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MEDIO ORIENTE - L'Italia e altri otto Paesi: "No all'occupazione di Gaza"
10.08.2025 08:07 di Napoli Magazine
"Respingiamo con forza la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano di lanciare un'ulteriore operazione militare su larga scala a Gaza". L'opposizione della comunità internazionale ai piani di Benyamin Netanyahu di prendere il controllo di Gaza City, sfollando più di un milione di palestinesi, è passata in una notte dalle condanne di singole cancellerie a una dichiarazione congiunta di nove Paesi, Italia compresa. Tutti convinti che estendere la guerra nella Striscia "aggraverà la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e aumenterà il rischio di un esodo di massa dei civili", con il "rischio di violare il diritto internazionale". Nel testo si ribadisce la necessità di "un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta anche la fornitura di un'adeguata assistenza umanitaria" a Gaza dove la situazione è "catastrofica". Si intima a Hamas di "rilasciare tutti gli ostaggi", invocandone "la smilitarizzazione" e la sua "esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia, dove l'Autorità palestinese deve avere un ruolo centrale". La dichiarazione, inizialmente firmata dal ministro italiano Antonio Tajani e dai suoi colleghi di Germania, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, ha lo scopo di cucire una posizione comune, anche di fronte a un tollerante silenzio degli Stati Uniti, senza però arrivare a uno strappo del fronte occidentale. Con il passare delle ore, si sono poi aggiunte anche Canada, Austria, Norvegia e la Francia di Emmanuel Macron, determinato a riconoscere lo Stato di Palestina a settembre per mettere Israele di fronte al fatto compiuto. Riconoscimento considerato prematuro da Roma e Berlino che insieme hanno spinto per arrivare alla dichiarazione congiunta. Nella nota si sottolinea infatti l'impegno comune "a favore dell'attuazione di una soluzione a due Stati negoziata". Non manca tuttavia in queste ore il pressing su Giorgia Meloni, da ultimo quello di Cgil, Cisl e Uil, a "riconoscere lo Stato di Palestina, al fianco dello Stato d'Israele, con uguali diritti e responsabilità".
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MEDIO ORIENTE - L'Italia e altri otto Paesi: "No all'occupazione di Gaza"

di Napoli Magazine

10/08/2025 - 08:07

"Respingiamo con forza la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano di lanciare un'ulteriore operazione militare su larga scala a Gaza". L'opposizione della comunità internazionale ai piani di Benyamin Netanyahu di prendere il controllo di Gaza City, sfollando più di un milione di palestinesi, è passata in una notte dalle condanne di singole cancellerie a una dichiarazione congiunta di nove Paesi, Italia compresa. Tutti convinti che estendere la guerra nella Striscia "aggraverà la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e aumenterà il rischio di un esodo di massa dei civili", con il "rischio di violare il diritto internazionale". Nel testo si ribadisce la necessità di "un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta anche la fornitura di un'adeguata assistenza umanitaria" a Gaza dove la situazione è "catastrofica". Si intima a Hamas di "rilasciare tutti gli ostaggi", invocandone "la smilitarizzazione" e la sua "esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia, dove l'Autorità palestinese deve avere un ruolo centrale". La dichiarazione, inizialmente firmata dal ministro italiano Antonio Tajani e dai suoi colleghi di Germania, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, ha lo scopo di cucire una posizione comune, anche di fronte a un tollerante silenzio degli Stati Uniti, senza però arrivare a uno strappo del fronte occidentale. Con il passare delle ore, si sono poi aggiunte anche Canada, Austria, Norvegia e la Francia di Emmanuel Macron, determinato a riconoscere lo Stato di Palestina a settembre per mettere Israele di fronte al fatto compiuto. Riconoscimento considerato prematuro da Roma e Berlino che insieme hanno spinto per arrivare alla dichiarazione congiunta. Nella nota si sottolinea infatti l'impegno comune "a favore dell'attuazione di una soluzione a due Stati negoziata". Non manca tuttavia in queste ore il pressing su Giorgia Meloni, da ultimo quello di Cgil, Cisl e Uil, a "riconoscere lo Stato di Palestina, al fianco dello Stato d'Israele, con uguali diritti e responsabilità".