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Triathlon: al brasiliano Menuci e alla russa Gosteva la Icon di Livigno
08.09.2024 15:34 di Napoli Magazine

Ci sono molti modi per provare a riassumere l'epica sportiva e umana che abbraccia gli orizzonti di Icon, la gara di triathlon più dura e spettacolare al mondo, ma ognuno di essi, alla fine, sembra quasi riduttivo, di fronte alla bellezza offerta a pubblico e atleti. Un'avventura lunga un giorno, da vivere in solitaria eppure insieme, e capace di mettere uomini e donne di fronte ai propri limiti fisici e mentali, in un racconto di rara potenza narrativa. Il tutto per una gara di triathlon che ha registrato il record di iscritti (quasi 300 atleti) per questa ottava edizione e che ha visto un eccellente livello medio, con tantissimi finisher, e alcune notevoli prestazioni tecniche.

Una sfida alla resistenza umana vissuta in una cornice da sogno, fin dalla prima frazione, quella a nuoto, dove le sponde del lago di Livigno, all'alba, illuminate soltanto da torce e fuochi, hanno dato il via ad un percorso, completato da 195 km in bicicletta con 5000 metri di dislivello e dalla durissima maratona finale, davvero mozzafiato. Otto i gradi dell'atmosfera alla partenza, con i 13 gradi e mezzo di temperatura dell'acqua che hanno subito testato la resistenza del gruppo, che si è mosso in maniera più o meno compatta fino all'inizio del percorso ciclistico, dove il brasiliano Thiaho Menuci, atleta molto esperto e di buona caratura internazionale, ha preso il largo, scavando un solco tra sé e gli altri che poi ha saputo portare fino al traguardo. Chiude in 13 ore, 9 minuti e 23 secondi, davanti al duo azzurro del Team SPORTACTION composto da Matteo Andreini, secondo, e Giuseppe Bonsi, terzo.

Tra le donne, invece, trionfo di Mariia Gosteva in 15 ore, 13 minuti e 25 secondi, davanti a Tabea Ruegge e Sandra Wolf. Atlete capaci di domare un tracciato estremamente impegnativo. Da sottolineare inoltre la buona partecipazione femminile che quest'anno raggiunge quasi il 10% degli atleti totali. Ed è proprio il percorso nella sua durezza tecnica e nella sua maestosità paesaggistica il vero, grande, protagonista di ICON, fiore all'occhiello del prestigioso circuito XTRI World Tour, che riunisce i triathlon più estremi e spettacolari al Mondo.

Circuito che tornerà a Livigno anche nel 2025, per la sua nona edizione. Un percorso che in chiunque ha vissuto o visto da vicino resterà impresso a lungo, attraverso immagini iconiche e senza tempo, tra l'epicità della partenza all'alba, lo straordinario colpo d'occhio offerto dai durissimi passi alpini e le centinaia di persone presenti in paese per sostenere gli atleti lungo la frazione di corsa.

Il tutto reso ancora più indimenticabile da un arrivo degno della propria fama, con gli ultimi chilometri di pendenza proibitiva, fino alle porte del Carosello 3000, da affrontare con il sostegno dei tifosi presenti. Il perfetto finale di una gara senza eguali.

Tantissime le storie di grande ispirazione, con un mix di partenti diviso tra atleti professionisti e amatori che hanno investito tempo e fatica per la preparazione di una gara creata apposta per testare i limiti della resistenza umana. Motivazioni sportive e personali, in alcuni casi intrecciate anche con obiettivi di natura sociale e raccolte fondi, perché il legame che si crea tra tutti coloro che condividono un'avventura di queste proporzioni va ben oltre l'aspetto tecnico e prestativo.

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Triathlon: al brasiliano Menuci e alla russa Gosteva la Icon di Livigno

di Napoli Magazine

08/09/2024 - 15:34

Ci sono molti modi per provare a riassumere l'epica sportiva e umana che abbraccia gli orizzonti di Icon, la gara di triathlon più dura e spettacolare al mondo, ma ognuno di essi, alla fine, sembra quasi riduttivo, di fronte alla bellezza offerta a pubblico e atleti. Un'avventura lunga un giorno, da vivere in solitaria eppure insieme, e capace di mettere uomini e donne di fronte ai propri limiti fisici e mentali, in un racconto di rara potenza narrativa. Il tutto per una gara di triathlon che ha registrato il record di iscritti (quasi 300 atleti) per questa ottava edizione e che ha visto un eccellente livello medio, con tantissimi finisher, e alcune notevoli prestazioni tecniche.

Una sfida alla resistenza umana vissuta in una cornice da sogno, fin dalla prima frazione, quella a nuoto, dove le sponde del lago di Livigno, all'alba, illuminate soltanto da torce e fuochi, hanno dato il via ad un percorso, completato da 195 km in bicicletta con 5000 metri di dislivello e dalla durissima maratona finale, davvero mozzafiato. Otto i gradi dell'atmosfera alla partenza, con i 13 gradi e mezzo di temperatura dell'acqua che hanno subito testato la resistenza del gruppo, che si è mosso in maniera più o meno compatta fino all'inizio del percorso ciclistico, dove il brasiliano Thiaho Menuci, atleta molto esperto e di buona caratura internazionale, ha preso il largo, scavando un solco tra sé e gli altri che poi ha saputo portare fino al traguardo. Chiude in 13 ore, 9 minuti e 23 secondi, davanti al duo azzurro del Team SPORTACTION composto da Matteo Andreini, secondo, e Giuseppe Bonsi, terzo.

Tra le donne, invece, trionfo di Mariia Gosteva in 15 ore, 13 minuti e 25 secondi, davanti a Tabea Ruegge e Sandra Wolf. Atlete capaci di domare un tracciato estremamente impegnativo. Da sottolineare inoltre la buona partecipazione femminile che quest'anno raggiunge quasi il 10% degli atleti totali. Ed è proprio il percorso nella sua durezza tecnica e nella sua maestosità paesaggistica il vero, grande, protagonista di ICON, fiore all'occhiello del prestigioso circuito XTRI World Tour, che riunisce i triathlon più estremi e spettacolari al Mondo.

Circuito che tornerà a Livigno anche nel 2025, per la sua nona edizione. Un percorso che in chiunque ha vissuto o visto da vicino resterà impresso a lungo, attraverso immagini iconiche e senza tempo, tra l'epicità della partenza all'alba, lo straordinario colpo d'occhio offerto dai durissimi passi alpini e le centinaia di persone presenti in paese per sostenere gli atleti lungo la frazione di corsa.

Il tutto reso ancora più indimenticabile da un arrivo degno della propria fama, con gli ultimi chilometri di pendenza proibitiva, fino alle porte del Carosello 3000, da affrontare con il sostegno dei tifosi presenti. Il perfetto finale di una gara senza eguali.

Tantissime le storie di grande ispirazione, con un mix di partenti diviso tra atleti professionisti e amatori che hanno investito tempo e fatica per la preparazione di una gara creata apposta per testare i limiti della resistenza umana. Motivazioni sportive e personali, in alcuni casi intrecciate anche con obiettivi di natura sociale e raccolte fondi, perché il legame che si crea tra tutti coloro che condividono un'avventura di queste proporzioni va ben oltre l'aspetto tecnico e prestativo.