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TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "Travolti da un'infatuazione collettiva"
16.02.2017 17:06 di Napoli Magazine

NAPOLI - Immaginate un motore. Di quelli grossi, in grado di sviluppare un’enorme potenza e un’altissima velocità. Immaginatelo con tutte le cromature, gli ingranaggi, ecco quel Real Madrid era così alla vigilia della partita col Napoli. Lo era e lo è stato. Tuttavia quasi nessuno ha voluto accorgersene o sentirne ragione, ovvero capire con chi c’era d’avere a che fare. Sarebbe stato sufficiente sfogliare l’almanacco della Panini e leggere rigo dopo rigo con chi si stava per giocare a calcio, per capire che quell’atmosfera di eccessivo trasporto avrebbe potuto far solo male. Ma ancora una volta la città degli specchi deformanti, aveva trasferito la sua anima nella squadra; che dopo essere stata bellissima, adesso appare bruttissima. Errore, grave. Perché per sanare certe situazioni c’è una sola parola: cautela, che fa rima con fermezza e autorità, che sono le uniche doti per poter primeggiare. E l’autorevolezza nel calcio significa pure la qualità dei calciatori di gran livello. Quello che il Napoli non aveva nè prima, né durante e nè dopo questa che, suggestivamente, era stata definita la “partita delle partite”. Perché il Napoli è bello e necessario, così com’è: giovane e ribaldo quando gli è possibile e smarrito e innocuo quando non può esserlo. Per capirlo basta passarci sopra in volo, magari con un drone. Per vederlo, come ieri sera, sfilacciato nei suoi errori tecnici e individuali, in preda al delirio della fase difensiva, con i limiti nello scalare, il pressing bucato. E che dire di Zelinski e Mertens elettrici e senza idee? Tutte vittime di un’ubriacatura generale. Di un’eccessiva narrazione e di una totale assenza della realtà, soprattutto nell’immaginare gli scenari d’una partita come questa. Insomma, colpa di chi ha dato fiato alla trombe, alimentando non un sogno, ma un’infatuazione. Tutti colpevoli? Forse sì, ma non quei ragazzi scesi in campo contro una potenza del calcio, che solo chi non voleva vedere non ha visto. Tuttavia dispiace di più il finale melodrammatico, dove De Laurentiis ha dato il meglio di sé nel lanciare accuse a Sarri e alla squadra. E ora che aggiungere per tirarci un po’ su? Se non la massima dell’antico saggio: grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole.

 

 

Toni Iavarone

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "Travolti da un'infatuazione collettiva"

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16/02/2024 - 17:06

NAPOLI - Immaginate un motore. Di quelli grossi, in grado di sviluppare un’enorme potenza e un’altissima velocità. Immaginatelo con tutte le cromature, gli ingranaggi, ecco quel Real Madrid era così alla vigilia della partita col Napoli. Lo era e lo è stato. Tuttavia quasi nessuno ha voluto accorgersene o sentirne ragione, ovvero capire con chi c’era d’avere a che fare. Sarebbe stato sufficiente sfogliare l’almanacco della Panini e leggere rigo dopo rigo con chi si stava per giocare a calcio, per capire che quell’atmosfera di eccessivo trasporto avrebbe potuto far solo male. Ma ancora una volta la città degli specchi deformanti, aveva trasferito la sua anima nella squadra; che dopo essere stata bellissima, adesso appare bruttissima. Errore, grave. Perché per sanare certe situazioni c’è una sola parola: cautela, che fa rima con fermezza e autorità, che sono le uniche doti per poter primeggiare. E l’autorevolezza nel calcio significa pure la qualità dei calciatori di gran livello. Quello che il Napoli non aveva nè prima, né durante e nè dopo questa che, suggestivamente, era stata definita la “partita delle partite”. Perché il Napoli è bello e necessario, così com’è: giovane e ribaldo quando gli è possibile e smarrito e innocuo quando non può esserlo. Per capirlo basta passarci sopra in volo, magari con un drone. Per vederlo, come ieri sera, sfilacciato nei suoi errori tecnici e individuali, in preda al delirio della fase difensiva, con i limiti nello scalare, il pressing bucato. E che dire di Zelinski e Mertens elettrici e senza idee? Tutte vittime di un’ubriacatura generale. Di un’eccessiva narrazione e di una totale assenza della realtà, soprattutto nell’immaginare gli scenari d’una partita come questa. Insomma, colpa di chi ha dato fiato alla trombe, alimentando non un sogno, ma un’infatuazione. Tutti colpevoli? Forse sì, ma non quei ragazzi scesi in campo contro una potenza del calcio, che solo chi non voleva vedere non ha visto. Tuttavia dispiace di più il finale melodrammatico, dove De Laurentiis ha dato il meglio di sé nel lanciare accuse a Sarri e alla squadra. E ora che aggiungere per tirarci un po’ su? Se non la massima dell’antico saggio: grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole.

 

 

Toni Iavarone

 

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