Il Punto
SALERNITANA - Iervolino: "Da piccolo ero tifoso del Napoli, ADL è un imprenditore con visioni moderne, Paulo Sousa parlò con gli azzurri"
29.03.2024 08:26 di Napoli Magazine

NAPOLI - Danilo Iervolino, presidente della Salernitana, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera: "Tifoso del Napoli? Lo ero, certo. Ho vissuto allo stadio gli anni di Maradona, ma è un po’ come quando sei innamoratissimo di una donna, poi all’improvviso ne incontri un’altra e perdi la testa. La piazza di Salerno mi ha dato emotivamente tanto. Sono stato per tre anni il presidente più amato. L'aritmetica ci tiene ancora in gioco ma abbiamo messo in conto di retrocedere. Assicuro che ci sarà una rivoluzione, farò scelte in funzione di un progetto sano in un'altra categoria. Non sto pensando di lasciare ma non si può mai dire, se fosse per il bene dell'azienda farei un passo indietro. Stagione pessima ma è il momento di restare in sella. Non avevo messo in conto di vivere una stagione come questa, né di ritrovarmi a spiegare ai miei figli il perché delle minacce, le offese e degli attacchi social che ho subito negli ultimi mesi. Ho fatto anche io tanti errori: quattro allenatori in pochi mesi sono il frutto di scelte non lucide, per dare una risposta a una piazza che vede il presidente di calcio come il sacerdote di una setta: devi individuare il colpevole. Dovevo fidarmi del mio intuito, non essere condizionabile ed essere più presente. L’Atalanta da piccola è diventata grande, il Torino di Cairo dimostra che si possono raggiungere risultati importanti senza dopare la crescita, ma farlo mattoncino su mattoncino. De Laurentiis è un imprenditore con visioni moderne, il Napoli è l’esempio del virtuosismo. Sousa è il migliore tecnico che abbia mai incontrato, intelligentissimo. Ma quest’anno ambiva a qualcosa di più importante, ci siamo anche dati un momento per riflettere, lui parlò con il Napoli, poi è tornato ma non era abbastanza motivato".

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29/03/2024 - 08:26

NAPOLI - Danilo Iervolino, presidente della Salernitana, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera: "Tifoso del Napoli? Lo ero, certo. Ho vissuto allo stadio gli anni di Maradona, ma è un po’ come quando sei innamoratissimo di una donna, poi all’improvviso ne incontri un’altra e perdi la testa. La piazza di Salerno mi ha dato emotivamente tanto. Sono stato per tre anni il presidente più amato. L'aritmetica ci tiene ancora in gioco ma abbiamo messo in conto di retrocedere. Assicuro che ci sarà una rivoluzione, farò scelte in funzione di un progetto sano in un'altra categoria. Non sto pensando di lasciare ma non si può mai dire, se fosse per il bene dell'azienda farei un passo indietro. Stagione pessima ma è il momento di restare in sella. Non avevo messo in conto di vivere una stagione come questa, né di ritrovarmi a spiegare ai miei figli il perché delle minacce, le offese e degli attacchi social che ho subito negli ultimi mesi. Ho fatto anche io tanti errori: quattro allenatori in pochi mesi sono il frutto di scelte non lucide, per dare una risposta a una piazza che vede il presidente di calcio come il sacerdote di una setta: devi individuare il colpevole. Dovevo fidarmi del mio intuito, non essere condizionabile ed essere più presente. L’Atalanta da piccola è diventata grande, il Torino di Cairo dimostra che si possono raggiungere risultati importanti senza dopare la crescita, ma farlo mattoncino su mattoncino. De Laurentiis è un imprenditore con visioni moderne, il Napoli è l’esempio del virtuosismo. Sousa è il migliore tecnico che abbia mai incontrato, intelligentissimo. Ma quest’anno ambiva a qualcosa di più importante, ci siamo anche dati un momento per riflettere, lui parlò con il Napoli, poi è tornato ma non era abbastanza motivato".