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DA MARSIGLIA - Riflessione del Prof. Santarpia: "Il Napoli di Sarri è già vittoria estetica"
24.09.2017 19:02 di Napoli Magazine

MARSIGLIA (FRANCIA) - Il Dr. Alfonso Santarpia, Professore associato in psicologia clinica e psicopatologia dell'Aix-Marseille Université, scrive a "Napoli Magazine": "In queste ore si potrebbe facilmente essere colti da una serie di dichiarazioni in cui si sventola la filosofia della vittoria come l’unica cosa che conta nel calcio. In effetti la logica di questo gioco, è centrata sul vincere (scudetti, coppe, etc). Lo scopo del gioco CALCIO nella sua concretezza è fare più reti dell’avversario. Ma è proprio questo l’unico bisogno che dobbiamo individuare in questo sport? Il piacere di vincere, del successo, di svolgere bene un’attività concreta compone la psicologia del bambino che cresce, un bisogno esistenziale, legittimo, construttivo. Ma poi, lo stesso bambino sarà colto da altri bisogni, scoprirà presto che esiste un’esperienza più sottile, l’esperienza estetica: un tramonto che si organizza in colori inaspettati e collettivi. Un movimento che ci entusiasma senza saperne il perché. Qualcosa che ci sposta fortemente verso una dimensione tipicamente umana, quella della bellezza, delle simmetrie delle linee, della fluidità dei movimenti, delle pause e delle accelerazioni armoniose, degli inserimenti ritmati. Si tratta del piacere tutto intimo, profondo, di guardare un’azione, un concetto, un’opera e rimanere incantato, emozionato davanti a quell’esperienza che ha il carattere della permanenza, di un tempo senza limite. Si è presenti a se stessi in un flusso di memoria, e si gode di quell’esperienza che non ha una immediata praticità. Il Napoli porta oggi, soprattutto questo tipo di esperienza, il Calcio Napoli evoca dell’umano, la sua dimensione estetica, ideale, il bello. Certo se questa esperienza troverà simultaneamente il piacere del trofeo, farà felice anche chi sente il calcio come movimento di speranza e di rivendicazione sociale. Ma se si opta per qualche frammento di minuto per un sguardo che superi  la dimensione social/antropologica del calcio per gettarsi nel piacere del bello. Allora, il Napoli di Sarri diventa concetto e vissuto di permanenza. E forse, un giorno, uno sportivo (tifoso del Napoli o no) che vorrà gustare questo concetto, questa esperienza cercherà i movimenti e l’armonia ludica di questa squadra. Perché quello che resta in memoria non sono solo i trofei e le vittorie, ma anche il significato e l’esperienza di trasformare uno sport in un momento d’arte nella coscienza".

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DA MARSIGLIA - Riflessione del Prof. Santarpia: "Il Napoli di Sarri è già vittoria estetica"

di Napoli Magazine

24/09/2024 - 19:02

MARSIGLIA (FRANCIA) - Il Dr. Alfonso Santarpia, Professore associato in psicologia clinica e psicopatologia dell'Aix-Marseille Université, scrive a "Napoli Magazine": "In queste ore si potrebbe facilmente essere colti da una serie di dichiarazioni in cui si sventola la filosofia della vittoria come l’unica cosa che conta nel calcio. In effetti la logica di questo gioco, è centrata sul vincere (scudetti, coppe, etc). Lo scopo del gioco CALCIO nella sua concretezza è fare più reti dell’avversario. Ma è proprio questo l’unico bisogno che dobbiamo individuare in questo sport? Il piacere di vincere, del successo, di svolgere bene un’attività concreta compone la psicologia del bambino che cresce, un bisogno esistenziale, legittimo, construttivo. Ma poi, lo stesso bambino sarà colto da altri bisogni, scoprirà presto che esiste un’esperienza più sottile, l’esperienza estetica: un tramonto che si organizza in colori inaspettati e collettivi. Un movimento che ci entusiasma senza saperne il perché. Qualcosa che ci sposta fortemente verso una dimensione tipicamente umana, quella della bellezza, delle simmetrie delle linee, della fluidità dei movimenti, delle pause e delle accelerazioni armoniose, degli inserimenti ritmati. Si tratta del piacere tutto intimo, profondo, di guardare un’azione, un concetto, un’opera e rimanere incantato, emozionato davanti a quell’esperienza che ha il carattere della permanenza, di un tempo senza limite. Si è presenti a se stessi in un flusso di memoria, e si gode di quell’esperienza che non ha una immediata praticità. Il Napoli porta oggi, soprattutto questo tipo di esperienza, il Calcio Napoli evoca dell’umano, la sua dimensione estetica, ideale, il bello. Certo se questa esperienza troverà simultaneamente il piacere del trofeo, farà felice anche chi sente il calcio come movimento di speranza e di rivendicazione sociale. Ma se si opta per qualche frammento di minuto per un sguardo che superi  la dimensione social/antropologica del calcio per gettarsi nel piacere del bello. Allora, il Napoli di Sarri diventa concetto e vissuto di permanenza. E forse, un giorno, uno sportivo (tifoso del Napoli o no) che vorrà gustare questo concetto, questa esperienza cercherà i movimenti e l’armonia ludica di questa squadra. Perché quello che resta in memoria non sono solo i trofei e le vittorie, ma anche il significato e l’esperienza di trasformare uno sport in un momento d’arte nella coscienza".