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STUDIO ATTIC - Cinque grandi ospedali italiani per la malattia di Crohn, c'è anche l'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli
20.03.2023 13:07 di Napoli Magazine

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, l’IRCCS Policlinico Sant’Orsola - Malpighi di Bologna, l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze, l’IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, insieme, hanno dato il via a un importante studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, arruolando i primi pazienti affetti da malattia di Crohn, che hanno sviluppato, quale conseguenza del processo infiammatorio della patologia, una fistola perianale complessa.

 

Lo studio clinico prevede il reclutamento di 80 pazienti, uomini e donne con età media di 35 anni, tutti multiresistenti alle terapie standard fino ad oggi utilizzate, quali farmaci biologici sistemici o locali e intervento chirurgico.

 

Obiettivo dello studio è sottoporre una parte di questi pazienti a trapianto tissutale, mediante infiltrazione di tessuto adiposo autologo microfratturato, attorno alla fistola e valutarne l’efficacia a distanza di 24 settimane.

 

L’intera procedura di prelievo, microframmentazione e somministrazione di tessuto adiposo si effettua tramite il dispositivo Lipogems e avviene in un unico tempo chirurgico, facilitando pertanto l’organizzazione pre-operatoria e il successivo decorso del paziente.

 

È fondamentale sottolineare l’’impatto clinico, sociale ed economico della Malattia di Crohn, una patologia che sta interessando sempre più giovani e giovanissimi e che, purtroppo, può comparire anche in età pediatrica. Si tratta di una patologia cronica che dà sofferenza, sia fisica che psicologica e le limitazioni nelle attività quotidiane, sociali e lavorative, unite agli alti costi dei trattamenti ad oggi esistenti, impattano in maniera molto significativa sulla qualità della vita. I dati della letteratura ci dicono che solamente il 55/60% dei pazienti affetti da malattia perianale di Crohn risponde ai trattamenti standard attualmente conosciuti.
Con questo studio intendiamo testare una nuova alternativa terapeutica, per dare una speranza ai pazienti refrattari alle terapie standard e destinati a subire un peggioramento costante della qualità di vita”
 ha dichiarato il principal investigator e coordinatore dello studio, il professor Silvio Laureti, Associato di Chirurgia generale dell’Università di Bologna, della U.O. Chirurgia del Tratto Alimentare ed Urgenze dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola – Malpighi, diretto dal professor Gilberto Poggioli.

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STUDIO ATTIC - Cinque grandi ospedali italiani per la malattia di Crohn, c'è anche l'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli

di Napoli Magazine

20/03/2024 - 13:07

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, l’IRCCS Policlinico Sant’Orsola - Malpighi di Bologna, l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze, l’IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, insieme, hanno dato il via a un importante studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, arruolando i primi pazienti affetti da malattia di Crohn, che hanno sviluppato, quale conseguenza del processo infiammatorio della patologia, una fistola perianale complessa.

 

Lo studio clinico prevede il reclutamento di 80 pazienti, uomini e donne con età media di 35 anni, tutti multiresistenti alle terapie standard fino ad oggi utilizzate, quali farmaci biologici sistemici o locali e intervento chirurgico.

 

Obiettivo dello studio è sottoporre una parte di questi pazienti a trapianto tissutale, mediante infiltrazione di tessuto adiposo autologo microfratturato, attorno alla fistola e valutarne l’efficacia a distanza di 24 settimane.

 

L’intera procedura di prelievo, microframmentazione e somministrazione di tessuto adiposo si effettua tramite il dispositivo Lipogems e avviene in un unico tempo chirurgico, facilitando pertanto l’organizzazione pre-operatoria e il successivo decorso del paziente.

 

È fondamentale sottolineare l’’impatto clinico, sociale ed economico della Malattia di Crohn, una patologia che sta interessando sempre più giovani e giovanissimi e che, purtroppo, può comparire anche in età pediatrica. Si tratta di una patologia cronica che dà sofferenza, sia fisica che psicologica e le limitazioni nelle attività quotidiane, sociali e lavorative, unite agli alti costi dei trattamenti ad oggi esistenti, impattano in maniera molto significativa sulla qualità della vita. I dati della letteratura ci dicono che solamente il 55/60% dei pazienti affetti da malattia perianale di Crohn risponde ai trattamenti standard attualmente conosciuti.
Con questo studio intendiamo testare una nuova alternativa terapeutica, per dare una speranza ai pazienti refrattari alle terapie standard e destinati a subire un peggioramento costante della qualità di vita”
 ha dichiarato il principal investigator e coordinatore dello studio, il professor Silvio Laureti, Associato di Chirurgia generale dell’Università di Bologna, della U.O. Chirurgia del Tratto Alimentare ed Urgenze dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola – Malpighi, diretto dal professor Gilberto Poggioli.