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DOPING - L'ex presidente della Federazione internazionale di atletica leggera, condannato a quattro anni per corruzione attiva e passiva
16.09.2020 16:42 di Napoli Magazine

L'ex presidente della Federazione internazionale di atletica leggera (IAAF, 1999-2015) Lamine Diack è stato condannato dal Tribunale penale di Parigi a quattro anni di carcere, di cui due sospesi, per il suo coinvolgimento in una rete di corruzione che aveva lo scopo di coprire casi di doping in Russia. L'87enne senegalese è stato giudicato colpevole di corruzione attiva e passiva e violazione di fiducia ed è stato condannato a una multa fino a 500.000 euro. Diack, che ha negato di aver accettato tangenti da atleti sospettati di doping per coprire i risultati dei test e permettere loro di continuare a gareggiare, può presentare appello. Tra i sei imputati, riconosciuti tutti colpevoli, la sentenza più pesante è stata pronunciata contro il figlio, Papa Massata Diack (responsabile del marketing della IAAF), rimasto a Dakar dopo essersi rifiutato di comparire al processo di giugno: è stato condannato a cinque anni di carcere e un milione di euro di multa e il tribunale ha confermato il mandato di cattura contro di lui. Nei confronti degli altri protagonisti sono state pronunciate queste condanne: 2 anni di sospensione e 140mila euro di multa per l'ex capo dell'antidoping della IAAF, Gabriel Dollé, e tre anni di carcere, due dei quali con soggiorno e multa di 100.000 euro per l'avvocato Habib Cissé, che ha assistito Lamine Diack; due funzionari russi processati in loro assenza, l'ex presidente della federazione nazionale di atletica leggera Valentin Balakhnitchev e l'ex allenatore Alexeï Melnikov, sono stati condannati rispettivamente a tre e due anni di carcere, con il mantenimento del mandato d'arresto nei loro confronti.

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DOPING - L'ex presidente della Federazione internazionale di atletica leggera, condannato a quattro anni per corruzione attiva e passiva

di Napoli Magazine

16/09/2024 - 16:42

L'ex presidente della Federazione internazionale di atletica leggera (IAAF, 1999-2015) Lamine Diack è stato condannato dal Tribunale penale di Parigi a quattro anni di carcere, di cui due sospesi, per il suo coinvolgimento in una rete di corruzione che aveva lo scopo di coprire casi di doping in Russia. L'87enne senegalese è stato giudicato colpevole di corruzione attiva e passiva e violazione di fiducia ed è stato condannato a una multa fino a 500.000 euro. Diack, che ha negato di aver accettato tangenti da atleti sospettati di doping per coprire i risultati dei test e permettere loro di continuare a gareggiare, può presentare appello. Tra i sei imputati, riconosciuti tutti colpevoli, la sentenza più pesante è stata pronunciata contro il figlio, Papa Massata Diack (responsabile del marketing della IAAF), rimasto a Dakar dopo essersi rifiutato di comparire al processo di giugno: è stato condannato a cinque anni di carcere e un milione di euro di multa e il tribunale ha confermato il mandato di cattura contro di lui. Nei confronti degli altri protagonisti sono state pronunciate queste condanne: 2 anni di sospensione e 140mila euro di multa per l'ex capo dell'antidoping della IAAF, Gabriel Dollé, e tre anni di carcere, due dei quali con soggiorno e multa di 100.000 euro per l'avvocato Habib Cissé, che ha assistito Lamine Diack; due funzionari russi processati in loro assenza, l'ex presidente della federazione nazionale di atletica leggera Valentin Balakhnitchev e l'ex allenatore Alexeï Melnikov, sono stati condannati rispettivamente a tre e due anni di carcere, con il mantenimento del mandato d'arresto nei loro confronti.