Cultura & Gossip
LIBRI - "La signora dei gomitoli", una fiaba per Napoli
18.10.2017 14:16 di Napoli Magazine

GISELLA LATERZA

LA SIGNORA DEI GOMITOLI

E ALTRE FIABE SU E GIÙ PER L'ITALIA

(Rizzoli, 2017)

 

Da Venezia a Napoli, da Torino a Lampedusa, la Signora dei Gomitoli viaggia con una valigia di cartone piena di gomitoli magici: ognuno di loro racchiude una fiaba. La Signora si sposta di città in città, si ferma in piazza, inizia a intrecciare i fili dei gomitoli e delle storie.

Le fiabe traggono ispirazione da luoghi reali, ai quali la Signora aggiunge un tocco di fantasia. Si scopre dunque che a Milano c’è una casa con un orecchio (c’è davvero, in via Serbelloni, 10): se si sussurra un desiderio all’orecchio, è sicuro che si avvererà. A Bologna la Torre degli Asinelli si chiama così perché un tempo lassù viveva una principessa capricciosa chiamata Garisenda, mentre a Lucca abitava un principe strano, che quando era triste rideva e quando era felice piangeva. Dalla Libreria Acqua Alta di Venezia ogni sera partiva una gondola magica che portava via i libri dimenticati. A Roma bastava seguire lo sguardo della gatta di marmo di Via della Gatta per trovare un favoloso tesoro. A Napoli c’era una fanciulla che aveva la pelle bianca come la mozzarella, le labbra rosse come pomodori maturi, occhi verdi come basilico fresco e, naturalmente, si chiamava Margherita.

E via così, il racconto prosegue per le sedici fiabe della raccolta, seguendo un filo rosso che si srotola per l'Italia.

Alcune fiabe sono ironiche e leggere, altre sono cupe, brutali, misteriose. Tutte nascondono significati che vanno al di là del primo livello di lettura. Come diceva lo scrittore e giornalista Gilbert Keith Chesterton, “Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono: i bambini lo sanno già. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”.

I draghi, ieri come oggi, sono le nostre paure. Paura di essere lasciati soli, di non essere amati, di non essere all’altezza della situazione, persino paura di morire. Ogni fiaba prende spunto da qualcosa di reale per rappresentare un’emozione, un desiderio, un timore, che appartiene ai bambini ma anche agli adulti. Ed ecco che la forma ariosa e all’apparenza semplice della fiaba riesce a parlare alla parte più profonda di tutti, e a raccontare che possiamo sconfiggere il “drago” che più ci spaventa: quello che temiamo di essere.

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LIBRI - "La signora dei gomitoli", una fiaba per Napoli

di Napoli Magazine

18/10/2024 - 14:16

GISELLA LATERZA

LA SIGNORA DEI GOMITOLI

E ALTRE FIABE SU E GIÙ PER L'ITALIA

(Rizzoli, 2017)

 

Da Venezia a Napoli, da Torino a Lampedusa, la Signora dei Gomitoli viaggia con una valigia di cartone piena di gomitoli magici: ognuno di loro racchiude una fiaba. La Signora si sposta di città in città, si ferma in piazza, inizia a intrecciare i fili dei gomitoli e delle storie.

Le fiabe traggono ispirazione da luoghi reali, ai quali la Signora aggiunge un tocco di fantasia. Si scopre dunque che a Milano c’è una casa con un orecchio (c’è davvero, in via Serbelloni, 10): se si sussurra un desiderio all’orecchio, è sicuro che si avvererà. A Bologna la Torre degli Asinelli si chiama così perché un tempo lassù viveva una principessa capricciosa chiamata Garisenda, mentre a Lucca abitava un principe strano, che quando era triste rideva e quando era felice piangeva. Dalla Libreria Acqua Alta di Venezia ogni sera partiva una gondola magica che portava via i libri dimenticati. A Roma bastava seguire lo sguardo della gatta di marmo di Via della Gatta per trovare un favoloso tesoro. A Napoli c’era una fanciulla che aveva la pelle bianca come la mozzarella, le labbra rosse come pomodori maturi, occhi verdi come basilico fresco e, naturalmente, si chiamava Margherita.

E via così, il racconto prosegue per le sedici fiabe della raccolta, seguendo un filo rosso che si srotola per l'Italia.

Alcune fiabe sono ironiche e leggere, altre sono cupe, brutali, misteriose. Tutte nascondono significati che vanno al di là del primo livello di lettura. Come diceva lo scrittore e giornalista Gilbert Keith Chesterton, “Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono: i bambini lo sanno già. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”.

I draghi, ieri come oggi, sono le nostre paure. Paura di essere lasciati soli, di non essere amati, di non essere all’altezza della situazione, persino paura di morire. Ogni fiaba prende spunto da qualcosa di reale per rappresentare un’emozione, un desiderio, un timore, che appartiene ai bambini ma anche agli adulti. Ed ecco che la forma ariosa e all’apparenza semplice della fiaba riesce a parlare alla parte più profonda di tutti, e a raccontare che possiamo sconfiggere il “drago” che più ci spaventa: quello che temiamo di essere.