NAPOLI - Una vittoria è una vittoria. Che sia sul Chievo Verona per 3-1 in trasferta dopo una sconfitta e un pareggio, quasi poco conta. Certo, per il Napoli di mezzo c’è stata pure l’Europa League e lì a Londra una vittoria sarebbe valsa oro, diamanti e smeraldi ma tant’è. Un doppio gol di Kalidu, uno di Milik fanno pensare ad un Napoli che segna dalla difesa all’attacco, pur incassandone uno, all’ultimo minuto, segno di una squadra che finisce di giocare un po’ prima del tempo regolamentare subendolo dalla squadra che nella prossima stagione non incontrerà per avvenuta retrocessione. Una vittoria è una vittoria, lo ribadiamo soprattutto se ne posticipa un’altra, quella massima per il campionato, di un’altra squadra, la prima in classifica, di una settimana. O forse la posticipa regalando la possibilità di festeggiare in casa, chissà. Insomma, il Napoli finalmente vince, e tanto basta per rinvigorire di fiducia l’animo dei tifosi napoletani che giovedì dovranno saper gestire l’emozione di sperare disperatamente nella forza di uno stadio, quello in restyling di Fuorigrotta, capace di spingere gli 11 agli ordini di Carlo Ancelotti fino alla vittoria, perché se Europa vuol dire obiettivo, uscirne vorrebbe dire delusione senza rimedio. Ancelotti dovrà scegliere e non sbagliare. Il Napoli neppure potrà permettersi errori. Il Napoli può, lo sa la squadra e lo sa chi l’allena ma questo Napoli ha da fare della concentrazione il suo punto di forza e della costanza il suo valore pena davvero uno stadio che ne uscirebbe senza più speranza alcuna. Si può fare, è chiaro: Koulibaly può segnare, può doppiare, Milik anche e tanto, e non solo loro: basta crederci e far capire a chi sarà ospite che una cosa è la gelida Londra, tutt’altra la calda Napoli. Che in fondo, Napoli, la qualificazione se la merita, tutta.