NAPOLI - L’insidia si nasconde tra le partite innocue di quei turni  detti  scontati. La forza del Napoli va colta proprio in segnali così, quelli che consentono a una squadra, consapevole del proprio futuro, di venir fuori da una partita rivelatasi sporca e vischiosa, come accaduto a Udine. Succede quando il match di contenimento, si tiene su con una difesa attenta che non produce errori, proprio quando l’attacco non va oltre le due-tre occasioni gol. Una presa di coscienza che potrebbe essere racchiusa in un titolo: la bella prestazione di Christian Maggio. Corollario di un campionato dove il Napoli è ancora imbattuto: 12 vittorie, due pareggi, appena 9 gol incassati. Valutare, però, il Napoli solo con numeri e statistiche è riduttivo, significa guardare solo una faccia della medaglia. Perché le facce del Napoli sono tante. Una ha certamente il volto di Maggio. Probabilmente avrà fatto il bagno nella piscina di “Cocoon” e ora é eterno, come sussurrano dalle parti di Castelvolturno. Egli è un pò il Forrest Gump dei quasi ultimi due quinquenni del Napoli. Mentre i campioni andavano e venivano, cambiavano gli allenatori e persino alcuni club scomparivano, lui era lì, con la sua maglietta numero 11 a garantire sempre il top in campo, un’incrollabile certezza per la squadra, dove il cambiamento è sempre tanto repentino da lasciarti dietro se non stai al passo. Maggio è stato sempre al passo e questo gli ha permesso, come Forrest Gump appunto, di attraversare tante “epoche” del Napoli e di arrivare nel 2017 per prendersi un’altra rivincita, l’ennesima. Tuttavia voltata pagina, restano la classifica, con gli azzurri primi da inizio stagione, e la prossima grande sfida con la Juve. E non stupitevi troppo se, da qui a venerdì, dovreste trovarvi ancora la rassicurante presenza del Napoli lassù in vetta e con un margine più alto, quasi avesse cancellato certi tempi, i troppi remake di una delle saghe, “Juve sempre prima”, tanto frequenti nel calcio italiano.

Toni Iavarone

Napoli Magazine

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