori dal centro murato, essendo spesso molestata da ladri e banditi, ottenne un terreno dentro le mura che venne acquistato da Clemente IV e sul quale sorse la chiesa attuale (1282) di cui restano alcune delle monofore gotiche originarie, murate sulla parete verso il chiostro. Il convento, soppresso nel 1809, divenne, assieme alla annessa chiesa, di proprietà del demanio ed oggi è sede del Comune di Sant'Agata de' Goti.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

CHIESA DI SAN FRANCESCO  

Appartenuta ai frati minori conventuali, la chiesa si offre al visitatore con la sua facciata e il suo interno barocco e la torre con orologio e cuspide maiolicata, recentemente restaurata. E' visitabile anche il chiostro cui si accede attraverso il grande portale del 1747. Il controsoffitto della chiesa è in legno, a modo di cielo stellato, dipinto in oro ed azzurro. Al centro vi è una tela del 1650, raffigurante "San Francesco in estasi". Il convento, dopo la soppressione del 1809, è ora di proprietà del comune di Sant'Agata ed è utilizzato per concerti o incontri culturali.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

Guardia la Bella: il borgo medievale, il castello, le chiese, le cappelle, i musei e le fontane

 

GUARDIA SANFRAMONDI (BN)

 

FONTANA DELLA PORTELLA  

La fontana della Portella, edificata tra il XVI e XVII sec., si trova in fondo a Via Portella. E' posta sul basamento del blocco roccioso su cui appoggia il Castello, addossata alla parete della roccia e collocata in direzione nord. Scolpita in pietra bianca locale, presenta due mascheroni da cui fuoriescono i getti d'acqua, che ricadono nel blocco monolitico della vasca. Sulla parte alta campeggia, lavorato in rilievo, lo stemma di Guardia Sanframondi.

  

 

 

PALAZZO DEL COMUNE ANTICO E LA FONTANA DI PIAZZA ANTICA  

Il palazzo è stato anticamente sede del Comune da cui deriva, come è intuibile, il suo nome. E' costituito da due piani ed è risalente al XIV secolo.
La facciata presenta piccole bugne ad intonaco e stucco di stile neorinascimentale (XIX secolo).
Nei pressi vi è la fontana di Piazza Antica, cosi detta perché ha conservato la denominazione antica della strada in cui è posta il cui nome era "Via di Piazza Antica" poi rinominata Via Filippo Guidi. E' posta difronte la Chiesa della Ave Gratia Plena e risale al 1866.
La fontana riempie, con le sue sobrie  linee classicheggianti esaltate dalla locale pietra bianca con cui è stata realizzata, l'angusto "largo" in cui è ubicata.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

DOMUS MATA (PALAZZO PICCIRILLI) * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Palazzo del XIV secolo appartenuto da sempre alla famiglia Piccirilli; attualmente di proprietà della fam. Mancini ed ospita il Museo delle Arti. E' incastonato tra le mura di cinta dell'antico borgo e tra due torri medievali di cui una trasformata a riserva d'acqua a mo' di pozzo. Sviluppato su tre piani, in epoca medievale allocava le botteghe al piano seminterrato. L'ingresso principale all'edificio ha un portale barocco e si apre all'interno del centro storico; un secondo ingresso da piazza Canalicchio consente di notare l'ampliamento del palazzo (tra il XVIII e l'inizio del XIX) con un accesso rotabile all'esterno delle mura per consentire alle carrozze di entrarvi direttamente. Un terzo accesso, lato giardino, ha un portale probabilmente realizzato con elementi di spoglio del vicino santuario. E' visibile la presenta di elementi tipici del periodo medievale, longobardo, rinascimentale nonchè archi ed uccelliera ottocenteschi. Forte è l'impatto paesaggistico della struttura.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

FONTANA DI FONTANELLA  

"La fontana di Fontanella" mantiene il suo antico nome che si è esteso a tutto il quartiere denominato appunto "Fontanella".
La presenza dell'acqua delle fontane costituisce elemento prezioso caratterizzante la vita del vecchio borgo. Anche nella loro semplicità  le fontane, i fontanili e gli abbeveratori testimoniano la grande  attenzione delle antiche amministrazioni alle condizioni di vita degli abitanti del borgo. Le fontane, infatti, costituiscono una infrastruttura di approvvigionamento dell'acqua, indispensabile alla vita quotidiana; ristoro per gli uomini e per gli animali che rientravano a casa dopo una giornata di duro lavoro nei campi.

  

 

FONTANA DEL CANALICCHIO  

La fontana del Canalicchio è cosi detta dalla strada omonima.
E' caratterizzata da un vascone in pietra, costituito da un blocco monolitico su cui si apre un "nasone" in ferro da cui scaturisce l'acqua.

  

 

MUNICIPIO E MUSEO CIVICO  

Situato, nel Palazzo del Municipio, raccoglie e tutela opere d’arte preziose, del XVII e XVIII sec., testimonianze di un passato economicamente prospero e ricco di Arte e di Cultura che Guardia Sanframondi visse sotto il dominio dei Carafa, che favorirono i rapporti e gli scambi con la Capitale del Regno di Napoli, centro propulsore dei nuovi fermenti culturali in ogni ambito dei saperi. In esso sono custodite le opere che Paolo De Matteis eseguì per gli altari di ben tre Chiese, insieme a Domenico Vaccaro e agli scultori Paolo Bardellino e Francesco Narici che contribuirono a rendere le fabbriche di Guardia, un ricco esempio del Barocco Campano. Nel Museo è custodito anche un prezioso esemplare di Orologio del Sellaroli.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

                  

 

FONTANINO (ABBEVERATOIO)  

Il Fontanino di via Pietralata è una interessante fontana-abbeveratoio-lavatoio, non lontana dal Museo delle Farfalle. E’ una fontana in pietra, incassata nella parete, costruita in pietra bianca locale, costituita da una vasca, sormontata da una parete che porta un mascherone e due rosoni in rilievo che gettano acqua. Grazioso elemento facente parte della preziosa Rete d’acqua di fontane pubbliche e fontanili, ricca di fontane e fontanelle, di cui è intessuto il borgo antico, a riprova del grado di civiltà e dell’attenzione ai bisogni primari che la Universitas Guardiese ha sempre avuto, storicamente, verso la comunità.

 

SANTUARIO DELL'ASSUNTA  

Il Santuario - Basilica dell'Assunta e S. Filippo Neri - nella sua cornice barocca evidenzia ancora una lontana cultura romanica, offuscata da stratificazioni varie ma mai distrutta, come testimoniano la struttura dell'abside in conci non squadrati, le colonne in pietra all'interno e gli eleganti rosoni sulla facciata. Non si hanno notizie certe sulla sua origine ma gli elementi architettonici emergenti fanno risalire questo monumento al secolo XVII (l'impianto però risale certamente ad epoca precedente). La facciata è semplice e modesta in contrasto con l'interno ricco e maestoso. La chiesta è stata a lungo chiusa ed è stata riaperta al culto il 24 luglio 1984. L'abside è tutta occupata dal baldacchino settecentesco al centro del quale è collocata la nicchia della Assunta, per la quale i guardiesi, e non solo loro, hanno tanta devozione che culmina nelle famose processioni di penitenza rivissute ogni sette anni (ultima processione si è tenuta proprio lo scorso 2017).

 

CHIESA DI SAN ROCCO  

La chiesa di San Rocco è oggi chiusa al culto per problemi di staticità ed è in corso un restauro. Venne edificata nel 1575, al rione Croce ai margini del centro abitato di allora, per iniziativa degli abitanti in seguito all'imperversare di una pestilenza. Per tale motivo venne dedicata a San Rocco, riconosciuto quale santo liberatore dalla peste e dalle epidemie. La chiesa fu un importante centro di fede, arricchito ed abbellito all'interno da varie opere d'arte.
Ancora oggi, e forse dall'inizio della sua costruzione, la chiesa costituisce il punto di riferimento degli abitanti del Rione Croce in occasione dei Settennali riti di penitenza in onore dell'Assunta.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico. La chiesa è al momento oggetto di restauro e viene aperta eccezionalmente in Giornate Fai

 

BORGO DEGLI ARTISTI  

Percorrendo Via Filippo Guidi e superando Porta Ratello (luogo in cui esisteva tale porta, abbattuta nel XVI sec. per facilitare l'incastellamento del Rione Groce) si giunge alla Rupe sul Ratello che è situata in pieno centro storico tra Via Costarella e Via Dietro gli Orti. La recente messa in sicurezza del torrente Ratello, grazie a briglie di contenimento, ha restituito il paesaggio all'antica bellezza, riportando la vita, la cultura e l'arte in un luogo che, ridotto in completa decadenza, era ormai un dirupo abbandonato. Dopo il restauro e la messa in sicurezza, la bellezza paesaggistica mozzafiato è riemersa nella pienezza della luce, dei tramonti e delle luminescenze notturne. Il luogo ha ispirato artisti italiani e stranieri, che vi lavorano e risiedono stabilmente, così da far diventare Via Costarella la "Via degli Artisti".

  

 

FONTANA DEI DUE MASCHERONI  

La fontana dei due Mascheroni è una fontana - abbeveratoio- lavatoio. È posta in via Fontana. È costituita da un basamento in pietra lavorata in cui sono scavate tre tazze che comunica con una seconda vasca più profonda con un piano inclinato, usato come lavapanni. I getti d’acqua fuoriescono da due mascheroni in rilievo. In alto è scolpito lo stemma comunale caratterizzato da tre torri su tre pietre.

 

MUSEO DELLE FARFALLE  

Il Museo delle Farfalle è una importante collezione di farfalle donata nel 1990 al Comune di Guardia Sanframondi dagli eredi dell'avv. Pascasio Parente, appassionato entomologo, il quale raccolse durante tutta la sua vita, con pazienza certosina, esemplari di farfalle provenienti da tutti i continenti, classificandole e conservandole. La raccolta è costituita da oltre mille esemplari e "può essere considerata unica al mondo e punto di riferimento di entomologi collezionisti" come ebbe a dire lo studioso Domenico Franco.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

CAPPELLA DI SAN PASCASIO  

Di fondazione tardo cinquecentesca (1598), fu costruita, per volontà delle sorelle De Susino, come voto alla Madonna del Loreto cui era in origine intitolata.
Intorno al 1640 fu donata alla Chiesa dell'Annunciata per poi ritornare, nel 1719, ai proprietari, i Foschini-Longo, ricchi conciatori di Guardia, che promisero di restaurarla e mantenerla in buono stato. Nel 1759, Papa Pio VI affidò alla famiglia il corpo del martire San Pascasio che sostituì la Vergine nell'intitolazione della cappella; un altare fu consacrato nel 1780 e, quindici anni dopo, la chiesetta fu rinnovata con stucchi, pitture e marmi. Le pitture di stile settecentesco rendono omaggio al tema del martirio.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

CHIESA DI SAN SEBASTIANO  

Sorta nel XVIII secolo, per iniziativa dei conciatori di pelli, su una primitiva cappella del 1515 di cui sono visibili ancora alcuni elementi. Austera nel profilo architettonico, presenta una ricchezza di opere d'arte al suo interno. Il portale di ingresso in pietra arenaria conserva intatta la sua eleganza cinquecentesca. L'interno, ad una sola navata, presenta quattro archi per lato con altrettanti altari. L'altare maggiore, in marmi rari e pregiati, arricchito da putti ed elegantissime tarsie, da solo è un'opera monumentale. Le strutture murarie e decorative sono di Domenico Antonio Vaccaro, il più prestigioso artista napoletano del '700 chiamato a prestare la sua opera come scultore, stuccatore e scenografo. I dipinti della volta e le tele sono di Paolo De Matteis chiamato a lavorare a Guardia di ritorno da Parigi ove era stato impegnato in alcuni dipinti alla Reggia di Versailles.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

FONTANA DEL POPOLO  

E' certamente, tra le tre fontane monumentali, quella più importante. Voluta dal popolo, come ricorda l'iscrizione ben visibile posta nella parte centrale, fu eretta nel 1886 su progetto e disegno dell'ing.Ciriaco Parenti di San Lorenzo Maggiore (BN).
E' in pietra bianca locale e fu sicuramente costruita da maestranza locali. Inizialmente posta dietro il condotto fu spostata successivamente.
Ha assolto sempre la funzione di fontana pubblica dispensatrice del bene primario per la comunità, fino alla costruzione dell'acquedotto.

  

CASTELLO MEDIEVALE  

La struttura originaria, presumibilmente voluta dal normanno Raone di Sanframondo nel 1139, fu più volte rimaneggiata e trasformata nei secoli. A sud fu eretta la cinta merlata divisa in cortine, con quattro torri merlate e, nella parte centrale, fu costruito il palazzo feudale con il mastio; ad est fu scavato il fossato con il ponte levatoio. Anche se non di vaste proporzioni, il castello costituiva un forte dove una guarnigione bene armata, poteva dare filo da torcere al nemico. Il tempo, le catastrofi e le intemperie lo hanno deteriorato notevolmente: il terremoto del 1456 arrecò i primi danni che furono rimediati solo parzialmente dalla ricostruzione ad opera degli Aragonesi nel 1461. Nel 1469 il castello fu affidato ai Carafa che lo tennero fino al 1806. Quando il feudalesimo fu abolito, rimase come dimora degli schiavi, addetti alla coltivazione delle terre, che non ne ebbero più alcuna cura. Solo nel XX secolo, dopo cinque anni di restauro, è stato restituito alla fruizione

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

CHIESA AVE GRAZIA PLENA  

Edificata a devozione dei cittadini di Guardia con atto notarile dell'8 maggio 1430,  fu la prima chiesa ad essere costruita nell'abitato più antico ed è stata una delle più importanti e frequentate del paese. Ingrandita prima nel 1511 e poi intorno al 1637, aveva annessi un ospedale e un brefotrofio. Crollò del tutto a seguito del terremoto del 5 giugno 1688. Fu Successivamente ricostruita in una forma architettonica diversa.
Venne consacrata tardi, solo nel 1780, da mons. Gentile. La chiesa è pianta rettangolare, ricca di stucchi e decorazioni barocche.
Il soffitto della navata è costituito da cassettoni lignei intagliati e dorati con scomparti che, molto probabilmente, presentavano dipinti.
A sinistra della navata centrale si apre il "Cappellone" o chiesa vecchia, avente tre altari.
L'organo barocco, riccamente intagliato e dorato, è stato accuratamente restaurato. Da sempre è luogo di raduno dei penitenti del Rione Piazza durante i Riti Settennali in onore di Santa Maria Assunta

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

PALAZZO SELLAROLI (SOLO ESTERNO)  

Palazzo Sellaroli risalente al sec. XVII si sviluppa su tre piani ed è un edificio "a corte di tipo nobiliare" destinato, all'inizio, a residenza unifamiliare, ora diviso in alloggi. Dalle caratteristiche storico-architettoniche si rileva che si tratta di un palazzo di forme tardo-rinascimentali, composto da un piano terra destinato a depositi, scuderia e alloggio della servitù e da un piano superiore destinato alla residenza padronale con una infilata di stanze, galleria, alcova e loggia.
Alfonso Sellaroli è illustre esponente della famiglia: nato nel 1855 a Guardia Sanframondi studiò a Firenze all'Istituto Galilei. Tornato a Guardia Sanframondi vi fondò nel 1875 una Fabbrica Nazionale di orologi monumentali da torre due dei quali installati a Guardia:uno sul campanile della basilica di San Sebastiano, l'altro sulla chiesa Ave Gratia Plena. Costruì per la Fontana del Popolo un orologio e un candelario idraulico in funzione sino al '43 anno in cui fu trafugato dai tedeschi.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

DELEGAZIONE FAI DI CASERTA

 

Aperture a cura di: DELEGAZIONE FAI DI CASERTA

 

 

CASERTA (CE)

 

PALAZZO DELLA PREFETTURA  

Il Palazzo della Prefettura di Caserta corrisponde all’antica dimora dei principi Acquaviva d’Aragona e fu impiegato, all’arrivo di Carlo di Borbone, come residenza del sovrano nell’attesa di costruire il Palazzo Nuovo, corrispondente alla Reggia di Caserta. Qualche mese fa il nuovo prefetto di Caserta ha manifestato al direttore della Reggia di Caserta l’intenzione di aprire alla città la quadreria del suo appartamento e, grazie alle tracciature inventariali e alle schede di catalogo, è stato possibile rivedere le informazioni di base e contestualizzare i dipinti.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

Da Spartacus a Garibaldi

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE)

 

ANFITEATRO CAMPANO  

L’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, il secondo in ordine di grandezza nell’Italia antica dopo il Colosseo, fu innalzato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. in sostituzione dell’arena più antica, databile tra il 133 e l’83 a.C. e di cui oggi sono visibili consistenti tracce. L’edificio fu realizzato da Capua, poi restaurato con il colonnato e con il nuovo arredo scultoreo dall’imperatore Adriano e dedicato da Antonino Pio. Durante il dominio gotico e longobardo l’edificio continuò ad avere funzione di arena; dopo la distruzione della città nell’841 d.C. ad opera dei Saraceni, venne trasformato in una fortezza. A partire dal periodo della dominazione sveva divenne cava di estrazione di materiali lapidei reimpiegati nella costruzione degli edifici della città. Parzialmente scavato tra il 1811 ed il 1860, fu definitivamente liberato dagli enormi ammassi di terra tra il 1920 ed il 1930, con numerosi successivi interventi di restauro conservativo nel tempo.

  

 

DOMUS CONFULEIUS (BOTTEGA DEL TINTORE)  

La domus si trova a poca distanza ad est dal criptoportico della città antica di Capua e fu scoperta durante i lavori di scavo per la costruzione di un edificio privato che a tutt’oggi la sovrasta. Attraverso una scala moderna e un’altra antica in muratura si accede nella bottega detta del tintore e si entra in due triclini, interamente pavimentati in signino con accurati motivi geometrici (tappeti a losanghe, reti di esagoni, meandri e quadrati concentrici, con stelle generate da cerchi allacciati) affrescati in un I stile tardo.

 

 

BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE  

La Basilica di Santa Maria Maggiore venne eretta sulla cripta paleocristiana di San Prisco, primo vescovo di Capua, il quale iniziò la diffusione del cristianesimo. Fu fatta realizzare dal vescovo Simmaco, per ricordare il miracolo verificatosi a Roma quando, in pieno agosto, l’Esquilino fu trovato coperto da uno strato quadrato di neve. Papa Liberio interpretò l’evento come volontà divina di edificare sul posto una chiesa dedicata alla Vergine e intitolata Santa Maria Maggiore, e il vescovo Simmaco volle la stessa cosa per Capua. Secondo la tradizione, fu lo stesso vescovo, muratore di professione, a costruire la chiesa, il cui nucleo originario era composto da tre navate. Le colonne di marmo cipollino provengono dal tempio di Giove. A S. Maria maggiore, nel 781, si fermò Carlo Magno che si recava a Benevento per punire il ribelle Arechi II, ma l’intercessione dei vescovi inviati dallo stesso Arechi convinsero Carlo Magno alla pace e a riconoscere Arechi principe di Benevento.

 

 

IL MITREO  

Al Mitreo (scoperto nell’autunno del 1922 durante i lavori di scavo per consolidare un edificio privato) si accede da una porticina che immette in un ingresso ornato da un bassorilievo di marmo (realizzato nel 1932) che riproduce l’affresco di Mitra tauroctono. Il monumento ipogeo, risalente al II sec. d.C., consta di un vestibolo rettangolare, a 4 m sotto il livello stradale, orientato in direzione sud-nord, che introduce nell’aula di culto, con altare con il grande affresco semicircolare, raffigurante Mitra che uccide il toro, e banchi per i fedeli con la suggestiva copertura a botte dipinta a stelle alternate rosse e blu, ad otto punte. Il culto di Mitra, si diffuse notevolmente nel I sec. d.C., con la crisi spirituale che da un lato vedeva la decadenza del paganesimo e dall’altra l’affermarsi del bisogno di una religiosità piu’ sentita per i culti provenienti dall’oriente, tra cui Iside, Cibele e lo stesso Cristianesimo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.  

 

 

MUSEO ARCHEOLOGICO DELL'ANTICA CAPUA  

 

  

TEATRO GARIBALDI  

Tra i progetti presentati per il concorso bandito il 1º marzo 1887 fu scelto quello del prof. Antonio Curri che si ispirò all'Opéra Garnier di Parigi. I lavori ebbero inizio il 13 agosto 1889 e terminarono nell'arco di sette anni. Il 12 aprile del 1896 il Teatro, intitolato a Giuseppe Garibaldi, fu inaugurato con la messa in scena del "La forza del destino" di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Vincenzo Grandine. La facciata, chiaramente ispirata all'Opera Garnier di Parigi, presenta, al piano terra, una zoccolatura in pietra calcarea che si alza per oltre 1,50 metri sul livello della strada e tre portoni d'ingresso con ai lati due nicchie che ospitano le statue in gesso di Goldoni (a destra) e Alfieri (a sinistra) che simboleggiano la Commedia e la Tragedia. Sopra le porte d'ingresso ci sono quattro medaglioni che raffigurano Bellini, Rossini, Pergolesi e Cimarosa.

  

 

ARCO DI ADRIANO  

 

 

CENTOMETRIQUADRI - MUSEO ARTE CONTEMPORANEA  

Il Museo di Arte Contemporanea di Santa Maria Capua Vetere è stato inaugurato l’8 Ottobre del 2016 presso la sede del Liceo Artistico Statale Righi - Nervi, per volontà del Prof. Vittorio Vanacore, docente di arti figurative, il quale ha raccolto le opere donate da 56 artisti di rilevanza nazionale ed internazionale, in mostra permanente.

 

 

MUSEO CIVICO E ARCHIVIO STORICO  

 

 

OFFICINA DEI BRONZI * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI.

Si tratta di parte di un complesso costituito da ambienti sotterranei sovrapposti con un criptoportico e altre numerose sale datate tra il II sec. a.C. e il II sec. d.C.. L’insieme sorreggeva un edificio di grandi dimensioni, forse un grande deposito con botteghe. Nei sotterranei fu installata (I sec. d.C.) un’officina per realizzare piccoli oggetti di bronzo e complementi di arredo di cui la città all’epoca vantava una fiorente produzione.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

MUSEO DEI GLADIATORI  

Il Museo dei Gladiatori è annesso all’Anfiteatro. Con innovative soluzioni espositive sono presentati al pubblico, per la prima volta,  gli elementi superstiti della decorazione dell’Anfiteatro Campano.

  

 

DOMUS DI VIA DEGLI ORTI  

Il complesso delle strutture rinvenute in via degli Orti è interpretabile come un’abitazione signorile del tardo Impero, di cui la parte riportata alla luce potrebbe costituire la zona di rappresentanza con ambienti organizzati attorno al giardino.

 

 

PALAZZO PAPA  

Il palazzo è un edificio a corte realizzato alla fine del Settecento. È stato oggetto di un rifacimento stilistico in chiave Liberty nel 1903 ad opera dell’Ing. Nicola Parisi che non modificò la struttura originaria, ma influì sul suo involucro con un ricco repertorio di decorazioni Liberty sui prospetti principali, all’interno della corte, il vano scala e gli appartamenti. La facciata principale su via Tari ha quattro balconi e il portale decentrato sormontato da uno scudo con il vecchio numero civico 88. Le decorazioni che si ripetono su entrambi i prospetti sono costituiti d motivi lineari floreali e classici. Dalla corte interna si accede al vano scala costituito da una rampa centrale da cui si dipartono dal pianerottolo intermedio due rampe che portano al pianerottolo del primo piano. Elementi del repertorio Liberty sono i decori del vano scala caratterizzati da fregi, triglifi e volti femminili e le caratteristiche ringhiere in ferro battuto con figure zoomorfe.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

Aperture a cura di: FERRARELLE

 

 

RIARDO (CE)

 

PARCO SORGENTI FERRARELLE DI RIARDO  

L'Oasi Ferarrelle FAI è una delle realtà territoriali più interessanti dell'Alto Casertano. Un pezzo di paesaggio Italiano in cui Natura e Territorio si fondono con Industria e Cultura con un forte senso di Responsabilità Sociale di Impresa. All'interno dell'Oasi, la Masseria Mozzi, oggi sede dell'Azienda Agricola Masseria delle Sorgenti Ferrarelle e punto di ristoro dei visitatori, è un tipico esempio di casa rurale dei primi dell'800, di cui è stato effettuato un attento restauro conservativo.

** Luogo normalmente chiuso al pubblico.

 

 

GRUPPO FAI DI AVERSA

 

Aperture a cura di: GRUPPO FAI DI AVERSA

 

I palazzi del Cardinale

 

AVERSA (CE)

 

PALAZZO DEL SEMINARIO  

Il cardinale a cui fa riferimento il titolo dell'itinerario è Innico Caracciolo (1642-1730), artefice nel Settecento di un vero e proprio ridisegno urbano del centro storico aversano. Tra il 1703 e il 1715 restaurò il duomo normanno secondo il progetto dell'architetto Buratti. Il punto di partenza di questo itinerario sarà il Palazzo del Seminario, realizzato anch'esso su disegno di Carlo Buratti, per proseguire poi alla visita del Duomo con l'unicum del deambulatorio normanno integro, la tomba del Cardinale di Pietro Bracci, uno dei migliori allievi di Bernini e con il Museo Diocesano. Tra le opere del Museo ricordiamo "La Madonna del Gonfalone" capolavoro del Solimena e i preziosi argenti settecenteschi.

   

 

I palazzi dell'accoglienza

 

AVERSA (CE)

 

COMPLESSO DELLA REAL CASA DELL'ANNUNZIATA  

Aversa storicamente si è caratterizzata come la città dell'accoglienza delle persone più svantaggiate. Alla regina Giovanna d'Angiò nel Trecento si deve, pressocchè contemporaneamente a quella di Napoli, la fondazione della Real Casa dell'Annunziata. Il complesso è diventato negli anni '90 sede della facoltà di Ingegneria. Ed è dal chiostro della facoltà che partirà la visita guidata di questo itinerario. Si visiterà l'enorme complesso e la chiesa che è un vero e proprio scrigno di capolavori. Ricordiamo solamente le due tele del transetto di Solimena e Marco Pino.

 

 

I palazzi Liberty

 

AVERSA (CE)

 

VILLA STABILE - GOLIA  

All'inizio del '900 venne realizzato un asse viario nuovo nella città, che collegava la stazione ferroviaria con il palazzo del Comune, un vero e proprio rettifilo lungo più di un chilometro. L'itinerario parte proprio dalla ferrovia. Accanto alla statua del grande compositore aversano, Domenico Cimarosa, "inventore" dell'opera buffa settecentesca, statua realizzata dal calabrese Francesco Ierace, ci sarà un info-point per i turisti. Da qui si proseguirà per Villa Stabile-Golia, interessante dimora storica in puro stile liberty. Vedremo poi l'adiacente Palazzo Argo e via via Palazzo Farinaro e Palazzo Mormile per concludere con la piccola cappella gentilizia dedicata a S. Antonio della famiglia De Rosa, raro liberty sacro.