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IL PARERE - Del Piero: "Insigne e il tiro a giro? Che bravo! La Juve ha bisogno di dare uno strattone, prossime gare importanti"
24.11.2017 15:26 di Napoli Magazine

L'ex attaccante della Juve Alessandro Del Piero ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Eccone alcuni passaggi.


Tre partite-verità in una settimana: Napoli, Olympiacos, Inter. E’ la cosa migliore?
"Sì. La Juve ha bisogno di dare uno strattone. Servono quelle due o tre partite che ti danno la sensazione di essere tornati. Allegri sta aspettando questo momento".

 

Dal 1982 (primo Mondiale dopo la riapertura delle frontiere) al 2006 l’Italia è sempre stata forte, a prescindere dai risultati. Cosa è successo dopo, anche a livello di club?
"Calciopoli è stata come una bomba atomica: nel 2006 si è rotto il calcio. E non mi riferisco solo alla Juve. Da quel momento i grandi campioni sono andati a giocare all’estero e le altre nazioni sono cresciute esponenzialmente: la Premier è esplosa grazie alla bravura nella gestione dei vari brand all’estero e alla cessione oculata dei diritti tv; Real e Barcellona sono andati avanti con le rispettive politiche societarie; la Germania ha completato il percorso iniziato quando le fu assegnato il Mondiale del 2006; perfino in Francia sono arrivati grossi investitori stranieri a trasformare club come Psg e Monaco. L’Italia, invece, è crollata. Poi la Juve ha iniziato la risalita e il Napoli sta facendo un cammino importante".
 

 

Nei settori giovanili vengono privilegiati i ragazzi forti fisicamente rispetto a quelli tecnici: è quello il primo errore?
"Quando ero a Padova pesavo 67 kg e mi dicevano che se non arrivavo a 80 non avrei potuto giocare in A. Adesso che non gioco più peso 80 kg... In Spagna guardano solo se sai giocare a pallone, in Italia purtroppo seguiamo logiche contrarie alla mia idea di calcio".
 

 

Ma qual è la verità: non siamo così scarsi come è sembrato nell’ultimo periodo oppure non ci eravamo davvero resi conto che siamo scarsi?
"Bella domanda. Di sicuro possiamo essere migliori. Anche adesso".
 

 

Insigne ha sempre indicato lei come suo modello. Il tiro a giro l’ha imparato benino, no?
"Ahahah... Ne ha messo già qualcuno in quell’angolo... Bravo! Mi fa piacere, al di là dei gol Lorenzo sta crescendo a livello di personalità e continuità".

 

Sarà sfida-scudetto a quattro squadre fino alla fine o qualcuno si perderà per strada?
"Speriamo restino tutte in corsa. Sarebbe divertente".
 

Al Mondiale tiferà Australia?
"Ci sono tante squadre simpatiche. L’Australia, l’Islanda che ci ha rubato il cuore, il Perù. Sarà divertente tifare per una squadra diversa ogni giorno".

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IL PARERE - Del Piero: "Insigne e il tiro a giro? Che bravo! La Juve ha bisogno di dare uno strattone, prossime gare importanti"

di Napoli Magazine

24/11/2024 - 15:26

L'ex attaccante della Juve Alessandro Del Piero ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Eccone alcuni passaggi.


Tre partite-verità in una settimana: Napoli, Olympiacos, Inter. E’ la cosa migliore?
"Sì. La Juve ha bisogno di dare uno strattone. Servono quelle due o tre partite che ti danno la sensazione di essere tornati. Allegri sta aspettando questo momento".

 

Dal 1982 (primo Mondiale dopo la riapertura delle frontiere) al 2006 l’Italia è sempre stata forte, a prescindere dai risultati. Cosa è successo dopo, anche a livello di club?
"Calciopoli è stata come una bomba atomica: nel 2006 si è rotto il calcio. E non mi riferisco solo alla Juve. Da quel momento i grandi campioni sono andati a giocare all’estero e le altre nazioni sono cresciute esponenzialmente: la Premier è esplosa grazie alla bravura nella gestione dei vari brand all’estero e alla cessione oculata dei diritti tv; Real e Barcellona sono andati avanti con le rispettive politiche societarie; la Germania ha completato il percorso iniziato quando le fu assegnato il Mondiale del 2006; perfino in Francia sono arrivati grossi investitori stranieri a trasformare club come Psg e Monaco. L’Italia, invece, è crollata. Poi la Juve ha iniziato la risalita e il Napoli sta facendo un cammino importante".
 

 

Nei settori giovanili vengono privilegiati i ragazzi forti fisicamente rispetto a quelli tecnici: è quello il primo errore?
"Quando ero a Padova pesavo 67 kg e mi dicevano che se non arrivavo a 80 non avrei potuto giocare in A. Adesso che non gioco più peso 80 kg... In Spagna guardano solo se sai giocare a pallone, in Italia purtroppo seguiamo logiche contrarie alla mia idea di calcio".
 

 

Ma qual è la verità: non siamo così scarsi come è sembrato nell’ultimo periodo oppure non ci eravamo davvero resi conto che siamo scarsi?
"Bella domanda. Di sicuro possiamo essere migliori. Anche adesso".
 

 

Insigne ha sempre indicato lei come suo modello. Il tiro a giro l’ha imparato benino, no?
"Ahahah... Ne ha messo già qualcuno in quell’angolo... Bravo! Mi fa piacere, al di là dei gol Lorenzo sta crescendo a livello di personalità e continuità".

 

Sarà sfida-scudetto a quattro squadre fino alla fine o qualcuno si perderà per strada?
"Speriamo restino tutte in corsa. Sarebbe divertente".
 

Al Mondiale tiferà Australia?
"Ci sono tante squadre simpatiche. L’Australia, l’Islanda che ci ha rubato il cuore, il Perù. Sarà divertente tifare per una squadra diversa ogni giorno".