NAPOLI - "Questa vittoria è tutta del mister", non svelo chi mi ha fatto questa considerazione dopo il secco 3-1 del Napoli a Torino, ma la condivido in pieno. La risposta è arrivata, roboante, decisa e probabilmente ancor piu' rotonda, senza il peccato di gioventù del pur bravo Luperto, in compartecipazione con Verdi. Ma tutto sommato è stato un errore irrilevante, che non è costato i 3 punti. La vittoria è giunta anche attraverso il bel gioco, finalizzato con fervore e precisione da Lorenzo Insigne. Cosi', se con il primo gol, al di la' del pasticcio Moretti-N'Koulou, dopo il bel cross mancino di Luperto, il Napoli ha mandato subito in tilt il Toro, raddoppiando in seguito grazie alla strepitosa verve di Mertens e di Simone Verdi, nella ripresa la musica è cambiata di poco. Callejon, sempre lui. Esterno d'attacco o centrocampista di destra, cambia poco: risulta sempre fondamentale. Diagonale sul palo dello spagnolo, e poi ancora Insigne, palo-gol, come un flipper impazzito. Mazzarri fatica a comprendere i motivi della debacle, come ammesso anche nel post partita. La risposta è semplice: Ancelotti. Proprio lui, quello che in molti avevano dato per bollito e in confusione, ha letto la partita in maniera ineccepibile. Dal coraggio di schierare il giovane Luperto titolare, a quello di dare fiducia a Rog, lasciando in panchina un certo Allan, all'invenzione di Callejon centrocampista di destra, che ha bloccato di fatto Hysaj, ma ha sostenuto la manovra d'attacco con grande intelligenza. E se il Napoli non aveva brillato in Champions e con la Fiorentina, ecco che sorge spontanea una considerazione: nella settimana che conduce a Juventus-Napoli, senza dimenticare l'importantissimo turno infrasettimanale contro il Parma al San Paolo, arriva una doppia lezione di maturità. Prima da Insigne, che sottolinea la necessità di battere il Parma ("altrimenti Juve-Napoli diventa inutile", ndr) e poi dal leader calmo, Ancelotti, che spegne gli entusiasmi e ricorda che il suo Napoli non è l'anti-nessuno. Questione di mentalità, griffata Carletto, roba che fa scorrere lunghi brividi lungo la schiena dei supporters partenopei, che di calcio se ne intendono, e fa tremare i polsi agli avversari. Con una sensazione: il cammino è appena iniziato.
Antonio Petrazzuolo
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
24/09/2024 - 21:00
NAPOLI - "Questa vittoria è tutta del mister", non svelo chi mi ha fatto questa considerazione dopo il secco 3-1 del Napoli a Torino, ma la condivido in pieno. La risposta è arrivata, roboante, decisa e probabilmente ancor piu' rotonda, senza il peccato di gioventù del pur bravo Luperto, in compartecipazione con Verdi. Ma tutto sommato è stato un errore irrilevante, che non è costato i 3 punti. La vittoria è giunta anche attraverso il bel gioco, finalizzato con fervore e precisione da Lorenzo Insigne. Cosi', se con il primo gol, al di la' del pasticcio Moretti-N'Koulou, dopo il bel cross mancino di Luperto, il Napoli ha mandato subito in tilt il Toro, raddoppiando in seguito grazie alla strepitosa verve di Mertens e di Simone Verdi, nella ripresa la musica è cambiata di poco. Callejon, sempre lui. Esterno d'attacco o centrocampista di destra, cambia poco: risulta sempre fondamentale. Diagonale sul palo dello spagnolo, e poi ancora Insigne, palo-gol, come un flipper impazzito. Mazzarri fatica a comprendere i motivi della debacle, come ammesso anche nel post partita. La risposta è semplice: Ancelotti. Proprio lui, quello che in molti avevano dato per bollito e in confusione, ha letto la partita in maniera ineccepibile. Dal coraggio di schierare il giovane Luperto titolare, a quello di dare fiducia a Rog, lasciando in panchina un certo Allan, all'invenzione di Callejon centrocampista di destra, che ha bloccato di fatto Hysaj, ma ha sostenuto la manovra d'attacco con grande intelligenza. E se il Napoli non aveva brillato in Champions e con la Fiorentina, ecco che sorge spontanea una considerazione: nella settimana che conduce a Juventus-Napoli, senza dimenticare l'importantissimo turno infrasettimanale contro il Parma al San Paolo, arriva una doppia lezione di maturità. Prima da Insigne, che sottolinea la necessità di battere il Parma ("altrimenti Juve-Napoli diventa inutile", ndr) e poi dal leader calmo, Ancelotti, che spegne gli entusiasmi e ricorda che il suo Napoli non è l'anti-nessuno. Questione di mentalità, griffata Carletto, roba che fa scorrere lunghi brividi lungo la schiena dei supporters partenopei, che di calcio se ne intendono, e fa tremare i polsi agli avversari. Con una sensazione: il cammino è appena iniziato.
Antonio Petrazzuolo
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