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IL GRAFFIO - Napoli, finalmente la svolta
03.12.2016 00:04 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Prima di girare l'articolo appena scritto per Repubblica dopo il formidabile 3-0 sull'Inter desidero complimentarmi per la serenità dei giudizi. Il Graffio vanta una media molto alta non solo per competenza, anche per buonsenso e civiltà di confronto.
Non ho esitato a rivelare l'urgenza di un risultato importante con un accorato Telegraffio a Sarri. Occorreva una svolta. Avevo fiutato venti di tempesta. Nell'ambiente la delusione portava alla sfiducia.
L'importanza di una buona condizione atletica si è confermata: c'era un divario con l'Inter. Qualcosa è cambiato nella preparazione o negli esiti favorevoli. Anche Gabbiadini ha tratto vantaggio dalla serenità. Si è liberato dell'incubo di essere sostituito. Ha fatto la sua parte.


Credo che Sarri abbia letto tutto, il mio e i vostri interventi non passano inosservati. Critiche ne ha avute tante. Giusto adesso riconoscergli i meriti della svolta.

Come incontrare un vecchio amico, e stupirsi: possibile che in poco tempo sia ringiovanito? Mortificato dal settimo posto, preoccupato per la travagliata conduzione di Sarri finito al centro di troppi dubbi, il Napoli reagisce fermando venti di tempesta, allarmanti a pochi giorni dalla sfida finale di Lisbona per la Champions. Più scattante, tatticamente meglio distribuito e svelto a ripartire negli spazi larghi come non accadeva più: il Napoli che non ti aspetti. Mostra subito la sua forza proprio dove l'Inter scommette tutto per vincere.

 

Il disegno di Pioli ricorda il tranello teso dalla Roma: sulla fascia destra D'Ambrosio è un terzino avanzato, lascia la difesa a tre per un ruolo ambivalente, quanto mai faticoso. Florenzi vi riuscì bene, D'Ambrosio sbanda invece da Hamisk e Insigne. Sta al gioco Sarri, perché un'Inter così sbilanciata concede la profondità ad un Napoli meglio schierato. Per la squalifica di Mertens il “falso 9”, ecco finalmente il modulo più chiacchierato ma corretto: con il “vero 9”, con Gabbiadini.

Molti penseranno che la svolta coincida con la maglia bianca tagliata da una banda diagonale azzurra. Sarà. Una analisi meglio ancorata alla realtà dimostra altro, si indovinano almeno cinque elementi di novità.

 

La freschezza atletica: il Napoli migliora le “accelerazioni intense”, fa sue le seconde palle e vince più spesso i contrasti. Gli spazi: al contrario della impalpabile superiorità con palleggio lento nelle ultime mediocri gare, il Napoli evita di sbilanciarsi in avanti, in una ingenua ammucchiata, ma gradisce dalla metà campo in su i canali larghi che l'Inter concede. La posizione di Insigne: non solo il gol con tocco d'interno all'indietro, una magia. Il fantasista si dispone a sinistra lungo la linea, pronto a dare ampiezza, ma anche a scattare nel campo scoperto. Non si accentra più, respira la fase offensiva. Il ritorno di Albiol: si è drammatizzata oltre misura l'assenza di Milik, almeno in pari misura la squadra è stata penalizzata dallo stop ad Albiol. Ha dato ieri sera sicurezza a tutto il reparto. Il miglior Reina: discusso negli ultimi tempi, il portiere esibisce sontuosa sicurezza negli interventi delicati, splende nei riflessi, reagisce ad un tiraccio di Eder.

 

L'Inter sconta una vanità che non può concedersi: non può ideare stratagemmi avventurosi come il doppio ruolo di D'Ambrosio se non ha brillante condizione atletica, se il suo 4-2-3-1 è ossidato, se in fase difensiva nessuno scatta sui piedi del rivale più vicino. Il Napoli in una stessa serata esibisce un superlativo Hamsik, ignorato da Brozovic, un sicuro Diawara placido e autorevole a dispetto della giovane età trascurato da Banega, il più felice Zielinski, che co n la sua sfrontata audacia in elegante cavalcata corre, contrasta, propone alla destra di Diawara. Come nelle notti di pesca grossa, Sarri fa salire a bordo senza indugi Rog, che non è più un oggetto misterioso. Tutto in un avverbio: finalmente.

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IL GRAFFIO - Napoli, finalmente la svolta

di Napoli Magazine

03/12/2024 - 00:04

Prima di girare l'articolo appena scritto per Repubblica dopo il formidabile 3-0 sull'Inter desidero complimentarmi per la serenità dei giudizi. Il Graffio vanta una media molto alta non solo per competenza, anche per buonsenso e civiltà di confronto.
Non ho esitato a rivelare l'urgenza di un risultato importante con un accorato Telegraffio a Sarri. Occorreva una svolta. Avevo fiutato venti di tempesta. Nell'ambiente la delusione portava alla sfiducia.
L'importanza di una buona condizione atletica si è confermata: c'era un divario con l'Inter. Qualcosa è cambiato nella preparazione o negli esiti favorevoli. Anche Gabbiadini ha tratto vantaggio dalla serenità. Si è liberato dell'incubo di essere sostituito. Ha fatto la sua parte.


Credo che Sarri abbia letto tutto, il mio e i vostri interventi non passano inosservati. Critiche ne ha avute tante. Giusto adesso riconoscergli i meriti della svolta.

Come incontrare un vecchio amico, e stupirsi: possibile che in poco tempo sia ringiovanito? Mortificato dal settimo posto, preoccupato per la travagliata conduzione di Sarri finito al centro di troppi dubbi, il Napoli reagisce fermando venti di tempesta, allarmanti a pochi giorni dalla sfida finale di Lisbona per la Champions. Più scattante, tatticamente meglio distribuito e svelto a ripartire negli spazi larghi come non accadeva più: il Napoli che non ti aspetti. Mostra subito la sua forza proprio dove l'Inter scommette tutto per vincere.

 

Il disegno di Pioli ricorda il tranello teso dalla Roma: sulla fascia destra D'Ambrosio è un terzino avanzato, lascia la difesa a tre per un ruolo ambivalente, quanto mai faticoso. Florenzi vi riuscì bene, D'Ambrosio sbanda invece da Hamisk e Insigne. Sta al gioco Sarri, perché un'Inter così sbilanciata concede la profondità ad un Napoli meglio schierato. Per la squalifica di Mertens il “falso 9”, ecco finalmente il modulo più chiacchierato ma corretto: con il “vero 9”, con Gabbiadini.

Molti penseranno che la svolta coincida con la maglia bianca tagliata da una banda diagonale azzurra. Sarà. Una analisi meglio ancorata alla realtà dimostra altro, si indovinano almeno cinque elementi di novità.

 

La freschezza atletica: il Napoli migliora le “accelerazioni intense”, fa sue le seconde palle e vince più spesso i contrasti. Gli spazi: al contrario della impalpabile superiorità con palleggio lento nelle ultime mediocri gare, il Napoli evita di sbilanciarsi in avanti, in una ingenua ammucchiata, ma gradisce dalla metà campo in su i canali larghi che l'Inter concede. La posizione di Insigne: non solo il gol con tocco d'interno all'indietro, una magia. Il fantasista si dispone a sinistra lungo la linea, pronto a dare ampiezza, ma anche a scattare nel campo scoperto. Non si accentra più, respira la fase offensiva. Il ritorno di Albiol: si è drammatizzata oltre misura l'assenza di Milik, almeno in pari misura la squadra è stata penalizzata dallo stop ad Albiol. Ha dato ieri sera sicurezza a tutto il reparto. Il miglior Reina: discusso negli ultimi tempi, il portiere esibisce sontuosa sicurezza negli interventi delicati, splende nei riflessi, reagisce ad un tiraccio di Eder.

 

L'Inter sconta una vanità che non può concedersi: non può ideare stratagemmi avventurosi come il doppio ruolo di D'Ambrosio se non ha brillante condizione atletica, se il suo 4-2-3-1 è ossidato, se in fase difensiva nessuno scatta sui piedi del rivale più vicino. Il Napoli in una stessa serata esibisce un superlativo Hamsik, ignorato da Brozovic, un sicuro Diawara placido e autorevole a dispetto della giovane età trascurato da Banega, il più felice Zielinski, che co n la sua sfrontata audacia in elegante cavalcata corre, contrasta, propone alla destra di Diawara. Come nelle notti di pesca grossa, Sarri fa salire a bordo senza indugi Rog, che non è più un oggetto misterioso. Tutto in un avverbio: finalmente.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica