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PIPITA - Higuain: "Napoli? Sento ancora molti compagni, sarà un’emozione tornare nel San Paolo, è stata casa mia per tre anni"
14.01.2017 11:10 di Napoli Magazine

L'ex azzurro Gonzalo Higuain, ora in forza alla Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport. "Il Napoli? Sento ancora molti compagni e, inutile negarlo, sarà un’emozione tornare nel San Paolo. E’ stata casa mia per tre anni che personalmente non dimenticherò, nonostante tutto. Il Pallone d'Oro? Meglio vincere con la Juve. La voglia di vincere che c'è a Madrid è praticamente uguale a quella di Torino: nel Real Madrid e nella Juventus si lotta per arrivare in fondo a ogni competizione. Entrambi i pubblici sono esigenti e carini. Io sono arrivato qui per festeggiare tante coppe e la Juventus è nata per vincere, lo dice la storia. E' l'unica cosa che conta e ti preparano per quello, ti trasformano in una macchina da guerra. Tra Torino e Madrid cambia magari il modo di giocare, ma la mentalità è la stessa, devi vincere tutto. A me continua a colpire il modo di allenarsi e la fame che continuano ad avere giocatori che vincono lo scudetto da 5 anni di fila. Quando vedi gente così ti viene ancora più voglia di lottare per raggiungere gli obiettivi. Nella mia carriera sono sempre stato abituato a giocare con compagni d'élite: allenarsi ogni giorno con Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli e gli altri difensori è una bella prova. Confrontarti con i più forti ti migliora. Chiellini è il più aggressivo e la BBC è la difesa preferita di mio padre, che era difensore. Il Porto è una squadra che conosco, l'ho affrontata in Europa League con il Napoli e diverse volte in amichevole. Sono tosti ma tutto dipenderà dall'approccio che avremo: adesso iniziano gli ottavi, la parte vera della Champions. Dobbiamo stare tranquilli ma allo stesso tempo essere consapevoli che è una competizione che la Juventus vuole vincere: speriamo sia l'anno buono. La decisione di lasciare Napoli? Quando mio fratello mi ha detto che mi voleva la Juventus sono rimasto tranquillo, sereno. I dirigenti bianconeri sono stati molto decisi fin dal primo giorno che abbiamo parlato del possibile passaggio. Venire qui e lasciare Napoli non è stato facile, ma sapevo che era la scelta migliore per me. La Juventus è una squadra top e può prendere i migliori, anche se dipende sempre tutto dalla volontà delle società e dei giocatori. Il possibile passaggio di Dybala in Liga? Non sono un amico pressante e invadente. Paulo lo vedo sereno, non è disturbato dalla situazione e non mi ha chiesto nulla. Per tutta la vita nella Juventus? E' giovane, ha 23 anni, dipenderà dalla volontà sua e della società. Adesso il suo unico pensiero deve essere quello di lavorare per diventare un campione e restare a lungo ad alti livelli e ce la farà, ne sono sicuro. Ha la qualità e la testa, ma a volte quando sei giovane è difficile: è accaduto anche a me a Madrid. La cosa importante è rimanere equilibrati. A darmi questi consigli fu mio fratello Federico che gioca in MLS: a lui non sono mai interessati né critiche, né elogi. E' stato fondamentale pure mio padre e la mia famiglia e devo ringraziare Raul e Van Nistrerlooy: quando arrivai a Madrid avevo 18 anni e loro mi aiutarono parecchio a crescere. Quando arrivai a Madrid inizialmente sarei dovuto andare al Castilla, la squadra B del Real, ma dopo due allenamenti Capello mi disse: 'Resti con noi'. Non so se la Juventus sarà la mia ultima squadra europea. Sono arrivato da appena sei mesi e ho un contratto di 5 anni. La mia testa sta qui. Quando finirà il mio contratto con la Juventus avrò 32 anni e non sarà la fine della mia carriera. Vediamo, non lo so. Il mio rapporto con il gol? E' una emozione bellissima, soprattutto quando ti porta a una vittoria o a un trofeo. Io li sfrutto tutti allo stesso modo, però, ovviamente, una rete che ti fa vincere la partita è più bella. Sul momento c'è tanta adrenalina, poi si continua a giocare. Segnare 30 gol? Me lo auguro. Sono arrivato a 15, sto bene e sono in crescita. Modello? Guardo i video di Ronaldo, il brasiliano. Ho iniziato da ragazzino e lo faccio tutt'ora qualche volta: nel mio ruolo è stato il più forte della storia. Di lui osservo velocità di esecuzione e ogni tipo di movimento. Ho avuto anche la fortuna di giocare insieme a Ronaldo per un mese nel Real Madrid, prima che lui si trasferisse al Milan. E' il mio idolo e lo studio. I 90 milioni spesi dalla Juventus per acquistarmi? Voglio ripagare la fiducia del club. In questi sei mesi il bilancio è positivo. Siamo primi in classifica, avanti in Coppa Italia, agli ottavi di Champions. Speriamo di continuare così e di conquistare titoli. Pallone d'oro? Sinceramente non ci penso. Dipende dalla stagione che si fa e se arriva questo premio bene, ma io preferisco vincere con la Juventus. Se poi si può prendere entrambi, tanto meglio. Come sarà il 2 aprile per me? Sarà emozionante, a Napoli ho vissuto tre anni meravigliosi e sarò sempre grato alla gente. Con Sarri e la squadra mi sono lasciato bene. Con molti ex compagni sono ancora in contatto, con il presidente no. Calciatori "super uomini"? Certo che guardo il conto in banca a fine mese, come qualsiasi lavoratore o imprenditore. Non siamo robot noi giocatori, siamo persone: anche se non ci vedete così siamo persone che giocano a calcio. C'è gente che ha molti più soldi di noi e semplicemente è meno famosa. Siamo idoli, è vero, ma non siamo supereroi. Alle persone vorrei dire che siamo uguali, io semplicemente ho realizzato il mio sogno che era quello di diventare calciatore. Per riuscirci mi sono impegnato tantissimo e continuo a farlo. Tutti pensano che sia sempre bello e facile diventare calciatore. Io a 9-10 anni prendevo 3-4 autobus e mia mamma si alzava alle 6 del mattino per me. Ho rinunciato ai compleanni con gli amici e a tantissime esperienze. Tutte cose a cui magari altri che sognavano di diventare calciatori non hanno rinunciato e poi non lo sono diventati. E lì nasce l'invidia. Nel calcio c'è troppo odio, ma non in campo, attorno. Io cerco la mia felicità e non invidio nessuno: l'invidia non fa bene. A Torino sono felice: la gente ti sta addosso, ma in modo educato e carino".

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PIPITA - Higuain: "Napoli? Sento ancora molti compagni, sarà un’emozione tornare nel San Paolo, è stata casa mia per tre anni"

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14/01/2024 - 11:10

L'ex azzurro Gonzalo Higuain, ora in forza alla Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport. "Il Napoli? Sento ancora molti compagni e, inutile negarlo, sarà un’emozione tornare nel San Paolo. E’ stata casa mia per tre anni che personalmente non dimenticherò, nonostante tutto. Il Pallone d'Oro? Meglio vincere con la Juve. La voglia di vincere che c'è a Madrid è praticamente uguale a quella di Torino: nel Real Madrid e nella Juventus si lotta per arrivare in fondo a ogni competizione. Entrambi i pubblici sono esigenti e carini. Io sono arrivato qui per festeggiare tante coppe e la Juventus è nata per vincere, lo dice la storia. E' l'unica cosa che conta e ti preparano per quello, ti trasformano in una macchina da guerra. Tra Torino e Madrid cambia magari il modo di giocare, ma la mentalità è la stessa, devi vincere tutto. A me continua a colpire il modo di allenarsi e la fame che continuano ad avere giocatori che vincono lo scudetto da 5 anni di fila. Quando vedi gente così ti viene ancora più voglia di lottare per raggiungere gli obiettivi. Nella mia carriera sono sempre stato abituato a giocare con compagni d'élite: allenarsi ogni giorno con Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli e gli altri difensori è una bella prova. Confrontarti con i più forti ti migliora. Chiellini è il più aggressivo e la BBC è la difesa preferita di mio padre, che era difensore. Il Porto è una squadra che conosco, l'ho affrontata in Europa League con il Napoli e diverse volte in amichevole. Sono tosti ma tutto dipenderà dall'approccio che avremo: adesso iniziano gli ottavi, la parte vera della Champions. Dobbiamo stare tranquilli ma allo stesso tempo essere consapevoli che è una competizione che la Juventus vuole vincere: speriamo sia l'anno buono. La decisione di lasciare Napoli? Quando mio fratello mi ha detto che mi voleva la Juventus sono rimasto tranquillo, sereno. I dirigenti bianconeri sono stati molto decisi fin dal primo giorno che abbiamo parlato del possibile passaggio. Venire qui e lasciare Napoli non è stato facile, ma sapevo che era la scelta migliore per me. La Juventus è una squadra top e può prendere i migliori, anche se dipende sempre tutto dalla volontà delle società e dei giocatori. Il possibile passaggio di Dybala in Liga? Non sono un amico pressante e invadente. Paulo lo vedo sereno, non è disturbato dalla situazione e non mi ha chiesto nulla. Per tutta la vita nella Juventus? E' giovane, ha 23 anni, dipenderà dalla volontà sua e della società. Adesso il suo unico pensiero deve essere quello di lavorare per diventare un campione e restare a lungo ad alti livelli e ce la farà, ne sono sicuro. Ha la qualità e la testa, ma a volte quando sei giovane è difficile: è accaduto anche a me a Madrid. La cosa importante è rimanere equilibrati. A darmi questi consigli fu mio fratello Federico che gioca in MLS: a lui non sono mai interessati né critiche, né elogi. E' stato fondamentale pure mio padre e la mia famiglia e devo ringraziare Raul e Van Nistrerlooy: quando arrivai a Madrid avevo 18 anni e loro mi aiutarono parecchio a crescere. Quando arrivai a Madrid inizialmente sarei dovuto andare al Castilla, la squadra B del Real, ma dopo due allenamenti Capello mi disse: 'Resti con noi'. Non so se la Juventus sarà la mia ultima squadra europea. Sono arrivato da appena sei mesi e ho un contratto di 5 anni. La mia testa sta qui. Quando finirà il mio contratto con la Juventus avrò 32 anni e non sarà la fine della mia carriera. Vediamo, non lo so. Il mio rapporto con il gol? E' una emozione bellissima, soprattutto quando ti porta a una vittoria o a un trofeo. Io li sfrutto tutti allo stesso modo, però, ovviamente, una rete che ti fa vincere la partita è più bella. Sul momento c'è tanta adrenalina, poi si continua a giocare. Segnare 30 gol? Me lo auguro. Sono arrivato a 15, sto bene e sono in crescita. Modello? Guardo i video di Ronaldo, il brasiliano. Ho iniziato da ragazzino e lo faccio tutt'ora qualche volta: nel mio ruolo è stato il più forte della storia. Di lui osservo velocità di esecuzione e ogni tipo di movimento. Ho avuto anche la fortuna di giocare insieme a Ronaldo per un mese nel Real Madrid, prima che lui si trasferisse al Milan. E' il mio idolo e lo studio. I 90 milioni spesi dalla Juventus per acquistarmi? Voglio ripagare la fiducia del club. In questi sei mesi il bilancio è positivo. Siamo primi in classifica, avanti in Coppa Italia, agli ottavi di Champions. Speriamo di continuare così e di conquistare titoli. Pallone d'oro? Sinceramente non ci penso. Dipende dalla stagione che si fa e se arriva questo premio bene, ma io preferisco vincere con la Juventus. Se poi si può prendere entrambi, tanto meglio. Come sarà il 2 aprile per me? Sarà emozionante, a Napoli ho vissuto tre anni meravigliosi e sarò sempre grato alla gente. Con Sarri e la squadra mi sono lasciato bene. Con molti ex compagni sono ancora in contatto, con il presidente no. Calciatori "super uomini"? Certo che guardo il conto in banca a fine mese, come qualsiasi lavoratore o imprenditore. Non siamo robot noi giocatori, siamo persone: anche se non ci vedete così siamo persone che giocano a calcio. C'è gente che ha molti più soldi di noi e semplicemente è meno famosa. Siamo idoli, è vero, ma non siamo supereroi. Alle persone vorrei dire che siamo uguali, io semplicemente ho realizzato il mio sogno che era quello di diventare calciatore. Per riuscirci mi sono impegnato tantissimo e continuo a farlo. Tutti pensano che sia sempre bello e facile diventare calciatore. Io a 9-10 anni prendevo 3-4 autobus e mia mamma si alzava alle 6 del mattino per me. Ho rinunciato ai compleanni con gli amici e a tantissime esperienze. Tutte cose a cui magari altri che sognavano di diventare calciatori non hanno rinunciato e poi non lo sono diventati. E lì nasce l'invidia. Nel calcio c'è troppo odio, ma non in campo, attorno. Io cerco la mia felicità e non invidio nessuno: l'invidia non fa bene. A Torino sono felice: la gente ti sta addosso, ma in modo educato e carino".