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COMMISSIONE INFANZIA - Gli esperti: "Contro le dipendenze bisogna intervenire sulla fascia d'età 9-12 anni", l'On. Brambilla: "Necessario agire nella fase preadolescenziale"
15.11.2023 17:26 di Napoli Magazine

“Cambiare strategia sulle dipendenze e intervenire molto precocemente, prima che gli stili di vita scorretti si consolidino e riducano la speranza di vita libera da malattie”. Lo sostiene Gianni Testino, presidente della Società italiana di alcologia (SIA) e direttore della struttura complessa dell’Asl 3 di Genova, uno degli esperti auditi oggi dalla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori, con focus sulla diffusione di alcol, nuove droghe, aggressività e violenza. “Il peggioramento di tutti gli indicatori statistici sulle dipendenze - sottolinea l’on. Brambilla - suggerisce effettivamente di intervenire nella fase preadolescenziale, prima che i condizionamenti ambientali facciano sentire il loro peso”.

 

Il dottor Testino ha ricordato che ad una speranza di vita “sufficientemente lunga” corrispondono una “forte riduzione” della vita libera da malattia e una vera e propria “epidemia cancro” dai 50 anni in su. Segno, argomenta, che lo stile di vita è probabilmente “scorretto” fin dalla fase adolescenziale e preadolescenziale. “Evidentemente qualcosa non ha funzionato nei piani di prevenzione e promozione della salute se tutti i dati in nostro possesso (dal consumo di alcol, alle droghe, all’uso dei social) sono in costante peggioramento. Noi pensiamo che la riposta più efficace sia quella di rivolgersi ai bambini sotto i 12 anni e ricorrere alla comunicazione tra pari”. L’idea dell’Asl3 è stata quella di affidare a 26 bambini, formati in un anno, il compito di diffondere messaggi corretti sullo stile di vita. “Con la speranza - conclude Testino - che il messaggio possa propagarsi da una classe d’età all’altra”.

 

Sull’esigenza di un “approccio precoce” alla dipendenza da alcol insiste anche Eugenia Luraschi, responsabile della Comunità terapeutica di Cozzo (PV). “Nell’85 per cento dei casi da noi esaminati - sottolinea - il primo contatto con l’alcol è avvenuto tra i 15 e i 19 anni, molto presto dunque”. Per Giovanni Greco, direttore Dipartimento dipendenze A.U.L.S.S. 7 Pedemontana di Bassano del Grappa, occorre prestare attenzione alla diversità dei contesti, tra le aree metropolitane e i Comuni più piccoli, tra le dimensione pubblica e quella delle feste private “dove per lo più si realizza l’esperienza dell’ebbrezza alcolica” e allo “stato ansioso” in cui vivono percentuali molto significative dei giovani: “Alle sostanze, da ultimo ai cannabinoidi artificiali, si rivolgono per ansia da prestazione, per l’esigenza di essere sempre all’altezza”.

 

“Dalle prime audizioni - conclude l’on. Brambilla - emerge con tutta evidenza che, per affrontare al meglio la complessità delle dipendenze, l’intervento precoce è un’arma preziosa, finora non abbastanza utilizzata”.

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15/11/2023 - 17:26

“Cambiare strategia sulle dipendenze e intervenire molto precocemente, prima che gli stili di vita scorretti si consolidino e riducano la speranza di vita libera da malattie”. Lo sostiene Gianni Testino, presidente della Società italiana di alcologia (SIA) e direttore della struttura complessa dell’Asl 3 di Genova, uno degli esperti auditi oggi dalla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori, con focus sulla diffusione di alcol, nuove droghe, aggressività e violenza. “Il peggioramento di tutti gli indicatori statistici sulle dipendenze - sottolinea l’on. Brambilla - suggerisce effettivamente di intervenire nella fase preadolescenziale, prima che i condizionamenti ambientali facciano sentire il loro peso”.

 

Il dottor Testino ha ricordato che ad una speranza di vita “sufficientemente lunga” corrispondono una “forte riduzione” della vita libera da malattia e una vera e propria “epidemia cancro” dai 50 anni in su. Segno, argomenta, che lo stile di vita è probabilmente “scorretto” fin dalla fase adolescenziale e preadolescenziale. “Evidentemente qualcosa non ha funzionato nei piani di prevenzione e promozione della salute se tutti i dati in nostro possesso (dal consumo di alcol, alle droghe, all’uso dei social) sono in costante peggioramento. Noi pensiamo che la riposta più efficace sia quella di rivolgersi ai bambini sotto i 12 anni e ricorrere alla comunicazione tra pari”. L’idea dell’Asl3 è stata quella di affidare a 26 bambini, formati in un anno, il compito di diffondere messaggi corretti sullo stile di vita. “Con la speranza - conclude Testino - che il messaggio possa propagarsi da una classe d’età all’altra”.

 

Sull’esigenza di un “approccio precoce” alla dipendenza da alcol insiste anche Eugenia Luraschi, responsabile della Comunità terapeutica di Cozzo (PV). “Nell’85 per cento dei casi da noi esaminati - sottolinea - il primo contatto con l’alcol è avvenuto tra i 15 e i 19 anni, molto presto dunque”. Per Giovanni Greco, direttore Dipartimento dipendenze A.U.L.S.S. 7 Pedemontana di Bassano del Grappa, occorre prestare attenzione alla diversità dei contesti, tra le aree metropolitane e i Comuni più piccoli, tra le dimensione pubblica e quella delle feste private “dove per lo più si realizza l’esperienza dell’ebbrezza alcolica” e allo “stato ansioso” in cui vivono percentuali molto significative dei giovani: “Alle sostanze, da ultimo ai cannabinoidi artificiali, si rivolgono per ansia da prestazione, per l’esigenza di essere sempre all’altezza”.

 

“Dalle prime audizioni - conclude l’on. Brambilla - emerge con tutta evidenza che, per affrontare al meglio la complessità delle dipendenze, l’intervento precoce è un’arma preziosa, finora non abbastanza utilizzata”.