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MERCATO - Ciro Venerato a "NM": "Sarri "uno di noi", l'urlo contro il razzismo, i retroscena di Giuntoli"
23.01.2018 11:25 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ciro Venerato, giornalista Rai, ha espresso a "Napoli Magazine" il suo pensiero: "Il Napoli vince a Bergamo sfidando i razzisti della curva orobica e le cassandre in servizio permanente. Era gia’ tutto pronto per celebrare il sorpasso e criticare Sarri, allergico alle tattiche di Gasperini secondo i soliti ben informati. Il goal di Mertens ha rovinato la domenica di chi sa solo offendere Napoli e i calciatori di colore e quella dei soliti detrattori, non solo padani, anche nostrani. Ogni occasione e’ buona per delegittimare il lavoro di Sarri o della societa’. Capita solo in Italia. Riusciamo a criticare una squadra che fa piu’ punti della Juve dalla prima giornata del girone di ritorno della stagione precedente, pur avendo la meta’ della sua forza economica e strutturale. Per non dire del peso storico e politico che un club come quello bianconero detiene nello stivale. Un italiano su 2 e’ juventino. Giusto ricordarlo a tutti. Questo Napoli va quindi solo elogiato. Se il nostro campionato ha ancora un senso lo deve agli azzurri. Se aspettavate milanesi e romane la Juve lo scudetto lo vinceva in carrozza con 2 mesi di anticipo. Un po’ come il Psg in Francia negli ultimi anni. Ovviamente e’ assurdo adottare gli stessi parametri gestionali della vecchia signora, pronta ad aggredire il mercato senza problemi. Dopo Emre Can si portera’ a casa anche Lorenzo Pellegrini, strappato alla Roma con tanto di clausola.  In panca porta gente che rimedia stipendi altisonanti. Perso Verdi, Giuntoli ci aveva provato, sotto traccia, con Bernard dello Shakhtar. Profilo giusto per Sarri. Ma, non appena l’agente del sudamericano ha sparato la richiesta di ingaggio, il d.s. toscano e’ subito tornato sui suoi passi. Verdi era funzionale anche per questo: univa l’utile (e’ un ottimo giocatore) al dilettevole (costi nella norma). Parimenti Politano, ma il Sassuolo a gennaio non vende nessuno. Che poi abbia rapporti ottimi con la Juve non e’ un mistero ma conterei fino a 10 prima di aggiungere altro. Squinzi fa i propri interessi e Carnevali (amico storico di Marotta e suo testimone di nozze) non puo’ certo rischiare il posto per favorire i piemontesi. Due esempi lampanti. Berardi alla fine alla Juve non ci e’ voluto andare e Carnevali era pronto a darlo al Napoli l’anno dopo: l’affare salto’ per il mancato arrivo di Zapata in Emilia (il colombiano preferiva la Samp). Altro esempio? La Juve era in corsa (come il Napoli) per Vrsaljko 2 estati fa. Squinzi, privilegiando il portafogli, lo giro’ all’Atletico Madrid che pagava meglio e il giorno prima lo aveva promesso al Napoli per lo stesso motivo: l’affare salto’ perchè il croato pretese di andare in Spagna. Il Napoli fa bene ad alzare la voce e pretendere rispetto, ma non bisogna mai esagerare con il vittimismo: si rischia, non volendo, di creare alibi ai giocatori. Un insegnamento che mi hanno impartito grandi dirigenti del passato, Allodi in primis. Me lo presento’ il compianto Lievore, segretario del Napoli portato dal commendatore Italo e massimo esperto di diritto sportivo. Mi disse che un dirigente colto e scafato i suoi problemi doveva risolverli nel palazzo, non esportarli. Si rischia di lanciare messaggi sbagliati allo spogliatoio. Poi e’ questione di ruoli. Purtroppo il Napoli non ha un dirigente preposto ai rapporti con la stampa e il povero Sarri spesso deve rimpiazzarlo in taluni momenti della stagione. Sui calendari la penso come il tecnico e l’ho affermato in tempi non sospetti. La Lega ci inoltra dati statistici che non hanno logica nella realta’. Si, e’ vero: il Napoli ha giocato spesso prima della Juve ad inizio stagione. Ma il peso e’ diverso. Lo scudetto si decide nel girone di ritorno e, sotto il profilo psicologico, stressa di piu’ giocare dopo i campioni. In molte di queste date si poteva evitare l’alternanza: basta dare un’occhiata all’agenda bianconera. Mi aspettavo sul tema una presa di posizione della proprieta’: Sarri non puo’ sempre metterci la faccia. Beccando poi le solite critiche degli stolti in servizio permanente. Stendo poi un velo pietoso sui continui, reiterati, cori razzisti verso Napoli. A Bergamo si sono sentiti nitidamente. Quell’esultanza rabbiosa di Maurizio Sarri era rivolta soprattutto a questi bulli di periferia, analfabeti dell’anima, piegati dal goal di “Ciro Mertens”. Quel “terroni terroni” ha ferito anche lui. Ha sangue toscano ma natali partenopei. Ormai si sente scugnizzo il compagno Maurizio, rivoluzionario per scelta e non per caso. Lottare contro la Fiat gli garbera’ parecchio. Ricordera’ quando Luciano Lama, segretario della Cgil, sfido’ l’avvocato durante gli anni di piombo e le lotte operaie. Il Napoli gli e’ entrato dentro: si e’ capito proprio in terra orobica. Quelle immagini e quell’urlo liberatorio e’ piaciuto a tutti i napoletani. Perche’ andava oltre il rettangolo di gioco. “Sarri uno di noi” intona la curva, oggi piu’ che mai”.

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23/01/2024 - 11:25

NAPOLI - Ciro Venerato, giornalista Rai, ha espresso a "Napoli Magazine" il suo pensiero: "Il Napoli vince a Bergamo sfidando i razzisti della curva orobica e le cassandre in servizio permanente. Era gia’ tutto pronto per celebrare il sorpasso e criticare Sarri, allergico alle tattiche di Gasperini secondo i soliti ben informati. Il goal di Mertens ha rovinato la domenica di chi sa solo offendere Napoli e i calciatori di colore e quella dei soliti detrattori, non solo padani, anche nostrani. Ogni occasione e’ buona per delegittimare il lavoro di Sarri o della societa’. Capita solo in Italia. Riusciamo a criticare una squadra che fa piu’ punti della Juve dalla prima giornata del girone di ritorno della stagione precedente, pur avendo la meta’ della sua forza economica e strutturale. Per non dire del peso storico e politico che un club come quello bianconero detiene nello stivale. Un italiano su 2 e’ juventino. Giusto ricordarlo a tutti. Questo Napoli va quindi solo elogiato. Se il nostro campionato ha ancora un senso lo deve agli azzurri. Se aspettavate milanesi e romane la Juve lo scudetto lo vinceva in carrozza con 2 mesi di anticipo. Un po’ come il Psg in Francia negli ultimi anni. Ovviamente e’ assurdo adottare gli stessi parametri gestionali della vecchia signora, pronta ad aggredire il mercato senza problemi. Dopo Emre Can si portera’ a casa anche Lorenzo Pellegrini, strappato alla Roma con tanto di clausola.  In panca porta gente che rimedia stipendi altisonanti. Perso Verdi, Giuntoli ci aveva provato, sotto traccia, con Bernard dello Shakhtar. Profilo giusto per Sarri. Ma, non appena l’agente del sudamericano ha sparato la richiesta di ingaggio, il d.s. toscano e’ subito tornato sui suoi passi. Verdi era funzionale anche per questo: univa l’utile (e’ un ottimo giocatore) al dilettevole (costi nella norma). Parimenti Politano, ma il Sassuolo a gennaio non vende nessuno. Che poi abbia rapporti ottimi con la Juve non e’ un mistero ma conterei fino a 10 prima di aggiungere altro. Squinzi fa i propri interessi e Carnevali (amico storico di Marotta e suo testimone di nozze) non puo’ certo rischiare il posto per favorire i piemontesi. Due esempi lampanti. Berardi alla fine alla Juve non ci e’ voluto andare e Carnevali era pronto a darlo al Napoli l’anno dopo: l’affare salto’ per il mancato arrivo di Zapata in Emilia (il colombiano preferiva la Samp). Altro esempio? La Juve era in corsa (come il Napoli) per Vrsaljko 2 estati fa. Squinzi, privilegiando il portafogli, lo giro’ all’Atletico Madrid che pagava meglio e il giorno prima lo aveva promesso al Napoli per lo stesso motivo: l’affare salto’ perchè il croato pretese di andare in Spagna. Il Napoli fa bene ad alzare la voce e pretendere rispetto, ma non bisogna mai esagerare con il vittimismo: si rischia, non volendo, di creare alibi ai giocatori. Un insegnamento che mi hanno impartito grandi dirigenti del passato, Allodi in primis. Me lo presento’ il compianto Lievore, segretario del Napoli portato dal commendatore Italo e massimo esperto di diritto sportivo. Mi disse che un dirigente colto e scafato i suoi problemi doveva risolverli nel palazzo, non esportarli. Si rischia di lanciare messaggi sbagliati allo spogliatoio. Poi e’ questione di ruoli. Purtroppo il Napoli non ha un dirigente preposto ai rapporti con la stampa e il povero Sarri spesso deve rimpiazzarlo in taluni momenti della stagione. Sui calendari la penso come il tecnico e l’ho affermato in tempi non sospetti. La Lega ci inoltra dati statistici che non hanno logica nella realta’. Si, e’ vero: il Napoli ha giocato spesso prima della Juve ad inizio stagione. Ma il peso e’ diverso. Lo scudetto si decide nel girone di ritorno e, sotto il profilo psicologico, stressa di piu’ giocare dopo i campioni. In molte di queste date si poteva evitare l’alternanza: basta dare un’occhiata all’agenda bianconera. Mi aspettavo sul tema una presa di posizione della proprieta’: Sarri non puo’ sempre metterci la faccia. Beccando poi le solite critiche degli stolti in servizio permanente. Stendo poi un velo pietoso sui continui, reiterati, cori razzisti verso Napoli. A Bergamo si sono sentiti nitidamente. Quell’esultanza rabbiosa di Maurizio Sarri era rivolta soprattutto a questi bulli di periferia, analfabeti dell’anima, piegati dal goal di “Ciro Mertens”. Quel “terroni terroni” ha ferito anche lui. Ha sangue toscano ma natali partenopei. Ormai si sente scugnizzo il compagno Maurizio, rivoluzionario per scelta e non per caso. Lottare contro la Fiat gli garbera’ parecchio. Ricordera’ quando Luciano Lama, segretario della Cgil, sfido’ l’avvocato durante gli anni di piombo e le lotte operaie. Il Napoli gli e’ entrato dentro: si e’ capito proprio in terra orobica. Quelle immagini e quell’urlo liberatorio e’ piaciuto a tutti i napoletani. Perche’ andava oltre il rettangolo di gioco. “Sarri uno di noi” intona la curva, oggi piu’ che mai”.