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GOLAZO - Mollichelli su "NM": "Napoli, la grande bellezza del Ciuccio, il futuro di Milik e l'arrivo di Inglese: il rito apotropaico"
25.10.2017 14:26 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sulla prova degli azzurri contro l'Inter e sul risultato finale ho letto e sentito di tutto. Se non ci fosse stato Handanovic sarebbe finita in goleada, lo slogan più gettonato. Quasi certo, ma intanto non va dimenticata la paratissima di Reina su Borja Valero ed il salvataggio di Albiol sulla conclusione velenosa di Vecino. Diciamo che il Napoli avrebbe meritato il successo perché ha sempre comandato il fraseggio, more solito. Partita quasi in trincea dei nerazzurri, questo sì. La grande bellezza del Ciuccio contro la fisicità del Biscione. Era da attendersi un'impostazione tattica imperniata sul primo non prenderle e poi vediamo che cosa succede da parte degli allievi di Spalletti che è tecnico scaltro sul campo e lagnosamente simpatico quando filosofeggia. Più si andrà avanti e più ci si dovrà abituare ad avversari che cercheranno in ogni modo di innalzare linee Sigfrido o Maginot. E' lo scotto da pagare alla superiorità tecnica che i ragazzi di Sarri vanno esibendo da più di un anno a questa parte. O meglio: il rispetto dovuto al primo della classe. Chi ha in rosa elementi che sappiano applicarsi ad interferire nei triangoli magici del Napoli, lo farà. Facendo di conti sulle occasioni da rete costruite, gli azzurri hanno chiuso la sfida al vertice in netto vantaggio. Oltre alle manovre che hanno consentito ad Handanovic di esibirsi in ben quattro interventi salvifici (contro uno solo di Reina) vi sono state altre occasioni non finalizzate per un soffio. Bello e un po' meno lucido del solito. Il Napoli non poteva non risentire delle energie messe in campo a Manchester. Al cospetto di Guardiola il catalano, prima lo sbandamento iniziale, poi il rigore fallito da chi non t'aspetti e quindi la resurrezione che per poco o nulla non ha punito l'arroganza dei celesti del City che hanno dovuto cambiare pensiero sugli avversari: càspita, dalla goleada al probabile pareggio! Ecco, se proprio si vuole individuare una ragione valida nella mancata nona sinfonìa sta nel lieve appannamento nell'esecuzione delle trame veloci. E dall'altra parte c'era l'Inter già possente fisicamente di suo e fresca e riposata non avendo lo squadrone di Suning neppure una coppa del nonno da giocare. Ma c'è poco da recriminare perché chissà che cosa avrebbero pagato gli epigoni del triplete per stare al posto dei sarriani che portano in giro per l'Europa il verbo del bel gioco da un po' di anni a questa parte. Questa fase, tra Champions e campionato, ha messo in evidenza una lacuna: la mancanza di un bomber centrale perché è inevitabile che Mertens possa attraversare un momento di impaccio realizzativo, specie contro avversari che si chiudono a riccio. L'idea di Milik in prestito al Chievo ed il relativo arrivo di Inglese mi sembra giusta. Il polacco perseguitato da una buona dose di iella avrebbe modo di riprendere ritmo e tono nella squadra clivense che sa assecondare i propri centravanti. E Inglese, una volta abituatosi alle trame di Sarri, potrebbe essere l'uomo in più nella corsa verso il sogno. La parola non la pronuncio e faccio rito apotropaico.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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25/10/2024 - 14:26

NAPOLI - Sulla prova degli azzurri contro l'Inter e sul risultato finale ho letto e sentito di tutto. Se non ci fosse stato Handanovic sarebbe finita in goleada, lo slogan più gettonato. Quasi certo, ma intanto non va dimenticata la paratissima di Reina su Borja Valero ed il salvataggio di Albiol sulla conclusione velenosa di Vecino. Diciamo che il Napoli avrebbe meritato il successo perché ha sempre comandato il fraseggio, more solito. Partita quasi in trincea dei nerazzurri, questo sì. La grande bellezza del Ciuccio contro la fisicità del Biscione. Era da attendersi un'impostazione tattica imperniata sul primo non prenderle e poi vediamo che cosa succede da parte degli allievi di Spalletti che è tecnico scaltro sul campo e lagnosamente simpatico quando filosofeggia. Più si andrà avanti e più ci si dovrà abituare ad avversari che cercheranno in ogni modo di innalzare linee Sigfrido o Maginot. E' lo scotto da pagare alla superiorità tecnica che i ragazzi di Sarri vanno esibendo da più di un anno a questa parte. O meglio: il rispetto dovuto al primo della classe. Chi ha in rosa elementi che sappiano applicarsi ad interferire nei triangoli magici del Napoli, lo farà. Facendo di conti sulle occasioni da rete costruite, gli azzurri hanno chiuso la sfida al vertice in netto vantaggio. Oltre alle manovre che hanno consentito ad Handanovic di esibirsi in ben quattro interventi salvifici (contro uno solo di Reina) vi sono state altre occasioni non finalizzate per un soffio. Bello e un po' meno lucido del solito. Il Napoli non poteva non risentire delle energie messe in campo a Manchester. Al cospetto di Guardiola il catalano, prima lo sbandamento iniziale, poi il rigore fallito da chi non t'aspetti e quindi la resurrezione che per poco o nulla non ha punito l'arroganza dei celesti del City che hanno dovuto cambiare pensiero sugli avversari: càspita, dalla goleada al probabile pareggio! Ecco, se proprio si vuole individuare una ragione valida nella mancata nona sinfonìa sta nel lieve appannamento nell'esecuzione delle trame veloci. E dall'altra parte c'era l'Inter già possente fisicamente di suo e fresca e riposata non avendo lo squadrone di Suning neppure una coppa del nonno da giocare. Ma c'è poco da recriminare perché chissà che cosa avrebbero pagato gli epigoni del triplete per stare al posto dei sarriani che portano in giro per l'Europa il verbo del bel gioco da un po' di anni a questa parte. Questa fase, tra Champions e campionato, ha messo in evidenza una lacuna: la mancanza di un bomber centrale perché è inevitabile che Mertens possa attraversare un momento di impaccio realizzativo, specie contro avversari che si chiudono a riccio. L'idea di Milik in prestito al Chievo ed il relativo arrivo di Inglese mi sembra giusta. Il polacco perseguitato da una buona dose di iella avrebbe modo di riprendere ritmo e tono nella squadra clivense che sa assecondare i propri centravanti. E Inglese, una volta abituatosi alle trame di Sarri, potrebbe essere l'uomo in più nella corsa verso il sogno. La parola non la pronuncio e faccio rito apotropaico.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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