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IL SINDACO - Manfredi: "Qualità della vita, c'è ancora tanto da fare per ridurre i divari"
01.12.2025 18:55 di Napoli Magazine
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Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente Anci, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’evento digitale "La qualità della vita per commentare i dati dell’indagine alla sua 36° edizione del Sole 24 Ore: "In una logica non più rinviabile di una grande riforma degli enti locali, bisogna immaginare una diversa governance, un diverso rapporto Comuni, Città metropolitane e Regioni. Oggi ci troviamo di fonte a dinamiche che richiedono riforme profonde. Le le città metropolitane sempre di più rappresentano il luogo in cui si concentrano grandi opportunità e grandi problemi: c'è la maggiore crescita, c'è il tasso scolastico più alto, il maggiore tasso di innovazione e in parallelo più criminalità, disagio e povertà". Da qui la necessità di dotare i sindaci di poteri per affrontare le questioni che sono 'più sensibili' per i cittadini quali il diritto alla casa, il welfare, la sicurezza, tematiche rispetto alle quali - ha concluso Manfredi - i cittadini vedono nei sindaci il loro interlocutore, ma ai sindaci mancano i poteri per dare risposte". Poi, si è soffermato sulla classifica Sole 24 Ore che mostra divari tra Nord e Sud: "Più che essere una classifica dei buoni e dei cattivi, io la definisco una classifica che rappresenta la fotografia del Paese e ci fa capire come ancora oggi abbiamo tanto da fare per cercare di ridurre i divari. Questo divario economico che esiste tra Nord e Sud del Paese in alcuni ambiti, quali ad esempio le infrastrutture si sta iniziando a colmare e in questo ci aiuta il Pnrr. Sono numeri importanti, 90 indicatori, quindi una mole di dati significativa che dà una fotografia della situazione del Paese e anche del divario che c'è nel Paese tutte le province del Sud e alcune del Centro si trovano nella parte bassa perché hanno un peso importante gli indicatori legati all'economia e al mercato del lavoro, quindi il reddito medio, la capacità di spesa da parte dei cittadini, il livello di occupazione, di occupazione femminile, anche di servizi che sono collegati a questo. La densità degli sportelli bancari è chiaramente più alta nelle province più ricche. Una buona politica deve partire dall’analisi dei dati e quindi avere a disposizione questi dati sicuramente ci dà delle indicazioni e ci aiuta anche a percorrere delle strade di miglioramento che in parte già si stanno percorrendo. La gestione delle aree metropolitane richiede dal mio punto di vista un’attenzione particolare, un’attenzione ovviamente da parte della nostra associazione, perché nell’area metropolitana c’è la grande città capoluogo ma ci sono anche tantissimi altri Comuni, anche molto piccoli, ma anche credo anche strumenti più moderni di gestione. Questo, in una logica che credo oramai non più rinviabile, di una grande riforma degli enti locali, tener conto di questo, cioè dare questi poteri anche ai sindaci delle aree metropolitane, immaginare una diversa governance, un diverso rapporto tra Comune, area metropolitana e Regione. Ecco questo ci fa capire che oggi noi ci troviamo di fronte a delle dinamiche che richiedono riforme profonde. Questa, più che essere una classifica dei buoni e dei cattivi, rappresenta un po' una fotografia del Paese e ci fa capire come ancora oggi noi abbiamo tanto da fare per cercare di ridurre questi divari. Una cosa importante è che una buona politica deve partire dall'analisi dei dati. Quindi, avere disposizione questi dati sicuramente dà delle indicazioni e ci aiuta anche a percorrere delle strade per un miglioramento che in parte già si stanno percorrendo. L'indagine, ha ribadito, è una 'fotografia' della situazione del Paese e anche del divario del Paese, perché noi consideriamo che tutti le province del Sud e alcune del Centro si trovano nella parte bassa della classifica perché gli indicatori legati all'economia hanno un peso importante. Ci sono poi dati importanti come quelli sull'ambiente e ancora riferimenti alle infrastrutture. Anche qui esiste un divario forte tra Nord e Sud, che per fortuna si sta cominciando a colmare anche con il Pnrr. La gestione delle aree metropolitane richiede dal mio punto di vista un'attenzione particolare e anche strumenti più moderni di gestione da parte delle leggi nazionali. Quindi, in una logica credo non più rinviabile di una grande riforma degli enti locali, bisogna tener conto di questo, della necessità di dare poteri anche ai sindaci delle aree metropolitane e immaginare una diversa governance e un diverso rapporto tra Comune, Città metropolitane e Regione. Oggi ci troviamo di fronte a dinamiche che richiedono delle riforme profonde. Sulle aree metropolitane c'è un percorso quasi fisiologico sul quale forse l'Italia è un po' in ritardo, essendo tradizionalmente un Paese delle mille città e campanili, con tante città medie. Ma se guardiamo cosa succede a livello globale già da qualche decennio, vediamo che l'urbanizzazione spinge ad attribuire alle grandi città metropolitane un ruolo fondamentale nella dinamica economica e di crescita dei Paesi. Le città metropolitane rappresentano il luogo dove si concentrano le grandi opportunità e i grandi problemi, dove c'è la maggiore crescita, il tasso scolastico più alto, il maggiore livello di innovazione, e in parallelo anche dove c'è più criminalità, più disagio e più povertà".

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IL SINDACO - Manfredi: "Qualità della vita, c'è ancora tanto da fare per ridurre i divari"

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01/12/2025 - 18:55

Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente Anci, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’evento digitale "La qualità della vita per commentare i dati dell’indagine alla sua 36° edizione del Sole 24 Ore: "In una logica non più rinviabile di una grande riforma degli enti locali, bisogna immaginare una diversa governance, un diverso rapporto Comuni, Città metropolitane e Regioni. Oggi ci troviamo di fonte a dinamiche che richiedono riforme profonde. Le le città metropolitane sempre di più rappresentano il luogo in cui si concentrano grandi opportunità e grandi problemi: c'è la maggiore crescita, c'è il tasso scolastico più alto, il maggiore tasso di innovazione e in parallelo più criminalità, disagio e povertà". Da qui la necessità di dotare i sindaci di poteri per affrontare le questioni che sono 'più sensibili' per i cittadini quali il diritto alla casa, il welfare, la sicurezza, tematiche rispetto alle quali - ha concluso Manfredi - i cittadini vedono nei sindaci il loro interlocutore, ma ai sindaci mancano i poteri per dare risposte". Poi, si è soffermato sulla classifica Sole 24 Ore che mostra divari tra Nord e Sud: "Più che essere una classifica dei buoni e dei cattivi, io la definisco una classifica che rappresenta la fotografia del Paese e ci fa capire come ancora oggi abbiamo tanto da fare per cercare di ridurre i divari. Questo divario economico che esiste tra Nord e Sud del Paese in alcuni ambiti, quali ad esempio le infrastrutture si sta iniziando a colmare e in questo ci aiuta il Pnrr. Sono numeri importanti, 90 indicatori, quindi una mole di dati significativa che dà una fotografia della situazione del Paese e anche del divario che c'è nel Paese tutte le province del Sud e alcune del Centro si trovano nella parte bassa perché hanno un peso importante gli indicatori legati all'economia e al mercato del lavoro, quindi il reddito medio, la capacità di spesa da parte dei cittadini, il livello di occupazione, di occupazione femminile, anche di servizi che sono collegati a questo. La densità degli sportelli bancari è chiaramente più alta nelle province più ricche. Una buona politica deve partire dall’analisi dei dati e quindi avere a disposizione questi dati sicuramente ci dà delle indicazioni e ci aiuta anche a percorrere delle strade di miglioramento che in parte già si stanno percorrendo. La gestione delle aree metropolitane richiede dal mio punto di vista un’attenzione particolare, un’attenzione ovviamente da parte della nostra associazione, perché nell’area metropolitana c’è la grande città capoluogo ma ci sono anche tantissimi altri Comuni, anche molto piccoli, ma anche credo anche strumenti più moderni di gestione. Questo, in una logica che credo oramai non più rinviabile, di una grande riforma degli enti locali, tener conto di questo, cioè dare questi poteri anche ai sindaci delle aree metropolitane, immaginare una diversa governance, un diverso rapporto tra Comune, area metropolitana e Regione. Ecco questo ci fa capire che oggi noi ci troviamo di fronte a delle dinamiche che richiedono riforme profonde. Questa, più che essere una classifica dei buoni e dei cattivi, rappresenta un po' una fotografia del Paese e ci fa capire come ancora oggi noi abbiamo tanto da fare per cercare di ridurre questi divari. Una cosa importante è che una buona politica deve partire dall'analisi dei dati. Quindi, avere disposizione questi dati sicuramente dà delle indicazioni e ci aiuta anche a percorrere delle strade per un miglioramento che in parte già si stanno percorrendo. L'indagine, ha ribadito, è una 'fotografia' della situazione del Paese e anche del divario del Paese, perché noi consideriamo che tutti le province del Sud e alcune del Centro si trovano nella parte bassa della classifica perché gli indicatori legati all'economia hanno un peso importante. Ci sono poi dati importanti come quelli sull'ambiente e ancora riferimenti alle infrastrutture. Anche qui esiste un divario forte tra Nord e Sud, che per fortuna si sta cominciando a colmare anche con il Pnrr. La gestione delle aree metropolitane richiede dal mio punto di vista un'attenzione particolare e anche strumenti più moderni di gestione da parte delle leggi nazionali. Quindi, in una logica credo non più rinviabile di una grande riforma degli enti locali, bisogna tener conto di questo, della necessità di dare poteri anche ai sindaci delle aree metropolitane e immaginare una diversa governance e un diverso rapporto tra Comune, Città metropolitane e Regione. Oggi ci troviamo di fronte a dinamiche che richiedono delle riforme profonde. Sulle aree metropolitane c'è un percorso quasi fisiologico sul quale forse l'Italia è un po' in ritardo, essendo tradizionalmente un Paese delle mille città e campanili, con tante città medie. Ma se guardiamo cosa succede a livello globale già da qualche decennio, vediamo che l'urbanizzazione spinge ad attribuire alle grandi città metropolitane un ruolo fondamentale nella dinamica economica e di crescita dei Paesi. Le città metropolitane rappresentano il luogo dove si concentrano le grandi opportunità e i grandi problemi, dove c'è la maggiore crescita, il tasso scolastico più alto, il maggiore livello di innovazione, e in parallelo anche dove c'è più criminalità, più disagio e più povertà".