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IL GRAFFIO - Gli interrogativi di Sarri
22.10.2017 00:26 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Impossibile sostenere due grandi sfide in cinque giorni. Neanche il Napoli vi riesce, prima scommette tutto se stesso per sfondare la muraglia interista, poi deve arrendersi alla bravura di Handanovic e accetta il pareggio. Sarri ha rimandato in campo la stessa squadra con quel suo gioco che ripete come una cantilena, Spalletti aveva invece mandato a memoria il secondo tempo della squadra a Manchester, ed ha provato a bloccarne gli ingranaggi, senza trascurare Jorginho, affidato al migliore interista, l’illuminato Borja Valero, che ha perso il conto delle sue partite con il Napoli, ed ieri si è dovuto raddoppiare: ostruire il rivale, primo costruttore di gioco del sistema Sarri, per poi creare quello dell’Inter, trovando anche forza e tempo per disturbare Reina. Forse troppo gli chiede Spalletti, che a un certo punto prova anche a vincere.

 

L’Inter svolge un rapido sondaggio all’inizio. Vuol capire fino a che punto il Napoli sia provato dalla missione inglese. Si è accorge che è ancora carico, che ha anzi un Hamsik in più all’inizio, che il capitato sembra recuperato alla sua vocazione di correttore delle trame offensive, e per tutto il primo tempo si raccoglie nella sua metà campo, con le linee di passaggio sbarrate, e massima attenzione sulle fasce. A destra Spalletti incita D’Ambrosio a non mollare Insigne, raccomanda il sempre generoso ma appannato fantasista anche a Candreva. Insigne lodevole nel proporre assalti è in realtà un perfetto sosia di se stesso. Appare come sempre, ma tradisce qualche remora, è un po’ più lento, ed evita quei massacranti rientri. Ne deriva una posizione più prudente di Ghoulam che in difesa su quella fascia deve sbrigarsela da solo, affiancato da un maestoso Koulibaly. Ma il coraggio fa i conti con l’incompleta preparazione atletica, troppi allenamenti ha saltato Insigne perché dopo un’ora e poco più Sarri si convinca a mandare in campo Ounas, che si allinea a Mertens, probabilmente affaticato, ma circoscritto da Sckriniar, che si è dedicato solo al bomber rivelazione del Napoli. Un controllo a uomo, uno contro uno, stile vecchio calcio.

 

L’ingresso di Joao Mario insospettisce Sarri, che replica con le annose sostituzioni: Hamsik cede il posto a Zielinski, quindi il tenace Allan a Rog. Il retropensiero di Sarri è chiaro: vede ampliare il volume di gioco intorno a Vecino, uno che Sarri conosce bene e fa ancora meglio a temere, perché con Joao Mario eleva il ritmo spostando in avanti il baricentro dell’Inter, al resto pensa Handanovic.
Spalletti sottoscrive il risultato, giusto che lo accetti anche il Napoli. Si può criticare l'ostinata difesa dell'Inter, senza però trascurare qualche rischio sventato, Il Napoli vuol vincere lo scudetto in Italia? Si convinca che in Italia esistono anche squadre forti che investono quasi tutte le risorse in difesa.
Ora tocca a Sarri capire come procedere: inserire se e quando forze nuove. Ci sono. Basta sostituire gli intoccabili con i centrocampisti Zielinski e Rog nella ripresa? Preferibile invece dare più spazio a Ounas?
Sono interrogativi che Sarri porta a csa, ci penserà. E sarà lui a decidere.
Se qualche giocatore appare stanco, va adottata una decisione. La migliore possibile. Siamo solo alla nona partita di campionato e per fortuna la Champions non è finita.

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IL GRAFFIO - Gli interrogativi di Sarri

di Napoli Magazine

22/10/2024 - 00:26

Impossibile sostenere due grandi sfide in cinque giorni. Neanche il Napoli vi riesce, prima scommette tutto se stesso per sfondare la muraglia interista, poi deve arrendersi alla bravura di Handanovic e accetta il pareggio. Sarri ha rimandato in campo la stessa squadra con quel suo gioco che ripete come una cantilena, Spalletti aveva invece mandato a memoria il secondo tempo della squadra a Manchester, ed ha provato a bloccarne gli ingranaggi, senza trascurare Jorginho, affidato al migliore interista, l’illuminato Borja Valero, che ha perso il conto delle sue partite con il Napoli, ed ieri si è dovuto raddoppiare: ostruire il rivale, primo costruttore di gioco del sistema Sarri, per poi creare quello dell’Inter, trovando anche forza e tempo per disturbare Reina. Forse troppo gli chiede Spalletti, che a un certo punto prova anche a vincere.

 

L’Inter svolge un rapido sondaggio all’inizio. Vuol capire fino a che punto il Napoli sia provato dalla missione inglese. Si è accorge che è ancora carico, che ha anzi un Hamsik in più all’inizio, che il capitato sembra recuperato alla sua vocazione di correttore delle trame offensive, e per tutto il primo tempo si raccoglie nella sua metà campo, con le linee di passaggio sbarrate, e massima attenzione sulle fasce. A destra Spalletti incita D’Ambrosio a non mollare Insigne, raccomanda il sempre generoso ma appannato fantasista anche a Candreva. Insigne lodevole nel proporre assalti è in realtà un perfetto sosia di se stesso. Appare come sempre, ma tradisce qualche remora, è un po’ più lento, ed evita quei massacranti rientri. Ne deriva una posizione più prudente di Ghoulam che in difesa su quella fascia deve sbrigarsela da solo, affiancato da un maestoso Koulibaly. Ma il coraggio fa i conti con l’incompleta preparazione atletica, troppi allenamenti ha saltato Insigne perché dopo un’ora e poco più Sarri si convinca a mandare in campo Ounas, che si allinea a Mertens, probabilmente affaticato, ma circoscritto da Sckriniar, che si è dedicato solo al bomber rivelazione del Napoli. Un controllo a uomo, uno contro uno, stile vecchio calcio.

 

L’ingresso di Joao Mario insospettisce Sarri, che replica con le annose sostituzioni: Hamsik cede il posto a Zielinski, quindi il tenace Allan a Rog. Il retropensiero di Sarri è chiaro: vede ampliare il volume di gioco intorno a Vecino, uno che Sarri conosce bene e fa ancora meglio a temere, perché con Joao Mario eleva il ritmo spostando in avanti il baricentro dell’Inter, al resto pensa Handanovic.
Spalletti sottoscrive il risultato, giusto che lo accetti anche il Napoli. Si può criticare l'ostinata difesa dell'Inter, senza però trascurare qualche rischio sventato, Il Napoli vuol vincere lo scudetto in Italia? Si convinca che in Italia esistono anche squadre forti che investono quasi tutte le risorse in difesa.
Ora tocca a Sarri capire come procedere: inserire se e quando forze nuove. Ci sono. Basta sostituire gli intoccabili con i centrocampisti Zielinski e Rog nella ripresa? Preferibile invece dare più spazio a Ounas?
Sono interrogativi che Sarri porta a csa, ci penserà. E sarà lui a decidere.
Se qualche giocatore appare stanco, va adottata una decisione. La migliore possibile. Siamo solo alla nona partita di campionato e per fortuna la Champions non è finita.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica