Mister Z
MR Z - Finiamola con questa assurda crocifissione di Manolo Gabbiadini!
25.10.2016 13:53 di Napoli Magazine

NAPOLI - E' molto meglio che lo dica subito, così mi metto il cuore in pace. Non sono assolutamente d'accordo con il foltissimo stuolo di coloro i quali, da domenica pomeriggio, stanno procedendo alla crocifissione di Manolo Gabbiadini. Per questo ragazzo - che, lo ricordo a tutti, ha solo 25 anni - non ci può essere remissione dei peccati. Ho letto sentenze di condanna senza sospensione condizionale della pena, già passate in giudicato. Ho sentito gente dire che bisognerebbe cacciarlo dalla rosa per indegnità, rescindere il suo contratto unilateralmente per colpa grave e per dolo. Mentre sui social monta la canea degli integralisti e dei fustigatori di costumi, non escluderei che possa spuntare qualcuno che proponga di punire il reo con una buona dose di frustate o, in applicazione della legge del taglione, con una dozzina di calci sulla sua anca sinistra da dover subire nella piazza di Castel Volturno, con relativa esposizione al pubblico ludibrio. Dico ai soloni che stanno sparando a palle incatenate ormai da due giorni contro un ragazzo di 25 anni: vi siete sfogati? Bene, adesso, per cortesia, rientrate nei ranghi ed andiamo avanti. Gabbiadini ha fatto una cazzata, non c'è dubbio, e l'ha fatta pure bella grossa. Di ciò che ha combinato, e di cui è pienamente responsabile, il primo a pagarne le conseguenze sarà sicuramente lui stesso. Innanzitutto per la squalifica che gli impedirà di giocare contro l'Empoli e contro la Juventus, ma non solo. In questo momento così difficile per lui, Gabbiadini avrebbe avuto bisogno di conquistarsi la fiducia dell'ambiente, con qualche buona prestazione, con qualche gol importante, con qualche prova convincente. Invece, a causa di un momento di rabbia incontenibile, in cui non ha saputo controllare il proprio istinto, è precipitato in una baratro ancora più buio e cupo di quello nel quale già si trovava. Certo non lo si può giustificare, non fosse altro che per aver lasciato i compagni di squadra a dover lottare in inferiorità numerica in un momento delicato della partita con il Crotone ed in un momento delicatissimo del campionato e dell'intera stagione. Scagionarlo no, giustificarlo neppure, ma neanche crocifiggerlo, però! D'altronde non scopriamo oggi che il vero punto debole di questo ragazzo, bravo sul piano tecnico e dotato sotto l'aspetto atletico, è nel carattere, un po' fragile e forse perfino debole, calcisticamente parlando. Che facciamo, allora? Gli diamo addosso ancor di più, fino a perderlo del tutto? Gabbiadini è una persona perbene. A Crotone domenica scorsa è stato espulso per la prima volta nella sua vita. Sicuramente ha un carattere chiuso e poco espansivo, ma non è irascibile ed iracondo e sul terreno di gioco ha sempre dimostrato di rispettare compagni ed avversari. Sicuramente in questo momento così particolare della sua carriera sono inevitabili implicazioni di natura psicologica. Il ragazzo è teso e preoccupato. Vorrebbe spaccare il mondo ogni volta che scende in campo e non ci riesce. Inoltre gioca in un ruolo non suo e questo aspetto, che gli complica ancor di più la vita, non l'ha mai contestato. Insomma ci può stare che colpevolmente perda la testa come ha fatto a Crotone. Lo scorso anno un attuale attaccante della Juventus che all'epoca vestiva la maglia azzurra del Napoli, fece ad Udine una sceneggiata clamorosa - e non era stato provocato più di quanto sia avvenuto a Crotone con Gabbiadini - e fu difeso a spada tratta da tutto l'ambiente. Dunque smettiamola con le crocifissioni. Diamo il tempo a questo ragazzo di scontare la sua squalifica ed aspettiamo che torni in campo per dare una mano al Napoli in un momento in cui il contributo di tutti è indispensabile.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

25/10/2024 - 13:53

NAPOLI - E' molto meglio che lo dica subito, così mi metto il cuore in pace. Non sono assolutamente d'accordo con il foltissimo stuolo di coloro i quali, da domenica pomeriggio, stanno procedendo alla crocifissione di Manolo Gabbiadini. Per questo ragazzo - che, lo ricordo a tutti, ha solo 25 anni - non ci può essere remissione dei peccati. Ho letto sentenze di condanna senza sospensione condizionale della pena, già passate in giudicato. Ho sentito gente dire che bisognerebbe cacciarlo dalla rosa per indegnità, rescindere il suo contratto unilateralmente per colpa grave e per dolo. Mentre sui social monta la canea degli integralisti e dei fustigatori di costumi, non escluderei che possa spuntare qualcuno che proponga di punire il reo con una buona dose di frustate o, in applicazione della legge del taglione, con una dozzina di calci sulla sua anca sinistra da dover subire nella piazza di Castel Volturno, con relativa esposizione al pubblico ludibrio. Dico ai soloni che stanno sparando a palle incatenate ormai da due giorni contro un ragazzo di 25 anni: vi siete sfogati? Bene, adesso, per cortesia, rientrate nei ranghi ed andiamo avanti. Gabbiadini ha fatto una cazzata, non c'è dubbio, e l'ha fatta pure bella grossa. Di ciò che ha combinato, e di cui è pienamente responsabile, il primo a pagarne le conseguenze sarà sicuramente lui stesso. Innanzitutto per la squalifica che gli impedirà di giocare contro l'Empoli e contro la Juventus, ma non solo. In questo momento così difficile per lui, Gabbiadini avrebbe avuto bisogno di conquistarsi la fiducia dell'ambiente, con qualche buona prestazione, con qualche gol importante, con qualche prova convincente. Invece, a causa di un momento di rabbia incontenibile, in cui non ha saputo controllare il proprio istinto, è precipitato in una baratro ancora più buio e cupo di quello nel quale già si trovava. Certo non lo si può giustificare, non fosse altro che per aver lasciato i compagni di squadra a dover lottare in inferiorità numerica in un momento delicato della partita con il Crotone ed in un momento delicatissimo del campionato e dell'intera stagione. Scagionarlo no, giustificarlo neppure, ma neanche crocifiggerlo, però! D'altronde non scopriamo oggi che il vero punto debole di questo ragazzo, bravo sul piano tecnico e dotato sotto l'aspetto atletico, è nel carattere, un po' fragile e forse perfino debole, calcisticamente parlando. Che facciamo, allora? Gli diamo addosso ancor di più, fino a perderlo del tutto? Gabbiadini è una persona perbene. A Crotone domenica scorsa è stato espulso per la prima volta nella sua vita. Sicuramente ha un carattere chiuso e poco espansivo, ma non è irascibile ed iracondo e sul terreno di gioco ha sempre dimostrato di rispettare compagni ed avversari. Sicuramente in questo momento così particolare della sua carriera sono inevitabili implicazioni di natura psicologica. Il ragazzo è teso e preoccupato. Vorrebbe spaccare il mondo ogni volta che scende in campo e non ci riesce. Inoltre gioca in un ruolo non suo e questo aspetto, che gli complica ancor di più la vita, non l'ha mai contestato. Insomma ci può stare che colpevolmente perda la testa come ha fatto a Crotone. Lo scorso anno un attuale attaccante della Juventus che all'epoca vestiva la maglia azzurra del Napoli, fece ad Udine una sceneggiata clamorosa - e non era stato provocato più di quanto sia avvenuto a Crotone con Gabbiadini - e fu difeso a spada tratta da tutto l'ambiente. Dunque smettiamola con le crocifissioni. Diamo il tempo a questo ragazzo di scontare la sua squalifica ed aspettiamo che torni in campo per dare una mano al Napoli in un momento in cui il contributo di tutti è indispensabile.

 

 

Mario Zaccaria

 

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