L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Non c’è acqua che tenga: è il Napoli che straripa a Genova"
11.11.2018 16:14 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non c’è acqua che tenga se a straripare nella notte del Marassi è il Napoli in trasferta: contro i gemellati genovesi va in scena una partita fuori dal comune dove un diluvio che Dio se n’è scordato, fa prima sospendere e poi inspiegabilmente riprendere l’anticipo della 12esima giornata. È al 58esimo, sull’1-0 per il Genoa che l’arbitro Abisso manda tutti negli spogliatoi causa un campo diventato buono per lo sci d’acqua e pessimo per una gara di calcio. Dura 10’ o poco più, in tutto, la sospensione prima che si riprenda senza neppure controllare l’agibilità del campo con la prova del rimbalzo. E infatti gli ultimi 30 minuti somigliano molto di più ad una gara di pallanuoto con i giocatori letteralmente a tuffarsi per gestire una palla ingestibile. Il Napoli che si lascia sopraffare semplicisticamente sul gol, fa poco altro fino a quando Ancelotti non cambia completamente le carte in tavola, o meglio i giocatori in piscina: entrano Dries, Ruiz e alla fine Malcuit e sono proprio loro a dare un nuovo volto ad una partita che sospenderla e rimandarla sarebbe stato meno clamoroso che continuare a giocarla. Eppure il Napoli non si arrende: arranca su palle che s’affondano nel pantano del Marassi e trasforma una palla quasi ferma sul piede di Fabian nel gol del pareggio, riaccendendo gli animi che neppure l’ondata anomala di acqua era riuscita a spegnere. A chiudere una gara surreale ci pensano direttamente i padroni di casa che infilano il secondo per il Napoli grazie ad un autogol discusso e poi assegnato. Il Napoli la spunta, con il risultato finale dell’1 a 2. Non per merito, va detto, di Milik e Zielinski. La parte polacca della squadra partenopea non brilla e nella conta non fa somma. Non brillano, va detto, neppure i soliti ma su questo si avrà modo di ragionare nella pausa, per adesso si gioisce nella gara dove la vince la logica dei diritti su quella del buonsenso che neppure la vittoria magnifica del Napoli giustifica così tanto. Tant’è. Ad ogni modo, che “si può fare” (senza finire la frase) lo dimostra questa gara e che tutto è ancora da giocare anche. E il Napoli non si tira indietro, che si tratti di calcio o di sci d’acqua.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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11/11/2024 - 16:14

NAPOLI - Non c’è acqua che tenga se a straripare nella notte del Marassi è il Napoli in trasferta: contro i gemellati genovesi va in scena una partita fuori dal comune dove un diluvio che Dio se n’è scordato, fa prima sospendere e poi inspiegabilmente riprendere l’anticipo della 12esima giornata. È al 58esimo, sull’1-0 per il Genoa che l’arbitro Abisso manda tutti negli spogliatoi causa un campo diventato buono per lo sci d’acqua e pessimo per una gara di calcio. Dura 10’ o poco più, in tutto, la sospensione prima che si riprenda senza neppure controllare l’agibilità del campo con la prova del rimbalzo. E infatti gli ultimi 30 minuti somigliano molto di più ad una gara di pallanuoto con i giocatori letteralmente a tuffarsi per gestire una palla ingestibile. Il Napoli che si lascia sopraffare semplicisticamente sul gol, fa poco altro fino a quando Ancelotti non cambia completamente le carte in tavola, o meglio i giocatori in piscina: entrano Dries, Ruiz e alla fine Malcuit e sono proprio loro a dare un nuovo volto ad una partita che sospenderla e rimandarla sarebbe stato meno clamoroso che continuare a giocarla. Eppure il Napoli non si arrende: arranca su palle che s’affondano nel pantano del Marassi e trasforma una palla quasi ferma sul piede di Fabian nel gol del pareggio, riaccendendo gli animi che neppure l’ondata anomala di acqua era riuscita a spegnere. A chiudere una gara surreale ci pensano direttamente i padroni di casa che infilano il secondo per il Napoli grazie ad un autogol discusso e poi assegnato. Il Napoli la spunta, con il risultato finale dell’1 a 2. Non per merito, va detto, di Milik e Zielinski. La parte polacca della squadra partenopea non brilla e nella conta non fa somma. Non brillano, va detto, neppure i soliti ma su questo si avrà modo di ragionare nella pausa, per adesso si gioisce nella gara dove la vince la logica dei diritti su quella del buonsenso che neppure la vittoria magnifica del Napoli giustifica così tanto. Tant’è. Ad ogni modo, che “si può fare” (senza finire la frase) lo dimostra questa gara e che tutto è ancora da giocare anche. E il Napoli non si tira indietro, che si tratti di calcio o di sci d’acqua.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
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