NAPOLI - L'avevo detto: e' un Napoli champagne o se vogliamo fare omaggio all'ispanita' acquisita un misto di tango e di sevillana. E' comunque una squadra diversa rispetto a quella dell'era di Mazzarri. E' già il Napoli di Benitez: brioso, propositivo, imprevedibile, a tratti guascone. Se l'ouverture con il Bologna di tutte le lacune possibili aveva lasciato intravedere l'alba di un nuovo giorno, il match di Verona ha confermato che si e' sulla strada giusta, si può insomma andare incontro alla gloria senza peccare per troppo amore. Sette gol in due turni la dicono lunga sulla potenza di fuoco della squadra. E soprattutto, quattro reti al Chievo, nota bestia nera negli ultimi tre anni, indicano a chiare lettere l'inversione di tendenza: il Napoli di Benitez e' decisamente una squadra con mentalità europea, cioè votata ad imporre il proprio gioco, sempre e comunque. Più si gioca la palla, più si coinvolgono i giocatori nell'arte del fare, più ci si diverte. Sembra una ricetta semplice, ma fino a qualche mese fa non era così. Dò precedenza, tra i protagonisti, al Pipita che ha cercato, e trovato, il primo gol (tanti altri seguiranno, siatene certi) in azzurro. Higuain ha dimostrato di non avere l'ossessione del gol ed ha dimostrato di essere, innanzitutto, amante della giocata mai fine a se stessa, di essere un assist man di prim'ordine: il gol di Callejon, al secondo sigillo, e' in buona parte suo. La seconda doppietta di Hamsik e' uno squillo di tromba, roba da Armstrong per intenderci. In tanti anni di calcio, vissuto da inviato su tutti i campi del mondo, raramente ho avuto modo di vedere un fuoriclasse come lo slovacco. Sa fare proprio tutto Marekiaro: il trequartista, l'attaccante aggiunto, Il centrocampista. E poi segna con la frequenza del bomber. Sono pronto a scommettere che supererà il grande Diego diventando il goleador principe del Napoli. Ed ora un appunto, sulle cose negative emerse nel corso del magico pomeriggio clivense. Ho notato evidenti smagliature in fase difensiva, non tanto nella posizione dei singoli quanto piuttosto nella concentrazione sia di Britos che di Maggio. E poi, ma questa e' una mia personalissima convinzione, credo che - per essere quasi perfetti - occorrerebbe un centrocampista di valore assoluto, il metronomo necessario nel quadro tattico designato da Benitez. E godiamoci ora la leadership acquisita.
Adolfo Mollichelli
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
06/04/2024 - 04:47
NAPOLI - L'avevo detto: e' un Napoli champagne o se vogliamo fare omaggio all'ispanita' acquisita un misto di tango e di sevillana. E' comunque una squadra diversa rispetto a quella dell'era di Mazzarri. E' già il Napoli di Benitez: brioso, propositivo, imprevedibile, a tratti guascone. Se l'ouverture con il Bologna di tutte le lacune possibili aveva lasciato intravedere l'alba di un nuovo giorno, il match di Verona ha confermato che si e' sulla strada giusta, si può insomma andare incontro alla gloria senza peccare per troppo amore. Sette gol in due turni la dicono lunga sulla potenza di fuoco della squadra. E soprattutto, quattro reti al Chievo, nota bestia nera negli ultimi tre anni, indicano a chiare lettere l'inversione di tendenza: il Napoli di Benitez e' decisamente una squadra con mentalità europea, cioè votata ad imporre il proprio gioco, sempre e comunque. Più si gioca la palla, più si coinvolgono i giocatori nell'arte del fare, più ci si diverte. Sembra una ricetta semplice, ma fino a qualche mese fa non era così. Dò precedenza, tra i protagonisti, al Pipita che ha cercato, e trovato, il primo gol (tanti altri seguiranno, siatene certi) in azzurro. Higuain ha dimostrato di non avere l'ossessione del gol ed ha dimostrato di essere, innanzitutto, amante della giocata mai fine a se stessa, di essere un assist man di prim'ordine: il gol di Callejon, al secondo sigillo, e' in buona parte suo. La seconda doppietta di Hamsik e' uno squillo di tromba, roba da Armstrong per intenderci. In tanti anni di calcio, vissuto da inviato su tutti i campi del mondo, raramente ho avuto modo di vedere un fuoriclasse come lo slovacco. Sa fare proprio tutto Marekiaro: il trequartista, l'attaccante aggiunto, Il centrocampista. E poi segna con la frequenza del bomber. Sono pronto a scommettere che supererà il grande Diego diventando il goleador principe del Napoli. Ed ora un appunto, sulle cose negative emerse nel corso del magico pomeriggio clivense. Ho notato evidenti smagliature in fase difensiva, non tanto nella posizione dei singoli quanto piuttosto nella concentrazione sia di Britos che di Maggio. E poi, ma questa e' una mia personalissima convinzione, credo che - per essere quasi perfetti - occorrerebbe un centrocampista di valore assoluto, il metronomo necessario nel quadro tattico designato da Benitez. E godiamoci ora la leadership acquisita.
Adolfo Mollichelli
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