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G-FACTOR - Gianfranco Lucariello su NM: "Qui Napoli, ccà nisciuno è fesso!"
04.09.2015 21:33 di Napoli Magazine

NAPOLI - C’è bisogno di riflettere un momentino. Sì, perché con l’antica storia dei Napoletani dal cuore grande così, del mandolino dalle strimpellate strappalacrime, di Pulcinella che ride e che piange, di Masaniello eroe del popolo e della pizza olio e pomodoro – attenzione è bene sottolinearlo ancora una volta, parliamo di quanto di più sacro nei valori nella storia, nella cultura e nelle tradizioni della gente partenopea – pensano probabilmente di prenderci per i cosiddetti fondelli, cioè per il lato B. Accade soprattutto quando le cose vanno male: ecco il richiamo e gli appelli alle nostre origini, alla Grande Napoli e alla Campania Felix, ai figlio di Partenope che devono risorgere e battagliare, forti del loro solidissimo ultra millenario patrimonio. Beh, dimenticavamo gli Zampognari della rigogliosa Irpinia che sino al secolo scorso lasciavano le montagne per intonare in giro le nenie natalizie: molti sono partiti da migranti lasciando la loro terra in cerca di fortuna e soltanto qualcuno di loro è tornato da queste parti nella terra degli avi, migranti alla rovescia. Trasferendo le osservazioni al mondo del calcio ed a ciò che ci interessa da vicino, c’è da dire che tra i tanti del “buon ritorno” c’è pure Maurizio Sarri, in realtà i Sapientoni lo hanno voluto spacciare per un figlio di Partenope, rientrato nella sua città. Per amore della verità bisogna far presente e ricordare che il nuovo mister azzurro di famiglia toscana autentica, a Napoli c’è nato soltanto ma la sua estrazione naturale ha origini diverse. Già, ma che c’entra questa storia? Beh, c’entra c’entra, giacchè ha tenuto piede un capitolo che riguarda la squadra del cuore ed in particolare la difesa azzurra, sottoposta – come riferito da più parti - ad un maniacale lavoro di ristrutturazione e riconsolidamento, settore che tuttavia malgrado il vigile occhio degli elicotterini da gioco, i droni, adottati per controllare e consentire un allineamento perfetto dell’ultima linea davanti a Reina: la trincea definita inviolabile sino al termine del precampionato, si è sgretolata contro il Sassuolo e contro la Samp, due partite quattro gol, roba da burla. Adesso non se ne parla più. Insomma non ci sta bene, non ci sta bene pensare che Sarri dà il meglio di se stesso solo perchè è napoletano. No, non è così, raccontatela a qualcun altro. Il mister è un napoletano di…passaggio. Se Sarri sta dando e darà il meglio, lo fa da professionista, anche e soprattutto dopo l’ottimo diploma d’istituto superiore conseguito ad Empoli, qui invece dovrà laurearsi. Ci riuscirà? E’ quello che si augurano tutte le componenti di una piazza in fermento e che ha manifestato le proprie delusioni e il suo rammarico con una presenza ridotta nella prima al San Paolo. I dissensi sono evidenti ed emergono – bisogna dirlo – nei confronti del patron per un calciomercato considerato insoddisfacente, dopo i ripensamenti sui progetti e i ritorni di fiamma nelle scelte tra Emery, Mihajlovic, Spalletti, Prandelli, Sarri e poi Montella e poi ancora Sarri. Nel calderone sono inglobate tra l’altro le presunte trattative e presunte offerte – tra l’altro definite inadeguate – per calciatori ai quali sarebbe stato interessato il club azzurro, mentre il mondo del calcio si è fatto un sacco di risate sulle spalle del Napoli e sulla pelle dei napoletani, come nel caso Soriano, un ritardo nel tesseramento che tutti o quasi tutti considerano abilmente orchestrato per una rinuncia all’arrivo in azzurro all’ultimo momento del centrocampista della Samp e della Nazionale, mentre sarebbe stato opportuno conferire più solidità, compattezza e qualità alla difesa. Il patron però ha detto chiaramente due cose: che con Sarri bisognerà aspettare cinque, sei partite e di aver offerto 27 milioni sui 28 pretesi per avere Romagnoli nonchè 18 su 25 pretesi dal Torino per Maksimovic. Mah, molti napoletani se la ridono sotto i baffi, un sorriso un po’ amaro e un po’ burlesco, condito da una tipica espressione partenopea, molto cara anche a don Aurelio e che girano proprio a lui: “cca’ nisciuno è fesso...”.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

04/09/2024 - 21:33

NAPOLI - C’è bisogno di riflettere un momentino. Sì, perché con l’antica storia dei Napoletani dal cuore grande così, del mandolino dalle strimpellate strappalacrime, di Pulcinella che ride e che piange, di Masaniello eroe del popolo e della pizza olio e pomodoro – attenzione è bene sottolinearlo ancora una volta, parliamo di quanto di più sacro nei valori nella storia, nella cultura e nelle tradizioni della gente partenopea – pensano probabilmente di prenderci per i cosiddetti fondelli, cioè per il lato B. Accade soprattutto quando le cose vanno male: ecco il richiamo e gli appelli alle nostre origini, alla Grande Napoli e alla Campania Felix, ai figlio di Partenope che devono risorgere e battagliare, forti del loro solidissimo ultra millenario patrimonio. Beh, dimenticavamo gli Zampognari della rigogliosa Irpinia che sino al secolo scorso lasciavano le montagne per intonare in giro le nenie natalizie: molti sono partiti da migranti lasciando la loro terra in cerca di fortuna e soltanto qualcuno di loro è tornato da queste parti nella terra degli avi, migranti alla rovescia. Trasferendo le osservazioni al mondo del calcio ed a ciò che ci interessa da vicino, c’è da dire che tra i tanti del “buon ritorno” c’è pure Maurizio Sarri, in realtà i Sapientoni lo hanno voluto spacciare per un figlio di Partenope, rientrato nella sua città. Per amore della verità bisogna far presente e ricordare che il nuovo mister azzurro di famiglia toscana autentica, a Napoli c’è nato soltanto ma la sua estrazione naturale ha origini diverse. Già, ma che c’entra questa storia? Beh, c’entra c’entra, giacchè ha tenuto piede un capitolo che riguarda la squadra del cuore ed in particolare la difesa azzurra, sottoposta – come riferito da più parti - ad un maniacale lavoro di ristrutturazione e riconsolidamento, settore che tuttavia malgrado il vigile occhio degli elicotterini da gioco, i droni, adottati per controllare e consentire un allineamento perfetto dell’ultima linea davanti a Reina: la trincea definita inviolabile sino al termine del precampionato, si è sgretolata contro il Sassuolo e contro la Samp, due partite quattro gol, roba da burla. Adesso non se ne parla più. Insomma non ci sta bene, non ci sta bene pensare che Sarri dà il meglio di se stesso solo perchè è napoletano. No, non è così, raccontatela a qualcun altro. Il mister è un napoletano di…passaggio. Se Sarri sta dando e darà il meglio, lo fa da professionista, anche e soprattutto dopo l’ottimo diploma d’istituto superiore conseguito ad Empoli, qui invece dovrà laurearsi. Ci riuscirà? E’ quello che si augurano tutte le componenti di una piazza in fermento e che ha manifestato le proprie delusioni e il suo rammarico con una presenza ridotta nella prima al San Paolo. I dissensi sono evidenti ed emergono – bisogna dirlo – nei confronti del patron per un calciomercato considerato insoddisfacente, dopo i ripensamenti sui progetti e i ritorni di fiamma nelle scelte tra Emery, Mihajlovic, Spalletti, Prandelli, Sarri e poi Montella e poi ancora Sarri. Nel calderone sono inglobate tra l’altro le presunte trattative e presunte offerte – tra l’altro definite inadeguate – per calciatori ai quali sarebbe stato interessato il club azzurro, mentre il mondo del calcio si è fatto un sacco di risate sulle spalle del Napoli e sulla pelle dei napoletani, come nel caso Soriano, un ritardo nel tesseramento che tutti o quasi tutti considerano abilmente orchestrato per una rinuncia all’arrivo in azzurro all’ultimo momento del centrocampista della Samp e della Nazionale, mentre sarebbe stato opportuno conferire più solidità, compattezza e qualità alla difesa. Il patron però ha detto chiaramente due cose: che con Sarri bisognerà aspettare cinque, sei partite e di aver offerto 27 milioni sui 28 pretesi per avere Romagnoli nonchè 18 su 25 pretesi dal Torino per Maksimovic. Mah, molti napoletani se la ridono sotto i baffi, un sorriso un po’ amaro e un po’ burlesco, condito da una tipica espressione partenopea, molto cara anche a don Aurelio e che girano proprio a lui: “cca’ nisciuno è fesso...”.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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