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G-FACTOR - Lucariello: "Napoli, Higuain è il punto fermo per tentare la grande impresa"
13.05.2016 18:24 di Napoli Magazine

NAPOLI - Onori al merito e saluto alla voce con gioie e dolori. Godiamoci domani sera il Pipita, sino in fondo, per l’ultima volta? Chissà. Al San Paolo con il cuore pieno di entusiasmo e carico di soddisfazioni, il secondo posto agli azzurri non lo toglie più nessuno, con tutto il rispetto per il Frosinone per l’ex bomber azzurro Roberto Stellone che con i suoi gol riportò il Napoli in serie A. Ma i gol che contano adesso sono quelli del Pipita Gonzalo Higuain: un carico da record i 33 gol che conservava gelosamente Valentin Angelillo e che il centrattacco più forte del mondo ha raggiunto e che può superare in quest’ultima partita, a caccia delle 35 reti di Nordhal. Certo, domani sera al San Paolo si festeggia il Pipita e il Napoli di Sarri, meritatamente. E’ la festa della Torcida d’altronde, della gente napoletana che si è fatta in quattro dappertutto per la squadra del cuore e che si porta dentro il grande rammarico di aver rallentato lungo la strada, a causa dei contraccolpi della stramaledetta partita di Torino con la Juve e di altre ragioni collaterali. Già, la Juve. Domani sera si conclude il campionato del secondo posto, ma si apre subito il discorso che riguarda la prossima stagione, sulla pista della Vecchia Signora, l’avversario da battere ad ogni costo, al di là del fatturato e degli ingaggi. Sì, con la Signora il conto resta aperto e va regolato e non all’infinito. Per farlo però, c’è bisogno di avere le idee chiare e progetti adeguati. In altre parole va messo a frutto il lavoro svolto in questa stagione con gli annessi e connessi. In primo luogo c’è il discorso tecnico, la qualità innanzitutto. Riflessioni e propositi, il punto fermo è Gonzalo Higuain, c’è poco da fare: se davvero il Napoli vuole lottare per vincere lo scudetto e andare avanti nella Champions, il Pipita non si tocca, clausola rescissoria o no. Serve ripartire proprio da lui e completargli la squadra intorno. Il passato non troppo lontano deve pure servire a qualcosa. Ricordate? “Lavezzi non si tocca” e “Cavani non si tocca”, due imperativi della Torcida azzurra, due forti prese di posizione svanite nel nulla, due grandi calciatori sacrificati alla ragion di stato, cioè alle casse del club e al bilancio per tenere i conti a posto ed anche per potenziare ulteriormente la squadra. Cosa succederà adesso con Higuain? Per il Pipita si prospetta lo stesso destino del Pocho e dell’uruguagio per riempire il portafogli della società? Certo, i soldi della clausola rescissoria sono un’enormità ed è logico ritenere che il Napoli ne trarrebbe enormi benefici ma occorre riflettere anche su altri aspetti: nel calcio si vince con i campioni. D’altronde va considerato che con la qualificazione in Champions il club sarà sommerso da una cascata d’oro, sessanta e forse più milioni di euro. Con questo ben di dio in arrivo è logico chiedersi se davvero è inevitabile l’addio al Pipita, oppure tenerlo ancora in azzurro per tentare la grande impresa, con altri calciatori di qualità necessari per farsi largo in Italia e in Europa. Insomma la questione è questa, oggi come oggi il Napoli non può essere più una Grande Udinese.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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G-FACTOR - Lucariello: "Napoli, Higuain è il punto fermo per tentare la grande impresa"

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NAPOLI - Onori al merito e saluto alla voce con gioie e dolori. Godiamoci domani sera il Pipita, sino in fondo, per l’ultima volta? Chissà. Al San Paolo con il cuore pieno di entusiasmo e carico di soddisfazioni, il secondo posto agli azzurri non lo toglie più nessuno, con tutto il rispetto per il Frosinone per l’ex bomber azzurro Roberto Stellone che con i suoi gol riportò il Napoli in serie A. Ma i gol che contano adesso sono quelli del Pipita Gonzalo Higuain: un carico da record i 33 gol che conservava gelosamente Valentin Angelillo e che il centrattacco più forte del mondo ha raggiunto e che può superare in quest’ultima partita, a caccia delle 35 reti di Nordhal. Certo, domani sera al San Paolo si festeggia il Pipita e il Napoli di Sarri, meritatamente. E’ la festa della Torcida d’altronde, della gente napoletana che si è fatta in quattro dappertutto per la squadra del cuore e che si porta dentro il grande rammarico di aver rallentato lungo la strada, a causa dei contraccolpi della stramaledetta partita di Torino con la Juve e di altre ragioni collaterali. Già, la Juve. Domani sera si conclude il campionato del secondo posto, ma si apre subito il discorso che riguarda la prossima stagione, sulla pista della Vecchia Signora, l’avversario da battere ad ogni costo, al di là del fatturato e degli ingaggi. Sì, con la Signora il conto resta aperto e va regolato e non all’infinito. Per farlo però, c’è bisogno di avere le idee chiare e progetti adeguati. In altre parole va messo a frutto il lavoro svolto in questa stagione con gli annessi e connessi. In primo luogo c’è il discorso tecnico, la qualità innanzitutto. Riflessioni e propositi, il punto fermo è Gonzalo Higuain, c’è poco da fare: se davvero il Napoli vuole lottare per vincere lo scudetto e andare avanti nella Champions, il Pipita non si tocca, clausola rescissoria o no. Serve ripartire proprio da lui e completargli la squadra intorno. Il passato non troppo lontano deve pure servire a qualcosa. Ricordate? “Lavezzi non si tocca” e “Cavani non si tocca”, due imperativi della Torcida azzurra, due forti prese di posizione svanite nel nulla, due grandi calciatori sacrificati alla ragion di stato, cioè alle casse del club e al bilancio per tenere i conti a posto ed anche per potenziare ulteriormente la squadra. Cosa succederà adesso con Higuain? Per il Pipita si prospetta lo stesso destino del Pocho e dell’uruguagio per riempire il portafogli della società? Certo, i soldi della clausola rescissoria sono un’enormità ed è logico ritenere che il Napoli ne trarrebbe enormi benefici ma occorre riflettere anche su altri aspetti: nel calcio si vince con i campioni. D’altronde va considerato che con la qualificazione in Champions il club sarà sommerso da una cascata d’oro, sessanta e forse più milioni di euro. Con questo ben di dio in arrivo è logico chiedersi se davvero è inevitabile l’addio al Pipita, oppure tenerlo ancora in azzurro per tentare la grande impresa, con altri calciatori di qualità necessari per farsi largo in Italia e in Europa. Insomma la questione è questa, oggi come oggi il Napoli non può essere più una Grande Udinese.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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