Attualità
NEWS - La Corte dei Conti: "La norma sugli affitti brevi rischia di aumentare il nero"
06.11.2025 13:16 di Napoli Magazine
aA

"La differenza di regime fiscale potrebbe incidere negativamente incentivando il fenomeno delle locazioni brevi non dichiarate".

Lo afferma Mauro Orefice, presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti in audizione sulla manovra commentando le misure della legge di bilancio relative agli affitti brevi, che alzano l'aliquota della cedolare secca dal 21 al 26 per cento.

Per quanto riguarda la rottamazione, ha detto Orefice,"la disciplina introdotta diverge parzialmente dai precedenti interventi normativi perché limita la possibilità di ricorrere alla definizione agevolata ai soli casi nei quali il contribuente ha omesso il versamento delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto, comunque oggetto di dichiarazione, e agli accertamenti formali e cartolari sulle dichiarazioni" ma "se anche il perimetro è limitato" l'intervento "sconta, comunque, le criticità, più volte sottolineate dalla Corte, e, in particolare, la possibilità che la misura possa ridurre la compliance fiscale, il rischio che l'Erario possa diventare un 'finanziatore' dei contribuenti morosi, incentivando l'omesso versamento come forma di liquidità, l'incertezza sugli effetti sui saldi di finanza pubblica". 

"L'evasione fiscale, come noto, danneggia la crescita e produce iniquità, sfavorendo le imprese e i cittadini onesti. La manovra apre a una nuova "rottamazione": uno strumento che in passato non ha accresciuto l'efficacia nel recupero di gettito". Lo ha detto il Vice Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia Fabrizio Balassone in audizione sulla manovra alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

La nuova definizione agevolata comporta "una perdita di gettito di 1,5 miliardi nel 2026 e 0,5 miliardi in media nei due anni successivi", ha detto Balassone. "Secondo i dati forniti dall'Agenzia delle entrate, al marzo di quest'anno i pagamenti effettuati sono nell'ordine della metà di quanto sarebbe stato dovuto per le varie edizioni delle definizioni agevolate. Problemi di riscossione analoghi potrebbero manifestarsi anche con la procedura prevista dalla nuova definizione agevolata", ha avvertito.

Si può stimare che complessivamente le misure della manovra a sostegno del reddito delle famiglie "non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie", ha detto Balassone. La riduzione dell'aliquota dell'Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch'essi modesti", ha spiegato.

Il taglio dell'Irpef previsto in manovra "coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)", sottolinea il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli nell'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Senato e Camera.   

"Ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità - ha proseguito - emerge come oltre l'85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell'ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all'1% sul reddito familiare".

ULTIMISSIME ATTUALITÀ
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
NEWS - La Corte dei Conti: "La norma sugli affitti brevi rischia di aumentare il nero"

di Napoli Magazine

06/11/2025 - 13:16

"La differenza di regime fiscale potrebbe incidere negativamente incentivando il fenomeno delle locazioni brevi non dichiarate".

Lo afferma Mauro Orefice, presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti in audizione sulla manovra commentando le misure della legge di bilancio relative agli affitti brevi, che alzano l'aliquota della cedolare secca dal 21 al 26 per cento.

Per quanto riguarda la rottamazione, ha detto Orefice,"la disciplina introdotta diverge parzialmente dai precedenti interventi normativi perché limita la possibilità di ricorrere alla definizione agevolata ai soli casi nei quali il contribuente ha omesso il versamento delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto, comunque oggetto di dichiarazione, e agli accertamenti formali e cartolari sulle dichiarazioni" ma "se anche il perimetro è limitato" l'intervento "sconta, comunque, le criticità, più volte sottolineate dalla Corte, e, in particolare, la possibilità che la misura possa ridurre la compliance fiscale, il rischio che l'Erario possa diventare un 'finanziatore' dei contribuenti morosi, incentivando l'omesso versamento come forma di liquidità, l'incertezza sugli effetti sui saldi di finanza pubblica". 

"L'evasione fiscale, come noto, danneggia la crescita e produce iniquità, sfavorendo le imprese e i cittadini onesti. La manovra apre a una nuova "rottamazione": uno strumento che in passato non ha accresciuto l'efficacia nel recupero di gettito". Lo ha detto il Vice Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia Fabrizio Balassone in audizione sulla manovra alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

La nuova definizione agevolata comporta "una perdita di gettito di 1,5 miliardi nel 2026 e 0,5 miliardi in media nei due anni successivi", ha detto Balassone. "Secondo i dati forniti dall'Agenzia delle entrate, al marzo di quest'anno i pagamenti effettuati sono nell'ordine della metà di quanto sarebbe stato dovuto per le varie edizioni delle definizioni agevolate. Problemi di riscossione analoghi potrebbero manifestarsi anche con la procedura prevista dalla nuova definizione agevolata", ha avvertito.

Si può stimare che complessivamente le misure della manovra a sostegno del reddito delle famiglie "non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie", ha detto Balassone. La riduzione dell'aliquota dell'Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch'essi modesti", ha spiegato.

Il taglio dell'Irpef previsto in manovra "coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)", sottolinea il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli nell'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Senato e Camera.   

"Ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità - ha proseguito - emerge come oltre l'85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell'ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all'1% sul reddito familiare".