Mister Z
MISTER Z - Napoli, the future is now!
01.11.2016 17:22 di Napoli Magazine

NAPOLI - Stasera il Napoli si gioca in Turchia un'importante fetta del proprio futuro non solo in Champions League ma in tutta la stagione. Se gli azzurri riusciranno ad uscire indenni dalla Vodafone Arena di Istanbul avranno fatto un grande passo verso la qualificazione agli ottavi di finale della più importante competizione europea, traguardo che sembrava già a portata di mano dopo le prime due partite e che è stato parzialmente compromesso dall'inopinata sconfitta subita proprio dai turchi al San Paolo. Per fare punti con il Besiktas ci vorranno testa e cuore, ma il Napoli ha tutti gli attributi giusti per farcela. L'ambiente sarà particolarmente caldo, per non dire incandescente, con lo stadio che si preannuncia pieno di tifosi in tutti i 42 mila posti della sua capienza. L'importante sarà aver sgombrato non solo i muscoli, ma soprattutto gli animi da tutte le tossine che vi si saranno certamente accumulate dopo l'assurda sconfitta con la Juventus, a conclusione di una partita dominata sul piano tattico, in cui il Napoli ha lasciato due soli tiri in porta all'avversario ed è riuscito incredibilmente a perdere. La protesta di Insigne nei confronti di Sarri non aiuta certamente a rasserenare gli animi dopo la batosta. Per fortuna la questione sembra essere rientrata velocemente, anche per lo spirito comprensivo che anima l'allenatore in tutte le sue iniziative. Forse Sarri si è anche reso conto di essere stato intempestivo nella decisione di sostituire Insigne con Giaccherini e questo ha facilitato una conclusione della vicenda senza troppi strascichi. Tuttavia le sue motivazioni il tecnico le aveva e francamente non erano infondate. Effettivamente si era notato in occasione delle ultime giocate di Insigne una difficoltà a rientrare verso il centrocampo ed addirittura anche a me che ho visto la partita in tv era parso che avesse qualche problema fisico. L'errore che ha fatto Sarri, probabilmente, è stato quello di non chiedere al giocatore se la sentisse di restare ancora in campo o meno, cosa che avviene solitamente. Evidentemente il colloquio è stato reso difficile dal fatto che Insigne gravitava dal lato opposto a quello delle panchine. Insomma per trarre le conclusioni sulla questione, direi che Sarri è stato precipitoso nella decisione ed Insigne è stato esagerato nelle inutili proteste e nelle pubbliche richieste di spiegazioni. Sempre riguardo all'allenatore, infine, c'è da sottolineare un comportamento che non ho assolutamente compreso né condiviso che ha tenuto quando gli si è avvicinato il numero 9 della Juventus e lo ha abbracciato con calore e con trasporto, come se fosse un figlio che non vedeva da mesi. Io seguo il calcio e ne conosco i protagonisti da uno svariato numero di anni e so bene che tranne casi eccezionali (Totti, Maldini) non esistono calciatori o allenatori che siano realmente tifosi della squadra presso la quale esercitano la propria attività. Dunque so bene che Sarri, in assoluto, non è tifoso del Napoli, così come non lo è mai stato l'attuale numero 9 della Juventus. Tuttavia esistono delle regole di vita alla quali, in certi casi, sarebbe opportuno non sottrarsi. Perciò sarebbe stato molto meglio se, sotto l'occhio delle decine di telecamere presenti in campo, al calciatore che si avvicinava per salutarlo l'allenatore del Napoli avesse teso il braccio per stringergli la mano, come si fa con un conoscente al quale si vuole evitare di dare eccessiva confidenza se lo si incontra per strada. Ne avrebbe sicuramente guadagnato la sua immagine presso il popolo dei tifosi del Napoli, abbandonati senza preavviso e senza spiegazioni, esattamente come è stato abbandonato l'allenatore stesso, nei confronti del quale l'attuale numero 9 della Juventus non ebbe neppure l'eleganza ed il buon gusto di fare un colpo di telefono per annunciargli la propria decisione. Invece ci sono stati baci e abbracci e paroline dolci sussurrate nelle orecchie. Insomma è tutto normale, è la solita storia già vista e rivista mille volte e che ogni volta ti ricorda come nel mondo del calcio non ci sia spazio per i sentimenti e per il cuore, visto che contano solo i contratti. Oggi sto qui, domani me ne vado ad un'altra parte, arrivederci e grazie. Perciò più mi guardo intorno in questo mondo del calcio di oggi e più mi rendo conto che è pieno di persone che fanno il loro lavoro in maniera esclusivamente 'tecnica' e che battersi la mano sul cuore o baciare la maglietta della propria squadra del momento dopo un gol è soltanto una triste finzione che non incanta più nessuno.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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01/11/2024 - 17:22

NAPOLI - Stasera il Napoli si gioca in Turchia un'importante fetta del proprio futuro non solo in Champions League ma in tutta la stagione. Se gli azzurri riusciranno ad uscire indenni dalla Vodafone Arena di Istanbul avranno fatto un grande passo verso la qualificazione agli ottavi di finale della più importante competizione europea, traguardo che sembrava già a portata di mano dopo le prime due partite e che è stato parzialmente compromesso dall'inopinata sconfitta subita proprio dai turchi al San Paolo. Per fare punti con il Besiktas ci vorranno testa e cuore, ma il Napoli ha tutti gli attributi giusti per farcela. L'ambiente sarà particolarmente caldo, per non dire incandescente, con lo stadio che si preannuncia pieno di tifosi in tutti i 42 mila posti della sua capienza. L'importante sarà aver sgombrato non solo i muscoli, ma soprattutto gli animi da tutte le tossine che vi si saranno certamente accumulate dopo l'assurda sconfitta con la Juventus, a conclusione di una partita dominata sul piano tattico, in cui il Napoli ha lasciato due soli tiri in porta all'avversario ed è riuscito incredibilmente a perdere. La protesta di Insigne nei confronti di Sarri non aiuta certamente a rasserenare gli animi dopo la batosta. Per fortuna la questione sembra essere rientrata velocemente, anche per lo spirito comprensivo che anima l'allenatore in tutte le sue iniziative. Forse Sarri si è anche reso conto di essere stato intempestivo nella decisione di sostituire Insigne con Giaccherini e questo ha facilitato una conclusione della vicenda senza troppi strascichi. Tuttavia le sue motivazioni il tecnico le aveva e francamente non erano infondate. Effettivamente si era notato in occasione delle ultime giocate di Insigne una difficoltà a rientrare verso il centrocampo ed addirittura anche a me che ho visto la partita in tv era parso che avesse qualche problema fisico. L'errore che ha fatto Sarri, probabilmente, è stato quello di non chiedere al giocatore se la sentisse di restare ancora in campo o meno, cosa che avviene solitamente. Evidentemente il colloquio è stato reso difficile dal fatto che Insigne gravitava dal lato opposto a quello delle panchine. Insomma per trarre le conclusioni sulla questione, direi che Sarri è stato precipitoso nella decisione ed Insigne è stato esagerato nelle inutili proteste e nelle pubbliche richieste di spiegazioni. Sempre riguardo all'allenatore, infine, c'è da sottolineare un comportamento che non ho assolutamente compreso né condiviso che ha tenuto quando gli si è avvicinato il numero 9 della Juventus e lo ha abbracciato con calore e con trasporto, come se fosse un figlio che non vedeva da mesi. Io seguo il calcio e ne conosco i protagonisti da uno svariato numero di anni e so bene che tranne casi eccezionali (Totti, Maldini) non esistono calciatori o allenatori che siano realmente tifosi della squadra presso la quale esercitano la propria attività. Dunque so bene che Sarri, in assoluto, non è tifoso del Napoli, così come non lo è mai stato l'attuale numero 9 della Juventus. Tuttavia esistono delle regole di vita alla quali, in certi casi, sarebbe opportuno non sottrarsi. Perciò sarebbe stato molto meglio se, sotto l'occhio delle decine di telecamere presenti in campo, al calciatore che si avvicinava per salutarlo l'allenatore del Napoli avesse teso il braccio per stringergli la mano, come si fa con un conoscente al quale si vuole evitare di dare eccessiva confidenza se lo si incontra per strada. Ne avrebbe sicuramente guadagnato la sua immagine presso il popolo dei tifosi del Napoli, abbandonati senza preavviso e senza spiegazioni, esattamente come è stato abbandonato l'allenatore stesso, nei confronti del quale l'attuale numero 9 della Juventus non ebbe neppure l'eleganza ed il buon gusto di fare un colpo di telefono per annunciargli la propria decisione. Invece ci sono stati baci e abbracci e paroline dolci sussurrate nelle orecchie. Insomma è tutto normale, è la solita storia già vista e rivista mille volte e che ogni volta ti ricorda come nel mondo del calcio non ci sia spazio per i sentimenti e per il cuore, visto che contano solo i contratti. Oggi sto qui, domani me ne vado ad un'altra parte, arrivederci e grazie. Perciò più mi guardo intorno in questo mondo del calcio di oggi e più mi rendo conto che è pieno di persone che fanno il loro lavoro in maniera esclusivamente 'tecnica' e che battersi la mano sul cuore o baciare la maglietta della propria squadra del momento dopo un gol è soltanto una triste finzione che non incanta più nessuno.

 

 

Mario Zaccaria

 

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