In Primo Piano
IL SUPER PENSIERO - Pastore su "NM": "Napoli, resta il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato"
02.12.2017 14:20 di Napoli Magazine

NAPOLI - La Juventus ha vinto, almeno sulla carta e il Napoli ha perso: questo il responso della partita del San Paolo. Ma non solo il Napoli ci ha lasciato le penne. E' tutto il calcio italiano che al San Paolo ha perso. Il concetto è quello che mi ha suggerito mio nipote Lucio ed io non posso non esssere d'accordo. Perché se una formazione forte, padrona del campionato (almeno negli ultimi 6 anni), con una panchina dove, appena ti volti, ti imbatti in un giocatore che costa una fortuna, se questa formazione, dicevo, per portarsi a casa i tre punti e difendere il gol di Higuain, deve schierarsi per quasi tutta la partita con un catenaccio che quello di Nereo Rocco col Padova poteva fargli solo una pippa, vuol dire, ripeto, che il calcio italiano sta messo veramene male. Il Napoli ha meritato di perdere, sia chiaro. Ha meritato la sconfitta perchè non è mai riuscito a scalfire il bunker bianconero. Tutti i dubbi, le impressioni, le domande che tutti noi ci eravamo posti dopo le ultime esibizioni, sono stati, purtroppo, confermati. La squadra è stanca, l'aver dovuto combattere su due fronti sempre con gli stessi uomini non poteva non avere le sue negative conseguenze. In realtà, se mi sta bene che l'impostazione di base non sia cambiata, come tifoso del Napoli pretendo che l'allenatore, quando occorre, possa fare gli opportuni cambi. E quindi, partendo da questa tesi elementare, chi gli è stato regalato? Un Mario Rui, messo da parte dalla Roma, pagato a peso d'oro, e un Ounas che, al momento, mingherlino com'è, può essere inserito a buon diritto fra i tanti nanetti che già abbiamo. E' vero, abbiamo perduto un paio di giocatori importanti, ma questo ci giustifica fino a un certo punto. Inoltre, si unisce lo strummolo a tititeppola e la funicella corta, con il nostro stimatissimo Sarri che continua a regalare all'avversario, partita dopo partita, un giocatore che, riposato e rinfrancato, potrebbe davvero far comodo e che si chiama Hamsik. Ci fosse stato Insigne (non Mertens, che forse è il più logoro di tutti, insieme con Callejon), dopo una manciata di minuti avrebbe messo dentro quella palla invitante che Hamsik ha maledettamente sprecato come un debuttante. Ma non voglio gettare la croce addosso allo slovacco, nè a Mertens, nè a chiunque altro del Napoli. La croce la porti, insieme con i sudatissimi 3 punti, il carissimo Allegri che, da quando allena la Juve, ha messo in campo una delle edizioni più vergognose della squadra bianconera. Ma tanto, a lui che gliene frega? Ha sempre detto che chi vuol divertirsi deve andare al Circo, mentre il calcio è un'altra cosa, no? E allora vada a vincere il suo settimo scudetto, vinca l'ottavo e i successivi ma consenta a noi di ricordare questo periodo del calcio italico come tra i peggiori nella storia di questo sport. E certamente non per colpa del Napoli. Tra l'altro, ci chiediamo come mai siamo stati eliminati dalla Svezia. Risposta facile facile: la Svezia, formazione modestissima, gioca al calcio, non studia di notte strategie per rendere inoffensivi gli avversari, in una parola, esce dal campo a testa alta. Senza doversi accontentare delle parole al miele di giornalisti, commentatori, invitati vari (Zola non ci porta molta fortuna, mi pare, e forse avrebbe fatto meglio a restarsene a casa) che fanno la faccia di circostanza quando parlano del Napoli mentre in cuor loro godono come ricci in calore (qui non parlo di Zola, naturalmente, anche se i suoi trascorsi col Napoli sono tanto lontani che è stato assurdo invitarlo per far da contraltare a Del Piero. Il quale ha avuto il coraggio di dire che la partita era troppo importante e che era giusto giocarla così. Vi sta bene, vero?). La Juve è a un punto, la Roma ha accorciato le distanze, l'Inter è lì e ora il Napoli deve cominciare a lottare coi denti per difendere le proprie possibilità di tornare in Champions. Ovviamente a meno che non batta il Feyenoord mentre il City non stenda anche gli ucraini, che ci sorpresero nella prima giornata. Non voglio essere pessimista, cerco solo di ragionare con la mia testa. Che mi racconta di una partita che il Napoli non aveva i mezzi per far sua e dove, nonostante l'handicap iniziale, con Insigne sostituito, abbiamo visto il pupetto Dybala e l'amatissimo Higuain sulla linea dei terzini, con tutto il resto della squadra bianconera, a difendere lo striminzito vantaggio. A me, a voi amici napoletani, resta solo il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato. 

 

 

Rosario Pastore

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

ULTIMISSIME IN PRIMO PIANO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
IL SUPER PENSIERO - Pastore su "NM": "Napoli, resta il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato"

di Napoli Magazine

02/12/2024 - 14:20

NAPOLI - La Juventus ha vinto, almeno sulla carta e il Napoli ha perso: questo il responso della partita del San Paolo. Ma non solo il Napoli ci ha lasciato le penne. E' tutto il calcio italiano che al San Paolo ha perso. Il concetto è quello che mi ha suggerito mio nipote Lucio ed io non posso non esssere d'accordo. Perché se una formazione forte, padrona del campionato (almeno negli ultimi 6 anni), con una panchina dove, appena ti volti, ti imbatti in un giocatore che costa una fortuna, se questa formazione, dicevo, per portarsi a casa i tre punti e difendere il gol di Higuain, deve schierarsi per quasi tutta la partita con un catenaccio che quello di Nereo Rocco col Padova poteva fargli solo una pippa, vuol dire, ripeto, che il calcio italiano sta messo veramene male. Il Napoli ha meritato di perdere, sia chiaro. Ha meritato la sconfitta perchè non è mai riuscito a scalfire il bunker bianconero. Tutti i dubbi, le impressioni, le domande che tutti noi ci eravamo posti dopo le ultime esibizioni, sono stati, purtroppo, confermati. La squadra è stanca, l'aver dovuto combattere su due fronti sempre con gli stessi uomini non poteva non avere le sue negative conseguenze. In realtà, se mi sta bene che l'impostazione di base non sia cambiata, come tifoso del Napoli pretendo che l'allenatore, quando occorre, possa fare gli opportuni cambi. E quindi, partendo da questa tesi elementare, chi gli è stato regalato? Un Mario Rui, messo da parte dalla Roma, pagato a peso d'oro, e un Ounas che, al momento, mingherlino com'è, può essere inserito a buon diritto fra i tanti nanetti che già abbiamo. E' vero, abbiamo perduto un paio di giocatori importanti, ma questo ci giustifica fino a un certo punto. Inoltre, si unisce lo strummolo a tititeppola e la funicella corta, con il nostro stimatissimo Sarri che continua a regalare all'avversario, partita dopo partita, un giocatore che, riposato e rinfrancato, potrebbe davvero far comodo e che si chiama Hamsik. Ci fosse stato Insigne (non Mertens, che forse è il più logoro di tutti, insieme con Callejon), dopo una manciata di minuti avrebbe messo dentro quella palla invitante che Hamsik ha maledettamente sprecato come un debuttante. Ma non voglio gettare la croce addosso allo slovacco, nè a Mertens, nè a chiunque altro del Napoli. La croce la porti, insieme con i sudatissimi 3 punti, il carissimo Allegri che, da quando allena la Juve, ha messo in campo una delle edizioni più vergognose della squadra bianconera. Ma tanto, a lui che gliene frega? Ha sempre detto che chi vuol divertirsi deve andare al Circo, mentre il calcio è un'altra cosa, no? E allora vada a vincere il suo settimo scudetto, vinca l'ottavo e i successivi ma consenta a noi di ricordare questo periodo del calcio italico come tra i peggiori nella storia di questo sport. E certamente non per colpa del Napoli. Tra l'altro, ci chiediamo come mai siamo stati eliminati dalla Svezia. Risposta facile facile: la Svezia, formazione modestissima, gioca al calcio, non studia di notte strategie per rendere inoffensivi gli avversari, in una parola, esce dal campo a testa alta. Senza doversi accontentare delle parole al miele di giornalisti, commentatori, invitati vari (Zola non ci porta molta fortuna, mi pare, e forse avrebbe fatto meglio a restarsene a casa) che fanno la faccia di circostanza quando parlano del Napoli mentre in cuor loro godono come ricci in calore (qui non parlo di Zola, naturalmente, anche se i suoi trascorsi col Napoli sono tanto lontani che è stato assurdo invitarlo per far da contraltare a Del Piero. Il quale ha avuto il coraggio di dire che la partita era troppo importante e che era giusto giocarla così. Vi sta bene, vero?). La Juve è a un punto, la Roma ha accorciato le distanze, l'Inter è lì e ora il Napoli deve cominciare a lottare coi denti per difendere le proprie possibilità di tornare in Champions. Ovviamente a meno che non batta il Feyenoord mentre il City non stenda anche gli ucraini, che ci sorpresero nella prima giornata. Non voglio essere pessimista, cerco solo di ragionare con la mia testa. Che mi racconta di una partita che il Napoli non aveva i mezzi per far sua e dove, nonostante l'handicap iniziale, con Insigne sostituito, abbiamo visto il pupetto Dybala e l'amatissimo Higuain sulla linea dei terzini, con tutto il resto della squadra bianconera, a difendere lo striminzito vantaggio. A me, a voi amici napoletani, resta solo il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato. 

 

 

Rosario Pastore

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com