"Una delle funzioni principali dell'articolo 10.8.2 è garantire che i casi unici che non rientrano esattamente nel quadro sanzionatorio possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada siano d’accordo". Il portavoce dell’Agenzia Mondiale Antidoping, James Fitzgerald, ha spiegato in una lunga intervista a La Stampa il perché del patteggiamento con Jannik Sinner, che terrà il numero uno al mondo lontano dai campi fino a maggio: "L’articolo consente un’ulteriore riduzione del periodo di sospensione in base al livello di gravità della specifica violazione, nonché al fatto che l’atleta abbia ammesso la violazione. La disposizione è stata utilizzata decine di volte, nelle migliaia di casi giudicati dall’entrata in vigore del Codice 2021".
IL RICORSO AL TAS - "Al fine di difendere l'importante principio secondo cui gli atleti sono effettivamente responsabili delle azioni del loro team, la Wada ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport", ha detto poi Fitzgerald spiegando i motivi che nel settembre dell'anno scorso hanno portato la Wada a fare ricorso al Tas perché non riteneva corretta l’applicazione della "mancanza di colpa o negligenza".
I PERCHÉ DELL'ACCORDO - Dopo aver chiesto al Tas una squalifica tra i 12 e i 24 mesi perché "l’atleta è sempre responsabile dei comportamenti del suo staff", la Wada ha fatto marcia indietro e riesaminato il tutto sulla base dei documenti presentati da Sinner: "I fatti di questo caso erano davvero unici e diversi da altri casi che riguardavano la somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta - le parole del portavoce dell'agenzia - In effetti, questo non era un caso di somministrazione diretta da parte dell’entourage dell’atleta, ma di assorbimento transdermico perché il massaggiatore dell’atleta (all’insaputa dell’atleta) aveva trattato un taglio sul dito con un prodotto contenente Clostebol. Attraverso la propria approfondita revisione del caso, la Wada ha verificato e concordato che lo scenario dell’atleta era scientificamente plausibile e ben documentato sui fatti".
LA DIFFERENZA COL CASO BARQUERO - I media spagnoli hanno richiamato l'attenzione sulla lunga squalifica inflitta alla pattinatrice locale Laura Barquero dopo essere risultata positiva all'anabolico Clostebol, la stessa sostanza che è valsa a Sinner una squalifica di tre mesi dopo un discusso accordo con la Wada. L'agenzia mondiale antidoping ha sottolineato che, sebbene entrambi i casi riguardassero la stessa sostanza, i fatti specifici relativi al caso di Barquero erano "molto diversi" da quelli di Sinner: "La differenza fondamentale tra i due casi è che la versione della signora Barquero su come la sostanza è entrata nel suo sistema non era convincente alla luce delle prove, tanto che le circostanze sono rimaste sconosciute per quanto riguarda la Wada. Al contrario, nel caso Sinner, le prove hanno chiaramente confermato la spiegazione dell'atleta, come delineato nella decisione di primo grado".
di Napoli Magazine
18/02/2025 - 13:14
"Una delle funzioni principali dell'articolo 10.8.2 è garantire che i casi unici che non rientrano esattamente nel quadro sanzionatorio possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada siano d’accordo". Il portavoce dell’Agenzia Mondiale Antidoping, James Fitzgerald, ha spiegato in una lunga intervista a La Stampa il perché del patteggiamento con Jannik Sinner, che terrà il numero uno al mondo lontano dai campi fino a maggio: "L’articolo consente un’ulteriore riduzione del periodo di sospensione in base al livello di gravità della specifica violazione, nonché al fatto che l’atleta abbia ammesso la violazione. La disposizione è stata utilizzata decine di volte, nelle migliaia di casi giudicati dall’entrata in vigore del Codice 2021".
IL RICORSO AL TAS - "Al fine di difendere l'importante principio secondo cui gli atleti sono effettivamente responsabili delle azioni del loro team, la Wada ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport", ha detto poi Fitzgerald spiegando i motivi che nel settembre dell'anno scorso hanno portato la Wada a fare ricorso al Tas perché non riteneva corretta l’applicazione della "mancanza di colpa o negligenza".
I PERCHÉ DELL'ACCORDO - Dopo aver chiesto al Tas una squalifica tra i 12 e i 24 mesi perché "l’atleta è sempre responsabile dei comportamenti del suo staff", la Wada ha fatto marcia indietro e riesaminato il tutto sulla base dei documenti presentati da Sinner: "I fatti di questo caso erano davvero unici e diversi da altri casi che riguardavano la somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta - le parole del portavoce dell'agenzia - In effetti, questo non era un caso di somministrazione diretta da parte dell’entourage dell’atleta, ma di assorbimento transdermico perché il massaggiatore dell’atleta (all’insaputa dell’atleta) aveva trattato un taglio sul dito con un prodotto contenente Clostebol. Attraverso la propria approfondita revisione del caso, la Wada ha verificato e concordato che lo scenario dell’atleta era scientificamente plausibile e ben documentato sui fatti".
LA DIFFERENZA COL CASO BARQUERO - I media spagnoli hanno richiamato l'attenzione sulla lunga squalifica inflitta alla pattinatrice locale Laura Barquero dopo essere risultata positiva all'anabolico Clostebol, la stessa sostanza che è valsa a Sinner una squalifica di tre mesi dopo un discusso accordo con la Wada. L'agenzia mondiale antidoping ha sottolineato che, sebbene entrambi i casi riguardassero la stessa sostanza, i fatti specifici relativi al caso di Barquero erano "molto diversi" da quelli di Sinner: "La differenza fondamentale tra i due casi è che la versione della signora Barquero su come la sostanza è entrata nel suo sistema non era convincente alla luce delle prove, tanto che le circostanze sono rimaste sconosciute per quanto riguarda la Wada. Al contrario, nel caso Sinner, le prove hanno chiaramente confermato la spiegazione dell'atleta, come delineato nella decisione di primo grado".