NAPOLI - Tutte le contraddizioni del Napoli esplodono intorno a questa vittoria tanto sofferta, quanto emozionante. E sono botti, fuochi d’artificio, getti pirotecnici, perché il 2-1 alla Samp in zona Tonelli – è lui l’autore dell’ultimo gol, all’ultimo minuto dell’ultimo tempo di recupero – , diventa un risultato strappato con la forza della volontà. Una vittoria di pancia, insomma; in controtendenza con la plastica bellezza del gioco che diverte e appassiona, marchio di fabbrica riconosciuto alla Sarri band. Contraddizioni, ma pure paradossi: era stato Sarri, poco più di un giorno fa, a cogliere la singolarità e a cambiare idealmente l’ordine perfetto della sua gioiosa macchina da gol, annunciando ciò che mancava al Napoli, ovvero vincere le partite brutte, quelle dove il mal di calcio ti prende e l’estetica è un bagliore lontano. Proprio come il Napoli contro la Samp. Qui s’è vista la squadra che ci ha abituato troppo bene, intenta, invece, a mostrarci il suo lato meno bello: quel po’ di svogliatezza, il poco ritmo, una lucidità ai livelli minimi. Difetti mostrati con la Samp che ha tenuto il Napoli compresso nella propria metà campo. Lì dove chi gioca negli ultimi trenta metri (quindi solo e soprattutto il tridente napoletano) è stato costretto a rintanarsi lontanissimo dalla zona d’attacco. E proprio in questo momento tattico, il più complicato, che il Napoli ha tirato fuori la prepotenza di una squadra che sta imparando a sentire il brivido del calcio in ogni momento e in ogni situazione. Pure quando le cose ti girano male. Anche quando le partite ti vanno di traverso, perché devi trovare la forza di raddrizzare il risultato. Solo così si può e si deve reggere al malefico urto delle giornate storte.

Toni Iavarone

Napoli Magazine

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com