Cultura & Gossip
SPETTACOLI - Agenda settimanale dal 19 al 25 febbraio 2018 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano
16.02.2018 11:29 di Napoli Magazine

Cinema Teatro Modernissimo di Telese

Info 0824976106

Martedì 20 febbraio, ore 20.30

 

Teatro Magic Vision di Casalnuovo

Info 0818030270, 3292180679

Mercoledì 21 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Ricciardi di Capua

Info 0823963874

Giovedì 22 febbraio, ore 21.00

 

Teatro Umberto di Nola

info 0818231622

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

presenta

 

Lina Sastri in

 

Appunti di viaggio
biografia in musica

scritto e diretto da Lina Sastri

 

con

Filippo D’Allio, chitarra - Gennaro Desiderio, violino
Salvatore Minale, percussioni - Gianni Minale, fiati
Salvatore Piedepalumbo, fisarmonica e tastiere - Luigi Sigillo, contrabbasso

 

Lina Sastri porta in scena un racconto libero e inedito della sua vita artistica. Sulla scena nuda dominata dalla scultura di Pulcinella, creazione preziosa del maestro Alessandro Kokocinski, proiezioni e immagini della lunga carriera dell’artista si alternano a brani musicali e teatrali eseguiti dal vivo.

Un viaggio, sempre nuovo, nel teatro, nella musica e nel cinema italiano, attraverso i racconti di vita vissuta, gli incontri indimenticabili con le grandi personalità artistiche del nostro paese (da Eduardo a Patroni Griffi, da Roberto De Simone ad Armando Pugliese), con i poeti e i drammaturghi, gli autori e i registi come (Nanni Moretti, Nanni Loy, Carlo Lizzani, Woody Allen, Giuseppe Tornatore).

racconto dell’incontro fatale e improvviso con la musica risveglia ricordi antichi di infanzia: la madre forte e melodiosa, il padre partito per il Sudamerica.

Tutto liberamente proposto da Lina Sastri, accompagnata in scena dai suoi valentissimi musicisti capaci sempre di cogliere l’attimo, seguire o anticipare il racconto musicale della sua vita.

I brani musicali vanno da “Madonna de lu Carmine” scritta da Roberto De Simone per lo spettacolo Masaniello, alla “Taranta del Gargano”, da “Canzone Appassionata” a “Bammenella”, da “A vita è comme” ‘o mare” a “Assaje”, scritta proprio per Lina da Pino Daniele per il film Mi manda Picone, da “La Profezia”, canzone del film “Li Chiamarono…Briganti” di Pasquale Squitieri a “Sud scavame ‘a fossa”, brano inedito di Pino Daniele cantato a rap, dall’inedito “Edua’”, dedicato a Eduardo De Filippo a “Uocchie c’arraggiunate”, da “Tammurriata nera” a “Amara terra mia” di Domenico Modugno.

E ancora, i grandi classici napoletani e moltissimi altri brani che hanno segnato la carriera musicale e teatrale di Lina Sastri, tra cui Reginella, Maruzzella, fino all’indimenticabile Napul’è di Pino Daniele.

Uno spettacolo mai uguale a se stesso che riserva ogni sera piccole sorprese, un dialogo sincero e appassionato con il pubblico che ascolta pensieri, segreti, dolori e gioie di una grande artista. Un taccuino che si riempie ogni sera liberamente, sull’onda dell’emozione, delle parole e della musica.

Un dialogo d’amore che rivela dell’artista molto più di quanto un semplice spettacolo possa mostrare. Un viaggio nell’anima che si presenta ogni sera diverso, perché questo è il teatro.

 

 

Teatro Gloria di Pomigliano D’Arco

Info 0818843409

Giovedì 22 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Barone di Melito di Napoli

Info 0817113455

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta

info 0823444051

Sabato 24, ore 20.45, e domenica 25 febbraio, ore 18.00

 

Compagnia Enfi Teatro

presenta

 

Biagio Izzo in

 

Di’ che ti manda Picone

testo di Lucio Aiello

con Rocío Muñoz Morales

 

e con

Mario Porfito, Lucio Aiello, Agostino Chiummariello, Rosa Miranda,

Antonio Romano, Arduino Speranza, Felicia Del Prete

 

scene Luigi Ferrigno, disegno luci Gigi Ascione, costumi Anna Zaccarini

 

regia Giuseppe Miale Di Mauro

 

dedicato A Elvio Porta

 

Nel 1984 uscì il film diretto da Nanni Loy, Mi manda Picone, che raccontava la storia di un operaio dell’Italsider di Bagnoli che per protestare contro la chiusura della fabbrica si diede fuoco davanti al consiglio comunale sotto gli occhi della moglie e del figlio piccolo. 

Nel 1984 io avevo 9 anni e molto probabilmente il film non lo vidi nemmeno (ho poi recuperato crescendo) ma ricordo perfettamente che nella mia famiglia quando c’era da fare qualche incontro importante o qualche faccenda delicata, si diceva: «Di’ che ti manda Picone».

Per anni mi sono chiesto chi fosse quel fantomatico Picone, che solo a nominarlo come faceva Giannini nel film rilasciava crediti e possibilità, poi con il tempo ho capito cosa voleva dire quella frase. Così, quando mi hanno chiamato per curare la regia di questo testo che partendo dal film racconta che fine ha fatto quel bambino che ha visto il padre scomparire inghiottito dalle fiamme, ho fatto un tuffo nella mia infanzia.

In quell’universo in cui i bambini si isolano e creano il loro mondo personale. Come Antonio Picone, alias Biagio Izzo, che ormai adulto si isola nella vecchia casa di famiglia e vive nel ricordo di un padre andato via troppo presto. Intanto si è fidanzato e ben presto scoprirà che la sua donna aspetta un bambino.

Ciò vorrà dire assumersi delle responsabilità, diventare adulto. Ma Antonio Picone vuole restare bambino, così convinto che crescere voglia dire solo farsi il sangue amaro e ascoltare verità che non gli piacciono.

Purtroppo per lui un nugolo di personaggi subdoli e spietati invaderanno la casa - isola del povero Antonio e lo condurranno nella piaga sociale di una politica fatta di raggiri e inganni. E il bambino, orfano di un martire del lavoro, sarà costretto a diventare adulto e scegliere da che parte stare nel mondo vero.

Il percorso che porterà a questa scelta sarà fatto di amore, tante risate, ricordi, esami di coscienza e prese di posizione. Alla fine Antonio farà la sua scelta. E proprio come succedeva nella mia famiglia, anche in questa ci sarà chi gli sussurrerà quella fatidica frase: «Di’ che ti manda Picone».

 

Giuseppe Miale di Mauro

 

Teatro Verdi di Salerno

info 089662141

Da giovedì 22 a domenica 25 febbraio

(feriali ore 21,00 - festivi ore 18,30)

 

Arte Brachetti Produzioni e Spettacoli

presenta

 

Solo

Il nuovo one man show

di e con Arturo Brachetti

 

Associated director: David Ottone (Yllana Company)

 

Assistente alla regia: Luca Bono

 

Il cameraman: Kevin Michael Mo ore

 

Consulenti effetti speciali e illusionismo: Paul Kieve, Paolo Carta

 

Light designer: Valerio Tiberi

 

Testi e arrangiamenti: Stefano Genovese

 

Musiche originali: Fabio Valdemarin

 

Costumi: Zaira de Vincentiis, Napoli

 

Assistente costumista: Marianna Carbone

 

Realizzazione costumi: The One, Roma

 

Sculture in gommapiuma: Mauri zio Crocco, Napoli

 

Parrucche: Mario Audello, Torino

 

Scenografia: Rinaldo Rinaldi

 

Video artist e visual design: Riccardo Antonino, Torino

 

in collaborazione con gli studenti di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione - Politecnico di Torino

 

Scenotecnica: Officine Contesto, Nonatola (MO)

 

Strutture sceniche: Carlo Bono

 

Casa in miniatura: Matteo Piedi, Zero Studio

 

Effetti speciali: MACH.ME di Picca Vittorio, Mattia Boschi

 

Collaborazione artistica sand painting: Paolo Carta, Simona Gandola

 

Coreografie: Jennifer Caodaglio

 

Dopo il debutto internazionale a Parigi arriva in Italia il nuovo atteso one man show di Arturo Brachetti: SOLO, the Master of quick change. Un vero e proprio assolo del grande artista, che torna sui palcoscenici come unic o protagonista dopo il trionfo dei suoi precedenti one man show L’uomo dai mille voli e Ciak!, applauditi da 2.000.000 di spettatori in tutto il mondo.

Un ritorno alle origini per Brachetti che, in questo spettacolo, aprirà le porte della sua casa, fatta di ricordi e di fantasie; una casa senza luogo e senza tempo, in cui il sopra diventa il sotto e le scale si scendono per salire.

Dentro ciascuno di noi esiste una casa come questa, dove ognuna dell e stanze racconta un aspetto diverso del nostro essere e gli oggetti della vita quotidiana prendono vita, conducendoci in mondi straordinari dove il solo limite è la fantasia. È una casa segreta, senza presente, passato e futuro, in cui conserviamo i sogni e i desideri… Brachetti schiuderà la porta di ogni camera, per scoprire la storia che è contenuta e che prenderà vita sul palcoscenico.

Reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà: tutto è possibile insieme ad Arturo Brachetti, il grande maestro internazionale di quick change che ritorna con un varietà surrealista e funambolico, in cui immergersi l asciando a casa la razionalità.

Nel nuovo spettacolo, protagonista è il trasformismo, quell’arte che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che qui la farà da padrone con oltre 60 nuovi personaggi, portati in scena per la prima volta.

Ma in SOLO Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser.

Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping, permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori nello show.

Dai personaggi dei telefilm celebri a Magritte e alle grandi icone della music a pop, passando per le favole e la lotta con i raggi laser in stile Matrix, Brachetti tiene il ritmo sul palco: 90 minuti di vero spettacolo pensato per tutti, a partire dalle famiglie.

Lo spettacolo è un vero e proprio as-SOLO per uno degli artisti italiani più amati nel mondo, che torna in scena con entusiasmo per regalare al pubblico il suo lavoro più completo: SOLO.

 

 

 

 

 

 

Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli

Info 0974282362, 3383096807

Giovedì 22 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei

Info 0818577725 – 3337361628

Da venerdì 23 a domenica 25 febbraio

(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

 

Commedia Futura

presenta

 

Eduardo Tartaglia, Veronica Mazza

in

 

Tutto il mare, o due bicchieri?

scritta e diretta da Eduardo Tartaglia

 

con

Stefano Sarcinelli, Salvatore Misticone, Pierluigi Iorio, Antonio Dell’Isola

 

scene Luigi Ferrigno, costumi Nunzia Russo, musiche Paolo Coletta

 

Alla domanda: «Che cosa è il Tesoro di San Gennaro ?» non pochi Napoletani risponderebbero: «Una ricchissima collezione di ori e pietre preziose a lui dedicate».

Ma sicuramente molti di più non esiterebbero ad individuare il Tesoro autentico  in quelle piccole teche d’argento (in realtà in sè tutt’altro che di inestimabile valore), che custodiscono le ampolle contenenti quel liquido rosso bruno da tutti indicato come il «Preziosissimo » Sangue del Santo. Testimonianza perenne del suo martirio, certo. Ma anche e soprattutto unico e invalicabile confine tra Fisica e Metafisica.

Tanto premesso, non dovrebbe allora risultare difficile indovinare quale sia lo stato d’animo e quali siano i pensieri del malcapitato Vice Commissario di Polizia Ercole Portone : giunto in piena notte nel Duomo pochi istanti dopo che qualcuno ha trafugato proprio le ampolle con il sangue di San Gennaro!

Ed oltretutto impossibilitato a fare il benchè minimo progresso nelle indagini a causa delle testimonianze sconclusionate ed involontariamente esilaranti del frastornato Angiolino Spertoso aiutante del sagrestano nonchè unico testimone ; spalleggiato dalla moglie Lucia: affetta (tra l’altro !) dalla Sindrome di Tourette ; e dall’amico Gerardo: logorroico ed in perenne conflitto con sintassi e grammatica !...

E quando poi tutte le ipotesi investigative (terrorismo islamico, gesto dimostrativo della Camorra, azione di un mitomane, furto a scopo estorsivo …) verranno clamorosamente smentite, la situazione per lo scalognato Commissario non potrà che complicarsi. Chi si è impossessato del Preziosissimo Sangue lo ha fatto con lo scopo folle di Clonare San Gennaro. Estrarre cioè una cellula dal liquido posto nell’ampolla e riprodurre vivo e vegeto il Santo in carne ed ossa.

Di qui una pirotecnica ed irresistibile ridda di interrogativi e di risposte tutta giocata sul filo del paradosso. Dove San Gennaro potrebbe assumere le vesti ora di un vero e proprio Super Eroe dotato di super poteri a difesa della città, una sorta di Uomo Ragno ante litteram capace di fermare i treni e gli autobus lanciati a folle velocità (ipotesi in vero poco verificabile a Napoli tra infiniti lavori della Metropolitana e annosi problemi di traffico urbano…). Ora di un guaritore su scala mondiale collegato via internet con l’intero universo. Ora di baluardo della Cristianità contro il proliferare delle dottrine new age. Ora, infine, di garante della Pace e della Felicità di tutti i Popoli.

E se invece le motivazioni del gesto nascondessero, soltanto un interesse particolarissimo ed incoffessabile!?... E se, a ben riflettere, più che di San Gennaro in carne ed ossa, il mondo alla fine avesse ancora bisogno solo ed esclusivamente del suo sangue, perchè bisognoso non di testimonianze e fatti, ma solo di una Fede tanto più forte proprio perchè indimostrabile ?!...

Il nuovo lavoro di Eduardo Tartaglia racconta dunque una vicenda solo apparentemente grottesca e surreale. E che invece, ad una analisi meno superficiale, rivela quanto le sue radici affondino ben salde proprio nelle insanabili contraddizioni della nostra epoca e quanto da esse traggano tutta la loro linfa vitale ed autentica.    

È così che anche questa commedia presenta, ancora una volta, tutti i tratti distintivi e le caratteristiche più tipiche della drammaturgia dell’Autore che ben ha saputo rinverdire in questi ultimi anni i fasti della Grande Tradizione.

Giudicato dal pubblico e dalla critica come “… l’esponente più vicino alla lezione eduardiana della fiorente scuola napoletana contemporanea …”, Tartaglia nuovamente mette in luce la sua straordinaria capacità di affrontare temi di grande impatto sociale e civile con la leggerezza tipica dello Scrittore comico; confermando quella eccezionale alchimia tra la serietà degli argomenti narrati e la capacità di costruire personaggi e situazioni di irresistibile divertimento, che è stata alla base di tanti suoi successi (basti citare almeno: “Ci sta un Francese, un Inglese e un Napoletano” e  “La valigia sul letto”, le cui affermazioni teatrali sono state bissate con i due omonimi film prodotti e distribuiti dalla Medusa nel 2008 e nel 2010; e “Questo bimbo a chi lo do? anch’esso ormai prossimo ad essere trasposto dal palcoscenico al grande schermo).

Saper individuare gli stati d’animo che turbano e inquietano il cosiddetto immaginario contemporaneo, per coglierne con sapienza ed incisività gli esilaranti paradossi che sempre si annidano proprio nelle storie più spinose e difficili, è sicuramente la cifra drammaturgica che contraddistingue la scrittura dell’Autore. 

Le mille domande che da sempre accompagnano il progresso tecnico scientifico; gli innumerevoli interrogativi anche angoscianti che si pongono alle coscienze individuali e collettive di fronte al Mistero; l’eterno e insoluto conflitto tra Fede e Scienza, potevano essere certamente l’oggetto di operazioni teatrali di ben altro colore. (Per tutti, si pensi al “Galileo” di B. Brecht).

Ma è proprio nel coraggio di rendere questo soggetto materia di una commedia molto divertente e nella conseguente capacità di trattare questioni delicatissime con leggerezza e non con superficialità, che risiede l’originale misura delle commedie di Tartaglia.

E forse, anche il motivo del loro successo.

 

 

Cinema Teatro Politeama di Torre Annunziata

Info 0818611737, 3381890767

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Teatro delle Arti di Salerno

info 089221807

Sabato 24 febbraio 2018, ore 21.00

 

Best Live

presenta

 

Francesco Cicchella in

 

Millevoci

uno spettacolo scritto da

Francesco Cicchella, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato

 

Millevoci è uno show comico-musicale nel quale Francesco Cicchella mostra le sue doti di comico, cantante ed intrattenitore. Sul palco, oltre allo showman, Vincenzo De Honestis (storica spalla di Cicchella in tutti i suoi spettacoli ed in molte delle sue apparizioni televisive), con il quale dà vita ad esilaranti siparietti comici, ed una band di sei elementi capitanata dal maestro Paco Ruggiero.

Il titolo, che strizza l’occhio al celebre varietà televisivo degli anni ’70, è quanto mai emblematico. Le mille voci a cui fa riferimento sono quelle che Cicchella porta sul palco, facendo vivere una moltitudine di personaggi e giocando continuamente con la sua vocalità anche quando veste i panni di se stesso.

Sul palco, infatti, oltre alle celebri parodie televisive del comico (Massimo Ranieri, Michael Bublé, Gigi D’Alessio etc.), che rientrano tra i momenti più esilaranti dello spettacolo, diversi numeri da vero showman, che proiettano il pubblico in un viaggio assolutamente ironico e giocoso attraverso il mondo della musica, condotto in maniera sorniona da Cicchella il quale si dimostra capace di impressionare e divertire il pubblico, spiazzandolo continuamente con numeri caratterizzati allo stesso tempo da grande spessore musicale ed artistico, ma anche da devastante forza comica.

Il performer fa apprezzare le sue doti canore passando da Stevie Wonder a Pino Daniele, da Michael Jackson ai Maroon 5, da Bruno Mars a Tiziano Ferro, senza mai prendersi troppo sul serio ed offrendo sempre allo spettatore un nuovo punto di vista, originale ed ironico, dal quale partire per giocare con la musica.

Cicchella esamina la musica ed i cantanti attraverso la lente del comico, regalando momenti di puro divertimento oltre che performances musicali di classe, in uno show fresco, leggero, sempre godibile e di pregevole fattura.

 

 

 

 

 

Teatro Diana/Sala Pasolini di Salerno

Info 089662141

Venerdì 23 febbraio, ore 21.00

 

QUELLI CHE LA DANZA 2018

 

ARB Dance Company 

presenta

 

Re-Born

coreografie Martina Fasano

danzatori Luigi d'Aiello, Martina Fasano, Katia Marocco, Camilla Rega

 

Un tuffo nel vuoto. Tre piani.

La vita che sembra spegnersi sull'asfalto. La vita di Francesco, il protagonista, giovane pittore e musicista, e con la sua, la vita di chi lo ama. A testa in giù verso l'abisso.

Ma la vita non si lascia mettere al tappeto senza combattere: sarà un lungo testa a testa tra Francesco, con i suoi quadri, le sue canzoni, e la morte; colori e musica che combattono con il buio e con il silenzio.

Nel limbo del coma affioreranno ricordi ed echi di un passato felice: la famiglia, l'esperienza come volontario in Africa, la fede. Ciò che da soli sembrava essere insormontabile, assieme diventa possibile. Ciò che la solitudine aveva camuffato da via d'uscita, ciò che nella spossatezza di un dolore apparentemente insuperabile era apparso come una possibilità di fuga, si rivela per quello è: una resa senza giustizia. La morte, prima quasi invocata, sarà combattuta con ogni fibra, e sconfitta. Nell'arte, la rinascita.

 

 

 

 

Teatro Comunale di Lacedonia

info 3346632836 - 3337448095

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Enzo Sanny

presenta

 

Il più brutto weekend della nostra vita

di Norm Foster, traduzione Danilo Rana

 

con

Maurizio Micheli, Benedicta Boccoli, Nini Salerno e Antonella Elia

 

scene Lorena Curti, costumi Martina Piezzo

 

adattamento e regia Maurizio Micheli

 

Dopo il grande successo del film campione d’incassi “Quo vado”, dove ha interpretato il ruolo del padre di Checco Zalone, e dopo due anni di tutto esaurito con la commedia “Signori…le paté de la maison”, al fianco di Sabrina Ferilli nella doppia veste di attore protagonista e regista, Maurizio Micheli presenta un nuovo lavoro del pluripremiato scrittore canadese Norm Foster. “Il più brutto weekend della nostra vita”: la verità e le bugie di un’amicizia raccontate dal genio di Foster, con la sua capacità di risucchiarci in un umorismo che ci accompagna durante tutto lo spettacolo fino al calare del sipario.

 

Si usa dire che l’amore è alla base di tutto, è il sentimento che muove le cose del mondo e la vita degli esseri umani, ma, ahimè, accanto all’amore si collocano in ottima posizione altri sentimenti parecchio diffusi e molto popolari: l’antipatia, la mancanza di stima, l’indifferenza e il disprezzo verso il prossimo fino ad arrivare all’odio più totale e feroce. I quattro protagonisti di “Il più brutto week-end della nostra vita” non si vogliono bene, non si stimano anzi si detestano e nutrono ognuno nei confronti degli altri una forma di intolleranza e di insofferenza a stento trattenute. Credono di innamorarsi ma non si innamorano, credono di divertirsi ma si annoiano, provano a cambiar vita ma non ci riescono. In realtà nessuno ama chi crede di amare e senza rendersene conto vivono una vita dominata da un’unica irrefrenabile passione: quella per sé stessi. Malgrado e forse grazie a tutto questo “Il più brutto week-end della nostra vita” è una commedia comicissima perché, non dimentichiamolo, l’amore può far sognare con i suoi chiari di luna, le stelle d’argento, le passeggiate mano nella mano etc…, l’odio invece quando non provoca tragedie irreparabili può fare anche molto ridere.

 

Maurizio Micheli

Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento

info 0818786165

Venerdì 23 febbraio, ore 21.00

 

MediterrArea

presenta

 

CIAOAMORECIAO

di Piero Di Blasio

 

con Stefania Fratepietro, Luca Notari

 

regia Piero Di Blasio

 

Una canzone mai realmente cantata. Un amore troppo chiacchierato e poco vissuto. Uno sparo. Comincia così lo spettacolo "Ciao amore, ciao". Dalla fine, ma senza analizzarla. Non è un'arringa sulle cause della morte di Luigi Tenco.

Non è un'apologia del cantautore scomparso e, tantomeno, non è un recital. È un musical a tutti gli effetti. Anche se preferisco chiamarlo "prosa con musiche". La parola è fondamentale in questo spettacolo, anche perché, molto spesso, le parole sono mutuate dallo stesso Tenco.

Parole profonde e dirette che lasciano poco spazio all'interpretazione. Certamente la musica non fa da contorno, anzi. Come nella migliore tradizione del musical anglosassone, la colonna sonora dello spettacolo, eseguita dal vivo e interamente composta di canzoni del cantautore ligure, non solo descrive le varie scene, ma ne porta avanti la narrazione, ci racconta una storia d'amore.

E si, perché con questo spettacolo vogliamo raccontare una storia d'amore. E non ci importa se gli amanti si chiamano Tenco e Dalida. Quello che ci interessa è come si conoscono, come si scoprono, come si amano e come, alla fine, si lasciano.

Lo spettacolo rievoca una vicenda reale. Ma badate bene che ho detto "rievoca", non ripropone o rappresenta. Infatti con questo spettacolo vogliamo tratteggiare gli aspetti più importanti di due grandi personaggi, ma non farne una copia conforme che potrebbe risultare pedissequa e priva di idee.

Noi rappresentiamo l'essenza dei personaggi, non i personaggi stessi. Anche per questo motivo, la maggior parte dei brani dello spettacolo sono splendidamente arrangiati dal Maestro Emiliano Begni.Come dicevo, raccontiamo una storia, scandita dai momenti salienti di quel fatidico Sanremo '67. Luigi Tenco (Luca Notari) è già un musicista apprezzato e "rivoluzionario" (non dimentichiamoci che la storia si apre nel 1967, un anno prima dello storico periodo di contestazioni sociali).

Nel febbraio di quello stesso anno, viene chiamato a Roma da Nanni Ricordi, proprietario della storica casa discografica RCA. La proposta è allettante: il festival di Sanremo.

Ma non è allettante per il luogo, di per se non gradito a Luigi, ma per la compagna che lo avrebbe affiancato su quel prestigioso palco: Dalida (Stefania Fratepietro).

Un anno insieme. Tra Roma e Parigi, tra alti e bassi, tra amori presunti, dichiarati e non corrisposti. I luoghi sono sempre stilizzati, le scenografie mai descrittive. Ogni ambiente deve poter essere la storia di ognuno di noi. Ogni spettatore deve potersi sentire Luigi o Dalida.

Le canzoni, il punto focale della loro vicenda. Conosciamo Luigi attraverso le sue stesse parole. Sappiamo come vede la gente e come la gente vede lui (Io sono uno). L'incontro con Dalida è casuale e maledettamente forte. Lei è bella e algida. Lui la crede viziata e snob, ma la bella francese gli spiega che non è proprio così giorno dopo l'altro).

Nasce qualcosa tra i due, qualcosa di non esattamente chiaro. E allora Tenco prova a forzare un po' la mano. La invita ad uscire... alle tre di notte (Se tu fossi una brava ragazza).

La vita romana di Luigi, però, non va come si aspettava e al telefono, con la madre, cerca quel conforto che< la distanza non gli permette, anche "mentendo" sul presente e sperando sul futuro (Vedrai, Vedrai).

Cominciano i tormenti e le pene d'amore. Dalida è sposata, lui è innamorato... di un'altra donna. (Ho capito che ti amo, Come le altre, Più m'innamoro di te e meno tu mi ami). Il danno è fatto, irreparabile, ma la casa discografica non permette che si sappia della rottura della coppia, anzi ne dichiara l'imminente matrimonio, subito dopo il festival. Dalida è furiosa (Io si).

La sera di capodanno, i due si presentano insieme alla casina a Roma. Luigi è strano ed ubriaco, lei è fredda e distante. Tra gli auguri e le grida, si regalano un testamento d'amore. Di un amore diverso, già segnato, che solo loro potevano capire (Lontano, Lontano).

Arriva finalmente il tanto atteso Sanremo (Ciao amore, Ciao), ma i giochi, per tutti, sono ormai fatti. L'amore, come l'uomo, nasce, cresce e muore. Poco importa chi lo ha ucciso, certo è che non esiste più. È finito. Questo, e molto altro, è "Ciao amore, Ciao", Tenco e Dalida, tra musica e amore.

 

 

Teatro Nuovo di Salerno

info 089220886

Sabato 24, ore 21.00, e domenica 25 febbraio, ore 18.30

 

Ugo Piastrella in

 

Caviale e lenticchie

commedia scenica di Scarnicci e Tarabusi

 

con Teresa Guariniello, Margherita Rago, Ciro Girardi

 

 

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SPETTACOLI - Agenda settimanale dal 19 al 25 febbraio 2018 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano

di Napoli Magazine

16/02/2024 - 11:29

Cinema Teatro Modernissimo di Telese

Info 0824976106

Martedì 20 febbraio, ore 20.30

 

Teatro Magic Vision di Casalnuovo

Info 0818030270, 3292180679

Mercoledì 21 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Ricciardi di Capua

Info 0823963874

Giovedì 22 febbraio, ore 21.00

 

Teatro Umberto di Nola

info 0818231622

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

presenta

 

Lina Sastri in

 

Appunti di viaggio
biografia in musica

scritto e diretto da Lina Sastri

 

con

Filippo D’Allio, chitarra - Gennaro Desiderio, violino
Salvatore Minale, percussioni - Gianni Minale, fiati
Salvatore Piedepalumbo, fisarmonica e tastiere - Luigi Sigillo, contrabbasso

 

Lina Sastri porta in scena un racconto libero e inedito della sua vita artistica. Sulla scena nuda dominata dalla scultura di Pulcinella, creazione preziosa del maestro Alessandro Kokocinski, proiezioni e immagini della lunga carriera dell’artista si alternano a brani musicali e teatrali eseguiti dal vivo.

Un viaggio, sempre nuovo, nel teatro, nella musica e nel cinema italiano, attraverso i racconti di vita vissuta, gli incontri indimenticabili con le grandi personalità artistiche del nostro paese (da Eduardo a Patroni Griffi, da Roberto De Simone ad Armando Pugliese), con i poeti e i drammaturghi, gli autori e i registi come (Nanni Moretti, Nanni Loy, Carlo Lizzani, Woody Allen, Giuseppe Tornatore).

racconto dell’incontro fatale e improvviso con la musica risveglia ricordi antichi di infanzia: la madre forte e melodiosa, il padre partito per il Sudamerica.

Tutto liberamente proposto da Lina Sastri, accompagnata in scena dai suoi valentissimi musicisti capaci sempre di cogliere l’attimo, seguire o anticipare il racconto musicale della sua vita.

I brani musicali vanno da “Madonna de lu Carmine” scritta da Roberto De Simone per lo spettacolo Masaniello, alla “Taranta del Gargano”, da “Canzone Appassionata” a “Bammenella”, da “A vita è comme” ‘o mare” a “Assaje”, scritta proprio per Lina da Pino Daniele per il film Mi manda Picone, da “La Profezia”, canzone del film “Li Chiamarono…Briganti” di Pasquale Squitieri a “Sud scavame ‘a fossa”, brano inedito di Pino Daniele cantato a rap, dall’inedito “Edua’”, dedicato a Eduardo De Filippo a “Uocchie c’arraggiunate”, da “Tammurriata nera” a “Amara terra mia” di Domenico Modugno.

E ancora, i grandi classici napoletani e moltissimi altri brani che hanno segnato la carriera musicale e teatrale di Lina Sastri, tra cui Reginella, Maruzzella, fino all’indimenticabile Napul’è di Pino Daniele.

Uno spettacolo mai uguale a se stesso che riserva ogni sera piccole sorprese, un dialogo sincero e appassionato con il pubblico che ascolta pensieri, segreti, dolori e gioie di una grande artista. Un taccuino che si riempie ogni sera liberamente, sull’onda dell’emozione, delle parole e della musica.

Un dialogo d’amore che rivela dell’artista molto più di quanto un semplice spettacolo possa mostrare. Un viaggio nell’anima che si presenta ogni sera diverso, perché questo è il teatro.

 

 

Teatro Gloria di Pomigliano D’Arco

Info 0818843409

Giovedì 22 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Barone di Melito di Napoli

Info 0817113455

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta

info 0823444051

Sabato 24, ore 20.45, e domenica 25 febbraio, ore 18.00

 

Compagnia Enfi Teatro

presenta

 

Biagio Izzo in

 

Di’ che ti manda Picone

testo di Lucio Aiello

con Rocío Muñoz Morales

 

e con

Mario Porfito, Lucio Aiello, Agostino Chiummariello, Rosa Miranda,

Antonio Romano, Arduino Speranza, Felicia Del Prete

 

scene Luigi Ferrigno, disegno luci Gigi Ascione, costumi Anna Zaccarini

 

regia Giuseppe Miale Di Mauro

 

dedicato A Elvio Porta

 

Nel 1984 uscì il film diretto da Nanni Loy, Mi manda Picone, che raccontava la storia di un operaio dell’Italsider di Bagnoli che per protestare contro la chiusura della fabbrica si diede fuoco davanti al consiglio comunale sotto gli occhi della moglie e del figlio piccolo. 

Nel 1984 io avevo 9 anni e molto probabilmente il film non lo vidi nemmeno (ho poi recuperato crescendo) ma ricordo perfettamente che nella mia famiglia quando c’era da fare qualche incontro importante o qualche faccenda delicata, si diceva: «Di’ che ti manda Picone».

Per anni mi sono chiesto chi fosse quel fantomatico Picone, che solo a nominarlo come faceva Giannini nel film rilasciava crediti e possibilità, poi con il tempo ho capito cosa voleva dire quella frase. Così, quando mi hanno chiamato per curare la regia di questo testo che partendo dal film racconta che fine ha fatto quel bambino che ha visto il padre scomparire inghiottito dalle fiamme, ho fatto un tuffo nella mia infanzia.

In quell’universo in cui i bambini si isolano e creano il loro mondo personale. Come Antonio Picone, alias Biagio Izzo, che ormai adulto si isola nella vecchia casa di famiglia e vive nel ricordo di un padre andato via troppo presto. Intanto si è fidanzato e ben presto scoprirà che la sua donna aspetta un bambino.

Ciò vorrà dire assumersi delle responsabilità, diventare adulto. Ma Antonio Picone vuole restare bambino, così convinto che crescere voglia dire solo farsi il sangue amaro e ascoltare verità che non gli piacciono.

Purtroppo per lui un nugolo di personaggi subdoli e spietati invaderanno la casa - isola del povero Antonio e lo condurranno nella piaga sociale di una politica fatta di raggiri e inganni. E il bambino, orfano di un martire del lavoro, sarà costretto a diventare adulto e scegliere da che parte stare nel mondo vero.

Il percorso che porterà a questa scelta sarà fatto di amore, tante risate, ricordi, esami di coscienza e prese di posizione. Alla fine Antonio farà la sua scelta. E proprio come succedeva nella mia famiglia, anche in questa ci sarà chi gli sussurrerà quella fatidica frase: «Di’ che ti manda Picone».

 

Giuseppe Miale di Mauro

 

Teatro Verdi di Salerno

info 089662141

Da giovedì 22 a domenica 25 febbraio

(feriali ore 21,00 - festivi ore 18,30)

 

Arte Brachetti Produzioni e Spettacoli

presenta

 

Solo

Il nuovo one man show

di e con Arturo Brachetti

 

Associated director: David Ottone (Yllana Company)

 

Assistente alla regia: Luca Bono

 

Il cameraman: Kevin Michael Mo ore

 

Consulenti effetti speciali e illusionismo: Paul Kieve, Paolo Carta

 

Light designer: Valerio Tiberi

 

Testi e arrangiamenti: Stefano Genovese

 

Musiche originali: Fabio Valdemarin

 

Costumi: Zaira de Vincentiis, Napoli

 

Assistente costumista: Marianna Carbone

 

Realizzazione costumi: The One, Roma

 

Sculture in gommapiuma: Mauri zio Crocco, Napoli

 

Parrucche: Mario Audello, Torino

 

Scenografia: Rinaldo Rinaldi

 

Video artist e visual design: Riccardo Antonino, Torino

 

in collaborazione con gli studenti di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione - Politecnico di Torino

 

Scenotecnica: Officine Contesto, Nonatola (MO)

 

Strutture sceniche: Carlo Bono

 

Casa in miniatura: Matteo Piedi, Zero Studio

 

Effetti speciali: MACH.ME di Picca Vittorio, Mattia Boschi

 

Collaborazione artistica sand painting: Paolo Carta, Simona Gandola

 

Coreografie: Jennifer Caodaglio

 

Dopo il debutto internazionale a Parigi arriva in Italia il nuovo atteso one man show di Arturo Brachetti: SOLO, the Master of quick change. Un vero e proprio assolo del grande artista, che torna sui palcoscenici come unic o protagonista dopo il trionfo dei suoi precedenti one man show L’uomo dai mille voli e Ciak!, applauditi da 2.000.000 di spettatori in tutto il mondo.

Un ritorno alle origini per Brachetti che, in questo spettacolo, aprirà le porte della sua casa, fatta di ricordi e di fantasie; una casa senza luogo e senza tempo, in cui il sopra diventa il sotto e le scale si scendono per salire.

Dentro ciascuno di noi esiste una casa come questa, dove ognuna dell e stanze racconta un aspetto diverso del nostro essere e gli oggetti della vita quotidiana prendono vita, conducendoci in mondi straordinari dove il solo limite è la fantasia. È una casa segreta, senza presente, passato e futuro, in cui conserviamo i sogni e i desideri… Brachetti schiuderà la porta di ogni camera, per scoprire la storia che è contenuta e che prenderà vita sul palcoscenico.

Reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà: tutto è possibile insieme ad Arturo Brachetti, il grande maestro internazionale di quick change che ritorna con un varietà surrealista e funambolico, in cui immergersi l asciando a casa la razionalità.

Nel nuovo spettacolo, protagonista è il trasformismo, quell’arte che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che qui la farà da padrone con oltre 60 nuovi personaggi, portati in scena per la prima volta.

Ma in SOLO Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser.

Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping, permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori nello show.

Dai personaggi dei telefilm celebri a Magritte e alle grandi icone della music a pop, passando per le favole e la lotta con i raggi laser in stile Matrix, Brachetti tiene il ritmo sul palco: 90 minuti di vero spettacolo pensato per tutti, a partire dalle famiglie.

Lo spettacolo è un vero e proprio as-SOLO per uno degli artisti italiani più amati nel mondo, che torna in scena con entusiasmo per regalare al pubblico il suo lavoro più completo: SOLO.

 

 

 

 

 

 

Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli

Info 0974282362, 3383096807

Giovedì 22 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei

Info 0818577725 – 3337361628

Da venerdì 23 a domenica 25 febbraio

(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

 

Commedia Futura

presenta

 

Eduardo Tartaglia, Veronica Mazza

in

 

Tutto il mare, o due bicchieri?

scritta e diretta da Eduardo Tartaglia

 

con

Stefano Sarcinelli, Salvatore Misticone, Pierluigi Iorio, Antonio Dell’Isola

 

scene Luigi Ferrigno, costumi Nunzia Russo, musiche Paolo Coletta

 

Alla domanda: «Che cosa è il Tesoro di San Gennaro ?» non pochi Napoletani risponderebbero: «Una ricchissima collezione di ori e pietre preziose a lui dedicate».

Ma sicuramente molti di più non esiterebbero ad individuare il Tesoro autentico  in quelle piccole teche d’argento (in realtà in sè tutt’altro che di inestimabile valore), che custodiscono le ampolle contenenti quel liquido rosso bruno da tutti indicato come il «Preziosissimo » Sangue del Santo. Testimonianza perenne del suo martirio, certo. Ma anche e soprattutto unico e invalicabile confine tra Fisica e Metafisica.

Tanto premesso, non dovrebbe allora risultare difficile indovinare quale sia lo stato d’animo e quali siano i pensieri del malcapitato Vice Commissario di Polizia Ercole Portone : giunto in piena notte nel Duomo pochi istanti dopo che qualcuno ha trafugato proprio le ampolle con il sangue di San Gennaro!

Ed oltretutto impossibilitato a fare il benchè minimo progresso nelle indagini a causa delle testimonianze sconclusionate ed involontariamente esilaranti del frastornato Angiolino Spertoso aiutante del sagrestano nonchè unico testimone ; spalleggiato dalla moglie Lucia: affetta (tra l’altro !) dalla Sindrome di Tourette ; e dall’amico Gerardo: logorroico ed in perenne conflitto con sintassi e grammatica !...

E quando poi tutte le ipotesi investigative (terrorismo islamico, gesto dimostrativo della Camorra, azione di un mitomane, furto a scopo estorsivo …) verranno clamorosamente smentite, la situazione per lo scalognato Commissario non potrà che complicarsi. Chi si è impossessato del Preziosissimo Sangue lo ha fatto con lo scopo folle di Clonare San Gennaro. Estrarre cioè una cellula dal liquido posto nell’ampolla e riprodurre vivo e vegeto il Santo in carne ed ossa.

Di qui una pirotecnica ed irresistibile ridda di interrogativi e di risposte tutta giocata sul filo del paradosso. Dove San Gennaro potrebbe assumere le vesti ora di un vero e proprio Super Eroe dotato di super poteri a difesa della città, una sorta di Uomo Ragno ante litteram capace di fermare i treni e gli autobus lanciati a folle velocità (ipotesi in vero poco verificabile a Napoli tra infiniti lavori della Metropolitana e annosi problemi di traffico urbano…). Ora di un guaritore su scala mondiale collegato via internet con l’intero universo. Ora di baluardo della Cristianità contro il proliferare delle dottrine new age. Ora, infine, di garante della Pace e della Felicità di tutti i Popoli.

E se invece le motivazioni del gesto nascondessero, soltanto un interesse particolarissimo ed incoffessabile!?... E se, a ben riflettere, più che di San Gennaro in carne ed ossa, il mondo alla fine avesse ancora bisogno solo ed esclusivamente del suo sangue, perchè bisognoso non di testimonianze e fatti, ma solo di una Fede tanto più forte proprio perchè indimostrabile ?!...

Il nuovo lavoro di Eduardo Tartaglia racconta dunque una vicenda solo apparentemente grottesca e surreale. E che invece, ad una analisi meno superficiale, rivela quanto le sue radici affondino ben salde proprio nelle insanabili contraddizioni della nostra epoca e quanto da esse traggano tutta la loro linfa vitale ed autentica.    

È così che anche questa commedia presenta, ancora una volta, tutti i tratti distintivi e le caratteristiche più tipiche della drammaturgia dell’Autore che ben ha saputo rinverdire in questi ultimi anni i fasti della Grande Tradizione.

Giudicato dal pubblico e dalla critica come “… l’esponente più vicino alla lezione eduardiana della fiorente scuola napoletana contemporanea …”, Tartaglia nuovamente mette in luce la sua straordinaria capacità di affrontare temi di grande impatto sociale e civile con la leggerezza tipica dello Scrittore comico; confermando quella eccezionale alchimia tra la serietà degli argomenti narrati e la capacità di costruire personaggi e situazioni di irresistibile divertimento, che è stata alla base di tanti suoi successi (basti citare almeno: “Ci sta un Francese, un Inglese e un Napoletano” e  “La valigia sul letto”, le cui affermazioni teatrali sono state bissate con i due omonimi film prodotti e distribuiti dalla Medusa nel 2008 e nel 2010; e “Questo bimbo a chi lo do? anch’esso ormai prossimo ad essere trasposto dal palcoscenico al grande schermo).

Saper individuare gli stati d’animo che turbano e inquietano il cosiddetto immaginario contemporaneo, per coglierne con sapienza ed incisività gli esilaranti paradossi che sempre si annidano proprio nelle storie più spinose e difficili, è sicuramente la cifra drammaturgica che contraddistingue la scrittura dell’Autore. 

Le mille domande che da sempre accompagnano il progresso tecnico scientifico; gli innumerevoli interrogativi anche angoscianti che si pongono alle coscienze individuali e collettive di fronte al Mistero; l’eterno e insoluto conflitto tra Fede e Scienza, potevano essere certamente l’oggetto di operazioni teatrali di ben altro colore. (Per tutti, si pensi al “Galileo” di B. Brecht).

Ma è proprio nel coraggio di rendere questo soggetto materia di una commedia molto divertente e nella conseguente capacità di trattare questioni delicatissime con leggerezza e non con superficialità, che risiede l’originale misura delle commedie di Tartaglia.

E forse, anche il motivo del loro successo.

 

 

Cinema Teatro Politeama di Torre Annunziata

Info 0818611737, 3381890767

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Teatro delle Arti di Salerno

info 089221807

Sabato 24 febbraio 2018, ore 21.00

 

Best Live

presenta

 

Francesco Cicchella in

 

Millevoci

uno spettacolo scritto da

Francesco Cicchella, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato

 

Millevoci è uno show comico-musicale nel quale Francesco Cicchella mostra le sue doti di comico, cantante ed intrattenitore. Sul palco, oltre allo showman, Vincenzo De Honestis (storica spalla di Cicchella in tutti i suoi spettacoli ed in molte delle sue apparizioni televisive), con il quale dà vita ad esilaranti siparietti comici, ed una band di sei elementi capitanata dal maestro Paco Ruggiero.

Il titolo, che strizza l’occhio al celebre varietà televisivo degli anni ’70, è quanto mai emblematico. Le mille voci a cui fa riferimento sono quelle che Cicchella porta sul palco, facendo vivere una moltitudine di personaggi e giocando continuamente con la sua vocalità anche quando veste i panni di se stesso.

Sul palco, infatti, oltre alle celebri parodie televisive del comico (Massimo Ranieri, Michael Bublé, Gigi D’Alessio etc.), che rientrano tra i momenti più esilaranti dello spettacolo, diversi numeri da vero showman, che proiettano il pubblico in un viaggio assolutamente ironico e giocoso attraverso il mondo della musica, condotto in maniera sorniona da Cicchella il quale si dimostra capace di impressionare e divertire il pubblico, spiazzandolo continuamente con numeri caratterizzati allo stesso tempo da grande spessore musicale ed artistico, ma anche da devastante forza comica.

Il performer fa apprezzare le sue doti canore passando da Stevie Wonder a Pino Daniele, da Michael Jackson ai Maroon 5, da Bruno Mars a Tiziano Ferro, senza mai prendersi troppo sul serio ed offrendo sempre allo spettatore un nuovo punto di vista, originale ed ironico, dal quale partire per giocare con la musica.

Cicchella esamina la musica ed i cantanti attraverso la lente del comico, regalando momenti di puro divertimento oltre che performances musicali di classe, in uno show fresco, leggero, sempre godibile e di pregevole fattura.

 

 

 

 

 

Teatro Diana/Sala Pasolini di Salerno

Info 089662141

Venerdì 23 febbraio, ore 21.00

 

QUELLI CHE LA DANZA 2018

 

ARB Dance Company 

presenta

 

Re-Born

coreografie Martina Fasano

danzatori Luigi d'Aiello, Martina Fasano, Katia Marocco, Camilla Rega

 

Un tuffo nel vuoto. Tre piani.

La vita che sembra spegnersi sull'asfalto. La vita di Francesco, il protagonista, giovane pittore e musicista, e con la sua, la vita di chi lo ama. A testa in giù verso l'abisso.

Ma la vita non si lascia mettere al tappeto senza combattere: sarà un lungo testa a testa tra Francesco, con i suoi quadri, le sue canzoni, e la morte; colori e musica che combattono con il buio e con il silenzio.

Nel limbo del coma affioreranno ricordi ed echi di un passato felice: la famiglia, l'esperienza come volontario in Africa, la fede. Ciò che da soli sembrava essere insormontabile, assieme diventa possibile. Ciò che la solitudine aveva camuffato da via d'uscita, ciò che nella spossatezza di un dolore apparentemente insuperabile era apparso come una possibilità di fuga, si rivela per quello è: una resa senza giustizia. La morte, prima quasi invocata, sarà combattuta con ogni fibra, e sconfitta. Nell'arte, la rinascita.

 

 

 

 

Teatro Comunale di Lacedonia

info 3346632836 - 3337448095

Venerdì 23 febbraio, ore 20.45

 

Enzo Sanny

presenta

 

Il più brutto weekend della nostra vita

di Norm Foster, traduzione Danilo Rana

 

con

Maurizio Micheli, Benedicta Boccoli, Nini Salerno e Antonella Elia

 

scene Lorena Curti, costumi Martina Piezzo

 

adattamento e regia Maurizio Micheli

 

Dopo il grande successo del film campione d’incassi “Quo vado”, dove ha interpretato il ruolo del padre di Checco Zalone, e dopo due anni di tutto esaurito con la commedia “Signori…le paté de la maison”, al fianco di Sabrina Ferilli nella doppia veste di attore protagonista e regista, Maurizio Micheli presenta un nuovo lavoro del pluripremiato scrittore canadese Norm Foster. “Il più brutto weekend della nostra vita”: la verità e le bugie di un’amicizia raccontate dal genio di Foster, con la sua capacità di risucchiarci in un umorismo che ci accompagna durante tutto lo spettacolo fino al calare del sipario.

 

Si usa dire che l’amore è alla base di tutto, è il sentimento che muove le cose del mondo e la vita degli esseri umani, ma, ahimè, accanto all’amore si collocano in ottima posizione altri sentimenti parecchio diffusi e molto popolari: l’antipatia, la mancanza di stima, l’indifferenza e il disprezzo verso il prossimo fino ad arrivare all’odio più totale e feroce. I quattro protagonisti di “Il più brutto week-end della nostra vita” non si vogliono bene, non si stimano anzi si detestano e nutrono ognuno nei confronti degli altri una forma di intolleranza e di insofferenza a stento trattenute. Credono di innamorarsi ma non si innamorano, credono di divertirsi ma si annoiano, provano a cambiar vita ma non ci riescono. In realtà nessuno ama chi crede di amare e senza rendersene conto vivono una vita dominata da un’unica irrefrenabile passione: quella per sé stessi. Malgrado e forse grazie a tutto questo “Il più brutto week-end della nostra vita” è una commedia comicissima perché, non dimentichiamolo, l’amore può far sognare con i suoi chiari di luna, le stelle d’argento, le passeggiate mano nella mano etc…, l’odio invece quando non provoca tragedie irreparabili può fare anche molto ridere.

 

Maurizio Micheli

Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento

info 0818786165

Venerdì 23 febbraio, ore 21.00

 

MediterrArea

presenta

 

CIAOAMORECIAO

di Piero Di Blasio

 

con Stefania Fratepietro, Luca Notari

 

regia Piero Di Blasio

 

Una canzone mai realmente cantata. Un amore troppo chiacchierato e poco vissuto. Uno sparo. Comincia così lo spettacolo "Ciao amore, ciao". Dalla fine, ma senza analizzarla. Non è un'arringa sulle cause della morte di Luigi Tenco.

Non è un'apologia del cantautore scomparso e, tantomeno, non è un recital. È un musical a tutti gli effetti. Anche se preferisco chiamarlo "prosa con musiche". La parola è fondamentale in questo spettacolo, anche perché, molto spesso, le parole sono mutuate dallo stesso Tenco.

Parole profonde e dirette che lasciano poco spazio all'interpretazione. Certamente la musica non fa da contorno, anzi. Come nella migliore tradizione del musical anglosassone, la colonna sonora dello spettacolo, eseguita dal vivo e interamente composta di canzoni del cantautore ligure, non solo descrive le varie scene, ma ne porta avanti la narrazione, ci racconta una storia d'amore.

E si, perché con questo spettacolo vogliamo raccontare una storia d'amore. E non ci importa se gli amanti si chiamano Tenco e Dalida. Quello che ci interessa è come si conoscono, come si scoprono, come si amano e come, alla fine, si lasciano.

Lo spettacolo rievoca una vicenda reale. Ma badate bene che ho detto "rievoca", non ripropone o rappresenta. Infatti con questo spettacolo vogliamo tratteggiare gli aspetti più importanti di due grandi personaggi, ma non farne una copia conforme che potrebbe risultare pedissequa e priva di idee.

Noi rappresentiamo l'essenza dei personaggi, non i personaggi stessi. Anche per questo motivo, la maggior parte dei brani dello spettacolo sono splendidamente arrangiati dal Maestro Emiliano Begni.Come dicevo, raccontiamo una storia, scandita dai momenti salienti di quel fatidico Sanremo '67. Luigi Tenco (Luca Notari) è già un musicista apprezzato e "rivoluzionario" (non dimentichiamoci che la storia si apre nel 1967, un anno prima dello storico periodo di contestazioni sociali).

Nel febbraio di quello stesso anno, viene chiamato a Roma da Nanni Ricordi, proprietario della storica casa discografica RCA. La proposta è allettante: il festival di Sanremo.

Ma non è allettante per il luogo, di per se non gradito a Luigi, ma per la compagna che lo avrebbe affiancato su quel prestigioso palco: Dalida (Stefania Fratepietro).

Un anno insieme. Tra Roma e Parigi, tra alti e bassi, tra amori presunti, dichiarati e non corrisposti. I luoghi sono sempre stilizzati, le scenografie mai descrittive. Ogni ambiente deve poter essere la storia di ognuno di noi. Ogni spettatore deve potersi sentire Luigi o Dalida.

Le canzoni, il punto focale della loro vicenda. Conosciamo Luigi attraverso le sue stesse parole. Sappiamo come vede la gente e come la gente vede lui (Io sono uno). L'incontro con Dalida è casuale e maledettamente forte. Lei è bella e algida. Lui la crede viziata e snob, ma la bella francese gli spiega che non è proprio così giorno dopo l'altro).

Nasce qualcosa tra i due, qualcosa di non esattamente chiaro. E allora Tenco prova a forzare un po' la mano. La invita ad uscire... alle tre di notte (Se tu fossi una brava ragazza).

La vita romana di Luigi, però, non va come si aspettava e al telefono, con la madre, cerca quel conforto che< la distanza non gli permette, anche "mentendo" sul presente e sperando sul futuro (Vedrai, Vedrai).

Cominciano i tormenti e le pene d'amore. Dalida è sposata, lui è innamorato... di un'altra donna. (Ho capito che ti amo, Come le altre, Più m'innamoro di te e meno tu mi ami). Il danno è fatto, irreparabile, ma la casa discografica non permette che si sappia della rottura della coppia, anzi ne dichiara l'imminente matrimonio, subito dopo il festival. Dalida è furiosa (Io si).

La sera di capodanno, i due si presentano insieme alla casina a Roma. Luigi è strano ed ubriaco, lei è fredda e distante. Tra gli auguri e le grida, si regalano un testamento d'amore. Di un amore diverso, già segnato, che solo loro potevano capire (Lontano, Lontano).

Arriva finalmente il tanto atteso Sanremo (Ciao amore, Ciao), ma i giochi, per tutti, sono ormai fatti. L'amore, come l'uomo, nasce, cresce e muore. Poco importa chi lo ha ucciso, certo è che non esiste più. È finito. Questo, e molto altro, è "Ciao amore, Ciao", Tenco e Dalida, tra musica e amore.

 

 

Teatro Nuovo di Salerno

info 089220886

Sabato 24, ore 21.00, e domenica 25 febbraio, ore 18.30

 

Ugo Piastrella in

 

Caviale e lenticchie

commedia scenica di Scarnicci e Tarabusi

 

con Teresa Guariniello, Margherita Rago, Ciro Girardi