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L'APPUNTO - N. Marciano su "NM": "Non vince chi alza una coppa, ma chi si alza e applaude"
07.05.2018 16:40 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dal Sarri uno di Noi, al Moggi vive, passando per De Laurentiis... e per un pareggio che sa di chi ha già mollato, a torto o a ragione. A torto. E non perché l’Italia non abbia un campionato di calcio inequivocabilmente falsato, dove i giochi sono già fatti. Nossignore. A torto però per i 50mila della domenica alle 3 che incitano e tifano come pochi al Mondo e che forse una vittoria di bandiera se la sarebbero meritata. 50.000 cuori che hanno battuto e battono ancora, che sono con Sarri contro De Laurentiis, che all’ironica e amarissima maniera partenopea raccontano di un Moggi vivo e tra noi, e cantano di chi dovrebbe essere un arbitro libero e invece usa il libero arbitrio, incurante di un regolamento scritto un tempo affinché vincesse il migliore, migliore nel rispetto delle regole. Regole che impongono vittorie di cuore e gloria, non di aiuti e rossi mancati. E stavolta arrabbiarsi non dovrebbe bastare, rassegnarsi neppure, applaudire e basta, nemmeno. Si applaude al Napoli che s’è arreso anzitempo e che anche se sapeva bene che non sarebbe servito non arrendersi, non avrebbe comunque dovuto. Un Napoli che è campione senza un titolo, che ha fatto tifare per sé un’Italia intera, stanca di dover combattere contro un mulino a vento invincibile. E Napoli e il Napoli, osmotiche realtà l’una lo specchio dell’altra hanno dimostrato che non vince solo chi alza una Coppa ma vince chi fa alzare in alto i cuori, chi fa gioire e palpitare, chi regala emozioni vere nonostante gli errori, chi non vince facile, come diceva uno spot, e quando perde lo fa perché ha gettato la spugna. Per il momento. Perché una città che per mesi ha chiesto di non mollare e di tornare campione, non si arrende, e non lo farà mai. E se questo solo servisse a far tornare la voglia di vincere anche fuori da un campo regolamentare anche a chi non sa cosa sia un fuorigioco, allora quel “Grazie, al di là del risultato”, avrebbe davvero il sapore di una riconoscenza profonda. Se l’aver sfiorato una vittoria di cui si sarebbe parlato ogni giorno sino alla prossima, come succede da 30 anni, con quella di Maradona, porterà davvero questa città ad alzare la testa e rimboccarsi le maniche, allora ne sarà davvero valsa la pena, davvero e al di là del risultato, al di là di cori beceri, contestazioni e aggressioni inaccettabili verso chi, come durante Napoli-Torino 2-2, stava facendo il suo lavoro, quello del giornalista. Al di là di tutto questo, affinché di questo campionato pressoché già concluso resti davvero qualcosa di buono. E allora tutti dovremo alzarci in piedi e ringraziare il Napoli, di cuore, col cuore. Al di là del Campionato.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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L'APPUNTO - N. Marciano su "NM": "Non vince chi alza una coppa, ma chi si alza e applaude"

di Napoli Magazine

07/05/2024 - 16:40

NAPOLI - Dal Sarri uno di Noi, al Moggi vive, passando per De Laurentiis... e per un pareggio che sa di chi ha già mollato, a torto o a ragione. A torto. E non perché l’Italia non abbia un campionato di calcio inequivocabilmente falsato, dove i giochi sono già fatti. Nossignore. A torto però per i 50mila della domenica alle 3 che incitano e tifano come pochi al Mondo e che forse una vittoria di bandiera se la sarebbero meritata. 50.000 cuori che hanno battuto e battono ancora, che sono con Sarri contro De Laurentiis, che all’ironica e amarissima maniera partenopea raccontano di un Moggi vivo e tra noi, e cantano di chi dovrebbe essere un arbitro libero e invece usa il libero arbitrio, incurante di un regolamento scritto un tempo affinché vincesse il migliore, migliore nel rispetto delle regole. Regole che impongono vittorie di cuore e gloria, non di aiuti e rossi mancati. E stavolta arrabbiarsi non dovrebbe bastare, rassegnarsi neppure, applaudire e basta, nemmeno. Si applaude al Napoli che s’è arreso anzitempo e che anche se sapeva bene che non sarebbe servito non arrendersi, non avrebbe comunque dovuto. Un Napoli che è campione senza un titolo, che ha fatto tifare per sé un’Italia intera, stanca di dover combattere contro un mulino a vento invincibile. E Napoli e il Napoli, osmotiche realtà l’una lo specchio dell’altra hanno dimostrato che non vince solo chi alza una Coppa ma vince chi fa alzare in alto i cuori, chi fa gioire e palpitare, chi regala emozioni vere nonostante gli errori, chi non vince facile, come diceva uno spot, e quando perde lo fa perché ha gettato la spugna. Per il momento. Perché una città che per mesi ha chiesto di non mollare e di tornare campione, non si arrende, e non lo farà mai. E se questo solo servisse a far tornare la voglia di vincere anche fuori da un campo regolamentare anche a chi non sa cosa sia un fuorigioco, allora quel “Grazie, al di là del risultato”, avrebbe davvero il sapore di una riconoscenza profonda. Se l’aver sfiorato una vittoria di cui si sarebbe parlato ogni giorno sino alla prossima, come succede da 30 anni, con quella di Maradona, porterà davvero questa città ad alzare la testa e rimboccarsi le maniche, allora ne sarà davvero valsa la pena, davvero e al di là del risultato, al di là di cori beceri, contestazioni e aggressioni inaccettabili verso chi, come durante Napoli-Torino 2-2, stava facendo il suo lavoro, quello del giornalista. Al di là di tutto questo, affinché di questo campionato pressoché già concluso resti davvero qualcosa di buono. E allora tutti dovremo alzarci in piedi e ringraziare il Napoli, di cuore, col cuore. Al di là del Campionato.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

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