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PIPITA - Higuain: "A Napoli ho lasciato una parte del mio cuore, vorrò per sempre bene a Sarri, andare alla Juve scelta più giusta da professionista"
20.05.2017 09:27 di Napoli Magazine

Gonzalo Higuain, ex attaccante del Napoli ora in forza alla Juventus, ha rilasciato un'intervista a Walter Veltroni per il Corriere dello Sport: "Argentina e Italia si somigliano molto? Sì e tanto. Infatti penso che sia il paese d’Europa che più le assomiglia. E’ una cosa vera. C’è un legame di sangue, fatto dall’emigrazione e forse un legame di sentimenti. Ci assomigliamo anche nel modo di vivere il calcio. Che è tanto importante nelle emozioni di argentini e italiani. Se due modi di giocare a calcio si assomigliano? Non lo so. Penso non tanto. Per me sono due modi di giocare diversi, per storia, tattica, ambiente. Ciò che li unisce è che sono ambedue molto competitivi e molto passionali. Come ho cominciato a giocare a calcio? Ho cominciato a giocare a calcio da bambino. Avevo cinque o sei anni. Sono cresciuto in una famiglia calcistica. Mio padre Jorge è stato un difensore di qualità: ha militato nel River e nel Boca. Fin da bambino ho respirato l’odore del cuoio e ho seguito mio padre in tutte le sue avventure calcistiche. Sono nato in Francia perché papà giocava lì. Pane e pallone, così sono cresciuto. Il mio sogno più grande era arrivare ad essere un calciatore professionista. Per fortuna l’ho potuto fare, ma non ho finito. Voglio fare di più. I sogni che si realizzano ne generano per fortuna altri. Mai pensare di essere arrivato, bisogna sempre andare, viaggiare, cercare. Il porto più bello è quello dove non si approda, che si sogna di raggiungere. Talenti argentini? Ce ne sono tanti, di giovani argentini bravi. Io penso ad esempio che Alario può arrivare a giocare in Europa, da centravanti. Anche Martinez Quarta, che è un giovane difensore del River Plate, sembra possa arrivare lontano. Come posizione in campo, Alario mi piace. Sarri? È l'allenatore che mi ha utilizzato con maggiore continuità, tra quelli che mi ha dato fiducia. Gli vorrò per sempre bene e il nostro rapporto continuerà, come Sarri sa. A Napoli mi sono trovato bene per tre anni: compagni, tecnici, medici, magazzinieri, amici... Ho lasciato una parte del mio cuore tra i tifosi. Ci sarà gente che mi vorrà bene per quello che ho fatto a Napoli e gente che mi vorrà male, ma non mi interessa. Ringrazio il Napoli perché è venuto a prendermi a Madrid quando ho deciso di lasciare il Real. Il fallo ai miei danni commesso da Glik durante il match di semifinale contro il Monaco? Non ho parole. Una cosa senza senso, senza motivo, senza dignità. Tutto il mondo ha visto che lo ha fatto apposta e non ha avuto l'onestà né in quel momento, né dopo la partita, di venire a chiedere scusa. Ma non mi è interessato nemmeno, perché non mi interessa lui. Bueno, mi dispiace per lui che mi voleva fare male e non ci è riuscito. Non tutte le squadre sono uguali. Ho avuto la fortuna di giocare sette anni nel Madrid la cui struttura, per rigore e modernità, somiglia abbastanza a quella della Juve. Ho giocato tre anni al Napoli e ringrazio per tutto quello che quella città mi ha dato. Ora ho avuto la fortuna di venire a Torino. E' stata una scelta più che giusta, perché volevo venire qui per arrivare ad un traguardo importante e ci siamo vicini, molto vicini. Sono venuto alla Juve per raggiungere un traguardo e sono molto vicino. Dire sì alla Juventus è stata la scelta più giusta da professionista. Siamo ad un passo dal concludere una stagione fantastica. Ma a un passo: non abbiamo vinto nulla. Dobbiamo saperlo e avere la determinazione necessaria per l'ultimo miglio della nostra corsa, cominciata in agosto. Allora volevamo, e un po' sognavamo, di vincere il campionato, la Coppa e la Champions. Siamo ad un passo, però dobbiamo finire il lavoro di questa stagione fantastica".

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PIPITA - Higuain: "A Napoli ho lasciato una parte del mio cuore, vorrò per sempre bene a Sarri, andare alla Juve scelta più giusta da professionista"

di Napoli Magazine

20/05/2024 - 09:27

Gonzalo Higuain, ex attaccante del Napoli ora in forza alla Juventus, ha rilasciato un'intervista a Walter Veltroni per il Corriere dello Sport: "Argentina e Italia si somigliano molto? Sì e tanto. Infatti penso che sia il paese d’Europa che più le assomiglia. E’ una cosa vera. C’è un legame di sangue, fatto dall’emigrazione e forse un legame di sentimenti. Ci assomigliamo anche nel modo di vivere il calcio. Che è tanto importante nelle emozioni di argentini e italiani. Se due modi di giocare a calcio si assomigliano? Non lo so. Penso non tanto. Per me sono due modi di giocare diversi, per storia, tattica, ambiente. Ciò che li unisce è che sono ambedue molto competitivi e molto passionali. Come ho cominciato a giocare a calcio? Ho cominciato a giocare a calcio da bambino. Avevo cinque o sei anni. Sono cresciuto in una famiglia calcistica. Mio padre Jorge è stato un difensore di qualità: ha militato nel River e nel Boca. Fin da bambino ho respirato l’odore del cuoio e ho seguito mio padre in tutte le sue avventure calcistiche. Sono nato in Francia perché papà giocava lì. Pane e pallone, così sono cresciuto. Il mio sogno più grande era arrivare ad essere un calciatore professionista. Per fortuna l’ho potuto fare, ma non ho finito. Voglio fare di più. I sogni che si realizzano ne generano per fortuna altri. Mai pensare di essere arrivato, bisogna sempre andare, viaggiare, cercare. Il porto più bello è quello dove non si approda, che si sogna di raggiungere. Talenti argentini? Ce ne sono tanti, di giovani argentini bravi. Io penso ad esempio che Alario può arrivare a giocare in Europa, da centravanti. Anche Martinez Quarta, che è un giovane difensore del River Plate, sembra possa arrivare lontano. Come posizione in campo, Alario mi piace. Sarri? È l'allenatore che mi ha utilizzato con maggiore continuità, tra quelli che mi ha dato fiducia. Gli vorrò per sempre bene e il nostro rapporto continuerà, come Sarri sa. A Napoli mi sono trovato bene per tre anni: compagni, tecnici, medici, magazzinieri, amici... Ho lasciato una parte del mio cuore tra i tifosi. Ci sarà gente che mi vorrà bene per quello che ho fatto a Napoli e gente che mi vorrà male, ma non mi interessa. Ringrazio il Napoli perché è venuto a prendermi a Madrid quando ho deciso di lasciare il Real. Il fallo ai miei danni commesso da Glik durante il match di semifinale contro il Monaco? Non ho parole. Una cosa senza senso, senza motivo, senza dignità. Tutto il mondo ha visto che lo ha fatto apposta e non ha avuto l'onestà né in quel momento, né dopo la partita, di venire a chiedere scusa. Ma non mi è interessato nemmeno, perché non mi interessa lui. Bueno, mi dispiace per lui che mi voleva fare male e non ci è riuscito. Non tutte le squadre sono uguali. Ho avuto la fortuna di giocare sette anni nel Madrid la cui struttura, per rigore e modernità, somiglia abbastanza a quella della Juve. Ho giocato tre anni al Napoli e ringrazio per tutto quello che quella città mi ha dato. Ora ho avuto la fortuna di venire a Torino. E' stata una scelta più che giusta, perché volevo venire qui per arrivare ad un traguardo importante e ci siamo vicini, molto vicini. Sono venuto alla Juve per raggiungere un traguardo e sono molto vicino. Dire sì alla Juventus è stata la scelta più giusta da professionista. Siamo ad un passo dal concludere una stagione fantastica. Ma a un passo: non abbiamo vinto nulla. Dobbiamo saperlo e avere la determinazione necessaria per l'ultimo miglio della nostra corsa, cominciata in agosto. Allora volevamo, e un po' sognavamo, di vincere il campionato, la Coppa e la Champions. Siamo ad un passo, però dobbiamo finire il lavoro di questa stagione fantastica".