Il Comitato Vele di Scampia scrive in una nota dopo il tragico crollo avvenuto nella Vela Celeste: "Scampia ha perso un altro suo figlio, con oggi (ieri, ndr) il numero delle vittime del crollo di lunedì sera è salito a tre. Siamo stanchi, distrutti, tristi, ma non ci fermeremo. Insieme a più di 300 sfollati continueremo anche questa notte (ieri notte, ndr) a dormire in quella che da subito abbiamo individuato come alloggio temporaneo, l'università di Scampia. Sono notti difficili, per la preoccupazione delle persone ancora in ospedale, per chi è rimasto ferito a causa di quell'assurdo crollo e che ancora non sappiamo se potremmo rivedere. Il nostro pensiero va prima di tutto a loro, a chi oggi ci ha lasciato, a chi continua a lottare per la vita e la morte. Lo ribadiamo a gran voce, i figli di Scampia uccisi in questa tragedia sono i figli delle nostre centinaia di voci rimaste inascoltate nelle piazze, nei presidi, alle mobilitazioni. Anche oggi (ieri, ndr) la comunità di Scampia ha reagito nel migliore dei modi possibili, dimostrando solidarietà e ricevendone altrettanta, dando corpo e anima alla parola riscatto. Scampia vuole ancora tutto, ed uno dei punti su cui saremo inamovibili è l'apertura dei cantieri, sicura ed immediata. Esigiamo che quanto accaduto alla Vele Celeste lunedì sera imponga tempi e modalità chiare: i cantieri per l'abbattimento delle Vele e la costruzione dei nuovi alloggi devono partire prima di subito; con queste parole d'ordine intendiamo scandire i prossimi passaggi che ci vedranno ancora una volta al fianco della nostra gente, al fianco del popolo di Scampia che non accetterà alcun compromesso. Solo quando vedremo partire materialmente i lavori per abbattere le Vele ed edificare le nuove case il popolo delle vele potrà dirsi soddisfatto".