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IL COMMENTO - Raimondi: "Per l'Italrugby non si vede la luce in fondo al tunnel"
26.10.2020 03:00 di Napoli Magazine

Per parlare della sconfitta dell'Italrugby nel Sei Nazioni con l'Irlanda, a Radio Sportiva è intervenuto il telecronista di Dmax Antonio Raimondi. "Poco è cambiato da marzo, sportivamente c’è preoccupazione per una nazionale che continua a perdere e che difficilmente vedrà la luce: O’Shea vedeva la luce in fondo al tunnel, ma adesso si fa più fatica a vederla. C’è da mettere in discussione gli ultimi dieci anni perchè i risultati dicono che il processo di formazione dei nostri giocatori non è sufficientemente valido per arrivare a questo livello competitivo. Se prendi il miglior chef stellato del mondo e gli dai ingredienti mediocri magari combina qualcosa di discreto ma non farà mai qualcosa di eccellente: il livello dei nostri giocatori a confronto con quello delle altre squadre del Sei Nazioni non garantisce un prodotto di alta qualità, nonostante la bravura degli chef, cioè degli allenatori che abbiamo avuto. É molto difficile oggi stare al passo con la progressione delle migliori squadre del mondo. In questi 20 anni di Sei Nazioni siamo sempre andati alla ricerca del nuovo Dominguez ma non lo troveremo mai: dobbiamo cercare di non bruciare i giovani, l’ultima vittoria dell’Italia nel Sei Nazioni è del 2015 e in campo ieri c’era solo Morisi come reduce, quindi vuol dire che c’è stato in parte un ricambio che però non ha portato a risultati"

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IL COMMENTO - Raimondi: "Per l'Italrugby non si vede la luce in fondo al tunnel"

di Napoli Magazine

26/10/2024 - 03:00

Per parlare della sconfitta dell'Italrugby nel Sei Nazioni con l'Irlanda, a Radio Sportiva è intervenuto il telecronista di Dmax Antonio Raimondi. "Poco è cambiato da marzo, sportivamente c’è preoccupazione per una nazionale che continua a perdere e che difficilmente vedrà la luce: O’Shea vedeva la luce in fondo al tunnel, ma adesso si fa più fatica a vederla. C’è da mettere in discussione gli ultimi dieci anni perchè i risultati dicono che il processo di formazione dei nostri giocatori non è sufficientemente valido per arrivare a questo livello competitivo. Se prendi il miglior chef stellato del mondo e gli dai ingredienti mediocri magari combina qualcosa di discreto ma non farà mai qualcosa di eccellente: il livello dei nostri giocatori a confronto con quello delle altre squadre del Sei Nazioni non garantisce un prodotto di alta qualità, nonostante la bravura degli chef, cioè degli allenatori che abbiamo avuto. É molto difficile oggi stare al passo con la progressione delle migliori squadre del mondo. In questi 20 anni di Sei Nazioni siamo sempre andati alla ricerca del nuovo Dominguez ma non lo troveremo mai: dobbiamo cercare di non bruciare i giovani, l’ultima vittoria dell’Italia nel Sei Nazioni è del 2015 e in campo ieri c’era solo Morisi come reduce, quindi vuol dire che c’è stato in parte un ricambio che però non ha portato a risultati"