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MERCATO - Napoli, Giaccherini, solo 60 minuti in stagione, l'ipotesi cessione è viva
13.12.2017 11:16 di Napoli Magazine Fonte: Fabio Tarantino per il Roma

Che fine ha fatto Emanuele Giaccherini? Di lui resiste il ricordo del soldatino legato a Conte, fondamentale per l’allenatore ai tempi della Juve, squadra con la quale vinse lo scudetto, e anche in Nazionale, pilastro di un gruppo che ben figurò agli ultimi Europei, eliminato solo dalla Germania ai calci di rigore. Giaccherini è arrivato al Napoli due estati fa, l’acquisto della “svolta” per una società orientata ai giovani ma che in quella circostanza, approfittando della possibilità, decise di regalare al proprio allenatore un elemento esperto e duttile, in grado di arricchire l’organico. Non è andata esattamente così: Giaccherini non ha mai realmente convinto Sarri e lo spiegano i numeri, testimoni della sua attualità.

 

SESSANTA. Sono i minuti in cui è sceso in campo, le briciole di una stagione che, come la precedente, l’ha visto scomparire subito dalle rotazioni, estraneo alle scelte tecniche dell’allenatore. In totale appena quattro presenze in campionato, l’ultima col Sassuolo il 29 ottobre scorso, dieci minuti nel finale per difendere il vantaggio. In Champions mai utilizzato, cinque tribune e una panchina a Rotterdam. Con Insigne infortunato è stato scavalcato anche da Zielinski, vero sostituto del napoletano in un ruolo ricoperto già ai tempi di Empoli.

 

STATUS. Giaccherini è un surplus di possibilità, un lusso teorico per una società che l’aveva acquistato sfruttando un’occasione di mercato, convinta dalla sua profonda esperienza. Trent’anni, duttilità e l’appellativo di “jolly” schierabile ovunque in mezzo al campo, mezzala o anche esterno. Teoria, appunto. Perché Giaccherini è uscito pian piano dalla scena, ha giocato sempre meno fino a diventare un numero all’interno di una rosa profonda, mai del tutto sfruttata, colma di “desaparecidos” come Tonelli, Maksimovic, Rog, Ounas. Tutti potenzialmente validi, eppure mai utilizzati con continuità. Errori di mercato o cos’altro?

 

PROSPETTIVE. Il futuro è dietro l’angolo, concederà ad entrambi, al Napoli e a Giaccherini, la possibilità di decidere cosa fare dei rispettivi destini. L’ipotesi cessione è viva, è l’inevitabile conseguenza di un percorso che ad un certo punto s’è interrotto. L’esterno ha ancora voglia di mettersi in mostra, il suo procuratore sta già ricevendo diverse proposte, le valuterà con calma, seduto al fianco della dirigenza. In estate l’unica trattativa concreta fu impostata con lo Sparta Praga di Stramaccioni, poi sfumò con Biabiany preferito all’ex Bologna. A gennaio potrebbero esserci nuove chance ma tutto dipenderà dalla volontà collettiva delle parti in causa.

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MERCATO - Napoli, Giaccherini, solo 60 minuti in stagione, l'ipotesi cessione è viva

di Napoli Magazine

13/12/2024 - 11:16

Che fine ha fatto Emanuele Giaccherini? Di lui resiste il ricordo del soldatino legato a Conte, fondamentale per l’allenatore ai tempi della Juve, squadra con la quale vinse lo scudetto, e anche in Nazionale, pilastro di un gruppo che ben figurò agli ultimi Europei, eliminato solo dalla Germania ai calci di rigore. Giaccherini è arrivato al Napoli due estati fa, l’acquisto della “svolta” per una società orientata ai giovani ma che in quella circostanza, approfittando della possibilità, decise di regalare al proprio allenatore un elemento esperto e duttile, in grado di arricchire l’organico. Non è andata esattamente così: Giaccherini non ha mai realmente convinto Sarri e lo spiegano i numeri, testimoni della sua attualità.

 

SESSANTA. Sono i minuti in cui è sceso in campo, le briciole di una stagione che, come la precedente, l’ha visto scomparire subito dalle rotazioni, estraneo alle scelte tecniche dell’allenatore. In totale appena quattro presenze in campionato, l’ultima col Sassuolo il 29 ottobre scorso, dieci minuti nel finale per difendere il vantaggio. In Champions mai utilizzato, cinque tribune e una panchina a Rotterdam. Con Insigne infortunato è stato scavalcato anche da Zielinski, vero sostituto del napoletano in un ruolo ricoperto già ai tempi di Empoli.

 

STATUS. Giaccherini è un surplus di possibilità, un lusso teorico per una società che l’aveva acquistato sfruttando un’occasione di mercato, convinta dalla sua profonda esperienza. Trent’anni, duttilità e l’appellativo di “jolly” schierabile ovunque in mezzo al campo, mezzala o anche esterno. Teoria, appunto. Perché Giaccherini è uscito pian piano dalla scena, ha giocato sempre meno fino a diventare un numero all’interno di una rosa profonda, mai del tutto sfruttata, colma di “desaparecidos” come Tonelli, Maksimovic, Rog, Ounas. Tutti potenzialmente validi, eppure mai utilizzati con continuità. Errori di mercato o cos’altro?

 

PROSPETTIVE. Il futuro è dietro l’angolo, concederà ad entrambi, al Napoli e a Giaccherini, la possibilità di decidere cosa fare dei rispettivi destini. L’ipotesi cessione è viva, è l’inevitabile conseguenza di un percorso che ad un certo punto s’è interrotto. L’esterno ha ancora voglia di mettersi in mostra, il suo procuratore sta già ricevendo diverse proposte, le valuterà con calma, seduto al fianco della dirigenza. In estate l’unica trattativa concreta fu impostata con lo Sparta Praga di Stramaccioni, poi sfumò con Biabiany preferito all’ex Bologna. A gennaio potrebbero esserci nuove chance ma tutto dipenderà dalla volontà collettiva delle parti in causa.

Fonte: Fabio Tarantino per il Roma