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TERREMOTO - Campi Flegrei, forte scossa dà il via ad un nuovo sciame sismico, Isaia (Ingv): "Nessun segnale di risalita del magma"
03.10.2023 13:28 di Napoli Magazine

Una scossa di magnitudo 4.0 avvenuta alle 22,08 italiane del 2 ottobre ha dato il via ad un nuovo sciame sismico nell'area dei Campi Flegrei, seguito da terremoti di intensità molto inferiore. "Si tratta di un nuovo sciame iniziato contestualmente alla scossa più forte", spiega all'ANSA Roberto Isaia, dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. "Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c'è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie - aggiunge Isaia - anche se non si può escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità di magma". La breve durata delle sequenze è tipica delle aree vulcaniche: "La dinamica in gioco è molto diversa - spiega il ricercatore dell'Ingv - da quella che caratterizza i terremoti che avvengono sull'Appennino, per esempio". "L'attività sismica che prosegue ormai da diverso tempo è dovuta alla rottura delle faglie dove sta avendo luogo la deformazione del suolo - dice Isaia - a causa della pressione esercitata dal gas in risalita".

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TERREMOTO - Campi Flegrei, forte scossa dà il via ad un nuovo sciame sismico, Isaia (Ingv): "Nessun segnale di risalita del magma"

di Napoli Magazine

03/10/2023 - 13:28

Una scossa di magnitudo 4.0 avvenuta alle 22,08 italiane del 2 ottobre ha dato il via ad un nuovo sciame sismico nell'area dei Campi Flegrei, seguito da terremoti di intensità molto inferiore. "Si tratta di un nuovo sciame iniziato contestualmente alla scossa più forte", spiega all'ANSA Roberto Isaia, dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. "Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c'è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie - aggiunge Isaia - anche se non si può escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità di magma". La breve durata delle sequenze è tipica delle aree vulcaniche: "La dinamica in gioco è molto diversa - spiega il ricercatore dell'Ingv - da quella che caratterizza i terremoti che avvengono sull'Appennino, per esempio". "L'attività sismica che prosegue ormai da diverso tempo è dovuta alla rottura delle faglie dove sta avendo luogo la deformazione del suolo - dice Isaia - a causa della pressione esercitata dal gas in risalita".