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IL CAPITANO - Hamsik: "Voglio vincere lo scudetto col Napoli, non mi sento in crisi e le sostituzioni vanno accettate, torneremo forti"
16.12.2017 10:56 di Napoli Magazine

NAPOLI - Marek Hamsik, centrocampista e capitano del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Marco Azzi per Repubblica: "Non me ne frega niente del gol perduto: prima segnavo di più e la mia squadra non vinceva, ora sta accadendo il contrario e sono il giocatore più felice del mondo. Il record di Maradona non mi assilla: se arriva oggi contro il Torino è una soddisfazione in più, nient’altro. Diego rimarrà comunque insuperabile, veniva da un altro pianeta, lui. La mia missione sarà compiuta solo con la vittoria dello scudetto. Deve essere quello il punto d’arrivo della mia lunga storia con il Napoli. Poi potrò voltare pagina e dedicare un po’ più di tempo alla mia scuola calcio, che ho già inaugurato in Slovacchia. Mi guardo indietro e ne sono orgoglioso, non è da tutti legarsi a vita alla stessa squadra, specie nel calcio moderno. Nel mio caso è stato semplice: sentivo che Napoli era il posto giusto per me e ho voluto che lo diventasse, a tempo indeterminato. Non ho nessun rimpianto, sto facendo la carriera che desideravo e che mi sono costruito. Questa maglia è diventata la mia seconda pelle, mi gratifica essere considerato un bandiera. Un momento bello è la prima Coppa Italia, erano tantissimi anni che i tifosi stavano aspettando una vittoria del Napoli. Uno brutto? La notte dell’Olimpico, con la tragedia di Ciro Esposito. Andammo in campo e vincemmo per lui, ma senza un sorriso. Nessuno di noi aveva voglia di festeggiare, mi è rimasta dentro l’atmosfera lugubre vissuta all’interno dello stadio. Obiettivo scudetto? Siamo andati spesso vicinissimi alla grande impresa, purtroppo abbiamo sempre trovato una o due squadre più forti della nostra. Quest'anno la lotta è serrata e noi siamo lì, con Inter e Roma. Speriamo che qualcuna delle prime cominci a calare. Ma la favorita resta la Juve, come sempre. In campo sono sempre lo stesso, non ho cambiato ruolo o posizione. Nei passaggi riusciti, nei chilometri percorsi e nei recuperi il mio rendimento è in linea con le precedenti stagioni. Non mi sento in crisi e le sostituzioni vanno accettate. Con Sarri abbiamo tutti un rapporto eccellente: io e i miei compagni. La crescita del Napoli è stata straordinaria ed è merito del nostro allenatore. I bilanci personali li farò solo a fine stagione, comunque: di solito in doppia cifra ci arrivo... Attitudini da leader? Secondo me si può essere leader in molti modi e io ci provo dando l’esempio ai miei compagni, in campo e fuori. Ci pensa Sarri a sbattere i pugni sul tavolo, nel nostro spogliatoio. La nostra stagione era stata da 10, fino a tre partite fa. Resta da 7.5 e contro la Fiorentina ho già visto dei segnali di ripresa, abbiamo solo pagato dazio agli infortuni e a un po’ di stanchezza. Tutto qui".

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di Napoli Magazine

16/12/2024 - 10:56

NAPOLI - Marek Hamsik, centrocampista e capitano del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Marco Azzi per Repubblica: "Non me ne frega niente del gol perduto: prima segnavo di più e la mia squadra non vinceva, ora sta accadendo il contrario e sono il giocatore più felice del mondo. Il record di Maradona non mi assilla: se arriva oggi contro il Torino è una soddisfazione in più, nient’altro. Diego rimarrà comunque insuperabile, veniva da un altro pianeta, lui. La mia missione sarà compiuta solo con la vittoria dello scudetto. Deve essere quello il punto d’arrivo della mia lunga storia con il Napoli. Poi potrò voltare pagina e dedicare un po’ più di tempo alla mia scuola calcio, che ho già inaugurato in Slovacchia. Mi guardo indietro e ne sono orgoglioso, non è da tutti legarsi a vita alla stessa squadra, specie nel calcio moderno. Nel mio caso è stato semplice: sentivo che Napoli era il posto giusto per me e ho voluto che lo diventasse, a tempo indeterminato. Non ho nessun rimpianto, sto facendo la carriera che desideravo e che mi sono costruito. Questa maglia è diventata la mia seconda pelle, mi gratifica essere considerato un bandiera. Un momento bello è la prima Coppa Italia, erano tantissimi anni che i tifosi stavano aspettando una vittoria del Napoli. Uno brutto? La notte dell’Olimpico, con la tragedia di Ciro Esposito. Andammo in campo e vincemmo per lui, ma senza un sorriso. Nessuno di noi aveva voglia di festeggiare, mi è rimasta dentro l’atmosfera lugubre vissuta all’interno dello stadio. Obiettivo scudetto? Siamo andati spesso vicinissimi alla grande impresa, purtroppo abbiamo sempre trovato una o due squadre più forti della nostra. Quest'anno la lotta è serrata e noi siamo lì, con Inter e Roma. Speriamo che qualcuna delle prime cominci a calare. Ma la favorita resta la Juve, come sempre. In campo sono sempre lo stesso, non ho cambiato ruolo o posizione. Nei passaggi riusciti, nei chilometri percorsi e nei recuperi il mio rendimento è in linea con le precedenti stagioni. Non mi sento in crisi e le sostituzioni vanno accettate. Con Sarri abbiamo tutti un rapporto eccellente: io e i miei compagni. La crescita del Napoli è stata straordinaria ed è merito del nostro allenatore. I bilanci personali li farò solo a fine stagione, comunque: di solito in doppia cifra ci arrivo... Attitudini da leader? Secondo me si può essere leader in molti modi e io ci provo dando l’esempio ai miei compagni, in campo e fuori. Ci pensa Sarri a sbattere i pugni sul tavolo, nel nostro spogliatoio. La nostra stagione era stata da 10, fino a tre partite fa. Resta da 7.5 e contro la Fiorentina ho già visto dei segnali di ripresa, abbiamo solo pagato dazio agli infortuni e a un po’ di stanchezza. Tutto qui".